franco django
|
martedì 1 settembre 2020
|
favolacce atto primo
|
|
|
|
Se Favolacce ha rivelato il talento dei suoi autori recuperate il loro esordio e scoprirete che questo film non ha nulla da invidiare alla loro opera più famosa.
La terra dell'abbastanza è un film più lineare, con i due protagonisti definiti fin dal principio, e una parabola shakespeariana molto classica ma inappuntabile. Mal di vivere (se si possiede una sensibilità), conflitti generazionali, il rapporto traumatico col territorio: La terra dell'abbastanza è il primo atto di un filo che prosegue con Favolacce. Poesia.
|
|
[+] lascia un commento a franco django »
[ - ] lascia un commento a franco django »
|
|
d'accordo? |
|
virgiliovhs
|
giovedì 20 agosto 2020
|
fantastico
|
|
|
|
Non meno fantastico di Favolacce... Genere diverso ma grande emozione È vero cinema! Fantastico luca Zingaretti max Tortora e i due protagonisti giovanissimi Voto tra il 9 e il 10
|
|
[+] lascia un commento a virgiliovhs »
[ - ] lascia un commento a virgiliovhs »
|
|
d'accordo? |
|
luca barker
|
martedì 18 agosto 2020
|
romanzo per immagini
|
|
|
|
Radicale e minimale frutto di un travaglio esistenziale, le piaghe di Favolacce sono state dapprima soffi freddi adolescenziali che esalano un senso acuto di desolazione, indulgono nella suggestione della solitudine, ossessionate dalla caducita` di tutte le cose. La crisi umana e` già arrivata al punto di non ritorno: la trama e` un bisbiglio dimesso, la concisione delle scene ha del maniacale, la fotografia allucinante. I due protagonisti Andrea Carpenzano e Matteo Olivetti sono criptici e penetranti frammenti di un delirio ormai prosciugato. Vedendo La terra dell’Abbastanza e Favolacce, i Fratelli D’Innocenzo si fanno a soli 29 anni testimoni di spettrali dichiarazioni d'amore che vivono di un romanticismo schizoide.
[+]
Radicale e minimale frutto di un travaglio esistenziale, le piaghe di Favolacce sono state dapprima soffi freddi adolescenziali che esalano un senso acuto di desolazione, indulgono nella suggestione della solitudine, ossessionate dalla caducita` di tutte le cose. La crisi umana e` già arrivata al punto di non ritorno: la trama e` un bisbiglio dimesso, la concisione delle scene ha del maniacale, la fotografia allucinante. I due protagonisti Andrea Carpenzano e Matteo Olivetti sono criptici e penetranti frammenti di un delirio ormai prosciugato. Vedendo La terra dell’Abbastanza e Favolacce, i Fratelli D’Innocenzo si fanno a soli 29 anni testimoni di spettrali dichiarazioni d'amore che vivono di un romanticismo schizoide. L'apice tetro e maestoso della loro filosofia si trova nelle elucubrazioni surreali di Mirko e Manolo, mentre un treno scandisce il tempo (‘Ci hai mai pensato a quello che è successo? Che bello, vero? Pensa se stavamo ancora consegnando le pizze’ dirà Manolo, prima di togliersi la vita poche scene più avanti) in una delle sequenze piu` depresse di ogni tempo, parabola terrificante sulla solitudine in mezzo al cemento.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a luca barker »
[ - ] lascia un commento a luca barker »
|
|
d'accordo? |
|
lizzy
|
domenica 16 agosto 2020
|
la solita cronaca...
|
|
|
|
Non concordo con chi parla di famiglie "non normali".
In certi ceti sociali, e certo sottobosco degradato, certe cose son veramente la norma.
Persone che vivono di oggetti simbolo, che si fanno grandi esibendosi sui social (e non solo), un certo tipo di musica, di frequentazioni di locali...
E la via più facile alla grana.
Dillo tu a sti ragazzotti che con quel che si piglia a fare i sicari in un giorno un operaio deve passare magari anni in fabbrica a rompersi la schiena e che loro, a loro volta, dovrebbero lavorare onestamente e non vivere di malaffare.
