carloalberto
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martedì 31 ottobre 2017
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l’uomo di neve si è sciolto
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Fotografia spettacolare, Oslo città incantata, ma poliziotti dalla vita privata stravolta che si redimono col lavoro affollano le trame di tanti noir. Atmosfere cupe, ponti sospesi su paesaggi bellissimi, ma lastre di ghiaccio che si rompono inghiottendo auto ne abbiamo già viste. Serial Killer così, dalla vita normale con un passato traumatico sono visti e rivisti. Non basta la bravura di Fassbender per risollevare un film destinato ad annoiare. Si aggiunga un montaggio strano che confonde e complica inutilmente la trama che non appassiona mai. Peccato, con quella location e quel cast si poteva fare molto di meglio, ma dopo un inizio promettente, l’uomo di neve si scioglie quasi subito nella prevedibilità soporifera di un serial televisivo senza mordente.
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Fotografia spettacolare, Oslo città incantata, ma poliziotti dalla vita privata stravolta che si redimono col lavoro affollano le trame di tanti noir. Atmosfere cupe, ponti sospesi su paesaggi bellissimi, ma lastre di ghiaccio che si rompono inghiottendo auto ne abbiamo già viste. Serial Killer così, dalla vita normale con un passato traumatico sono visti e rivisti. Non basta la bravura di Fassbender per risollevare un film destinato ad annoiare. Si aggiunga un montaggio strano che confonde e complica inutilmente la trama che non appassiona mai. Peccato, con quella location e quel cast si poteva fare molto di meglio, ma dopo un inizio promettente, l’uomo di neve si scioglie quasi subito nella prevedibilità soporifera di un serial televisivo senza mordente.
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samanta
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domenica 29 ottobre 2017
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i traumi dell'infanzia
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L'umo di neve è un film tratto dal romanzo di Jo Nesbo di produzione in prevalenza inglese con la regia dello svedese Tomas Alfredson (regista de La Talpa tratto del romanzo di Le Carré e con un bravo Gary Oldman che inerpreta Smiley) che in origine aveva come regista Martin Scorsese che poi ha rinunciato e si è ritagliato il posto di uno dei produttori.
La trama: il protagonista è Harry Hole (Michael Fassbender) un poliziotto alcolizzato con una vita personale travagliata ancora legato all'ex compagna Rachel (Charlotte Gainsbourg) che adesso ha sposato un medico e al figlio adolescente che Rachel ha avuto in un precedente matrimonio. Il film è ambientato a Oslo e città vicine (Bergen) e quando nevica ormai da molti anni ha operato e adesso opera di nuovo un serial Killer che mutila le vittime (taglia la testa) e lascia come traccia un pupazzo di neve con due rametti che rappresentano delle braccia aperte.
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L'umo di neve è un film tratto dal romanzo di Jo Nesbo di produzione in prevalenza inglese con la regia dello svedese Tomas Alfredson (regista de La Talpa tratto del romanzo di Le Carré e con un bravo Gary Oldman che inerpreta Smiley) che in origine aveva come regista Martin Scorsese che poi ha rinunciato e si è ritagliato il posto di uno dei produttori.
La trama: il protagonista è Harry Hole (Michael Fassbender) un poliziotto alcolizzato con una vita personale travagliata ancora legato all'ex compagna Rachel (Charlotte Gainsbourg) che adesso ha sposato un medico e al figlio adolescente che Rachel ha avuto in un precedente matrimonio. Il film è ambientato a Oslo e città vicine (Bergen) e quando nevica ormai da molti anni ha operato e adesso opera di nuovo un serial Killer che mutila le vittime (taglia la testa) e lascia come traccia un pupazzo di neve con due rametti che rappresentano delle braccia aperte. Harry che ha avuto un messaggio anonimo di avvertimento dall'assassino viene incaricato di svolgere indagini adiuvato da un gruppo di poliziotti tra cui Katryn Bratt (Rebecca Ferguson) coinvolta personalmente perché nasconde che suo padre fu una vittima del Killer. Attraverso varie vicissitudini si arriverà al finale che ovviamente prevede un colpevole imprevedibile e il vero colpevole (lo si era capito fin dal prologo iniziale) sarà l'infanzia tragica vissuta dal serial Killer.
Il film che vanta un cast di tutto riguardo in prevalenza inglese e americano tra cui tra cui spiccano J.K. Simmons e Toby Jones, ha una andatura incerta infatti parte con notevoli difficoltà e confusione come se il regista non sapesse quale strada percorrere per poi procedere con sufficiente disinvoltura, però è lento, si porebbero tagliare 10 miniti buoni, che per un Thriller è un difetto, anche se si riscatta con un finale avvincente e colpo di scena finale con la scoperta del vero colpevole.
