vincenzoambriola
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venerdì 2 marzo 2018
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una famosa scrittrice francese
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Prologo. Una scrittrice francese di grande successo dedica e firma il suo nuovo libro ai lettori che l'hanno appena acquistato e che la ringraziano per ciò che ha scritto. Epilogo. La stessa scrittrice dedica e firma un altro nuovo libro che ha avuto ancora più successo del primo. Nel mezzo la storia di una scrittrice francese famosa che incontra Elle, una sua lettrice che entra senza scrupoli nella sua vita. Ma questa storia è realtà o è a sua volta ciò che la famosa scrittrice francese crede di aver vissuto? Una storia nella storia? Grande maestro di realtà e finzione, Polanski si diverte a confondere, a spostare il piano narrativo all'interno della stessa narrazione.
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Prologo. Una scrittrice francese di grande successo dedica e firma il suo nuovo libro ai lettori che l'hanno appena acquistato e che la ringraziano per ciò che ha scritto. Epilogo. La stessa scrittrice dedica e firma un altro nuovo libro che ha avuto ancora più successo del primo. Nel mezzo la storia di una scrittrice francese famosa che incontra Elle, una sua lettrice che entra senza scrupoli nella sua vita. Ma questa storia è realtà o è a sua volta ciò che la famosa scrittrice francese crede di aver vissuto? Una storia nella storia? Grande maestro di realtà e finzione, Polanski si diverte a confondere, a spostare il piano narrativo all'interno della stessa narrazione. Lo fa mantenendo con maestria una coerenza stilistica basata sulle riprese, sulle immagini negli specchi, sugli sguardi ambigui ma pungenti, spesso esiziali. Un film che ricorda altri film, di Polanski ma anche di Hitchcok, in cui la musica ritmicamente ossessiva, mai melodica, a volte maniacale, scandisce il ritmo di una pazzia, di una fuga dalla realtà. Ma, in fondo, di cosa stiamo parlando? Ma di una famosa scrittrice francese e del suo successo.
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maramaldo
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domenica 4 marzo 2018
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di chi ha paura roman polanski?
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Delle donne, direte. Può darsi, ma il tipo è coriaceo, se non altro per il suo vissuto e...sopravvissuto.Comunque, ne ha un timore riverenziale. Altrimenti non avrebbe lasciato campo libero a due belve dell'attorialità femminile. Non osa "dirigerle". Spesso in primi piani staccati individualmente, a gara nel mostrare chi è più brava e...nevrotica, fanno tutto da sole Emmanuelle Seigner ed Eva Green. Attenti a quest'ultima: registrate in memoria il luccichio criminale dei suoi occhi, vi può servire per sospettarne subito la pericolosità, prima ancora di approfondire - troppo tardi - le ambiguità di una psiche deviante.
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Delle donne, direte. Può darsi, ma il tipo è coriaceo, se non altro per il suo vissuto e...sopravvissuto.Comunque, ne ha un timore riverenziale. Altrimenti non avrebbe lasciato campo libero a due belve dell'attorialità femminile. Non osa "dirigerle". Spesso in primi piani staccati individualmente, a gara nel mostrare chi è più brava e...nevrotica, fanno tutto da sole Emmanuelle Seigner ed Eva Green. Attenti a quest'ultima: registrate in memoria il luccichio criminale dei suoi occhi, vi può servire per sospettarne subito la pericolosità, prima ancora di approfondire - troppo tardi - le ambiguità di una psiche deviante.
Ciò non toglie che Polanski abbia fatto un suo film. A parte, per conto suo, con diverse anime. Indugia nel circostanziare una Parigi con i suoi luoghi, la sua fauna. Realizza da par suo un suspense/noir cucendo abilmente situazioni canoniche: una spettrale casa di campagna nel bosco; la botola che porta al seminterrato; l'invalida immobilizzata in preda al mostro che la vuole distruggere; lo scappare seminuda tra i lampi di una notte tempestosa. Anche con qualche tocco retro: da tempo proibito il tallio nel veleno per topi, una trovata di Agatha Christie.
L'idea centrale, un ansiogeno duello/duetto tra due femmine cerebrali, è nella trama del libro di Delphine de Vegan che il Nostro -imputategli quel che volete - si sarebbe ben guardato dal leggere. La moglie, sempre Emmanuelle Seigner, gli avrebbe suggerito di trarne ispirazione. Roman ha obbedito. Così ha smarrito quel patrimonio intimo che caratterizza la sua cifra creativa: la sua libido, il suo sadismo. Rimane la perfidia con cui svilisce la performance delle due primedonne. Il film finisce come inizia, anzi non finisce. Si assiste a qualcosa come un reloading che depriva di senso ciò che le protagoniste volevano significare. Studia il disagio di chi si è sbarazzate della propria umanità (interessi, affetti, vincoli che sbiadiscono come fantasmi) per concentrarsi e perdersi nel proprio io. Osserva con sgomento chi, per relizzarsi, si trasforma in un'altra, si trasporta in un altrove, illudendosi che "l'invenzione" possa colmare il vuoto..