Il film non è brutto in se, le recitazioni non sono male.
Ma certo... sono fatti di cronaca sceneggiati.
[+]
Non concordo con chi parla di famiglie "non normali".
In certi ceti sociali, e certo sottobosco degradato, certe cose son veramente la norma.
Persone che vivono di oggetti simbolo, che si fanno grandi esibendosi sui social (e non solo), un certo tipo di musica, di frequentazioni di locali...
E la via più facile alla grana.
Dillo tu a sti ragazzotti che con quel che si piglia a fare i sicari in un giorno un operaio deve passare magari anni in fabbrica a rompersi la schiena e che loro, a loro volta, dovrebbero lavorare onestamente e non vivere di malaffare.
Il film non è brutto in se, le recitazioni non sono male.
Ma certo... sono fatti di cronaca sceneggiati.
Cose viste e riviste, sentite e risentite, trite e ritrite.
Come in Suburra e altri film del genere... alla fine non c'è redenzione, nessuno vince.
Sono situzioni senza via di uscita: una volta dentro è finita.
Quindi, mi chiedo, a che serve fare sempre film con questo soggetto: mi sembra di rivedere i soliti (finti) horror fantascientifici americani dove la storia è sempre quella, alla fine: un virus fa diventare (chissà poi perchè) tutti zombies e via il solito povero disgraziato a cercare di resistere fino alla fine (possibilmente lottando per trovare una cura).
Qua abbiamo la solita Roma decaduta e le miserie del suo (manco tanto) sottobosco di delinquenza spicciola e non.
Bene.
Un altra pellicola del genere la abbiamo vista: adesso possiamo passare avanti? Grazie.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a lizzy »
[ - ] lascia un commento a lizzy »
|
|
d'accordo? |
|
arsenio
|
giovedì 13 agosto 2020
|
‘inno nazionale moderno’
|
|
|
|
Di Pacifico Arsenio
Visto dopo ‘Favolacce’, a distanza di tempo irrisoria, un film ancora più disturbante, opaco, pessimista, jazz, ugualmente potente.
[+]
Di Pacifico Arsenio
Visto dopo ‘Favolacce’, a distanza di tempo irrisoria, un film ancora più disturbante, opaco, pessimista, jazz, ugualmente potente. Non amo molto le storie di bande e periferia, per non dire che le odio. Non nego, però, che si tratti di un vero e proprio capolavoro; se si riesce ad andare al di là dell’apparente ripugnanza e si scava nella metafora della storia d’amore tra due amici poco più che bambini, si scopre quanto geniale e sublime sia stata questa opera prima. Chi conosce lo stile di questi già navigati fratelli, conciso ed essenziale che scrivano una poesia o un film, non si meraviglierà di rimanere invischiato tra le svolte sempre credibili ma mai scontate (è il dettaglio che rende maestri), di due che sanno come si dialoga con lo spettatore: è il punto di vista a rendere ogni loro film una fucina di sensazioni rare. Non danno mai un giudizio palese, non si schierano dalla parte di uno o di un altro personaggio, ma lasciano spazio alle riflessioni e all’immaginazione dello spettatore. L’abilità narrativa è evidente, sia per quanto riguarda l’invenzione di personaggi “insoliti” – che prendono comunque sempre spunto dalla realtà – sia nelle descrizioni di scene molto coinvolgenti. La tecnica della metafora (si torna sempre a ciò che si aveva, ma perdendo quanto?), che sta alla base di tutto il film, è un espediente molto comune, ma qui viene utilizzato in maniera del tutto originale. Con questo film Fabio e Damiano D’Innocenzo vogliono comunicare al mondo la loro opposizione all’ordine oppressivo della famiglia, più che del contesto (non aiuta un titolo- ‘La terra dell’abbastanza’- che farebbe pensare più alla zona in cui si ambienta il veloce precipizio). Eppure attraverso queste finezze ‘minori’ (una parola di meno, mai il segno di una ridondanza) esprimono tutto il loro disagio e ostilità nei confronti di una figura paterna troppo autoritaria, sottolineando i problemi emotivi di Manolo (il vero protagonista del film) come la solitudine, l’abbandono, la mancanza d’integrazione con la comunità e l’emarginazione del “diverso”, quando ci si sente persi anche di fronte a un migliore amico, solo poco più colpevole di te in un incidente stradale iniziatico. Colonna sonora, fotografia, interpretazioni e scelte stilistiche semplicemente da studiare e di cui gioire.
