frankbert
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venerdì 9 settembre 2016
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per un fan di bourne come me è dura ammetterlo...
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ma questa volta proprio non ci siamo. Il 4^ capitolo interpretato da Matt Damon convince poco, anche meno dello spin-off "The Bourne Legacy" con Jeremy Renner. Sono due i problemi principali: In primis la sceneggiatura, scritta dallo stesso Damon e dal regista Greengrass, in secondo luogo l'imbarazzante pochezza riguardo l'uso delle tecnologie informatiche. Era sicuramente difficile dare un degno seguito a "The Bourne Ultimatum" ma si poteva sicuramente fare di meglio. Bourne è alla deriva e continua a sopravvivere tra combattimenti illegali al confine greco-albanese e ricorrenti incubi sul suo passato. Ormai stanco di questa vita, durante un combattimento, sembra deciso a farla finita lasciandosi andare ai colpi dell'avversario di turno.
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ma questa volta proprio non ci siamo. Il 4^ capitolo interpretato da Matt Damon convince poco, anche meno dello spin-off "The Bourne Legacy" con Jeremy Renner. Sono due i problemi principali: In primis la sceneggiatura, scritta dallo stesso Damon e dal regista Greengrass, in secondo luogo l'imbarazzante pochezza riguardo l'uso delle tecnologie informatiche. Era sicuramente difficile dare un degno seguito a "The Bourne Ultimatum" ma si poteva sicuramente fare di meglio. Bourne è alla deriva e continua a sopravvivere tra combattimenti illegali al confine greco-albanese e ricorrenti incubi sul suo passato. Ormai stanco di questa vita, durante un combattimento, sembra deciso a farla finita lasciandosi andare ai colpi dell'avversario di turno. Improvvisamente però un volto amico compare tra la folla, si tratta di Niky Parson, ex della CIA e da tempo in fuga come Jason. Niky ha scoperto alcune cose sul passato di Jason ed in particolare sul padre di quest'ultimo. Da qui si dipana una storia fatta di ottimi inseguimenti, combattimenti e giri per il mondo che però non suppliscono all'esile trama. Per quanto riguarda il discorso tecnologico si parte subito con un'imbarazzate hackeraggio a base di "use sql to hack their database" e poi si va avanti con altre perle raccontate molto bene nel post di Devindra Hardavar sul sito engadget dot com dal titolo: "Jason Bourne is embarrassingly dumb about tech". Una citazione in ultimo alla social media company "Deep Dream" che, udite udite, annuncia una nuova piattaforma in grado di personalizzare la user experience basandola sulle preferenze degli utenti.... Un'occasione sprecata o forse meglio dire un sequel non necessario.
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themaster
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sabato 21 gennaio 2017
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bourne è tornato?
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Sono da sempre un estimatore della saga dedicata al personaggio di Jason Bourne,grazie alla sua modernità e alla sua capacità di coinvolgere e emozionare lo spettatore più attento con riflessioni intense sull'umanità di chi uccide seguendo gli ordini,o dei risultati di anni ed anni di supremazia delle organizzazioni di intelligence sui governi,tuttavia non tutto ciò che luccica è oro,infatti il primo film della serie,The Bourne Identity è un pasticcio che il regista non era stato in grado di gestire mentre i successivi due film della serie sono tra i migliori esponenti del genere action e di spionaggio,migliori di qualsiasi Skyfall o Mission Impossible di cui ci si ricordi.
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Sono da sempre un estimatore della saga dedicata al personaggio di Jason Bourne,grazie alla sua modernità e alla sua capacità di coinvolgere e emozionare lo spettatore più attento con riflessioni intense sull'umanità di chi uccide seguendo gli ordini,o dei risultati di anni ed anni di supremazia delle organizzazioni di intelligence sui governi,tuttavia non tutto ciò che luccica è oro,infatti il primo film della serie,The Bourne Identity è un pasticcio che il regista non era stato in grado di gestire mentre i successivi due film della serie sono tra i migliori esponenti del genere action e di spionaggio,migliori di qualsiasi Skyfall o Mission Impossible di cui ci si ricordi.
The Bourne Legacy a mio parere non è un brutto film ma capisco le critiche dei più.
Paul Greengrass mette in scena un film action molto contemporaneo e per tutta la sua durata si ha la sensazione che Jason Bourne non si trovi più a suo agio tra le miriadi di immagini satellitari,spionaggio sui social e le nuove leve della Central Intelligence Agency che non riescono quasi mai a mediare con le vecchie conoscenze.
Il principale difetto del film sta proprio nel fatto che non è possibile immedesimarsi più di tanto con le vicende narrate in quanto non viene offerto un'approfondimento al tutto abbastanza convincente,sia chiaro,il personaggio di Bourne è sempre al top,monolitico volutamente e più brutale del solito,Alicia Vikander riesce ad essere un antagonista borderline abbastanza carismatica ma il vero problema sono Tommy Lee Jones e Julia Styles,i quali hanno due ruoli altisonanti ma mentre il primo non riesce a colpire e risulta un cattivo piatto e monocorde al limite del fastidioso, la seconda riprende il ruolo di Nicki Parsons,tuttavia è sfruttata poco e male e le viene dato un epilogo a dire poco stupido e autoreferenziale.
