roberta
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martedì 28 novembre 2023
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agnès straordinaria!
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Un film che delizia in ogni scena. Grandissima Agnès, come non ricordare "il gusto degli altri"
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sellerone
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sabato 12 dicembre 2020
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invecchiare bene
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Questo film è la conferma che la donna è come il vino... più invecchia e meglio è. Ovviamente rifuggiamo da tutto ciò che oggi comporta un giudizio maschilista in merito all'essere donna. Chi sà accettare la vecchiaia, alla fine la vive bene, nonostante quello che comporta.
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flyanto
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lunedì 8 gennaio 2018
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quando non si accetta di invecchiare
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"50 Primavere" , come si evince dal titolo, è un film che tratta l'argomento della menopausa o, più precisamente, come la protagonista, una donna appunto di 50 anni, affronta questo delicato periodo dell'esistenza femminile.
La donna in questione, mamma di due ragazze, una di circa 25 anni in attesa di un bimbo dal suo compagno e l'altra, una studentessa con i problemi sentimentali tipici della sua età, non accetta volentieri di stare invecchiando e così affronta il suo periodo di menopausa nel peggiore dei modi, non accettandolo, soffrendo oltre maniera i disturbi fisici e psicologici che possono verificarsi in questa fase e soprattutto non rassegnandosi di essere sola dal momento che ha da tempo divorziato dal proprio marito.
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"50 Primavere" , come si evince dal titolo, è un film che tratta l'argomento della menopausa o, più precisamente, come la protagonista, una donna appunto di 50 anni, affronta questo delicato periodo dell'esistenza femminile.
La donna in questione, mamma di due ragazze, una di circa 25 anni in attesa di un bimbo dal suo compagno e l'altra, una studentessa con i problemi sentimentali tipici della sua età, non accetta volentieri di stare invecchiando e così affronta il suo periodo di menopausa nel peggiore dei modi, non accettandolo, soffrendo oltre maniera i disturbi fisici e psicologici che possono verificarsi in questa fase e soprattutto non rassegnandosi di essere sola dal momento che ha da tempo divorziato dal proprio marito. E' così che, incontrando di nuovo dopo tanto tempo un ex fidanzato di gioventù, ella decide a tutti i costi di riconquistarlo e di trascorrere così le sue giornate finalmente in compagnia di un uomo. Prima di riuscirvi dovrà però affrontare svariate avventure.
Diretto da una donna, la regista Blandine Lenoir, il film è infatti rivolto interamente alle donne, e per giunta a quelle di mezza età, che non accettano o vivono male il periodo naturale della menopausa. Ovviamente appositamente esagerato nel suo complesso, attraverso l'ironia e la rappresentazione di alcune situazioni esilaranti, la pellicola 'prende in giro' bonariamente le reazioni e le problematiche delle donne di mezza età in menopausa, accomunandole tutte in certi atteggiamenti e certe ansie e facendole così sentire simili le une alle altre. Molto leggero nel suo contenuto ma assai divertente, "50 Primavere" è un film consigliabile come divertissment, grazie anche all'interpretazione della simpatica Agnès Jaoui che ben interpreta la protagonista.
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mat@movies
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domenica 7 gennaio 2018
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piacevole commedia: interessante, mai banale
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La commedia francese a volte riesce ad essere leggera ed elegante nel raccontare le storie, anche semplicemente riscoprirsi cinquantenni.
Questo film è' un ottimo esempio di tale modo di fare cinema.
Semplicemente perfetta la protagonista: spesso leggerà nei suoi tormenti, mai banale.
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michelecamero
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giovedì 28 dicembre 2017
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la difficoltà di invecchiare
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Il film viene presentato sotto il genere “commedia”, un termine che in Francia ha un’accezione diversa da quella che ha da noi, dove indica, per la maggior parte degli spettatori, una pellicola dove ci si scompiscia dalle risate. Oltralpe in linea di massima si fa invece riferimento alla commedia della vita, eccezion fatta per alcuni ripetuti tentativi di riproduzione delle commedie hollywoodiane che sembrerebbe aver fatto breccia nell’ultimo decennio tra gli eredi del Re Sole. Commedia della vita dicevo e dunque alla variabilità della stessa con sicuramente presenza di momenti di ilarità, ma anche con accenni ai drammi della vita come la vecchiaia per esempio, un autentico spauracchio per ognuno di noi, la solitudine e sovente a quel pericoloso mixer costituito dall’insieme di vecchiaia e solitudine, cioè dal timore di invecchiare e di farlo senza avere nessuno accanto.
