robert eroica
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lunedì 7 settembre 2015
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9 maggio
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#Venezia72 - Orizzonti
WEDNESDAY, MAJ 9
Teheran. A essere uomini troppo buoni in Iran non si e' visti proprio di buon grado. Ne sa qualcosa l'inserzionista di un annuncio che offre ai più' bisognosi un mucchio di soldi. Si presentano in tantissimi ma le più' tenaci sono due donne, la sua ex che ora vive con un marito disabile e una ragazza in rotta con la famiglia che non accetta il suo matrimonio. A chi andrà' il premio ? Anche qui storie di dolore e solitudine che si intrecciano in una cornice sociale in cui a resistere sono le logiche di clan e una cultura totalmente sessista. Di film cosi la cinematografia iraniana ne ha sfornati molti e quindi non si cerchi a tutti i costi la novità', ma il film tiene, ha un sicuro potere affabulatorio ed e' servito da interpreti in parte che rendono il naturalismo della messa in scena una cosa semplice.
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#Venezia72 - Orizzonti
WEDNESDAY, MAJ 9
Teheran. A essere uomini troppo buoni in Iran non si e' visti proprio di buon grado. Ne sa qualcosa l'inserzionista di un annuncio che offre ai più' bisognosi un mucchio di soldi. Si presentano in tantissimi ma le più' tenaci sono due donne, la sua ex che ora vive con un marito disabile e una ragazza in rotta con la famiglia che non accetta il suo matrimonio. A chi andrà' il premio ? Anche qui storie di dolore e solitudine che si intrecciano in una cornice sociale in cui a resistere sono le logiche di clan e una cultura totalmente sessista. Di film cosi la cinematografia iraniana ne ha sfornati molti e quindi non si cerchi a tutti i costi la novità', ma il film tiene, ha un sicuro potere affabulatorio ed e' servito da interpreti in parte che rendono il naturalismo della messa in scena una cosa semplice.
VOTO:6/7
Robert Eroica
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venerdì 16 dicembre 2016
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un mercoledì da vedere
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Gianni Quilici
“Il cinema iraniano non è più di moda” constatano con un certo compiacimento alcuni.
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Gianni Quilici
“Il cinema iraniano non è più di moda” constatano con un certo compiacimento alcuni. “Certo,” penso “perché molti l’hanno subita questa moda”. Il cinema iraniano è, invece, ancora vivo, basta vedere alcuni dei suoi film per rimanerne positivamente colpiti e, a volte, conquistati.
Come per questo film “Un mercoledì di maggio” diretto e interpretato da Vahid Jalilvand, di cui avevo letto alcune recensioni benevole, ma niente di più.
Mi sono imbattuto, invece, in un film notevole, dove la fattura realistica riesce a diventare simbolica, con una forza capace di parlare universalmente.
Infatti Un mercoledì di maggio si dipana attraverso una concatenazione di eventi che chiarificano approfondendoli i personaggi in gioco, utilizzando più punti di vista. Mi spiego.
Vediamo all’inizio, senza che sappiamo perché, una giovane donna con la sua bambina in mezzo a una grande folla, assemblata davanti ad un palazzo; e dopo poco un uomo viene accompagnato dagli agenti della polizia, tra la folla, dentro la loro macchina. Scopriamo successivamente la ragione di questo ammassamento: l’uomo, Jalal, aveva pubblicato il giorno precedente, su un quotidiano di Teheran, lo strano annuncio di voler donare una grossa somma di denaro ad un bisognoso. Ma chi è questo uomo? E perché vuole donare questa somma di denaro? Che rapporto ha avuto con questa donna, che rimane a aspettarlo fino alla sera? E la donna, che dilemmi presenta per avere bisogno di questi soldi?
Tutti questi interrogativi vengono svelati soltanto via via che il film procede. A questa vicenda, se ne aggiunge un’altra altrettanto drammatica, perché senza via d’uscita nella più intollerabile delle ingiustizie ed è ancora una donna giovanissima la vittima. E da ultimo una terza: anche il benefattore, per motivi diversi, ha le sue lacerazioni.
Vahid Jalilvand, oltre che un notevole attore, è un abile regista, ma anche uno sceneggiatore-scrittore capace di ideare una storia psicologicamente complessa, felicemente “montata”, perché lasciata aperta alla sorpresa della narrazione, che coglie vigorosamente il nesso tra le tragedie esistenziali delle protagoniste e la valenza sociale, e in ultima analisi politica, dei fatti. Già all’inizio l’uomo si trova, infatti, di fronte all’impossibilità di poter scegliere chi premiare economicamente tanti sono i casi disperati che ha appena iniziato a raccogliere.
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flyanto
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lunedì 27 giugno 2016
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il destino di due donne
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La pubblicazione di un annuncio su un quotidiano di Teheran è il fatto che determina la storia del film "Un Mercoledì di Maggio" causando molta confusione e molta speranza in tutti i cittadini iraniani che ne hanno letto il contenuto. L'annuncio in questione riguarda il fatto che un uomo benestante vuole donare la somma di 10.000 dollari a chi, tra la popolazione, ritiene averne più bisogno. Ovviamente ciò porta l'accorrere e l'ammassarsi nella piazza dove è stato reso noto l'incontro di moltissimi disperati: ognuno con una situazione particolare ed assai critica. Per il "benefattore" si rivela un compito assai arduo tanto più che ciò ha portato ad un grosso scompiglio tra la popolazione per la quale è stato reso necessario l'intervento della Polizia locale.
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La pubblicazione di un annuncio su un quotidiano di Teheran è il fatto che determina la storia del film "Un Mercoledì di Maggio" causando molta confusione e molta speranza in tutti i cittadini iraniani che ne hanno letto il contenuto. L'annuncio in questione riguarda il fatto che un uomo benestante vuole donare la somma di 10.000 dollari a chi, tra la popolazione, ritiene averne più bisogno. Ovviamente ciò porta l'accorrere e l'ammassarsi nella piazza dove è stato reso noto l'incontro di moltissimi disperati: ognuno con una situazione particolare ed assai critica. Per il "benefattore" si rivela un compito assai arduo tanto più che ciò ha portato ad un grosso scompiglio tra la popolazione per la quale è stato reso necessario l'intervento della Polizia locale. La folla viene così dispersa dopo che alcuni sono riusciti ad esprimere la propria condizione di bisogno all'individuo generoso, e due donne le quali riescono con tenacia ad avvicinarsi in modo singolare a lui e ad esporgli, ognuna, il proprio stato di estremo bisogno....
Un film particolare ma molto interessante: a prescindere dal fatto che lo spunto iniziale della vicenda sia quanto mai irreale e pertanto poco accettabile, esso funge al regista Vahid Jalivand da pretesto per parlare e soprattutto mostrare e denunciare al mondo la particolare e delicata condizione in cui ancor oggi vive la popolazione iraniana e soprattutto le donne, confinate nella società e maggiormente vessate da dure legislazioni rispetto agli uomini. