felicity
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sabato 12 agosto 2023
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superiore alla media dei film di genere
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The Informer è un film che è un noir, un gangster movie e un dramma carcerario, un mix di generi in cui gli americani sono maestri, girato da un regista italiano probabilmente molto meglio di come lo avrebbe girato un regista medio americano.
Quello che ci piace di Andrea Di Stefano è che non c'è, nel suo film, mai un vezzo autoriale di troppo, mai niente di superfluo, mai un movimento di macchina fuori posto. Gioca molto sui primi piani, per far venire fuori gli attori, e ci regala tre sequenze cult, quella di una tortura con tentata impiccagione e due combattimenti corpo a corpo in carcere.
Nonostante la sensazione di qualche schematismo di troppo, Di Stefano conferma le sue doti di orchestratore dalla mano felice e sicura, attento alla gestione del ritmo e a soluzioni non scontate, neanche quando il film sembrerebbe adattarsi al canone del prison movie: e anche se The Informer rischia in qualche punto di ingolfarsi per il troppo sovrapporsi di traiettorie, a mantenere il calore sui volti di questa umanità stanca di violenza e sangue ci pensano gli interpreti, tra cui Common, sempre più sicuro di sé.
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The Informer è un film che è un noir, un gangster movie e un dramma carcerario, un mix di generi in cui gli americani sono maestri, girato da un regista italiano probabilmente molto meglio di come lo avrebbe girato un regista medio americano.
Quello che ci piace di Andrea Di Stefano è che non c'è, nel suo film, mai un vezzo autoriale di troppo, mai niente di superfluo, mai un movimento di macchina fuori posto. Gioca molto sui primi piani, per far venire fuori gli attori, e ci regala tre sequenze cult, quella di una tortura con tentata impiccagione e due combattimenti corpo a corpo in carcere.
Nonostante la sensazione di qualche schematismo di troppo, Di Stefano conferma le sue doti di orchestratore dalla mano felice e sicura, attento alla gestione del ritmo e a soluzioni non scontate, neanche quando il film sembrerebbe adattarsi al canone del prison movie: e anche se The Informer rischia in qualche punto di ingolfarsi per il troppo sovrapporsi di traiettorie, a mantenere il calore sui volti di questa umanità stanca di violenza e sangue ci pensano gli interpreti, tra cui Common, sempre più sicuro di sé. Qui capace di tratteggiare in pochi primi piani questa figura di sbirro che ha imparato come sopravvivere per le strade ma nonostante tutto intuisce ancora qual è la parte giusta da cui schierarsi.
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giomo891
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lunedì 19 settembre 2022
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un film buono, ma poi si...perde. giomo891
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Al suo secondo film all'estero in cinque anni, stavolta a New York, Andrea Di Stefano, dopo il suo primo film Escobar, continua a meravigliarci postivamente, nonostante le difficoltà a realizzare un duplice thriller carcerario e soprattutto l'ambiguità (tra il bene e il male) che da tempo attendeva di essere realizzato in un'unica narrazione. Il film è di notevole effetto, specialmente nell'ultima parte e si fa apprezzare, non solo per originalità, ma anche per la regia, che trae il massimo possibile dalla storia e dai suoi attori, nonostante il budget non elevato. Molto accurata la ricostruzione degli ambienti, con momenti di violenza realistica e, nonostante alcune incertezze, il protagonista non "famoso" riesce a convincere.
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Al suo secondo film all'estero in cinque anni, stavolta a New York, Andrea Di Stefano, dopo il suo primo film Escobar, continua a meravigliarci postivamente, nonostante le difficoltà a realizzare un duplice thriller carcerario e soprattutto l'ambiguità (tra il bene e il male) che da tempo attendeva di essere realizzato in un'unica narrazione. Il film è di notevole effetto, specialmente nell'ultima parte e si fa apprezzare, non solo per originalità, ma anche per la regia, che trae il massimo possibile dalla storia e dai suoi attori, nonostante il budget non elevato. Molto accurata la ricostruzione degli ambienti, con momenti di violenza realistica e, nonostante alcune incertezze, il protagonista non "famoso" riesce a convincere.
Nel cast, un'eccezionale Pike, (attrice già pluripremiata e di grandissimo talento) che da un senso di completezza alla storia tratta da un romanzo (che, confesso, di non aver letto). Insomma, a mio avviso, una pellicola-uscita in sala, alle soglie della pandemia- che merita di essere vista anche in tv, o in streaming su qualche piattaforma, meglio se (ma sono di parte...) tramite Mymovies.it
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harroldthebarrel
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mercoledì 28 ottobre 2020
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un bella sorpresa
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The informer è un thriller ben costruito e che pur restando ancorato al genere evita di scivolare nel classico e stucchevole canovaccio di troppi film americani. Insieme alla vicenda che ruota appunto attorno all'informatore e alla sua vicenda umana, che poi è il vero elemento centrale, si sviluppano altri temi problematici della società statunitense (i metodi poco trasparenti e discutibili dell'Fbi, le carceri covo di violenza e delinquenza, le scorie della guerra in Iraq) che restano sospesi e irrisolti come il bel finale del film.