La fotografia è buona e l'ambientazione, anche se triste (come d'altra parte lo è la vicenda narrata) è inconsueta: una Oslo coperta di neve. Per quanto riguarda gli interpreti Michael Fassbender non è certemente un mostro di espressività anche si in questo film si sforza di cambiare ogni tanto l'espressione, bravi gli altri interpreti tra cui spiccano Charlotte Gainsbourg e Rebecca Ferguson una giovane attrice svedese che interpreta con autorità la collega di Harry che farà una tragica fine.
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loland10
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venerdì 27 ottobre 2017
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fredda suspense
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“L’uomo di neve” (The Snowman , 2017) è il quinto lungometraggio del regista svedese Tomas Alfredson.
In una Oslo che conosce bene il bianco candore di una neve quasi perenne si mescola il sangue di un assassino che uccide solo quando cade la pioggia infreddolita tra una notte vuota e un paesaggio pieno di buio. Ecco che la città e la sua provincia più o meno lontana si tinge di una riga rossa o forse di un tagliente filo di rasoio mentre attorno assiste muto il pupazzo con due piccoli 'ceppetti' conficcati.
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“L’uomo di neve” (The Snowman , 2017) è il quinto lungometraggio del regista svedese Tomas Alfredson.
In una Oslo che conosce bene il bianco candore di una neve quasi perenne si mescola il sangue di un assassino che uccide solo quando cade la pioggia infreddolita tra una notte vuota e un paesaggio pieno di buio. Ecco che la città e la sua provincia più o meno lontana si tinge di una riga rossa o forse di un tagliente filo di rasoio mentre attorno assiste muto il pupazzo con due piccoli 'ceppetti' conficcati. È l'uomo di neve che, spento e freddo, osserva il suo gioco mortale.
Film strano nell'impostazione e nel seguire il corso delle uccisioni dove la neve e il suo candore fanno da contraltare ad alcol e sangue. Harry Hole (Michael Fassbender) è il detective che si occupa di investigare: personaggio sui generis, sbattuto, irrispettoso, ama il whisky, poco incline alla mediazione e con una famiglia divisa. Dimentica gli appuntamenti e anche la partita del figlio. Un poliziotto che vale poco. E’ lui che va sempre dietro a tutto e che riesce a seguire il gioco ‘macabro’ con un biglietto di avviso.
Un film altalenante e non propriamente teso negli schemi e nei dubbi narrativo per un thriller. Si inizia bene ( tra l'altro con volti non ravvicinati e poi di grida represse per un figlio che vede la morte di fronte), si percorre a zig zag il segnale dell'omicidio e poi il finale un po' decantato è quasi ovvio. Viene in mente un salvataggio della famiglia o di quello che resta in ‘Target’ (1985) di Arthur Penn con il duo Gene Hackman-Matt Dillon.
Uniforme e senza spasmi, una pellicola di genere medio dove il colpevole (o la...si potrebbe dire) è già in allarme nel nostro pensare già a metà storia. Immagini di troppo qualche dettaglio superfluo e il gioco è fatto.
Omaggiare il grande giallo o thriller in alcuni frangenti non è semplice se la sceneggiatura 'scivola' su alcune incongruenze narrative, tipo assecondare il prima e il dopo come se fossero invertiti o addirittura su due piani uniformi in ambienti diversi.
Mostrare la mano. Perché mai? Chi sa ...come vengono in mente certi frangenti facendo assecondare lo spettatore ad un percorso semplice e addomesticabile. Alcuni grandi (registi) si sono mostrati inavvertitamente senza dare segnali e nascondendo tutto. Il regista aveva assecondato tale regola (in modo efficace e preciso) ne "La talpa". (dal romanzo di John le Carré) dove il complicato e la sua linearità, il nascondimento e i volti davano il gusto di altro che immagini ma non vedi mai. Il cinema è anche questo. Mostrare il giusto e anche molto meno.
Odore di neve e puzza di morte. Il film riempie solo con lo sguardo del pupazzo di neve che incute timore oltre quello che si vede. Vale (quasi) il biglietto alcune inquadrature fermo-immagini con le bacchette di legno e con gli del 'mostro' ghiacciato che si nasconde dietro. E il dietro è già un film con l'assassino nei pressi ma invisibile. Quando il film entra in qualche immagine di troppo diventa banale nonostante lo scorrere che vuole tenerci in tensione.
Dietrofront per il cineasta svedese. E nonostante siamo in terra amica la pellicola non si dipana con vera suspense e soprattutto con angoscia. E il dietrofront del regista (di altro rango) Martin Scorsese ha già il sapore di una (mezza) sconfitta per il film prima dell'uscita nelle sale. Poco clamore, pochi consensi, poco sapore di attesa nonostante la presenza dell'attore Michael Fassbender e il libro dello scrittore nordico.