Vincent Cassel è il solito cattivo muscolare e malgrado la sua età sfodera una prestanza fisica incredibile quindi tanto di cappello all'attore che non sembra voler perdere il proprio smalto.
Ciò per cui le persone apprezzano Jason Bourne,o quantomeno gli appassionati è l'impronta registica tanto di Greengrass quanto di Doug Liman che sono riusciti a trovare un'equilibrio tra le scene action e le scene più lente e qui il regista punta tutto sull'azione,tuttavia quando quest'ultima non è presente il film pecca in piattume,tuttavia la scena di Las Vegas è montata,girata e composta in maniera invidiabile,i combattimenti tra Jason e l'Asset sono sempre al cardiopalma e la colonna sonora sottolinea i vari momenti del film in maniera eccelsa.
La fotografia non è affatto male e soprattutto la scena ambientata in Grecia presenta dei contrasti cromatici e dei quadri veramente interessanti.
Jason Bourne è un film che vive di una doppia anima: da una parte ci sono le scene action ben realizzate da un Greengrass che mantiene il suo stile documentaristico e ipercinetico che però grazie ad un montaggio realizzato con tutti i crismi riesce a non risultare mai confusionaria e ogni combattimento,ogni inseguimento si comprende perfettamente,dall'altra parte abbiamo un film narrativamente abbastanza piatto che non riesce a convincere pienamente a causa di personaggi tagliati con l'accetta e antagonisti non sempre sulla cresta dell'onda. In ogni caso ci troviamo davanti ad un film action spionistico superiore alla media del genere,grazie ad una ricercatezza particolare delle inquadrature e delle immagini proposte e ad una realizzazione tecnica a tratti veramente interessante.
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marti1980
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martedì 27 dicembre 2016
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hai presente il film muto?
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In un contesto di analfabeti funzionali che non capiscono nemmeno quello che viene detto, leggere sguardi, movimenti, accenni, contesti emotivi sembra impensabile. Ho trovato Vikander eccezionale e Damon perfettamente calato nel personaggio, è Bourne, uno al quale hanno dato una nuova identità per deprivarlo e condurlo a fare il lavoro sporco che serve in un contesto di persone buoniste che non vogliono la responsabilità delle scelte ma ritengono d'avere il diritto assoluto alla libertà, basta che il terrorista di turno non l'abbia, Bourne non deve recitare un monologo shakespeariano, deve essere l'agente silenzioso, preciso, freddo e controllato che è stato programmato a essere. Il ruolo del suo silenzio è farci capire l'ipocrisia dei nostri tempi.
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In un contesto di analfabeti funzionali che non capiscono nemmeno quello che viene detto, leggere sguardi, movimenti, accenni, contesti emotivi sembra impensabile. Ho trovato Vikander eccezionale e Damon perfettamente calato nel personaggio, è Bourne, uno al quale hanno dato una nuova identità per deprivarlo e condurlo a fare il lavoro sporco che serve in un contesto di persone buoniste che non vogliono la responsabilità delle scelte ma ritengono d'avere il diritto assoluto alla libertà, basta che il terrorista di turno non l'abbia, Bourne non deve recitare un monologo shakespeariano, deve essere l'agente silenzioso, preciso, freddo e controllato che è stato programmato a essere. Il ruolo del suo silenzio è farci capire l'ipocrisia dei nostri tempi. La sicurezza che vogliamo ha un prezzo e si chiama libertà. L'approfondimento psicologico che dicono non ci sia invece lo si ricava dall'intera saga, incluso quel intermezzo con Renner. Sono persone fuori dal contesto che vedono il tutto in maniera globale sulla base del rischio/beneficio. La Vikander a tratti sembra crollare per calarsi nel ruolo della fidanzatina di Bourne, e invece è sempre e soltanto in scena per difendere gli interessi e ideali del suo personaggio. Bravissima doppiogiochista disposta a sporcarsi se questo le garantisce un vantaggio che tenga in piedi il suo modo di vivere la "sicurezza nazionale". Uniche due pecche: la scena dell'inseguimento a Las Vegas, surreale, anche se apprezzo che ci sia stato risparmiato il cliché delle auto che esplodono e la fotografia, un po meno curata, mi sono mancate quelle scene oscure dove sembra che stiamo sbirciando da sopra la spalla del personaggio che guarda il protagonista. Bestiale la scena di lotta tra i due, Damon e Cassel: apprezzo la fedeltà e coerenza con la quale hanno deciso di mostrare questi due personaggi fino alla fine. Non sono più agenti che si scontrano in missione, ma sono il loro dolore e sete di vendetta. Se raschiamo il fondo, un uomo è pur sempre una bestia. Forse sono troppo abituata alla narrativa cinese/giapponese, dove si dice meno ma si mostra tanto, per me è stato un eccellente epilogo.
