King of Thieves

La categoria degli “heist movie” ovvero delle grandi rapine, ha caratterizzato gli ultimi 70 anni della storia del cinema: dal precursore “Giungla d'asfalto” del 1950, passando per le serie di “Oceans” e “Job”, fino ai molti epigoni dei giorni nostri. In questa galleria composita “King of thieves” il film del regista inglese James Marsh, basato su un episodio vero sceneggiato da Pennel, non lascerà un segno indelebile. Non tanto per la trama, comunque avvincente nella descrizione della rapina alle cassette di sicurezza nel quartiere londinese di Holborn, quanto per la gestione del cast, composto da vecchietti terribili capitanati da Michael Caine, che impersonano ladri in pensione richiamati all'opera per un ultimo, incredibile colpo. Screzi, invidie, incomprensioni e ingenuità, faranno naufragare l'impresa che pure era stata portata avanti, fino ad un certo punto, con abilità e audacia. La parte più debole del film sta proprio nel registro ondivago, con la tensione tipica dell'heist movie che declina nel surreale – e a tratti nel comico - descrivendo i rapporti conflittuali tra gli anziani rapinatori. Tanto che anche il prevedibile finale vira nella commedia con le battute dei protagonisti che vanno verso il loro destino. I dialoghi sono spesso lenti, forzati e quasi banali. Meglio la colonna sonora di Benjanim Wallisch che, utilizzando pezzi appropriati, movimenta le situazioni. Peccato per Michael Caine ormai 85enne, che non ripete la bella prova del 2007 in coppia con Demi Moore nel film “Un colpo perfetto” di Michael Radford, sempre “heist movie”, ma di ben altro spessore.