kingsley 71
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lunedì 25 gennaio 2016
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convince a metà
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Premetto di essere un fan dei the pills, apprezzo molto la loro comicità e i loro video. Appunto per questo sono un rimasto un po' deluso dal film. non dico che sia pessimo, però ha dei notevoli difetti, a parer mio. La trama è debole, non regge per tutta l'ora e mezza della durata , si ha quasi l'impressione di assistere a un loro video allungato. Si ride, ci sono delle trovate geniali quello si, ma non è abbastanza per fare un film. In alcuni punti c'è noia, solo noia. non c'è ritmo nel racconto( e nel montaggio) e per un film comico, si sa, non è il massimo. Anche la recitazione non è delle migliori. non è mai stata il loro forte. ma se su you tube quasi non ci si faceva caso, al cinema si.
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Premetto di essere un fan dei the pills, apprezzo molto la loro comicità e i loro video. Appunto per questo sono un rimasto un po' deluso dal film. non dico che sia pessimo, però ha dei notevoli difetti, a parer mio. La trama è debole, non regge per tutta l'ora e mezza della durata , si ha quasi l'impressione di assistere a un loro video allungato. Si ride, ci sono delle trovate geniali quello si, ma non è abbastanza per fare un film. In alcuni punti c'è noia, solo noia. non c'è ritmo nel racconto( e nel montaggio) e per un film comico, si sa, non è il massimo. Anche la recitazione non è delle migliori. non è mai stata il loro forte. ma se su you tube quasi non ci si faceva caso, al cinema si. Dei tre, si salva solo matteo. forse perché "interpreta" se stesso. La parlata un po' calata e strisciata( alla romana) di luigi dà fastidio dopo cinque minuti . non so, è come se questo film avesse amplificato tutti i difetti che non avevo mai notato nei loro video.
detto questo, speriamo non abbiano fatto il passo piu lungo della gamba.
non buon(issim)a la prima, confido nella "seconda".
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lcbrasi
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domenica 13 marzo 2016
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ironico e a tratti cinico.
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Il film dei The pills convince da più punti di vista. Il film è ironico, divertente, mai banale e a tratti cinico. Fra le varie caratteristiche, stupisce la capacità di Luca Vecchi e colleghi (termine scelto non a caso) di raccontare in modo apparentemente leggero lo stato d'animo nel quale molti dei trentenni di oggi si ritrovano. La pellicola descrive in modo tagliente le varie sfumature che può prendere lo smarrimento post-universitario in questo particolare periodo storico. La macchietta più riuscita, forse, è quella di Luigi, che in un disperato tentativo di aggrapparsi ai ricordi di una gioventù passata finisce per prendere parte all'occupazione di una scuola (lo storico liceo Mamiani di Roma).
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Il film dei The pills convince da più punti di vista. Il film è ironico, divertente, mai banale e a tratti cinico. Fra le varie caratteristiche, stupisce la capacità di Luca Vecchi e colleghi (termine scelto non a caso) di raccontare in modo apparentemente leggero lo stato d'animo nel quale molti dei trentenni di oggi si ritrovano. La pellicola descrive in modo tagliente le varie sfumature che può prendere lo smarrimento post-universitario in questo particolare periodo storico. La macchietta più riuscita, forse, è quella di Luigi, che in un disperato tentativo di aggrapparsi ai ricordi di una gioventù passata finisce per prendere parte all'occupazione di una scuola (lo storico liceo Mamiani di Roma). Il parallelismo con Come te nessuno mai di Muccino è un piccolo capolavoro citazionista. Quanti trentenni di oggi provano nostalgia per quel particolare momento della loro vita, e quanti ne colgono adesso le contraddizioni? Più in generale, il film è permeato di citazioni che appaiono naturali, senza che ci sia la percezione di un pretestuoso aggrapparsi ad esse. Le referenze fanno sorridere, a tratti ridere e allo stesso tempo fanno fare i conti con la consapevolezza che non si è più così giovani. In questo senso diventano geniali il rallenty alla festa (una citazione della "grande bellezza", forse?), e la disperazione di Matteo che "non riesce più a farsi le canne". Il film coglie con ironia tagliente anche i tentativi sgangherati della generazione precedente, cinquantenni e sessantenni, di comprendere e di fare propria l'invasione tecnologica di questi anni. Il padre di Matteo, che mette le foto della cena su Instagram e si trasferisce a Berlino per fare il regista, o il corso di Luigi sull'uso di Facebook alla stazione di polizia ne sono esempi eccellenti. Luca Vecchi mostra di saper usare con maestria la macchina da presa in un contesto cinematografico, e questo un ottimo risultato per una persona che ha cominciato a fare video per gioco. La mia speranza è che il film venga riscoperto nei prossimi anni, magari quando sarà disponibile in streaming su internet. Può darsi che sia necessario ancora un po' di tempo perché i trentenni raccontati nel film abbiamo "voglia" di riconoscercisi.
