Drive Me Home - Portami a casa |
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Un film di Simone Catania.
Con Marco D'Amore, Vinicio Marchioni, Lou Castel, Jennifer Ulrich.
continua»
Titolo originale Drive Me Home.
Avventura,
Ratings: Kids+13,
durata 100 min.
- Italia, Germania 2018.
- Europictures
uscita giovedì 26 settembre 2019.
MYMONETRO
Drive Me Home - Portami a casa
valutazione media:
3,51
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Amici fragili sulla strada verso casa
di Paola Zonca La Repubblica
Il Freddo e Ciro l'Immortale non abitano più qui. Dimenticate gli spietati personaggi di Romanzo Criminale e Gomorra: in Drive me home, primo lungometraggio di Simone Catania, Vinicio Marchioni e Marco D'Amore abbandonano gli stereotipi delle due popolari serie tv per affrontare ruoli più complessi e sfaccettati. Anzi, sono proprio l'antitesi dei caratteri che li hanno resi famosi: due perdenti tormentati e insicuri, alla ricerca della propria identità e delle proprie radici. Il primo, Antonio, sempre frustrato, arrabbiato e trasgressivo - come quando orina davanti agli scandalizzati poliziotti tedeschi - lavora in una catena di ristoranti italiani in varie città europee. L'altro, Agostino, capelli biondi a caschetto e fisico possente, gira con il suo tir Vulkaan, si cucina la pasta al fornelletto e si accontenta del caffè alla stazione di servizio. Da ragazini, in una Sicilia dominata dai tabù, gridavano dal terrapieno dietro l'abitazione di uno dei due la loro diversità e ribellione. Un giorno però Agostino ha abbandonato il piccolo paese, Blufi, arroccato sulle montagne del palermitano, senza dare spiegazioni (il perché si capirà durante una confessione- coming out). L'amico lo cerca in Belgio: la sua casa, a cui entrambi sono stati molto legati, viene messa all'asta e lui non sa cosa fare. Alla fine capisce che tornare lì dove si sente ancora la presenza dell'amatissima madre morta può rappresentare l'unica via di salvezza. Non c'è dubbio che l'interpretazione della coppia molto affiatata regga benissimo il film on the road, che ce la mette tutta per entrare in una dimensione internazionale, con quella babele di lingue che evoca un'idea di Europa idealmente senza confini e barriere ma pur sempre minata dalla diffidenza nei confronti degli immigrati. Il lavoro, presentato lo scorso anno al Torino Film Festival e nelle sale da domani (al Cinemino e al Beltrade sono ospiti autore e protagonisti), ha pregi e difetti. Funziona la componente introspettiva: il regista entra nell'animo dei due uomini, rendendo palpabile la loro solitudine, la precarietà e la sofferenza per aver lasciato la propria terra in cerca di una vita migliore o per sfuggire ai pregiudizi. E fa centro anche raccontando una storia di amicizia maschile, tema poco trattato sul grande schermo: dalla vicinanza infantile alla diffidenza iniziale da adulti, sino alla fratellanza ritrovata durante il viaggio lungo l'autostrada a bordo del camion, con l'uno che ha la mente piena di ricordi e l'altro che cerca di dimenticare: Catania ha il coraggio di mostrare le lacrime di Antonio e l'amarezza trattenuta di Agostino. Visivamente l'opera ha una sua efficacia: i paesaggi assolati del Sud Italia, le plumbee atmosfere del Nord del continente illuminate solo dai fari dei veicoli, i pascoli del Trentino. Più deboli sono alcuni espedienti della sceneggiatura, ad esempio le scene in cui i due incontrano una bucolica comunità che ruota attorno all'anziano Karl (cammeo di Lou Castel), o l'incontro tra Antonio e una bionda e bella ragazza che ha scelto la vita agreste e gli fa riscoprire la passione antica per la natura. Ma non manca una buona dose di sincerità. Antonio e Agostino si separeranno ancora, stavolta per scelta. "Portami a casa" cantano le Vibrazioni assieme a Skin sui titoli di coda. E casa è tutto ciò che significa rifugio e protezione: un cascinale in Sicilia o l'abitacolo di un automezzo.
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