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Il film viene presentato sotto il genere “commedia”, un termine che in Francia ha un’accezione diversa da quella che ha da noi, dove indica, per la maggior parte degli spettatori, una pellicola dove ci si scompiscia dalle risate. Oltralpe in linea di massima si fa invece riferimento alla commedia della vita, eccezion fatta per alcuni ripetuti tentativi di riproduzione delle commedie hollywoodiane che sembrerebbe aver fatto breccia nell’ultimo decennio tra gli eredi del Re Sole. Commedia della vita dicevo e dunque alla variabilità della stessa con sicuramente presenza di momenti di ilarità, ma anche con accenni ai drammi della vita come la vecchiaia per esempio, un autentico spauracchio per ognuno di noi, la solitudine e sovente a quel pericoloso mixer costituito dall’insieme di vecchiaia e solitudine, cioè dal timore di invecchiare e di farlo senza avere nessuno accanto. Questo secondo me il tema di questo film che vede protagonista una cinquantenne divorziata con due figli che quasi contemporaneamente si ritrova senza lavoro e nonna in attesa, considerato che una delle figlie le comunica di essere incinta. Improvvisamente queste due situazioni con l’aggiunta della menopausa e delle sue tradizionali manifestazioni esteriori (vampate di calore ed una certa tendenza a ingrassare) la incupiscono inculcandole i timori di una femminilità oramai andata che, insieme alla crescita delle figlie ed alla loro autonomia di vita, le prospettano appunto i due tabù: vecchiaia e solitudine. Un casuale incontro la riporta agli amori giovanili ed al suo primo amore in particolare che le riaccende la speranza di tornare ad amare e soprattutto ad essere amata ed ancora desiderata.
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michelecamero
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giovedì 28 dicembre 2017
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la difficoltà di invecchiare
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Il film viene presentato sotto il genere “commedia”, un termine che in Francia ha un’accezione diversa da quella che ha da noi, dove indica, per la maggior parte degli spettatori, una pellicola dove ci si scompiscia dalle risate. Oltralpe in linea di massima si fa invece riferimento alla commedia della vita, eccezion fatta per alcuni ripetuti tentativi di riproduzione delle commedie hollywoodiane che sembrerebbe aver fatto breccia nell’ultimo decennio tra gli eredi del Re Sole. Commedia della vita dicevo e dunque alla variabilità della stessa con sicuramente presenza di momenti di ilarità, ma anche con accenni ai drammi della vita come la vecchiaia per esempio, un autentico spauracchio per ognuno di noi, la solitudine e sovente a quel pericoloso mixer costituito dall’insieme di vecchiaia e solitudine, cioè dal timore di invecchiare e di farlo senza avere nessuno accanto.
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Il film viene presentato sotto il genere “commedia”, un termine che in Francia ha un’accezione diversa da quella che ha da noi, dove indica, per la maggior parte degli spettatori, una pellicola dove ci si scompiscia dalle risate. Oltralpe in linea di massima si fa invece riferimento alla commedia della vita, eccezion fatta per alcuni ripetuti tentativi di riproduzione delle commedie hollywoodiane che sembrerebbe aver fatto breccia nell’ultimo decennio tra gli eredi del Re Sole. Commedia della vita dicevo e dunque alla variabilità della stessa con sicuramente presenza di momenti di ilarità, ma anche con accenni ai drammi della vita come la vecchiaia per esempio, un autentico spauracchio per ognuno di noi, la solitudine e sovente a quel pericoloso mixer costituito dall’insieme di vecchiaia e solitudine, cioè dal timore di invecchiare e di farlo senza avere nessuno accanto. Questo secondo me il tema di questo film che vede protagonista una cinquantenne divorziata con due figli che quasi contemporaneamente si ritrova senza lavoro e nonna in attesa, considerato che una delle figlie le comunica di essere incinta. Improvvisamente queste due situazioni con l’aggiunta della menopausa e delle sue tradizionali manifestazioni esteriori (vampate di calore ed una certa tendenza a ingrassare) la incupiscono inculcandole i timori di una femminilità oramai andata che, insieme alla crescita delle figlie ed alla loro autonomia di vita, le prospettano appunto i due tabù: vecchiaia e solitudine. Un casuale incontro la riporta agli amori giovanili ed al suo primo amore in particolare che le riaccende la speranza di tornare ad amare e soprattutto ad essere amata ed ancora desiderata.