Ironia fredda e mascherata sotto il cruccio di un pupazzo che si materializza in ogni punto dove la vittima sacrificale aspetto il suo aguzzino.
Notte e giorno, buio e luce ma soprattutto ombre in un film che non trasuda ansia di risposta finale. Sembra già tutto detto (e scritto): comodità, convenzioni e stili che conosciamo. Non si ha main vero cambio di ritmo e di suspense che hai voglia di rivederlo. La famiglia disunita, il padre dormiente, la madre isterica, il figlio quasi incompreso e un amante-marito intelligente e angustiato. Un circolo vizioso da cui il resto attorno sembra inutile. E ogni viaggio ( treno ad esempio...) può essere fattibile e utile per una giusta medicina è un omicida che si tratteggia da solo. Sogni di un cadavere di mezzo inverno.
Esempio di cinema su 'commissione' (o quasi) ...sembra di vedere qualcosa di incerto tra scrittura, recitazione e ambienti. I panorami appaiono piccoli tappabuchi per il montaggio di fronte ad una sceneggiatura forse troppo ritoccata o addirittura da rimescolare con dovizia di ingegno rispetto al testo dell'autore. Comunque si apprezza l'impegno ma un po' di delusione sovviene vedendo che i personaggi non si integrino perfettamente, qualche guizzo non dà la sensazione di un film riuscito. Un film imperfetto....si sarebbe detto in alcuni casi.
Vestito da un freddo innevato...la pellicola appare aspra e nessuna autoironia. Si pretende forse troppo...
E per chiare idee...il nastro che cuce la bocca e il taglia gola abdicano per un finalino di comodo ....e anche superfluo....
Michael Fassbender(Harry Hole) nello sguardo, nella postura e nei modi vale il biglietto.Ambienti e sagome umane sorvolano la misura del personaggio.
La regia di T. Alfredson, purtroppo, non segue il genere nel costrutto e quello che ne ‘La talpa’ era parso un gran salto nel dubbio qui la rivelazione si manifesta in un chiarore...di notte nordica.
Voto: 6/10 (**½)
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giovedì 26 ottobre 2017
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un bel thriller
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Un bel thriller diverso dai soliti,con immagini di paesaggi bellisimi
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mercoledì 25 ottobre 2017
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non si capisce niente
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Troppo ingarbugliato! Il regista doveva snellire un po’ la trama...non ve lo saprei raccontare credetemi.
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giank51
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lunedì 23 ottobre 2017
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si salva la bellezza della norvegia
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Una storia contorta, poco credibile che il regista fatica a condurre a termine è fortunatamente salvata dall'ignomia da una fotografia potente. Un paese favoloso avvolto da nevi parenni ci ha sostenuto per due ore nella sala cinematografica.
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midnight
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domenica 22 ottobre 2017
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non ci siamo!
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Attratta come falena alla luce da questo thriller con il buon vecchio Fassbender e la regia di Tomas Alfredson (conosciuto nel genere con lo splendido: Lasciami Entrare) Facevo bene a tenermi i soldi ahaha. Scherzi a parte, questo thriller dal cast inspiegabilmente stellare, si fa guardare senza però lasciare niente allo spettatore. Niente in termini di suspance, divertimento, recitazione, ecc. solo bellissime ambientazioni. Siamo lontanissimi dai fasti di Lasciami Entrare dove sentimenti e poesia erano i protagonisti indiscussi. Dove la paura del diverso, il bullismo e le credenze popolari formavano una storia nuova e pian di significato. Qui invece manca quasi tutto e si da spazio ad una storia traballante, personaggi privi di spessore e introspezione.
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Attratta come falena alla luce da questo thriller con il buon vecchio Fassbender e la regia di Tomas Alfredson (conosciuto nel genere con lo splendido: Lasciami Entrare) Facevo bene a tenermi i soldi ahaha. Scherzi a parte, questo thriller dal cast inspiegabilmente stellare, si fa guardare senza però lasciare niente allo spettatore. Niente in termini di suspance, divertimento, recitazione, ecc. solo bellissime ambientazioni. Siamo lontanissimi dai fasti di Lasciami Entrare dove sentimenti e poesia erano i protagonisti indiscussi. Dove la paura del diverso, il bullismo e le credenze popolari formavano una storia nuova e pian di significato. Qui invece manca quasi tutto e si da spazio ad una storia traballante, personaggi privi di spessore e introspezione. Non avendo letto il libro non possiamo farne un confronto ma possiamo dirvi che questa pellicola è proprio un thrillerino da seconda serata TV. Tutto scorre liscio, anche troppo, e sopratutto tutto resta troppo in superficie. Il protagonista, tormentato dall'alcool e abbandonato da amici e famiglia, manca di introspezione e di contenuto così come anche gli altri personaggi. La noia non ti assale solo per la presenza di Fassbender e per l'Uomo Fantoccio ovvero Val Kilmer che ci delizia per tutta la durata con la sua faccia sguascia e gonfia a tal punto da farci (sperare)pensare che indossi una maschera ma NO quella è proprio la sua faccia attuale!
*Attenzione SPOILER* Ma la cosa che ha meno senso in tutto ciò è proprio il pupazzo di neve che si rivela essere solo il pretesto per attirare pubblico. Tolte un paio di sequenze macabre (le uniche scene decenti) in cui il killer tenta di trasformare le sue vittime in "pupazzi di neve" e qualche pupazzo lasciato qua e la, per il resto sembra che nessuno si accorga di nulla! Persino il killer stesso non ci da spiegazioni.. Boh.. Ma non è solo l'inutile pupazzo a non avere senso: ci sono le lettere che il killer invia a Fassbender e lui non ne fa parola con nessuno (ma perché?), la fissazione del killer per lui talmente forte da farlo diventare il compagno della sua ex e perdere tempo per mesi.. mah.. *fine Spoiler*
Insomma c'è poco altro da aggiungere: per me è un thriller tranquillo tranquillo da vedere solo se trovato per caso in TV e non avete nient'altro da fare. Peccato Tomas torna in te!
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roberteroica
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sabato 21 ottobre 2017
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non buttate neve sopra il sangue
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Prodotto da Martin Scorsese e diretto dal lanciatissimo Tomas Alfredson (che aveva adattato Le Carrè con La talpa) arriva nelle sale la trasposizione del best seller del norvegese Jo Nesbo, con protagonista Michael Fassbender. Oslo. Un serial killer, a seguito di una traumatica scena primaria vissuta nel periodo infantile, uccide una serie di donne facendole a pezzi e, visto che agisce in concomitanza con le nevicate, realizza in loco un minaccioso pupazzo di neve, con gli occhietti costituiti da chicchi di caffè (!). Sulle sue tracce un poliziotto alcolizzato, che vive separato dalla moglie e la figlia di un investigatore di Bergen, trovato cadavere a seguito di un suicidio diversi anni prima.
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Prodotto da Martin Scorsese e diretto dal lanciatissimo Tomas Alfredson (che aveva adattato Le Carrè con La talpa) arriva nelle sale la trasposizione del best seller del norvegese Jo Nesbo, con protagonista Michael Fassbender. Oslo. Un serial killer, a seguito di una traumatica scena primaria vissuta nel periodo infantile, uccide una serie di donne facendole a pezzi e, visto che agisce in concomitanza con le nevicate, realizza in loco un minaccioso pupazzo di neve, con gli occhietti costituiti da chicchi di caffè (!). Sulle sue tracce un poliziotto alcolizzato, che vive separato dalla moglie e la figlia di un investigatore di Bergen, trovato cadavere a seguito di un suicidio diversi anni prima. La soluzione è meno sorprendente di quanto non si creda. Le differenze tra libro e film sono tante e non sempre di poco conto (il prologo, il confronto finale con l’assassino, l’omicidio di Clohe Sevigny) e per certi versi sono decisioni produttive legate ad una oggettiva difficoltà di rendere appieno sullo schermo la complessità del testo di partenza (il sangue nella stalla è nel libro elemento di decrittazione del mistero, nel film non viene neppure affrontato) annullando in questo modo, ed è il difetto più vistoso, qualsiasi idea di suspense, presenta a piene mani invece in Nesbo. E se Fassbender dà l’impressione di perdere la bussola laddove manchi un progetto cinematografico forte (Shame, Bastardi senza gloria) a stupire in negativo è tutta la parte legata a Bergen, letteralmente stravolta e buttata via, nelle mani di un personaggio di incredibile rozzezza affidato ad un bolso Val Kilmer. In generale un ritmo lasco che sfilaccia la compattezza che ogni thriller dovrebbe possedere. Un film che si scioglie come neve al sole, come i pupazzi dopo ogni delitto. Come il ricordo di questa visione tra un paio di giorni.
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ralphscott
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sabato 21 ottobre 2017
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quando il thriller non è teso
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Pasticcio in salsa nordica. La neve congela anche la suspence,laddove una sequenza monotona di fatti,troppi,si trascina toccando rapidamente la noia senza più lasciarla. Regia ordinaria e sceneggiatura confusa e confondente. Proprio brutto,
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erla
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sabato 21 ottobre 2017
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discreto
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A parer mio troppi dettagli a cui viene lasciato spazio all’interno del film che ai fini della storia e del film stesso appaiono inutili. La storia parte molto lentamente mentre al finale sono riservati solo pochi passaggi (a parer mio troppi pochi). Trama interessante, ma film discreto. Ambientazione molto suggestiva, lo sfondo del film é veramente bello.
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