redv
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lunedì 5 febbraio 2018
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una saga che ci mancherà
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Sono passati mesi dal rapimento di Minho e i ragazzi sono motivati come non mai a salvare l'amico dalla grinfie di Wicked.
Parto dal fatto che i primi due film mi sono piaciuti molto sia per il genere sia per lo sviluppo della trama, quindi dal terzo film aspettavo solo “cose belle”. Per quanto riguarda la sceneggiatura non ho trovato buchi di trama – nonostante non abbia ancora letto i libri – poichè tutto viene fatto capire, spiegato, detto. Senza dubbio il film ha alle spalle un ottimo lavoro, complice lo stesso James Dashner che ha collaborato alla sua realizzazione. Le scene d’azione le ho trovate veramente ben fatte e intriganti, ma è una cosa che ha sempre distinto i film di Maze Runner.
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Sono passati mesi dal rapimento di Minho e i ragazzi sono motivati come non mai a salvare l'amico dalla grinfie di Wicked.
Parto dal fatto che i primi due film mi sono piaciuti molto sia per il genere sia per lo sviluppo della trama, quindi dal terzo film aspettavo solo “cose belle”. Per quanto riguarda la sceneggiatura non ho trovato buchi di trama – nonostante non abbia ancora letto i libri – poichè tutto viene fatto capire, spiegato, detto. Senza dubbio il film ha alle spalle un ottimo lavoro, complice lo stesso James Dashner che ha collaborato alla sua realizzazione. Le scene d’azione le ho trovate veramente ben fatte e intriganti, ma è una cosa che ha sempre distinto i film di Maze Runner.
Mi è piaciuta anche la scelta di non dividere il film in due parti, come per altre saghe famose, perchè così facendo hanno potuto compattare tutta l’azione senza periodi “morti” che avrebbero reso il film piu’ pesante. Certo, sarebbe stato bello vedere altre interazioni tra i personaggi, ma credo sia stato bello anche così.
Insomma, tirando le somme “La rivelazione” non è uno di quei film che ti scivolano addosso, personalmente credo sia piu’ il genere di intrattenimento che faccia riflettere anche dopo la sua visione, immaginando le scelte diverse che ogni personaggio avrebbe potuto fare, il bello e sofferto “what if”.
La saga nel complesso è stata un successo, non ha subito particolari cali, lo dimostrano i box office mondiali. Ne consiglio la visione!
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maberrytt
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domenica 4 febbraio 2018
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ultimo capitolo degno di nota
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Si vuole innanzitutto sottolineare come anche l'ultimo capitolo della saga "Maze Runner" riesca a suscitare emozioni positive come il primo e il secondo film della trilogia: giusti mix di affettività, ansia, azione e crudezza, che rendono piacevole e non banale il corpo del lungometraggio.
Degni di riflessione sono inoltre l'inizio e la fine del film; l'inizio può essere considerato spiazzante, immergendo il lettore immediatamente nell'azione, ciò accentuato dalla più che occasionale dimenticanza di molti personaggi non "storici" al primo momento. Si vuole sottolineare, inoltre, come l'attore interpretante Minho sia notevolemente diverso dai precedenti sceneggiati.
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Si vuole innanzitutto sottolineare come anche l'ultimo capitolo della saga "Maze Runner" riesca a suscitare emozioni positive come il primo e il secondo film della trilogia: giusti mix di affettività, ansia, azione e crudezza, che rendono piacevole e non banale il corpo del lungometraggio.
Degni di riflessione sono inoltre l'inizio e la fine del film; l'inizio può essere considerato spiazzante, immergendo il lettore immediatamente nell'azione, ciò accentuato dalla più che occasionale dimenticanza di molti personaggi non "storici" al primo momento. Si vuole sottolineare, inoltre, come l'attore interpretante Minho sia notevolemente diverso dai precedenti sceneggiati. La fine, invece, sconvolgente, dato come parametro un finale autodeterminato e di felicità permanente.