Michele camero
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flaw54
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giovedì 28 dicembre 2017
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visto e rivisto
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Non capisco le recensioni entusiastiche. Film grigio, ripetitivo che riesce a rendere in tal modo l'atmosfera vissuta dalla protagonista, ma che non offre niente di nuovo. È pur sempre una separazione che ormai rientra nella normalità delle cose, con tutti j problemi familiari annessi. Monocorde l'attrice principale che non conoscevo.
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emanuele1968
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domenica 24 dicembre 2017
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molto bello
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Commedia melodrammatica. Molto bello, carino, divertente pero bo? personalmente non vedevo lora che finiva, penso che quando una storia finisce finisce punto stop.
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manuelazarattini
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domenica 24 dicembre 2017
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non è un giudizio di parte
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Un film delizioso. Per far capire alle donne più giovani come i disagi dell'età matura possono essere superati con sorridente coraggio e far rivivere sorridendo a quelle più "agé" tanti momenti in cui ciascuna di noi si può sicuramente ritrovare. La storia è semplice ma profonda e la protagonista Aurore è superlativa. Il mio non è un giudizio di parte perché questo non è un film solo per donne: oggi in sala si divertivano tutti, senza differenza di genere, in modo spensierato e leggero.
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vanessa zarastro
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sabato 23 dicembre 2017
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invecchiare in provincia
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Il tema della crisi di una cinquantenne non è nuovo. Pochi anni fa Gloria, il film del cileno Sebastian Lelio del 2013, aveva affrontato questo tema con intensità e pathos.
Siamo nel Sud-ovest della Francia, in qualche piccola cittadina dell’Aquitaine e la regista non ha ben deciso se optare per un registro ironico o uno drammatico.
Aurore (la brava Agnès Jaoui) è una donna di mezza età insoddisfatta. Ha due figlie che ha educato in modo permissivo e un po’ distratto, è separata dal marito che nel frattempo ha avute altre due figlie dalla attuale compagna. Si capisce che da ragazza ha fatto scelte un po’ sbadate tipo lasciare il suo primo grande amore – partito militare - per mettersi con l’amico (che poi sarà suo marito).
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Il tema della crisi di una cinquantenne non è nuovo. Pochi anni fa Gloria, il film del cileno Sebastian Lelio del 2013, aveva affrontato questo tema con intensità e pathos.
Siamo nel Sud-ovest della Francia, in qualche piccola cittadina dell’Aquitaine e la regista non ha ben deciso se optare per un registro ironico o uno drammatico.
Aurore (la brava Agnès Jaoui) è una donna di mezza età insoddisfatta. Ha due figlie che ha educato in modo permissivo e un po’ distratto, è separata dal marito che nel frattempo ha avute altre due figlie dalla attuale compagna. Si capisce che da ragazza ha fatto scelte un po’ sbadate tipo lasciare il suo primo grande amore – partito militare - per mettersi con l’amico (che poi sarà suo marito). Ha lavorato dando una mano al marito ma poi si trova a fare la cameriera in un bar dove il proprietario ha fissazioni un po’ strane come quella di ambiare il nome alle sue lavoranti. Le figlie sono cresciute e hanno i loro flirt e in amore fanno gli stessi errori dei genitori. Aurore ha un'unica amica, Mano, che è orgogliosamente single – o almeno così la vede lei. Il tema della meno pausa è molto presente, vissuto come fine funzionale della vita femminile.
Aurore è stufa di una vita senza senso, al primo battibecco con il datore di lavoro si licenzia per poi non riuscire a trovare nulla se non una misera occupazione come donna delle pulizie insieme alle donne nere e/o extra-comunitarie. Ma nonostante ciò e una decina di chili di troppo e un’aria, trascurata piace ancora agli uomini. Trova un corteggiatore di cui non è innamorata, e rincontra il suo primo grande amore dei diciotto anni.
Il film mi sembra non del tutto riuscito per la discontinuità dei ritmi e per gli eccessi di primi piani su volti che li temono. Non è del resto accattivante il milieu piccolo-borgese con gli interni arredati in modo sciatto e senza gusto e tra tutti gli attori non c’è n’è nessuno/a attraente. Persino le giovani figlie di Aurore sono poco affascinanti. Inoltre, sono tutti sono vestiti talmente male che non si riesce a datare la vicenda. Le poche immagini della cittadina contribuiscono a trasmettere un senso di ibrido: edifici vecchi mal tenuti e campagna piatta un po’ arida costituiscono il degno scenario a questa storia. In alcuni punti è un po’ sopra le righe, e sembrerebbe più un film spagnolo che francese.
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