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dandy
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lunedì 13 marzo 2017
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buono.
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Che questo remake non potesse essere all'altezza dell'originale era scontato,ma Fuqua lo dirige con sufficiente mestiere e professionalità.Aggiorna la trama sostituendo i campesinos con gli abitanti di una cittadina in un west anonimo,e fornisce una motivazione a Chilsom per combattere Bogue(rivelata solo nel finale).Le sparatorie sono molto ben filmate(per quanto lungo lo scontro definitivo riesce a non essere troppo eccessivo)e il cast fa il suo dovere,anche se ovviamente regge solo in parte il confronto con i 7 del primo film.In effetti il risultato più che al film di Struges rimanda agli spaghetti western per personaggi ed iconografia,e a "Django unchained" per il protagonista e l'atmosfera generale(ma facendo a meno degli eccessi sanguinosi).
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Che questo remake non potesse essere all'altezza dell'originale era scontato,ma Fuqua lo dirige con sufficiente mestiere e professionalità.Aggiorna la trama sostituendo i campesinos con gli abitanti di una cittadina in un west anonimo,e fornisce una motivazione a Chilsom per combattere Bogue(rivelata solo nel finale).Le sparatorie sono molto ben filmate(per quanto lungo lo scontro definitivo riesce a non essere troppo eccessivo)e il cast fa il suo dovere,anche se ovviamente regge solo in parte il confronto con i 7 del primo film.In effetti il risultato più che al film di Struges rimanda agli spaghetti western per personaggi ed iconografia,e a "Django unchained" per il protagonista e l'atmosfera generale(ma facendo a meno degli eccessi sanguinosi).I difetti principali sono due:l'eccessiva semplificazione della trama,incentrata perlopiù sul raggruppamento dei 7 e lo scontro finale(malgrado duri di più del prototipo sembra fin troppo sbrigativo)e l'overdose di political correct:oltre al protagonista afroamericano c'è la donna ovviamente capace di sparare,un'asiatico e un nativo.Un tantino eccessivo.Ma poteva andare peggio visti i tempi.Non indispensabile ma piacevole.Il mitico motivo di Elmer Bernstein si sente solo sui titoli di coda.
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lgiulianini
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lunedì 6 febbraio 2017
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alla scoperta dell'uomo del west
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Ho molto apprezzato questo lavoro di Antoine Foqua, che non considero solo un ottimo remake del più noto lavoro di John Sturges comunque del 1960, ma qualcosa di nuovo e con motivazioni diverse da offrire allo spettatore che il puro intrattenimento seppur di livello, animato soltanto dalle sottomotivazioni della valorizzazione del senso dell'onore, del coraggio disinteressato e dell'amicizia virile.
Foqua ci offre uno spaccato umano e sociale dell'America post guerra civile, ancora per molti versi allo sbando, epoca in cui molti cercano una ricollocazione, e su tutto e tutti aleggia ancora un clima di violenza, un senso di vendetta e di precarietà che partendo dai singoli, si comunica a comunità intere, spesso piccoli e scalcinatissimi avamposti di una frontiera ancora poco definita, popolati da uomini sudaticci e sempre pronti a sfoderare le armi, paesuncoli con negozietti scalcinatissimi che trasudano assolati polveroni, ma con sempre in piena evidenza il becchino (a volte con tanto di salma del criminale di turno esposta), ed il saloon con annesso immancabile bordello.
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Ho molto apprezzato questo lavoro di Antoine Foqua, che non considero solo un ottimo remake del più noto lavoro di John Sturges comunque del 1960, ma qualcosa di nuovo e con motivazioni diverse da offrire allo spettatore che il puro intrattenimento seppur di livello, animato soltanto dalle sottomotivazioni della valorizzazione del senso dell'onore, del coraggio disinteressato e dell'amicizia virile.
Foqua ci offre uno spaccato umano e sociale dell'America post guerra civile, ancora per molti versi allo sbando, epoca in cui molti cercano una ricollocazione, e su tutto e tutti aleggia ancora un clima di violenza, un senso di vendetta e di precarietà che partendo dai singoli, si comunica a comunità intere, spesso piccoli e scalcinatissimi avamposti di una frontiera ancora poco definita, popolati da uomini sudaticci e sempre pronti a sfoderare le armi, paesuncoli con negozietti scalcinatissimi che trasudano assolati polveroni, ma con sempre in piena evidenza il becchino (a volte con tanto di salma del criminale di turno esposta), ed il saloon con annesso immancabile bordello.