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gustibus
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mercoledì 4 marzo 2020
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inizia con un botto..poi si perde
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Mi e' successo di vedere questo film"the informer"stasera(nel pieno di coronavirus) in streaming.Capisco l'incasso quasi nullo da noi Il racconto partito bene con Koslow(Joel Kinnaman)polacco a New york,passato informatore FBI per espiare una lunga condanna per spaccio di droga e cercare di prendere il boss della mafia russa chiamato "il generale"mi credete che poi questo mitico capo dei capi,svanisce nella trama finale,per una querelle tra la polizia e FBIcon depistaggi e con arresto finale del colpevole,non il generale,un capo che dovrebbe essere il buono.Spicca l'agente wilcox(Rosamund Pike) e il rapper Common(Greens)..gli ultimi 30minuti sono lo strazio del film.
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Mi e' successo di vedere questo film"the informer"stasera(nel pieno di coronavirus) in streaming.Capisco l'incasso quasi nullo da noi Il racconto partito bene con Koslow(Joel Kinnaman)polacco a New york,passato informatore FBI per espiare una lunga condanna per spaccio di droga e cercare di prendere il boss della mafia russa chiamato "il generale"mi credete che poi questo mitico capo dei capi,svanisce nella trama finale,per una querelle tra la polizia e FBIcon depistaggi e con arresto finale del colpevole,non il generale,un capo che dovrebbe essere il buono.Spicca l'agente wilcox(Rosamund Pike) e il rapper Common(Greens)..gli ultimi 30minuti sono lo strazio del film.Sembra che sia stato tagliato di 1ora!Andrea di Stefano regista di ESCOBAR,qui fa peggio.Occasione persa e a volte gli incassi non sbagliano mai!Peccato!
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maramaldo
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lunedì 28 ottobre 2019
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adoro le stroncature
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e le stroncatrici come te, cara Flora. Che sarebbe il Forum senza di voi?
Ho tuttavia l'impressione che con Di Stefano abbia esagerato. Lavoro attento e corretto, narrazione consequenziale e snella, condotto come da manuale (forse anche troppo), Il nostro Andrea ha pure voluto giocare al piccolo Oliver Stone. Denuncia nequizie come quel carcere dove farabutti "rieducano" malfattori. Denigra l'FBI per mezzo dello sbirro sleale e vigliacco, Montgomery (Clive Owen). Ma c'è il rapper nero Common che fa il poliziotto buono e coraggioso (Grens). E avrebbe dovuto piacerti l'agente Wilcox (la brava Rosamund Pike), intrepida e ribelle, l'unica con una coscienza e relativi problemi.
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e le stroncatrici come te, cara Flora. Che sarebbe il Forum senza di voi?
Ho tuttavia l'impressione che con Di Stefano abbia esagerato. Lavoro attento e corretto, narrazione consequenziale e snella, condotto come da manuale (forse anche troppo), Il nostro Andrea ha pure voluto giocare al piccolo Oliver Stone. Denuncia nequizie come quel carcere dove farabutti "rieducano" malfattori. Denigra l'FBI per mezzo dello sbirro sleale e vigliacco, Montgomery (Clive Owen). Ma c'è il rapper nero Common che fa il poliziotto buono e coraggioso (Grens). E avrebbe dovuto piacerti l'agente Wilcox (la brava Rosamund Pike), intrepida e ribelle, l'unica con una coscienza e relativi problemi. In mezzo ad una tribù di nerboruti tatuati si muove e soffre Piotr (Koslov, il bellone Joel Kinnaman, il solo al quale concedi qualche indulgenza). Laconico e introverso, scatto nello scolare la vodka, capelli lisci color grano maturo, slavo. Ecco, ti scrivo per comunicarti alcune riflessioni. Non ho apprezzato la faccenda dei Polski cattivi, un "breed" che non si è mai distinto tra quelli che hanno edificato la nostra società criminosa. Capisco alcuni riguardi (furbate bottegaie, si direbbero). In Escobar i gringos erano sprovveduti bagnini... canadesi. Besson fece combattere Lucy contro la mafia... coreana.
Intanto, Tarantino perde una platea di un miliardo e passa per una imitazione (peraltro divertente, la sola nel film) di un personaggio che già di per sè era caricatura, eppure l'han ritenuta sacrilega.
Quand'è che mi stronchi qualche bel film cinese?
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flora tolfo
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sabato 19 ottobre 2019
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anche no.....
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Andrea Di Stefano aveva prodotto l'unico film su Escobar noioso e inguardabile. Ci riprova con un film inutile, a tratti noioso, pieno di clichè. Sinceramente non vedevo l'ora che finisse il film. L'unica accezione positiva è la bellezza del protagonista che ha un corpo scolpito su un'altezza di un metro e novanta e un bellissimo viso merito anche di una rinoplastica riuscita benissimo. Gli altri attori fanno da contorno, i cattivi esprimevano una recita macchiettistica che faceva più ridere che timore. Se potete evitate di vedere questo film.
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