Pacifico Arsenio
[-]
|
|
[+] lascia un commento a arsenio »
[ - ] lascia un commento a arsenio »
|
|
d'accordo? |
|
emanuele27087
|
domenica 9 agosto 2020
|
avere occhi e anima
|
|
|
|
Sull'attuale successo di "Favolacce" mi sono recuperato "La terra dell'abbastanza", pellicola d'esordio dei fratelli D'Innocenzo che ho trovato profondo e intenso almeno quanto la nuova opera. La trama del film segue la storia di due giovani ragazzi nella periferia romana, affascinati come molti dalla criminalità, sfruttano un'occasione per entrare in un losco giro di lavori criminali ricordando molto il recente "Non essere cattivo" che a sua volta richiama il pensiero Pasoliniano.
[+]
Sull'attuale successo di "Favolacce" mi sono recuperato "La terra dell'abbastanza", pellicola d'esordio dei fratelli D'Innocenzo che ho trovato profondo e intenso almeno quanto la nuova opera. La trama del film segue la storia di due giovani ragazzi nella periferia romana, affascinati come molti dalla criminalità, sfruttano un'occasione per entrare in un losco giro di lavori criminali ricordando molto il recente "Non essere cattivo" che a sua volta richiama il pensiero Pasoliniano.
Tecnicamente per essere un film d'esordio ci troviamo davanti a un'opera realizzata ottimamente, se la storia appare come vista e rivista, il modo in cui viene narrata si discosta dal solito filone di genere, merito anche del protagonista (Mirko, Olivetti), bravissimo nel dare spessore agli sfoghi di rabbia e sofferenza improvvisi empatizzando con lo spettatore ogni emozione. Mancanze, scelte sbagliate, amici sbagliati e inconsapevolezza sono le principali tematiche che i due fratelli incorniciano nelle immagini di una periferia attuale e troppo vicino a noi.
Mi piacciono molto le storie che affrontano il mondo criminale in questo modo, dove non c'è violenza gratuita e sopratutto non c'è spazio per l'ammirazione.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a emanuele27087 »
[ - ] lascia un commento a emanuele27087 »
|
|
d'accordo? |
|
la nera
|
venerdì 31 luglio 2020
|
assolutamente sì
|
|
|
|
|
|
[+] lascia un commento a la nera »
[ - ] lascia un commento a la nera »
|
|
d'accordo? |
|
fedenisi
|
mercoledì 22 luglio 2020
|
opera cardine
|
|
|
|
Visto assieme a ‘Favolacce’... maestoso ritratto di eroi (persi) da giovani
|
|
[+] lascia un commento a fedenisi »
[ - ] lascia un commento a fedenisi »
|
|
d'accordo? |
|
olivettigiorgia
|
domenica 5 luglio 2020
|
che esordio illuminante
|
|
|
|
Ecco invece un film originale, perché l'originalità è nel punto di vista e in questo film ogni scelta è radicale, questione di punto di vista, di una voce nuova e suadente, la sincerità che spesso manca nel nostro cinema.
|
|
[+] lascia un commento a olivettigiorgia »
[ - ] lascia un commento a olivettigiorgia »
|
|
d'accordo? |
|
emanuele27087
|
lunedì 29 giugno 2020
|
esordio da maestri
|
|
|
|
Sarebbe più propriamente un 8.5, ma la colonna sonora mi porta a dare 9. Esordio straordinario per i co-sceneggiatori di 'Dogman' e collaboratori di Paul Thomas Anderson nel Sundance Film Festival.
|
|
[+] lascia un commento a emanuele27087 »
[ - ] lascia un commento a emanuele27087 »
|
|
d'accordo? |
|
|