marcloud
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venerdì 21 giugno 2019
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il film dei the pills
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Da youtube al grande schermo non è sicuramente un'impresa semplice. I The Pills ci provano e strappano qualche sorriso, parlando con ironia della questione lavoro e voglia di non fare un cazzo. Qualche scena forse è venuta male ma a loro gli si perdona tranquillamente tutto.
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vepra81
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domenica 19 febbraio 2017
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non l'ho visto finire
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Non ci siamo. Non sono riuscito a vederlo finire. Non c'è niente. Si parla tanto di educare i giovani a stare lontani da cose brutte e poi questo film te lo mostra fin dall'inizio. Si cade in una commedia sciatta e noiosa.
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giunibo
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sabato 26 novembre 2016
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bello
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Questo film incarna una visione prettamente gattopardiana della vita: tutto cambia affinchè non cambi nulla.
Mi è piaciuto perché i The Pills sono riusciti a girare un film vero e proprio mantenendo i tratti caratteristici del loro stile. Esordiscono su YouTube ottendendo un discreto successo negli anni e adesso sono giunti fin sulle sale dei cinema italiani. Come primo film va benissimo, attendiamo i prossimi. Bravi.
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en_rov
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lunedì 20 giugno 2016
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deludente per metà
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Le mie aspettative erano alte, essendo un grande fan dei lavori dei The Pills su YouTube, e speravo che il grande schermo avrebbe dato a Di Capua il mezzo per realizzare qualcosa di ancora migliore.
Tuttavia, il film ha un inizio difficoltoso, molte parti della prima metà di film non funzionano, e servono quasi la funzione di pretesto per la seconda metà. La comicità del trio funziona egregiamente nel formato da 20/30 minuti di YouTube, mentre sul grande schermo gli scambi di battute suonano annacquati, vi sono molti intermezzi musicali che alla lunga annoiano, mentre la serie originale faceva dei dialoghi e della recitazione il suo punto di forza, e anche per questo aveva successo, almeno per quanto mi riguarda.
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Le mie aspettative erano alte, essendo un grande fan dei lavori dei The Pills su YouTube, e speravo che il grande schermo avrebbe dato a Di Capua il mezzo per realizzare qualcosa di ancora migliore.
Tuttavia, il film ha un inizio difficoltoso, molte parti della prima metà di film non funzionano, e servono quasi la funzione di pretesto per la seconda metà. La comicità del trio funziona egregiamente nel formato da 20/30 minuti di YouTube, mentre sul grande schermo gli scambi di battute suonano annacquati, vi sono molti intermezzi musicali che alla lunga annoiano, mentre la serie originale faceva dei dialoghi e della recitazione il suo punto di forza, e anche per questo aveva successo, almeno per quanto mi riguarda.
Le citazioni cinematografiche sono onnipresenti, e sono sempre appropriate, ma a mio avviso in questo formato non possono salvare un contenuto che da sè non funziona. E' possibile che questo cambio di direzione sia una scelta, ma per il momento non convince del tutto. Le mie aspettative erano di un episodio più variegato e complesso, con trama arguta e scambi di battute significativi, che rimangono impressi allo spettatore. Invece, quello che ci si trova davanti è un lungo cazzeggiare e ripetersi dei personaggi, che alla lunga stanca, e lascia insoddisfatti. Spero che in futuro i The Pills trovino nuovamente l'ispirazione, e ripetano il successo che hanno avuto in rete.
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lcbrasi
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domenica 13 marzo 2016
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ironico e a tratti cinico.
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Il film dei The pills convince da più punti di vista. Il film è ironico, divertente, mai banale e a tratti cinico. Fra le varie caratteristiche, stupisce la capacità di Luca Vecchi e colleghi (termine scelto non a caso) di raccontare in modo apparentemente leggero lo stato d'animo nel quale molti dei trentenni di oggi si ritrovano. La pellicola descrive in modo tagliente le varie sfumature che può prendere lo smarrimento post-universitario in questo particolare periodo storico. La macchietta più riuscita, forse, è quella di Luigi, che in un disperato tentativo di aggrapparsi ai ricordi di una gioventù passata finisce per prendere parte all'occupazione di una scuola (lo storico liceo Mamiani di Roma).
