utenten61
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giovedì 3 agosto 2017
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cani napoletani e mode smodate
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L'acclarato fatto che Napoli -nonostante le indubbie contraddizioni che la deturpano, peraltro più o meno comuni a tutte le metropoli- sia città di alto livello culturale e che la storia partenopea sia costellata anche di insigni personaggi tra intellettuali, artisti e musicisti, matematici e scienziati, poeti e scrittori, legislatori e umanisti, persino mistici e santi... agli autori come D'Angelo e affini (dei quali comunque rispetto la fatica del loro lavoro, se in buona fede...) evidentemente poco importa. Meglio mostrare - per l'ennesima volta ma senza il genuino pathos drammatico e quasi documentaristico di una serie come Gomorra- la scontata e deforme maschera della gratuita volgarità, dello squallore e di una violenza -nel caso specifico- così irrazionale da naufragare nel ridicolo! Ma si sà è di moda e fa più effetto perchè conforme alla grossolana superficialità imperante e -questa sì- criminale.
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L'acclarato fatto che Napoli -nonostante le indubbie contraddizioni che la deturpano, peraltro più o meno comuni a tutte le metropoli- sia città di alto livello culturale e che la storia partenopea sia costellata anche di insigni personaggi tra intellettuali, artisti e musicisti, matematici e scienziati, poeti e scrittori, legislatori e umanisti, persino mistici e santi... agli autori come D'Angelo e affini (dei quali comunque rispetto la fatica del loro lavoro, se in buona fede...) evidentemente poco importa. Meglio mostrare - per l'ennesima volta ma senza il genuino pathos drammatico e quasi documentaristico di una serie come Gomorra- la scontata e deforme maschera della gratuita volgarità, dello squallore e di una violenza -nel caso specifico- così irrazionale da naufragare nel ridicolo! Ma si sà è di moda e fa più effetto perchè conforme alla grossolana superficialità imperante e -questa sì- criminale... Persino gli attori, che stimo sinceramente, travolti dall'inverosimile, grottesco canovaccio, ammutoliscono le loro potenzialità fino a raggiungere vertici di risibile e implacabile inespressività quasi disumana... Complimenti invece, devo riconoscerlo, all'interpretazione del cane! O città/mondo che prendi origine dalla ninfa Partenope, quando la smetteranno di imbellettarti laidamente e vestirti di vecchi e frusti stracci...?
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l''inquisitore
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giovedì 23 marzo 2017
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film catarchico,ma del niente.
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Un film dove sembra non esserci nessuna storia conduttrice,ma tante che non portano a nulla se non ad un'ora e dieci iniziale di totale noia,lentezza soporifera,dove non succede nulla,con dialoghi ridotti all'osso ,anzi manco all'osso..ma praticamente nulli...fino ad arrivare forse ai 10 minuti finali dove si compie la catarsi di cui sono in cerca i due personaggi dall'inizio del film.
Peccato perchè l'interpretazione dei due attori principali è credibile,però questo insieme al finale non bastano a salvare un intero film.
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conyr
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martedì 4 giugno 2019
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falchi di toni d’angelo: umanità di un capolavoro
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Sullo sfondo, una città dalla realtà dura, spregiudicata e spietata di un quotidiano tinto di cronaca nera arriva a noi – attraverso lo schermo - come un diamante che nonostante tutto splende ancora tra cielo e terra. Magia che dall’alto ci immerge nella città di Napoli come un luogo – no luogo, che da un Set a cielo aperto e un saper far buon cinema ci restituisce nella poesia della fotografia sin dalle prime sequenze.
E’ tra cielo e terra che dalle strade di una città difficile la storia di due amici, due poliziotti – due Falchi, Agenti della sezione speciali della Squadra mobile di Napoli efficientissimi e dediti a 360° alla loro missione - sfreccia come in un inseguimento per farsi largo nell’azione degli stati d’animo di un vita privata imperfetta, dolorosa quanto un crimine: la vita dei due protagonisti principali – Peppe (Fortunato Cierlino) e Francesco (Michele Riondino) - emerge alla cronaca del loro quotidiano come un caso difficile da risolvere nella palude di se stessi, nei sobborghi più loschi della mente e dell’animo umano.