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en_rov
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lunedì 20 giugno 2016
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deludente per metà
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Le mie aspettative erano alte, essendo un grande fan dei lavori dei The Pills su YouTube, e speravo che il grande schermo avrebbe dato a Di Capua il mezzo per realizzare qualcosa di ancora migliore.
Tuttavia, il film ha un inizio difficoltoso, molte parti della prima metà di film non funzionano, e servono quasi la funzione di pretesto per la seconda metà. La comicità del trio funziona egregiamente nel formato da 20/30 minuti di YouTube, mentre sul grande schermo gli scambi di battute suonano annacquati, vi sono molti intermezzi musicali che alla lunga annoiano, mentre la serie originale faceva dei dialoghi e della recitazione il suo punto di forza, e anche per questo aveva successo, almeno per quanto mi riguarda.
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Le mie aspettative erano alte, essendo un grande fan dei lavori dei The Pills su YouTube, e speravo che il grande schermo avrebbe dato a Di Capua il mezzo per realizzare qualcosa di ancora migliore.
Tuttavia, il film ha un inizio difficoltoso, molte parti della prima metà di film non funzionano, e servono quasi la funzione di pretesto per la seconda metà. La comicità del trio funziona egregiamente nel formato da 20/30 minuti di YouTube, mentre sul grande schermo gli scambi di battute suonano annacquati, vi sono molti intermezzi musicali che alla lunga annoiano, mentre la serie originale faceva dei dialoghi e della recitazione il suo punto di forza, e anche per questo aveva successo, almeno per quanto mi riguarda.
Le citazioni cinematografiche sono onnipresenti, e sono sempre appropriate, ma a mio avviso in questo formato non possono salvare un contenuto che da sè non funziona. E' possibile che questo cambio di direzione sia una scelta, ma per il momento non convince del tutto. Le mie aspettative erano di un episodio più variegato e complesso, con trama arguta e scambi di battute significativi, che rimangono impressi allo spettatore. Invece, quello che ci si trova davanti è un lungo cazzeggiare e ripetersi dei personaggi, che alla lunga stanca, e lascia insoddisfatti. Spero che in futuro i The Pills trovino nuovamente l'ispirazione, e ripetano il successo che hanno avuto in rete.
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clavil
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sabato 6 febbraio 2016
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il "clerks" di roma anni 2000
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Premetto che, nonstante io sia decisamente grandicello per immedesimarmi in un film di 30enni dall'alto della quarantina appena passata, il mio giudizio è di parte perchè trovo che gli spunti del terzetto romano siano sempre originali e fuori dagli schemi, e che dietro una parvenza di comicità un po' sgangherata da web serie ci sia in realtà una grande capacità di usare un linguaggio "cinematografico" nuovo, che magari proprio per questo può risultare indigesto al primo contatto. Tuttavia devo dire che ho riso, ho riso di gusto e allo stesso tempo ho trovato una grande pulizia nel trasmettere le sensazioni e, perchè no, anche le paure che contraddistinguono i trentenni di oggi, costretti a trovare una nuova strada tra i modelli trasmessi dalle famiglie e una realtà che non permette di realizzarli in alcun modo.