La violenza e la precarietà sembrano respirarsi e toccarsi con mano nel villaggio di Rose Creek, i cui abitanti stanno per essere scacciati dalle loro terre dal “magnate ladrone” Bartolomew Bogue, che ha scoperto l'oro nelle vicinanze ed intende impadronirsi della valle sloggiandone i contadini con la violenza, appunto.
Ma commette l'errore di uccidere a sangue freddo il marito di Emma Cullen, interpretata dalla bella e brava Haley Bennet, una donna che “ha le palle”, e che si mette subito alla ricerca di chi possa offrirle giustizia, non disdegnando “la vendetta”.
Sarà Sam Chisolm, un ex pistolero yankee che ora fa il delegato di giustizia e l'ufficiale di pace in sette stati, come ripete ogni volta agli stralunati sceriffi quando stende qualcuno, al limite il pizzicagnolo del borgo, sfoderando l'avviso di taglia sempre ripiegato nel panciotto. Sam è il primo frutto che incontriamo degli orrori seminati dalla guerra civile americana, mai sufficientemente indagati neanche dalla storiografia ufficiale: si è riciclato come uomo di legge, ma si vede chiaro che lascia una scia di sangue enorme dietro di sé, ed ha subito lui stesso un crimine atroce, che ha sterminato la sua famiglia, che vendicherà proprio uccidendo Bart Bogue, ma questa dinamica personale che Fouqua accenna solamente, verrà svelata pienamente alla fine del film, perciò lasciamo allo spettatore il piacere di scoprirla.
Perciò quando Sam Chisolm accetta l'incarico che Emma Cullen gli conferisce lo fa non solo perché “anche i contadini hanno diritto ad una vita”, o perché gli offrono non molto ma “tutto” quello che hanno per ottenere una speranza di sopravvivere, ma per pareggiare il conto con un torto feroce, subìto proprio qualche anno dopo la fine della guerra civile (1867), perpetrato da una banda di “grigi” (ex confederati) rinnegati , proprio al soldo di Bogue per rubare terre nel Kansas, accumulando enormi fortune ai danni degli inermi, perché “Dio non le avrebbe create pecore, se non volesse che li tosassimo”.
Chissà quante fortune furono accumulate così, utilizzando bande di rinnegati che non deposero mai le armi da una parte e dall'altra, e batterono la frontiera seminando sangue per decenni al soldo soltanto di chi li pagasse di più. Di questa temperie di incertezza e di violenza sono permeati tutti i personaggi: Goodnight Robichaux ed il suo socio orientale, che si guadagnano da vivere improvvisando duelli non cruenti (quasi), a base di scommesse, il giocatore Faraday che sbarca il lunario sui tavoli da gioco, il ricercato Vazquez, che accetta di partecipare all'impresa con la promessa che Chisolm non lo ricercherà più, il cacciatore di scalpi permeato di religiosità veterotestamentaria interpretato dall'ottimo Vincent d'Onofrio, che ha sulle spalle la fama di avere ucciso e scalpato 300 indiani crows però, ed accetta perchè ha bisogno di una nuova storia da vivere essendo ormai disoccupato dopo la chiusura degli indiani nelle riserve, il giovane e letale guerriero Comanche scacciato dagli anziani della sua tribù, che rimasto solo non sa di fatto ormai più dove andare.
Una umanità raccogliticcia e provvisoria quindi, con alle spalle ciascuno la sua violenza, e che si unisce per aiutare una popolazione inerme altrimenti preda del più violento di tutti, il capitalista in pectore che si arricchisce rubando ed uccidendo il prossimo, mossa più dal caso e dal bisogno di appartenere finalmente a qualcosa di utile, mettendo a tacere per un momento incubi, orrori subiti ed inferti, e finalmente smetterla almeno per un attimo di “non sapere dove andare”, a rischio anche di morirne.
Foqua ci regala quindi un ritratto dell'uomo del West com'era realmente per lo meno negli anni compresi tra il 1860 ed il 1890 in molti stati del sud ovest, dal New Mexico alla California almeno, al di là di retoriche patriottarde o superomismi fumettari: un uomo solo, sporco e sudato, sopravvissuto ad una guerra che aveva distrutto corpi e sfracellato spiriti, pronto ad ogni violenza pur di dare un senso ad una vita senza alcuna direzione. Sotto il profilo attoriale sono tutti bravi, ma spicca come sempre il carisma maturo di Denzel Washington, che meriterebbe il secondo oscar questa volta da protagonista, fotografia incantevole, commento musicale secondo me adeguato alle scene, sceneggiatura in grado di regalare molti momenti di emozione senza mai esagerare o forzare i toni. Non credo si possa chiedere di più ad un film.
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[+] ho dimenticato le stellineeeeeeeee
(di lgiulianini)
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liuk!
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venerdì 27 gennaio 2017
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buono il cast
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Difficile fare un remake di un western, soprattutto di uno dei capisaldi del genere, in quanto sono film che utilizzano poco gli effetti speciali e si basano su sguardi e musica. Complessivamente, quindi, se pur non serviva rifare i Magnifici Sette, bisogna ammettere che questa nuova versione è interessante ed avvicente, senza comunque nulla aggiungere al plot originale.
Consigliato soprattutto ai più giovani che vogliono vedere un capolavoro interpretato da un cast moderno (e che cast!).
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gustibus
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venerdì 6 gennaio 2017
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un rifacimento...di classe!
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Finalmente ho visto un rifacimento...un remake...come volete..di alta classe.QUESTO e'vedere un bellissimo film...si E'VERO manca la musica che nel 1960 aveva fatto storia...ma le colonne sonore degli ultimi 5anni sono molto scarse anche nei film di punta!...ATTORI tutti bravi...purtroppo il genere western e'fuori tema da molto tempo..ma qui siamo al film che.l'impossibile dire che e'brutto...anzi oso dire che E'TRA i PIU'BELLI del 2016...DA noi passato quasi innoservato...NN era x famiglie vero?...i bimbi hanno "oceania" e noi abbiamo un ottimo film e scappiamo!?...negli usa almeno i 120 milioni $ li ha superati...grande "fuqua".. grande.." Denzel w.
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Finalmente ho visto un rifacimento...un remake...come volete..di alta classe.QUESTO e'vedere un bellissimo film...si E'VERO manca la musica che nel 1960 aveva fatto storia...ma le colonne sonore degli ultimi 5anni sono molto scarse anche nei film di punta!...ATTORI tutti bravi...purtroppo il genere western e'fuori tema da molto tempo..ma qui siamo al film che.l'impossibile dire che e'brutto...anzi oso dire che E'TRA i PIU'BELLI del 2016...DA noi passato quasi innoservato...NN era x famiglie vero?...i bimbi hanno "oceania" e noi abbiamo un ottimo film e scappiamo!?...negli usa almeno i 120 milioni $ li ha superati...grande "fuqua".. grande.." Denzel w.Assolutamente da vedere e....non fate i difficili...stavolta CE'UN top-film!!!!!
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nalipa
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lunedì 12 dicembre 2016
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insomma.....
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Washington, su tutti, magnificamente doppiato dal nostro Pannofino.
Un film di intrattenimento puro, discreto l'intero cast. Carente la colonna sonora, ma dignitoso.
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andrea giostra
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domenica 16 ottobre 2016
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ottimo remake con un washington bravissimo!
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Grandissimo il regista statunitense Antoine Fuqua, riconosciuto dalla grande macchina cinematografica hollywoodiana, oramai, come uno dei migliori registi del mondo occidentale per fantastici e coinvolgenti Film d'Azione: “Southpaw - L'ultima sfida” (2015); “The Equalizer - Il Vendicatore” (2014); “Attacco al potere - Olympus Has Fallen” (2013), solo per citarne alcuni!
Bravissimi gli sceneggiatori John Lee Hancock e Nic Pizzolatto: il primo diventato famosissimo per la regia del bellissimo film prodotto da Walt Disney Pictures “Saving Mr.
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Grandissimo il regista statunitense Antoine Fuqua, riconosciuto dalla grande macchina cinematografica hollywoodiana, oramai, come uno dei migliori registi del mondo occidentale per fantastici e coinvolgenti Film d'Azione: “Southpaw - L'ultima sfida” (2015); “The Equalizer - Il Vendicatore” (2014); “Attacco al potere - Olympus Has Fallen” (2013), solo per citarne alcuni!
Bravissimi gli sceneggiatori John Lee Hancock e Nic Pizzolatto: il primo diventato famosissimo per la regia del bellissimo film prodotto da Walt Disney Pictures “Saving Mr. Banks” (2014); il secondo, famoso per aver scritto la sceneggiatura di due eccellenti Film noti al grande pubblico, “True Detective” (2014) e “The Killing” (2011).