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Sullo sfondo, una città dalla realtà dura, spregiudicata e spietata di un quotidiano tinto di cronaca nera arriva a noi – attraverso lo schermo - come un diamante che nonostante tutto splende ancora tra cielo e terra. Magia che dall’alto ci immerge nella città di Napoli come un luogo – no luogo, che da un Set a cielo aperto e un saper far buon cinema ci restituisce nella poesia della fotografia sin dalle prime sequenze.
E’ tra cielo e terra che dalle strade di una città difficile la storia di due amici, due poliziotti – due Falchi, Agenti della sezione speciali della Squadra mobile di Napoli efficientissimi e dediti a 360° alla loro missione - sfreccia come in un inseguimento per farsi largo nell’azione degli stati d’animo di un vita privata imperfetta, dolorosa quanto un crimine: la vita dei due protagonisti principali – Peppe (Fortunato Cierlino) e Francesco (Michele Riondino) - emerge alla cronaca del loro quotidiano come un caso difficile da risolvere nella palude di se stessi, nei sobborghi più loschi della mente e dell’animo umano.
Ma gli eventi frutto di azioni fuorilegge determinano nel destino dei due poliziotti la possibilità di una chance in più, a costo di attraversare il fuoco incrociato dell’esistenza, anche la più solitaria, per provare a intravedere - fosse per un solo istante - la luce del riscatto.
Non provare una volta ancora è come morire di panico prima ancora di avvertire uno sparo nel buio, come mancare per vigliaccheria, per umana debolezza, un’occasione buona e non solo per se stessi.
Falchi, il nuovo film di Toni D’Angelo, pone degli interrogativi esistenziali e molteplici momenti di riflessione sull’umano che va ben oltre – a mio modesto avviso - circa l’amicizia, i tradimenti e l’amore. E’ balistica che nella traiettoria ha per obiettivo quello di provare ad indagare sull’io profondo.
Entrare in empatia con i personaggi principali del film nel loro scavare interiore è un rischio che vale la pena correre a tutta velocità: è quel cadere a terra, rialzarsi e lottare per giungere ad una disperata vitalità.
Nella visione del film ho provato per un attimo a sentirmi come fossi un senso di colpa, una parola non detta, un gesto mancato, un tradimento, un amore impossibile, una donna per amica.
E come a volte capita nella vita, fino a non saper vedere oltre come un cane senza più padrone, come il non accaduto per assenza di lucidità e coraggio, muovere passi incerti sulla spiaggia dell’esistenza.
Falchi è un gioiello. E’ così nell’interpretazione degli attori Cierlino e Riondino. Gemme incastonate – nei ruoli interpretati - Pippo del Bono (Il dottor Marino Capo della Squadra Mobile) e l’attrice Stefania Sandrelli (Donna Arianna) storia in carne ed ossa del cinema italiano. Come, e non da ultimo, nell’interpretazione, l’attrice Wang Xiaoyan.
Le musiche composte da Nino D’Angelo ci accompagnano nella visione del melodramma in una sinfonia perfetta come il battito di un cuore per la vita che giunge così intenso nel brano Puortame con te.
Toni D’Angelo in Falchi, con passione e coraggio come nei suoi lavori precedenti - da Una Notte a L’innocenza di Clara, passando per POETI fino a FILMSTUDIO, Mon Amour – ispirandosi al cinema di Hong Kong degli anni ’90, ossia a melò polizieschi e noir, ha creato un genere unico nel panorama cinematografico italiano degli ultimi anni, che ha già dimostrato di poter valicare i confini delle sale cinematografiche italiane e giungere a Berlino come a Los Angeles.
ConyR
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hulk1
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lunedì 14 settembre 2020
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ma esisto ancora i falchi
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Ecco i nostri eroi poliziotti in borghese, che solcano le vie della citta in moto senza casco naturalmente.
Ecco l'arcadia napoletana, i gomorroidi, anche e se la camorra è assente.
Come l'arcadia romana, abbiamo attori mediocri, dialoghi ridotti a grugniti o ragli da somaro
Lasciamo perdere Milano Calibro 9, quel glorioso cinema è ormai morto e sepolto che riposi in pace.
Falchi?????????' , ma esistono ancora?
Ci sarebbero anche quelli della calibro 38, ma questi falchi,le uniche imprese che ricordo, parlo della mia infanzia, anni 70, era combinare casini, sparare a persone innocenti, non azzeccarne mai una, venivano scambiati per malavitosi, il cittadino innocente,quando questi ceffi intimavano l'alt , si spaventava e scappava, questi lo crivellavano di colpi.
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Ecco i nostri eroi poliziotti in borghese, che solcano le vie della citta in moto senza casco naturalmente.
Ecco l'arcadia napoletana, i gomorroidi, anche e se la camorra è assente.
Come l'arcadia romana, abbiamo attori mediocri, dialoghi ridotti a grugniti o ragli da somaro
Lasciamo perdere Milano Calibro 9, quel glorioso cinema è ormai morto e sepolto che riposi in pace.
Falchi?????????' , ma esistono ancora?
Ci sarebbero anche quelli della calibro 38, ma questi falchi,le uniche imprese che ricordo, parlo della mia infanzia, anni 70, era combinare casini, sparare a persone innocenti, non azzeccarne mai una, venivano scambiati per malavitosi, il cittadino innocente,quando questi ceffi intimavano l'alt , si spaventava e scappava, questi lo crivellavano di colpi.
Il film non è un noir, casomai un polar, lasciamo perdere l'oriente, ci si aspetta sempre la pistola impugnata alla tarantino.
Tra un grugnito ed un raglio, si vorrebbe rappresentare la dura vita dello sbirro mal pagato, male attrezzato, ma se siete proletari in divisa , quando la indossate perche non spaccate la testa ai politici corrotti.
Meglio una puntata di distretto di polizia, o il maresciallo Rocca, lì almeno non si lamenta nessuno, alle pareti non vengono appese svastiche, sono tutti con le loro belle divise ben stiratee trombano come ricci naturalmente
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soleee
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giovedì 16 marzo 2017
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viaggio nella psicologia e nell'animo
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Falchi" è un film maledettamente straordinario. Cerlino e Rondino sono una coppia praticamente perfetta. Toni D'angelo fa centro, al suo secondo lungometraggio realizza una resa dei conti epica e ricca di citazioni cinematografiche. Non è il nuovo "Gomorra" ma molto di più, un viaggio nella psicologia e nell'animo dei protagonisti. Supportato dalla stupende musiche di Nino D'Angelo, "Falchi" è un esperimento che colpisce nel segno e inquadra una Napoli fuori da luoghi comuni con un fascino indescrivibile. Personaggi ambigui che rappresentano le due facce di una medaglia sporca di sangue con una scenografia da urla. Lo stile del regista è straordinario e riesce a entrare nel protagonista.
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Falchi" è un film maledettamente straordinario. Cerlino e Rondino sono una coppia praticamente perfetta. Toni D'angelo fa centro, al suo secondo lungometraggio realizza una resa dei conti epica e ricca di citazioni cinematografiche. Non è il nuovo "Gomorra" ma molto di più, un viaggio nella psicologia e nell'animo dei protagonisti. Supportato dalla stupende musiche di Nino D'Angelo, "Falchi" è un esperimento che colpisce nel segno e inquadra una Napoli fuori da luoghi comuni con un fascino indescrivibile. Personaggi ambigui che rappresentano le due facce di una medaglia sporca di sangue con una scenografia da urla. Lo stile del regista è straordinario e riesce a entrare nel protagonista. Il finale degno di "The Departied" lascia aperto lo spazio a diversi significati. Gli attori in gran forma: Rondino è stupendo, il vero fascino maledetto dell'attore che indossa una maschera pesante e grazie al regista riesce ad essere angosciante al punto giusto. Cerlino è il "prepotente" attore che grazie alla sua simpatia sa suscitare timore e tenerezza. Da segnalare la presenza di Stefania Sandrelli e un cameo di Nino D'Angelo. Hitchcock, Leone, Scossese, Garrone e tanti altri in un film dal sapore etico. Un gioiellino che inventa un genere a se. Toni D'Angelo è un regista che sa fare cinema ma che soprattutto ama il cinema.
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