Anzi! spero di vederlo ancora, adoro questo personaggio.
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beppelegro
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domenica 12 marzo 2017
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esplosione di azione
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Sono un fan della saga Bourne, quindi sicuramente sono di parte. A distanza di molti anni dall'Ultimatum di Bourne, questo quarto capitolo della saga vuole portare avanti la storia di Jason, ex agente della CIA e ora disertore che si è voltato contro la sua agenzia dopo aver perso la memoria. La pellicola è un susseguirsi di inseguimenti, esplosioni e combattimenti: il film non si ferma per un attimo nemmeno per dare il tempo al pubblico di respirare. Oltre al cast stellare, Matt Damon, Tony Lee Jones, Vincent Cassel e Alicia Vikander, i punti di forza del film sono molti. A mio avviso riuscire a mostrare continuità con l'ultimo film poteva rivelarsi la vera buccia di banana di questa produzione ma fortunatamente così non è stato.
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Sono un fan della saga Bourne, quindi sicuramente sono di parte. A distanza di molti anni dall'Ultimatum di Bourne, questo quarto capitolo della saga vuole portare avanti la storia di Jason, ex agente della CIA e ora disertore che si è voltato contro la sua agenzia dopo aver perso la memoria. La pellicola è un susseguirsi di inseguimenti, esplosioni e combattimenti: il film non si ferma per un attimo nemmeno per dare il tempo al pubblico di respirare. Oltre al cast stellare, Matt Damon, Tony Lee Jones, Vincent Cassel e Alicia Vikander, i punti di forza del film sono molti. A mio avviso riuscire a mostrare continuità con l'ultimo film poteva rivelarsi la vera buccia di banana di questa produzione ma fortunatamente così non è stato. La sceneggiatura e il montaggio sono buoni, l'interpretazione degli attori più che discreta e gli effetti speciali degni di nota. Nonostante la lunghezza della piccola, il film si vede con piacere per tutti coloro che amano il genere action all'ennesima potenza.
CONSIGLIATO PER GLI AMANTI DEL GENERE, SCONSIGLIATO PER CHI CERCA UN VERO THRILLER.
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marcopanattoni
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venerdì 2 settembre 2016
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un degno finale
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molto bello. Sono un fan della saga, ed il mio preferito è il secondo, quando dice alla figlia delle sue prime vittime "la consapevolezza cambia le cose". Rispetto agli altri tre, è stato "sminuito" l'aspetto "umano" di Jason Bourne (quando non butta via la foto di Marie dopo che è morta, quando appunto va ad incontrare a Mosca la figlia delle sue prime vittime) e non ci sono momenti nei quali, come nel secondo e nel terzo film, lui "rifiuta" di essere un sicario (quasi robot) perchè è un essere umano. Ma erano tematiche già sviscerate nei primi tre film. Questa è una resa dei conti. E viene spiegato tutto.
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molto bello. Sono un fan della saga, ed il mio preferito è il secondo, quando dice alla figlia delle sue prime vittime "la consapevolezza cambia le cose". Rispetto agli altri tre, è stato "sminuito" l'aspetto "umano" di Jason Bourne (quando non butta via la foto di Marie dopo che è morta, quando appunto va ad incontrare a Mosca la figlia delle sue prime vittime) e non ci sono momenti nei quali, come nel secondo e nel terzo film, lui "rifiuta" di essere un sicario (quasi robot) perchè è un essere umano. Ma erano tematiche già sviscerate nei primi tre film. Questa è una resa dei conti. E viene spiegato tutto. Perchè lui diventa Jason Bourne. Perchè lo hanno usato. Tutti i conti in sospeso vengono chiusi, di nuovo non viene capito che l'unica cosa da non fare a Jason Bourne è fare del male a qualcuno a cui lui vuole bene (...) o non lo fermano neanche i lanciagranate (questa parte del film all'inizio è molto scontata) ma il film è molto, molto bello. Matt Damon interpreta, con gli occhi tristi del personaggio, Jason Bourne splendidamente. Un super sicario triste. Un personaggio poetico. Non mi piace Cassel come attore, quindi il mio giudizio è viziato, avrei preferito un "cattivo" più giovane e più macho. La scena di Las Vegas con le auto è l'unica cosa che stona un pò, preferivo l'inseguimento a Mosca (più reale) ma nel complesso il film mi è volato via, è stato appassionante, bello, ho fatto il tifo per Jason dall'inizio alla fine ed il finale è giusto, dimostra ancora una volta che lui è il numero uno. Lo andrò a rivedere, di sicuro, come faccio con i film che mi sono davvero piaciuti
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