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Il film dei The pills convince da più punti di vista. Il film è ironico, divertente, mai banale e a tratti cinico. Fra le varie caratteristiche, stupisce la capacità di Luca Vecchi e colleghi (termine scelto non a caso) di raccontare in modo apparentemente leggero lo stato d'animo nel quale molti dei trentenni di oggi si ritrovano. La pellicola descrive in modo tagliente le varie sfumature che può prendere lo smarrimento post-universitario in questo particolare periodo storico. La macchietta più riuscita, forse, è quella di Luigi, che in un disperato tentativo di aggrapparsi ai ricordi di una gioventù passata finisce per prendere parte all'occupazione di una scuola (lo storico liceo Mamiani di Roma). Il parallelismo con Come te nessuno mai di Muccino è un piccolo capolavoro citazionista. Quanti trentenni di oggi provano nostalgia per quel particolare momento della loro vita, e quanti ne colgono adesso le contraddizioni? Più in generale, il film è permeato di citazioni che appaiono naturali, senza che ci sia la percezione di un pretestuoso aggrapparsi ad esse. Le referenze fanno sorridere, a tratti ridere e allo stesso tempo fanno fare i conti con la consapevolezza che non si è più così giovani. In questo senso diventano geniali il rallenty alla festa (una citazione della "grande bellezza", forse?), e la disperazione di Matteo che "non riesce più a farsi le canne". Il film coglie con ironia tagliente anche i tentativi sgangherati della generazione precedente, cinquantenni e sessantenni, di comprendere e di fare propria l'invasione tecnologica di questi anni. Il padre di Matteo, che mette le foto della cena su Instagram e si trasferisce a Berlino per fare il regista, o il corso di Luigi sull'uso di Facebook alla stazione di polizia ne sono esempi eccellenti. Luca Vecchi mostra di saper usare con maestria la macchina da presa in un contesto cinematografico, e questo un ottimo risultato per una persona che ha cominciato a fare video per gioco. La mia speranza è che il film venga riscoperto nei prossimi anni, magari quando sarà disponibile in streaming su internet. Può darsi che sia necessario ancora un po' di tempo perché i trentenni raccontati nel film abbiamo "voglia" di riconoscercisi.
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ciolo
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martedì 16 febbraio 2016
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deprimente come gli incassi che ha avuto...
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Quello che era un gustoso fenomeno di youtube si è tramutato, come molte volte succede, in un deprimente spettacolo al cinema. Utilizzare sempre le stesse battute annoia gli spettatori affezionati, purtroppo le "Pillole" non hanno spessore ne dal punto di vista della regia ne da quello delle idee... e dopo aver esaurito il filone: "io vivo sulla Tuscolana",.. "io mi faccio le canne"... io "mi masturbo" si ritrovano con un pugno di mosche...in romanaccio. Veramente un peccato... Ma come si suol dire puoi strizzare una rapa quanto vuoi... ma non ne caverai mai del sangue...
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clavil
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sabato 6 febbraio 2016
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il "clerks" di roma anni 2000
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Premetto che, nonstante io sia decisamente grandicello per immedesimarmi in un film di 30enni dall'alto della quarantina appena passata, il mio giudizio è di parte perchè trovo che gli spunti del terzetto romano siano sempre originali e fuori dagli schemi, e che dietro una parvenza di comicità un po' sgangherata da web serie ci sia in realtà una grande capacità di usare un linguaggio "cinematografico" nuovo, che magari proprio per questo può risultare indigesto al primo contatto. Tuttavia devo dire che ho riso, ho riso di gusto e allo stesso tempo ho trovato una grande pulizia nel trasmettere le sensazioni e, perchè no, anche le paure che contraddistinguono i trentenni di oggi, costretti a trovare una nuova strada tra i modelli trasmessi dalle famiglie e una realtà che non permette di realizzarli in alcun modo.
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Premetto che, nonstante io sia decisamente grandicello per immedesimarmi in un film di 30enni dall'alto della quarantina appena passata, il mio giudizio è di parte perchè trovo che gli spunti del terzetto romano siano sempre originali e fuori dagli schemi, e che dietro una parvenza di comicità un po' sgangherata da web serie ci sia in realtà una grande capacità di usare un linguaggio "cinematografico" nuovo, che magari proprio per questo può risultare indigesto al primo contatto. Tuttavia devo dire che ho riso, ho riso di gusto e allo stesso tempo ho trovato una grande pulizia nel trasmettere le sensazioni e, perchè no, anche le paure che contraddistinguono i trentenni di oggi, costretti a trovare una nuova strada tra i modelli trasmessi dalle famiglie e una realtà che non permette di realizzarli in alcun modo. La risposta dei The Pills, sta in un nichilismo leggero, fatto di caffè e sigarette (sigarette?) intorno a un tavolo, di ritmi rallentati e accelerazioni improvvise, il tutto condito da battute lapidarie e, per chi scrive, esilaranti e citazioni della cinematografia buonista dei film dell'Italia di fine secolo scorso, presa in giro senza pietà. La regia è adeguatissima al soggetto, Vecchi fa un bel passo avanti girando su spazi più ampi rispetto alle quattro mura cui ci ha abituato e la recitazione di Corradini e di Capua, da alcuni criticata in quanto ritenuta non in linea con il prodotto, è invece una chiave importante per la riuscita delle trovate comiche del film, dove "caricare" in maniera eccessiva alcune battute serve proprio a farle arrivare a bersaglio, rinunciando all'aiuto di una sceneggiatura complicata o al ricorso alla tecnica della Laura Morante di turno (con tutto il rispetto per la Morante, che però qui sarebbe totalmente fuori contesto) che avrebbero snaturato completamente il film. Per me, senza aspirare alla perfezione, il film ricorda la sensazione che mi ha lasciato Clerks di Kevin Smith quando uscì nei cinema quasi di nascosto per poi esplodere nell'home video e nei passaggi televisivi. Adesso la palla sta a Valsecchi, se riuscirà a capire il messaggio che questi tre trentenni ci lasciano con quest'ora e mezza di risate sincere e riuscirà a valorizzarlo sulle piattaforme web; grazie per le risate e, se potete, andateli a vedere al cinema con i vostri migliori amici, vedrete che vi riconoscerete anche se avete qualche anno in più.