Non banale è, inoltre, la non più esistente linea di demarcazione tra "buoni" e WCKD (= "cattivi"), che porta ad un mescolarsi di ruoli interessante e profondo.
Consigliato.
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flaw54
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lunedì 12 febbraio 2018
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visto e rivisto
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Niente di nuovo sul fronte della fantascienza! Dopo un primo episodio originale e accattivante la saga ha iniziato un climax discendente che L' ha portata ad un episodio conclusivo di una banalità sconcertante. Tutto visto e rivisto con una conclusione edenica veramente stucchevole e improbabile. Attori da rivedere. Nel complesso un occasione persa e concordo chenessuno rimpiangerá questa trilogia.
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felicity
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lunedì 25 maggio 2020
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cocktail di inseguimenti e sparatorie e poco altro
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Maze Runner nasceva come una saga per adolescenti che voleva essere un’allegoria della nostra società. I giovani non hanno più spazio, sono soffocati da un sistema che preferisce respingere invece di dare qualche possibilità. La crisi martella le tasche del cittadino medio, e trovare una professione rasenta la missione impossibile.
L’unica soluzione, all’epoca, era esiliarli in una realtà parallela, come topi da laboratorio, cavie di illustri scienziati mentre cercavano di sopravvivere.
Col secondo film, le buone premesse si erano perse nel labirinto, ormai archiviato. In Maze Runner – La fuga, scoprivamo che i ragazzi dovevano essere dissanguati per trovare la cura a un misterioso virus, che trasformava la popolazione in zombi.
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Maze Runner nasceva come una saga per adolescenti che voleva essere un’allegoria della nostra società. I giovani non hanno più spazio, sono soffocati da un sistema che preferisce respingere invece di dare qualche possibilità. La crisi martella le tasche del cittadino medio, e trovare una professione rasenta la missione impossibile.
L’unica soluzione, all’epoca, era esiliarli in una realtà parallela, come topi da laboratorio, cavie di illustri scienziati mentre cercavano di sopravvivere.
Col secondo film, le buone premesse si erano perse nel labirinto, ormai archiviato. In Maze Runner – La fuga, scoprivamo che i ragazzi dovevano essere dissanguati per trovare la cura a un misterioso virus, che trasformava la popolazione in zombi.
Maze Runner – La rivelazione segue la falsariga della storia precedente, e si propone come un cocktail di inseguimenti e sparatorie, con l’aggiunta di un universo distopico che pesca a piene mani dal cinema di genere.
La pellicola in verità non lesina scelte forti e coerenti addii di personaggi amati, senza annullarsi del tutto in una banale storia adolescenziale e regala agli spettatori sequenze molto dense emotivamente.
Pregevole la presenza di molteplici sfumature di grigi nei caratteri dei protagonisti, lontani, almeno alcuni di essi, dalla dicotomia buono-cattivo che era emersa nei film precedenti. Pur riproponendo la simbologia centrale dello scontro tra il mondo degli adulti e quello dei ragazzi, Maze Runner: La Rivelazione presenta alcuni guizzi di tridimensionalità e si allontana dalla stereotipizzazione.
Le scelte sono controverse, le decisioni ambigue, le personalità sfumate, e alcune azioni ribaltano quasi completamente l’idea che lo spettatore aveva maturato di un certo personaggio, portandolo a rivalutare con occhio critico la validità di alcuni comportamenti che apparentemente sono corretti, ma che sostanzialmente potrebbero essere discutibili.
L’ambiguità delle questioni proposte porta lo spettatore giovane a provare sentimenti confusi e contraddittori verso i personaggi, e quello più adulto a riflettere sui temi che emergono tra le righe della sceneggiatura, temi con cui però i protagonisti non si scontrano mai: l’eticità della scienza, l’eterno scontro tra il bene del singolo e della collettività, la maggiore importanza del fine o dei mezzi, l’umanità davanti a una sola vita.
Azione, fughe, inseguimenti: la dinamicità del film fa in parte perdere profondità a uno script dotato di enormi potenzialità.
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