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Premetto che, nonstante io sia decisamente grandicello per immedesimarmi in un film di 30enni dall'alto della quarantina appena passata, il mio giudizio è di parte perchè trovo che gli spunti del terzetto romano siano sempre originali e fuori dagli schemi, e che dietro una parvenza di comicità un po' sgangherata da web serie ci sia in realtà una grande capacità di usare un linguaggio "cinematografico" nuovo, che magari proprio per questo può risultare indigesto al primo contatto. Tuttavia devo dire che ho riso, ho riso di gusto e allo stesso tempo ho trovato una grande pulizia nel trasmettere le sensazioni e, perchè no, anche le paure che contraddistinguono i trentenni di oggi, costretti a trovare una nuova strada tra i modelli trasmessi dalle famiglie e una realtà che non permette di realizzarli in alcun modo. La risposta dei The Pills, sta in un nichilismo leggero, fatto di caffè e sigarette (sigarette?) intorno a un tavolo, di ritmi rallentati e accelerazioni improvvise, il tutto condito da battute lapidarie e, per chi scrive, esilaranti e citazioni della cinematografia buonista dei film dell'Italia di fine secolo scorso, presa in giro senza pietà. La regia è adeguatissima al soggetto, Vecchi fa un bel passo avanti girando su spazi più ampi rispetto alle quattro mura cui ci ha abituato e la recitazione di Corradini e di Capua, da alcuni criticata in quanto ritenuta non in linea con il prodotto, è invece una chiave importante per la riuscita delle trovate comiche del film, dove "caricare" in maniera eccessiva alcune battute serve proprio a farle arrivare a bersaglio, rinunciando all'aiuto di una sceneggiatura complicata o al ricorso alla tecnica della Laura Morante di turno (con tutto il rispetto per la Morante, che però qui sarebbe totalmente fuori contesto) che avrebbero snaturato completamente il film. Per me, senza aspirare alla perfezione, il film ricorda la sensazione che mi ha lasciato Clerks di Kevin Smith quando uscì nei cinema quasi di nascosto per poi esplodere nell'home video e nei passaggi televisivi. Adesso la palla sta a Valsecchi, se riuscirà a capire il messaggio che questi tre trentenni ci lasciano con quest'ora e mezza di risate sincere e riuscirà a valorizzarlo sulle piattaforme web; grazie per le risate e, se potete, andateli a vedere al cinema con i vostri migliori amici, vedrete che vi riconoscerete anche se avete qualche anno in più.
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no_data
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venerdì 29 gennaio 2016
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si.
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Si, apprezzo molto i The Pills e la loro comicità e si, non ho molta voce critica in capitolo, sapendo poco riguardo gli aspetti puramente tecnici del cinema, ma a me il film è piaciuto. Per due motivi, innanzitutto: fa ridere, e non fa ridere solo i loro coetaneii, ma anche ragazzi della mia generazione (che è quella successiva), che quindi non si riconoscono in una sorta di "manifesto generazionale", come è stato definito il film e fa pensare, fa pensare tutti, davvero, riguardo tanti aspetti della nostra quotidianità, ci fa pensare mettendoci in ridicolo, che non è altro che lo scopo ultimo della commedia, mettere in scena la realtà, in cui lo spettatore si riconosca, ma facendolo risultare ridicolo e rivelando i limiti nei quali si crogiola ogni giorno, dal padre di Matteo che mette le foto del piatto su Instagram e si atteggia a giovane all'inerzia morale che pervade i trentenni raffigurati perfettamente dai tre protagonisti abituati alla sveglia alle 11.
