Georgetown |
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Un film di Christoph Waltz.
Con Christoph Waltz, Annette Bening, Vanessa Redgrave, Corey Hawkins.
continua»
Titolo originale Georgetown.
Drammatico,
Ratings: Kids+13,
durata 99 min.
- USA 2019.
- Vision Distribution
uscita lunedì 15 giugno 2020.
MYMONETRO
Georgetown
valutazione media:
2,74
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Un truffatore per Vanessa Redgrave
di Fabio Ferzetti L'Espresso
Ci sono personaggi a cui nessun attore resiste pur sapendo che tra il ruolo da sogno e la trappola a volte c' è solo un soffio. Il mitomane, il truffatore, il millantatore, insomma l' attore sotto mentite spoglie che reinventa il mondo a proprio uso e consumo, è uno di questi ruoli che bastano a ispirare un film ma non sempre garantiscono umanità e profondità. Anche se c' è dietro una storia vera come accade nella prima regia di Christoph Waltz, l' istrionico attore austriaco odiato e ammirato nei film di Tarantino ("Inglorious Basterds", "Django Unchained") e Polanski ("Carnage").
Diviso in capitoli che vanno a ritroso, "Georgetown" (su varie piattaforme tra cui #iorestoinsala) è a suo modo un thriller ma a doppio binario. Più che sapere cosa è successo, in altre parole, conta capire come sia stato possibile.
Come diavolo ha fatto quel tedesco azzimato e zelante, ma senz' arte né parte, a sedurre i circoli più esclusivi di Washington fino a fondare un' improbabile Ong che vanta nel board nomi come George Soros e Robert McNamara?
Perché una ben introdotta giornalista di origini teutoniche (Vanessa Regrave) cede alla corte di quell' uomo di 40 anni più giovane di lei fino a sposarlo, malgrado le proteste della sua unica figlia (Annette Bening)? E dato che a 5 minuti dall' inizio la poveretta viene trovata cadavere, come faranno polizia e avvocati a ricostruire la vera storia di quel marito sempre in divisa («Sono un brigadiere generale delle forze speciali Usa in Iraq», dichiara sfacciato) che stordisce chiunque a suon di chiacchiere e buone maniere?
Sorretto da un ritmo brillante e da interpretazioni eccellenti finché ripercorre l' irresistibile ascesa di Ulrich, "Georgetown" perde colpi avvicinandosi all' inevitabile scioglimento. Non solo perché la soluzione è spesso meno affascinante del mistero, ma perché Waltz, a differenza di quanto accadeva ad esempio in "Florence" di Stephen Frears (altra storia vera di inganni e autoinganni), si contenta di mettere in caricatura quel mondo senza conferire nessuna vera grandezza, né comica, né tragica, né a suo modo artistica, come càpita ai grandi mitomani, ai suoi personaggi. Che nella realtà si chiamavano Albrecht Muth e Viola Draht ed erano forse ancora più disperati. Ma anche più ricchi di sfumature, contraddizioni e complessità.
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