daniele
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mercoledì 24 giugno 2020
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è il senso di amicizia che avrei voluto per me
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Un'amicizia che commuove e che ti strazia dentro per l'emozione, per il rimpianto e per la rabbia di non averne avuto una eguale, così profonda, così vera e così importante. I personaggi tanto semplici e tanto complessi allo stesso tempo, si aprrocciano all'inizio come veri estranei, ma più il tempo passa più i ricordi affiorano susseguendosi in un rapido scambio che diventa poco a poco sempre più confidenziale e più intimo. Il presente si concretizza con le diversità di esistenze portate talvolta alla esasperazione, ma che i due protagonisti sanno accettare e valorizzare, raggiungendo nel finale quell' amore quasi fraterno che commuove , con una salvifica ondata di sentimenti inequivocabili e di ampio respiro.
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Un'amicizia che commuove e che ti strazia dentro per l'emozione, per il rimpianto e per la rabbia di non averne avuto una eguale, così profonda, così vera e così importante. I personaggi tanto semplici e tanto complessi allo stesso tempo, si aprrocciano all'inizio come veri estranei, ma più il tempo passa più i ricordi affiorano susseguendosi in un rapido scambio che diventa poco a poco sempre più confidenziale e più intimo. Il presente si concretizza con le diversità di esistenze portate talvolta alla esasperazione, ma che i due protagonisti sanno accettare e valorizzare, raggiungendo nel finale quell' amore quasi fraterno che commuove , con una salvifica ondata di sentimenti inequivocabili e di ampio respiro. Interpretazioni impeccabili ed ottima regia. Grazie a tutti.
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roberto samparisi
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sabato 11 aprile 2020
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ottimo esordio per il regista, inedito d'amore.
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Se ne consiglia la visione soprattutto per l'ottimo esordio del regista che racconta un'amicizia di due ragazzi siciliani persisi di vista per molto tempo e ritrovatisi adulti ormai disillusi, feriti e con un nodo del loro passato da sciogliere. Il regista e' bravo a raccontare in maniera semplice, quasi lenta ma efficace, il ritrovarsi ed il divelarsi delle loro attuali vite, grigie, sofferte e con poche prospettive. Lo aiutano in questo le ottime interpretazioni dei due protagonisti, in inediti panni. L'iconico Ciro “l'immortale” di Gomorra Marco D'Amore, quasi irriconoscibile in parrucca bionda, che finalmente puo' svelare all'amico di una vita il motivo della sua improvvisa sparizione, in una scena chiave del film, commovente senza retorica.
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Se ne consiglia la visione soprattutto per l'ottimo esordio del regista che racconta un'amicizia di due ragazzi siciliani persisi di vista per molto tempo e ritrovatisi adulti ormai disillusi, feriti e con un nodo del loro passato da sciogliere. Il regista e' bravo a raccontare in maniera semplice, quasi lenta ma efficace, il ritrovarsi ed il divelarsi delle loro attuali vite, grigie, sofferte e con poche prospettive. Lo aiutano in questo le ottime interpretazioni dei due protagonisti, in inediti panni. L'iconico Ciro “l'immortale” di Gomorra Marco D'Amore, quasi irriconoscibile in parrucca bionda, che finalmente puo' svelare all'amico di una vita il motivo della sua improvvisa sparizione, in una scena chiave del film, commovente senza retorica. Gli fa da controcanto il piu' irrequieto e ribelle, frustrato dai tanti fallimenti collezionati lungo il cammino per la conquista del mondo, l'altro iconico personaggio di “Romanzo criminale”, Virginio Marchioni, che qui riesce ad esprimere la condizione precaria, sempre in bilico sull'orlo del baratro, di una intera generazione. Un raro esempio di cinema italiano vero, onesto, realistico e convincente anche nel raccontare sentimenti maschili opposti ma molto vicini, come l'amicizia vera nata nell'infanzia ma che non si e' persa nonostante la lontananza e due vite diverse vissute in una Europa fredda, non accogliente, distante dal sogno di due ragazzi ora adulti che infine si ritrovano sulla strada verso casa.
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ilaria rossi
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venerdì 7 dicembre 2018
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un film raro, emozionante, dai sentimenti veri.
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Raramente scrivo di un film, ma in questo caso mi sento di dire qualcosa su Drive Me Home che ho avuto la fortuna di vedere alla sua prima al Torino FF. Innanzitutto grazie al regista Simone Catania (suo esordio) che ha raccontato uno spaccato generazionale poco rappresentato al cinema nel modo come lo ha fatto. Ho visto un film diverso dai soliti italiani, lontano dai soliti film finti che tentano di raccontare una realtà che forse non esiste o mai vissuta. Io sono stata per tanti anni all'estero e sono tornata in Italia da poco e voglio innanzitutto dire che questo film mi ha colpita perché finalmente ho visto una rappresentazione di italiani emigranti trattata in maniera reale e veritiera.
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Raramente scrivo di un film, ma in questo caso mi sento di dire qualcosa su Drive Me Home che ho avuto la fortuna di vedere alla sua prima al Torino FF. Innanzitutto grazie al regista Simone Catania (suo esordio) che ha raccontato uno spaccato generazionale poco rappresentato al cinema nel modo come lo ha fatto. Ho visto un film diverso dai soliti italiani, lontano dai soliti film finti che tentano di raccontare una realtà che forse non esiste o mai vissuta. Io sono stata per tanti anni all'estero e sono tornata in Italia da poco e voglio innanzitutto dire che questo film mi ha colpita perché finalmente ho visto una rappresentazione di italiani emigranti trattata in maniera reale e veritiera.
Il film esplora un sentimento poco visto al cinema. Un'amicizia al maschile espressa con una dinamica vera e contemporanea straordinariamente interpretata dai noti Vinicio Marchioni e Marco D'Amore, inediti in questi panni (un Marchioni emigrante e senza casa e un D'Amore camionista omosessuale che parlano inglese, fiammingo e tedesco), che si rincontrano dopo 15 anni in un Europa che vuole sentirsi unita, ma che in realtà ancora non lo è. Mi ci sono ritrovata, anche nei dettagli (che solitamente sono approssimativi nei film) che Catania ha descritto con evidente cognizione di causa e sapiente naturalezza.
Un film decisamente coraggioso, un film sull'amicizia dei due protagonisti incredibilmente vera, interpretata magistralmente come non ho mai visto in un film italiano. Decisamente un film innovativo e imprevedibile per come Catania mette in scena situazioni vere e attualissime (io ne ho vissute alcune, ho lavorato in un ristorante all'estero e la scena della bottiglia mi ha fatto ridere assai), per niente scontate e che fanno riflettere su come la mia generazione vive il mondo oggi. Pur essendo una storia molto semplice e fatta con pochi elementi, Drive Me Home riesce a raggiungere un picco emotivo notevole quando i due protaginisti finalmente si cofessano...ho pianto! Non credevo potessi emozionarmi così per così poco...davvero un bel film, onesto con un interpretazione assolutamente fuori dal comune, soprattutto in italia.
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