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marcot
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venerdì 5 febbraio 2016
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da supportare
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Per essere un primo film, con loro che fanno loro stessi nelle situazioni già note ai fan della web serie, secondo me merita.
Da un lato temevo peggio, e da un lato speravo qualcosa di più;
ci sono evidenti difetti migliorabili ma ci sono anche tanti colpi di genio, che non si vedono in altri film italiani. Bisogna supportare chi prova a fare cose diverse!
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ciolo
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giovedì 4 febbraio 2016
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da pillole a clistere!,,
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Presuntuoso, un po come Luca che se lo incontri per Roma si atteggia nenache fosse Scorsese... Le gag molto carine sul web si trasformano sul grande schermo in un film monotono e ripetitivo. Il formato cinematografico è sicuramente errato per questo tipo di comicità e i ragazzi del tuscolano si sono fatti ingolosire troppo presto dalla tentazione di fare il salto di categoria rischiando cosi' di bruciarsi e rendere la loro opera prima anche l'ultima. Il rischio di sovraesposizione mediatica e quindi di "stuccare" è dietro l'angolo e forse un lavoro dovrebbero iniziarlo anche a cercare...
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no_data
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venerdì 29 gennaio 2016
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si.
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Si, apprezzo molto i The Pills e la loro comicità e si, non ho molta voce critica in capitolo, sapendo poco riguardo gli aspetti puramente tecnici del cinema, ma a me il film è piaciuto. Per due motivi, innanzitutto: fa ridere, e non fa ridere solo i loro coetaneii, ma anche ragazzi della mia generazione (che è quella successiva), che quindi non si riconoscono in una sorta di "manifesto generazionale", come è stato definito il film e fa pensare, fa pensare tutti, davvero, riguardo tanti aspetti della nostra quotidianità, ci fa pensare mettendoci in ridicolo, che non è altro che lo scopo ultimo della commedia, mettere in scena la realtà, in cui lo spettatore si riconosca, ma facendolo risultare ridicolo e rivelando i limiti nei quali si crogiola ogni giorno, dal padre di Matteo che mette le foto del piatto su Instagram e si atteggia a giovane all'inerzia morale che pervade i trentenni raffigurati perfettamente dai tre protagonisti abituati alla sveglia alle 11.
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Si, apprezzo molto i The Pills e la loro comicità e si, non ho molta voce critica in capitolo, sapendo poco riguardo gli aspetti puramente tecnici del cinema, ma a me il film è piaciuto. Per due motivi, innanzitutto: fa ridere, e non fa ridere solo i loro coetaneii, ma anche ragazzi della mia generazione (che è quella successiva), che quindi non si riconoscono in una sorta di "manifesto generazionale", come è stato definito il film e fa pensare, fa pensare tutti, davvero, riguardo tanti aspetti della nostra quotidianità, ci fa pensare mettendoci in ridicolo, che non è altro che lo scopo ultimo della commedia, mettere in scena la realtà, in cui lo spettatore si riconosca, ma facendolo risultare ridicolo e rivelando i limiti nei quali si crogiola ogni giorno, dal padre di Matteo che mette le foto del piatto su Instagram e si atteggia a giovane all'inerzia morale che pervade i trentenni raffigurati perfettamente dai tre protagonisti abituati alla sveglia alle 11.45 e sbigottiti di fronte all'offerta di un lavoro full-time. Riconosco che sicuramente questo film possa essere apprezzato maggiormente da coloro che sono già abituati alla grettezza e alla spontaneità dei The Pills, da coloro che sanno già cosa aspettarsi da Luca, da Luigi e da Matteo, e che il dialetto romano limiti la comprensione a livello nazionale di ogni sfaccettatura della loro comicità. Ma penso che in un prodotto finito ogni ingrediente sia fondamentale, anche il più deprecabile, e nella ricetta dei The Pills il dialetto non potrebbe assolutamente mancare. Quindi all'Italia che osanna e spende (superando ogni record) per comici qualunquisti e ripetitivi, io consiglierei "Sempre meglio che lavorare", non solo perchè i suoi fautori hanno lavorato davvero bene e hanno rischiato davvero molto, ma perchè ridere di sè stessi aiuta anche a guardarsi da diversi punti di vista, e quello amaro e grottesco dei The Pills potrebbe illuminarvi.
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