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Si, apprezzo molto i The Pills e la loro comicità e si, non ho molta voce critica in capitolo, sapendo poco riguardo gli aspetti puramente tecnici del cinema, ma a me il film è piaciuto. Per due motivi, innanzitutto: fa ridere, e non fa ridere solo i loro coetaneii, ma anche ragazzi della mia generazione (che è quella successiva), che quindi non si riconoscono in una sorta di "manifesto generazionale", come è stato definito il film e fa pensare, fa pensare tutti, davvero, riguardo tanti aspetti della nostra quotidianità, ci fa pensare mettendoci in ridicolo, che non è altro che lo scopo ultimo della commedia, mettere in scena la realtà, in cui lo spettatore si riconosca, ma facendolo risultare ridicolo e rivelando i limiti nei quali si crogiola ogni giorno, dal padre di Matteo che mette le foto del piatto su Instagram e si atteggia a giovane all'inerzia morale che pervade i trentenni raffigurati perfettamente dai tre protagonisti abituati alla sveglia alle 11.45 e sbigottiti di fronte all'offerta di un lavoro full-time. Riconosco che sicuramente questo film possa essere apprezzato maggiormente da coloro che sono già abituati alla grettezza e alla spontaneità dei The Pills, da coloro che sanno già cosa aspettarsi da Luca, da Luigi e da Matteo, e che il dialetto romano limiti la comprensione a livello nazionale di ogni sfaccettatura della loro comicità. Ma penso che in un prodotto finito ogni ingrediente sia fondamentale, anche il più deprecabile, e nella ricetta dei The Pills il dialetto non potrebbe assolutamente mancare. Quindi all'Italia che osanna e spende (superando ogni record) per comici qualunquisti e ripetitivi, io consiglierei "Sempre meglio che lavorare", non solo perchè i suoi fautori hanno lavorato davvero bene e hanno rischiato davvero molto, ma perchè ridere di sè stessi aiuta anche a guardarsi da diversi punti di vista, e quello amaro e grottesco dei The Pills potrebbe illuminarvi.
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edmondomariorenzi
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domenica 24 gennaio 2016
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"the pills" nuove emozioni del cinema italiano.
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Uscito dalla sala sono stato con un senso di malinconia che tutt'ora mi pervade,della serie "dopo questo mi devo solo spará in bocca".
Complimenti per il film,la regia e i piani sequenza sono davvero bellissimi,hanno del notevole,i The Pills hanno saputo usare i colori nel modo giusto,la regia è stata quasi impeccabile,si nota la produzione e il cambio di regia in un formato digitale di nuova generazione e la cosa non dispiace affatto seppure la cerchia dei fan di questi ragazzacci non vi fosse abituata.
Per quanto riguarda la recitazione,Luigi Di Capua ha dato il meglio di sè,certo,forse un pò esagerato nella scena after kebab con il regazzino che "je chiede la zizza" dandogli del lei,però tutto sommato ci sta,Luca Vecchi lascia il suo tocco che rende il film cugino del vostro video su YouTube "The Game(Love Story)" (che per altro consiglio a tutti di vedere) e Matteo Corradini, che a dirla tutta non da del suo meglio nell'interpretazione,ma completa il film affacciando la spettatore su un altro lato fondamentale della crisi di mezz'età,ovvero quella VERA.
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Uscito dalla sala sono stato con un senso di malinconia che tutt'ora mi pervade,della serie "dopo questo mi devo solo spará in bocca".
Complimenti per il film,la regia e i piani sequenza sono davvero bellissimi,hanno del notevole,i The Pills hanno saputo usare i colori nel modo giusto,la regia è stata quasi impeccabile,si nota la produzione e il cambio di regia in un formato digitale di nuova generazione e la cosa non dispiace affatto seppure la cerchia dei fan di questi ragazzacci non vi fosse abituata.
Per quanto riguarda la recitazione,Luigi Di Capua ha dato il meglio di sè,certo,forse un pò esagerato nella scena after kebab con il regazzino che "je chiede la zizza" dandogli del lei,però tutto sommato ci sta,Luca Vecchi lascia il suo tocco che rende il film cugino del vostro video su YouTube "The Game(Love Story)" (che per altro consiglio a tutti di vedere) e Matteo Corradini, che a dirla tutta non da del suo meglio nell'interpretazione,ma completa il film affacciando la spettatore su un altro lato fondamentale della crisi di mezz'età,ovvero quella VERA.
Ottima scelta delle colonne sonore,non banali,una scelta che sembra essere stata fatta per non imborghesire il film e renderlo un pò indie(altro fattore comune all'episodio sopra citato) cercando di discostarsi comunque dallo stampo della produzione di Valsecchi.