Quando si inizia a lavorare ad un Western Remake, che ha fatto la storia del Cinema hollywoodiano, con una squadra di tale fattura, è veramente difficile che si possa creare un “Film-Flop”!
In verità il Film è bellissimo, e riesce, con estrema ed efficiente maestria, a tenere incollati alla poltrona gli spettatori per i suoi apparentemente lunghi 133 minuti di proiezione e di scene che si susseguono ad un ritmo intelligente ed estremamente empatico. È un Film Western d'Azione, e l'obiettivo viene raggiunto con estrema efficacia: lo spettatore ne rimane soddisfatto, coinvolto e sedotto!
La Fotografia, anche quella, del maestro italo-americano Mauro Fiore, è bellissima e molto realista: i paesaggi si gustano come un frutto prelibato appena raccolto; così come le musiche di James Horner e Simon Franglen, che risultano perfettamente sintoniche e coerenti con la sceneggiatura, con la regia, e con la successione incalzante delle scene d'Azione.
Il Cast di attori è per lo più composto da fedelissimi di Fuqua e da attori new entry della cerchia del regista, che recitano la parte brillantemente: Denzel Washington, Chris Pratt, Ethan Hawke, Vincent D'Onofrio, Lee Byung-Hun, Manuel Garcia Rulfo, Martin Sensmeier, Haley Bennett, Matt Bomer, Peter Sarsgaard, Luke Grimes, Wagner Moura, Billy Slaughter, Jonathan Joss, Carrie Lazar.
Il Film è imperdibile e non ha nulla da invidiare ai suoi “antenati”: anzi, li sovrasta a mani basse in brillantezza e ritmo!
Breve Sinossi:
Il Film racconta del cattivo e perfido Bartholomew Bogue (Peter Sarsgaard), che a tutti i costi vuole impossessarsi, con l'arroganza e con la forza delle armi, di una bellissima valle ricca di miniere d'oro da scavare, Rose Creek, dove centinaia di indifesi e miti contadini vivono di sola agricoltura e pascolo. Dopo le minacce e gli incomprensibili omicidi iniziali del cattivo di turno Sarsgaard, una delle vedove della strage, Emma Cullen (Haley Bennett) assolda lo spietato Sam Chisolm (Denzel Washington), funzionario della Giustizia Statunitense, perché venga fatta giustizia e i contadini possano riprendersi le loro terre.
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dhany coraucci
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giovedì 13 ottobre 2016
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7 magnifici in tutti i sensi
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Che siano magnifici non c’è alcun dubbio. Mai vista una squadra di outsiders tribolati e dall’alterna fortuna così simpatici e affascinanti. Tutti sono bellissimi, a cominciare dal mitico Denzel, a mio parere l’attore più elegante e carismatico di Hollywood che qui torna con il suo personaggio ombroso e leale, a farsi portavoce di una giustizia che premia i deboli e mortifica i forti, come è accaduto solo in un certo cinema innocente del passato. Ma anche Chris Pratt non gli è da meno, in tutti i sensi, una bellissima canaglia dal cuore d’oro che lo affianca e lo sostiene e vogliamo, poi, parlare di Ethan Hawk? Anche lui si è imbellito con la vecchiaia e la parte del bastardo che si redime è proprio nelle sue corde.
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Che siano magnifici non c’è alcun dubbio. Mai vista una squadra di outsiders tribolati e dall’alterna fortuna così simpatici e affascinanti. Tutti sono bellissimi, a cominciare dal mitico Denzel, a mio parere l’attore più elegante e carismatico di Hollywood che qui torna con il suo personaggio ombroso e leale, a farsi portavoce di una giustizia che premia i deboli e mortifica i forti, come è accaduto solo in un certo cinema innocente del passato. Ma anche Chris Pratt non gli è da meno, in tutti i sensi, una bellissima canaglia dal cuore d’oro che lo affianca e lo sostiene e vogliamo, poi, parlare di Ethan Hawk? Anche lui si è imbellito con la vecchiaia e la parte del bastardo che si redime è proprio nelle sue corde. Sono solo i primi 3, di magnifici ce ne sono ancora quattro (non vi dico il misterioso, sensualissimo lanciatore di coltelli giapponese!), o meglio tre, l’ultimo è laido e grasso (Vincent D’Onofrio) ma ci si affeziona anche a lui. Fuqua che ha sempre dato un gran ritmo ai suoi film qui si misura con spettacolari sparatorie e benché utilizzi la tecnica veloce e adrenalinica di un modernissimo action-movie non disdegna il classico western di tanto tempo fa, infatti le pistole tra le dita dei pistoleri fanno parecchie giravolte prima di infilarsi perfettamente nella leggendaria fondina ed è vero che tra le sue inquadrature sfila un po’ tutto il Far West, non solo quello di John Sturges, ma anche quello di Sergio Leone, tuttavia lo spirito con il quale il film si conclude a me ha ricordato il mio western preferito Butch Cassidy, con la gioiosa malinconia dei cowboy solitari che vincono tutte le sfide tranne quella con i propri demoni.