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antonio miredi
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mercoledì 23 marzo 2022
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il libro e i fantasmi di lei
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Lei è Delphnine, scrittrice di successo con il suo ultimo libro, con protagonista la storia dolorosa della madre, best seller pronto per essere firmato per una dedica ai tanti lettori in coda. In questa coda ecco che si affaccia Elle, donna seducente e misteriosa che subito cattura l’attenzione della scrittrice, riuscendo a poco a poco sempre di più a insinuarsi negli angoli più bui della sua psiche. Nel momento in cui le chiede a quale nome deve dedicare il libro, la risposta imprevista è “A Lei”, “Lei chi?” Appunto, chi è la vera Lei? È la domanda che aleggia fin dall’inizio in questo thriller psicologico, in cui la violenza si installa in maniera sottile, inevitabile, ambigua, come in tanti altri film di Polànski.
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Lei è Delphnine, scrittrice di successo con il suo ultimo libro, con protagonista la storia dolorosa della madre, best seller pronto per essere firmato per una dedica ai tanti lettori in coda. In questa coda ecco che si affaccia Elle, donna seducente e misteriosa che subito cattura l’attenzione della scrittrice, riuscendo a poco a poco sempre di più a insinuarsi negli angoli più bui della sua psiche. Nel momento in cui le chiede a quale nome deve dedicare il libro, la risposta imprevista è “A Lei”, “Lei chi?” Appunto, chi è la vera Lei? È la domanda che aleggia fin dall’inizio in questo thriller psicologico, in cui la violenza si installa in maniera sottile, inevitabile, ambigua, come in tanti altri film di Polànski. Gli ingredienti di un noir tutto interiorizzato ci sono: il rapporto sempre più familiare e intimo fra carnefice e vittima, i rischi di cadere in un precipizio, la casa in campagna che può diventare una trappola, l’oscurità sotterranea di una cantina, il temporale e la musica che avvolge e ci entra dentro inquietante come lo squillo improvviso del cellulare nel cuore della notte o dell’alba. Le lei in questo film tutto giocato al femminile sono tante, fino a confondersi una con l’altra. La madre, la scrittrice, la donna che nella vita dice di fare la ghostwiter, quasi a suggerire subito il dramma fantasmatico che arriva a occupare l’io della scrittrice, al punto da riuscire poi a farle superare lo sgomento e il vuoto nel blocco della pagina bianca. E la Lei delle lettere anonime in cui Delphine viene accusata di essere stata cinica e spregiudicata nell’aver trattato il tema della sofferenza familiare come un marchio editoriale. Lettere anonime in cui non si fa fatica a pensare che siano state scritte da una donna, una donna che conosce bene la scrittrice. Roman Polànski torna alle verità profonde che sanno raccontare i libri con le loro storie reali ed immaginarie le quali si intrecciano in maniera così sovrapposta da non riuscire a capire davvero dove inizi il reale e dove la finzione. I fantasmi di un libro sono sempre sia reali che immaginari, espressioni dei fantasmi che abitano la nostra mente. (Antonio Miredi)
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juri moretti
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martedì 6 marzo 2018
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roman polanski sceglie eva green per la sua nuova
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Delphine de Vigan è una scrittrice vittima di un blocco creativo dopo il suo primo romanzo, dedicato alla figura di sua madre. dopo che il suo romanzo diventa un best seller iniziano ad arrivargli lettere anonime che l'accusano di aver dato la sua famiglia in pasto al pubblico. Ossessionata da questa situazione Delphine sembra non riuscire a ritrovare la volontà per tornare a scrivere.
Un'appassionante lettrice entra a far parte della sua vita, sembra capirla e a sostenerla, ma in realtà si serve della sua personalità manipolatrice per prevalere e assumere il controllo della sua vita.
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Delphine de Vigan è una scrittrice vittima di un blocco creativo dopo il suo primo romanzo, dedicato alla figura di sua madre. dopo che il suo romanzo diventa un best seller iniziano ad arrivargli lettere anonime che l'accusano di aver dato la sua famiglia in pasto al pubblico. Ossessionata da questa situazione Delphine sembra non riuscire a ritrovare la volontà per tornare a scrivere.
Un'appassionante lettrice entra a far parte della sua vita, sembra capirla e a sostenerla, ma in realtà si serve della sua personalità manipolatrice per prevalere e assumere il controllo della sua vita.
Roman Polanski non cambia il suo stile di rappresentare le sue opere, ma la messa in scena e la scelta degli attori, molto accurata.
Grande interpretazione da parte di Eva Green, che per me è Johnny Depp al femminile, qui interpreta una donna che capiamo subito dal primo momento che è una pazza e fa diventare anche Emmanuelle Seigner, che interpreta la scrittrice depressa.
La pellicola riesce a mantenere lo spettatore incollato alla poltrona per un'ora e cinquanta, senza farlo distrarre mai e facendogli scoprire il film mano mano che va avanti.
Insomma un film da non perdere, diretto da un grandissimo regista e interpretato da due attrici con i contributi.
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