Trasmettete quell'amarezza dei 30 anni(remembering the famous "pretrentesimo") che ti porta comunque o a prendere le redini in mano della tua vita o a un'inesorabile depressione che spesso ci si scrolla di dosso prima dei 30 cercando un lavoro giusto per dare alla mente altro a cui pensare e magari avere meno tempo per guardarsi allo specchio con le rughette che affioriscono,facendo del lavoro una vera e propria droga per non perdere il senno.
É una novità,un mix di scelte di regia e sceneggiatura spontanee e a volte ben pensate (riferimento alle citazioni cinematografiche).
Sperando che questi ragazzi talentuosi abbiano altri film in mente,auguriamo a loro di regalarci ancora emozioni sul grande schermo,ma farebbe strano un altro film su di loro che interpretano se stessi,quasi con la certezza che per ora abbiano dato abbastanza sotto questo fronte.
P.S. : La scena della bicicletta ricorda molto la medesima scena in "Chiedimi se sono felice" di Aldo,Giovanni e Giacomo.
Mitici.
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pacana'
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martedì 26 gennaio 2016
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fa ridere. che altro bisogna dire?
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Il film fa fare molte risate, franche e rumorose. L’ironia è intelligente, la comicità mai banale, e già il primo fotogramma ci mostra un'idea originale. Per me, questo basta e avanza per farne un film che non solo va visto, ma che è una rarità nel cinema comico contemporaneo (anche straniero: altro che Apatow…).
Come si sa, non ha la tessitura compiuta di un film “vero”; è inevitabile, quindi, che abbia dei momenti di stasi. Ma in questo è l’erede di tanti film d’esordio di comici, tipo Ricomincio da Tre (intendiamoci, non è che voglio paragonarli a Troisi…), Un Sacco Bello, Cado dalle Nubi, ecc. ecc.. E non è che si rida di meno rispetto ai rinomati film che ho citato! Comunque, mi sono a volte domandato quale sia il senso di recensire, come se fosse un film “vero”, un film meramente comico come quelli che ho ricordato: oltre a dire se la comicità è intelligente oppure scontata (ma anche qui si rischia di cadere nel gusto soggettivo.
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Il film fa fare molte risate, franche e rumorose. L’ironia è intelligente, la comicità mai banale, e già il primo fotogramma ci mostra un'idea originale. Per me, questo basta e avanza per farne un film che non solo va visto, ma che è una rarità nel cinema comico contemporaneo (anche straniero: altro che Apatow…).
Come si sa, non ha la tessitura compiuta di un film “vero”; è inevitabile, quindi, che abbia dei momenti di stasi. Ma in questo è l’erede di tanti film d’esordio di comici, tipo Ricomincio da Tre (intendiamoci, non è che voglio paragonarli a Troisi…), Un Sacco Bello, Cado dalle Nubi, ecc. ecc.. E non è che si rida di meno rispetto ai rinomati film che ho citato! Comunque, mi sono a volte domandato quale sia il senso di recensire, come se fosse un film “vero”, un film meramente comico come quelli che ho ricordato: oltre a dire se la comicità è intelligente oppure scontata (ma anche qui si rischia di cadere nel gusto soggettivo...), oppure evidenziare se è un umorismo legato a un certo ambiente (tipo: “lo può apprezzare solo un ebreo”), che altro serve? Come si fa a recensire “scientificamente”, che so, Hollywood Party, o Prendi i Soldi e Scappa? Mi pare che si rischi solo di fuorviare, puntando il focus su elementi che non c’entrano molto con quello che davvero conta, e cioè se ci si diverte o no…
Magari la comicità del film non è a carattere “universale”, essendo in parte legata sia al luogo in cui è ambientato (Roma), sia al tempo attuale. E magari è meglio conoscere i film che in qualche scena vengono citati. Però non dubito che possa essere apprezzato più o meno pienamente anche da un torinese o da un palermitano…
Il suo pubblico non è quello dei ragazzini (come potevo pensare io che non li avevo mai conosciuti sul web), ma quello dei giovani adulti (o degli adulti giovani). Vabbeh, il mio personale parere l’ho esposto, parlando anche troppo….
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[+] ma serio?
(di akirak)
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