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domenico astuti
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martedì 11 ottobre 2016
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nessuna novità sul western
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Giudizi più contrastanti non poteva ricevere questo I magnifici 7, da inguardabile ad ottimo remake, dal confronto con Tarantino a quello con John Sturges. Il vero problema di questo film guardabile è che non propone niente di nuovo nel panorama del western- action, tutto è già visto, tutto prevedibile e non c’è nemmeno l’idea di omaggiare un genere cinematografico che tanto ha dato. Se poi si confrontano gli attori, pur bravi, ma con poco carisma, con gli attori del precedente film come Steve McQueen, Charles Bronson, James Coburn o Eli Wallach, allora questo film diventa piccolo piccolo, anche perché non c’è nemmeno il tentativo di psicologizzare i caratteri e far interagire con gli altri i sette protagonisti.
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Giudizi più contrastanti non poteva ricevere questo I magnifici 7, da inguardabile ad ottimo remake, dal confronto con Tarantino a quello con John Sturges. Il vero problema di questo film guardabile è che non propone niente di nuovo nel panorama del western- action, tutto è già visto, tutto prevedibile e non c’è nemmeno l’idea di omaggiare un genere cinematografico che tanto ha dato. Se poi si confrontano gli attori, pur bravi, ma con poco carisma, con gli attori del precedente film come Steve McQueen, Charles Bronson, James Coburn o Eli Wallach, allora questo film diventa piccolo piccolo, anche perché non c’è nemmeno il tentativo di psicologizzare i caratteri e far interagire con gli altri i sette protagonisti. Quasi come se guardassero solo la punta del proprio naso e la pistola, come e tutto fosse stato già detto e analizzato. Unico distinguo dal precedente e dal genere è che il capobranco è un nero ( Denzel Washington ), ha una morale e porta con sé le conseguenze della violenza forse anche razzista; come il personaggio femminile che prende spazio e non resta solo una bella donna di contorno, forse pretestuoso è l’inserimento di un indiano apache disonorato dalla sua tribù e un orientale che sembra troppo civilizzato e consapevole per trovarsi nel selvaggio west. Il cattivo, poi, è così cattivo ma anche così sfocato nella narrazione che fa solo il malvagio e sembra rifarsi fragilmente ai personaggi dissociati emotivamente dei film di Tarantino o di Besson. Tuttavia se ci rechiamo alla visione senza grandi aspettative o pensando al confronto con il film di Sturges – tantomeno con il primo, originale, di Kurosawa – ci godiamo un film girato bene, senza pause e senza indugiare su morti e sulle sofferenze. Certo, tuttavia, noi continuiamo a preferire la lunga scena finale ( che indugia sugli ammazzamenti ) di Peckinpah de Il Mucchio Selvaggio piuttosto della prolungata ma veloce scena finale di questo film, ma sappiamo bene che il Cinema di Hollywood, e non solo di oggi, è spesso ossessionato dal politicamente corretto.
Un film che si fa vedere, con una buona regia, con belle scene di azione e un cast d’attori all’altezza. Un po’ meno interessante la sceneggiatura e la colonna sonora che risulta un po’ enfatica e lontana per efficacia da quella originale.
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dariotto
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martedì 11 ottobre 2016
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grandi i 7
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mi è piaciuto parecchio ,come western bellissimo ,pratt e la giovane vedova ,ma i finali lieti son sempre meno ,per chi ha nostalgia dei vecchi western è da non perdere
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opidum
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lunedì 10 ottobre 2016
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di questi tempi è oro colato
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il genere western è morto e sepolto da 30 anni e da alcuni commenti temevo che questo fosse un western spurio ( qualcuno ha detto cawboys and aliens ??) più vicino al genere comies che al western.
e invece è un western.
un buon western.
se vi manca il genere correte a vederlo.
il personaggio più riuscito è Vincent D'onofrio che interpreta un frate tack ma più letale e psicotico
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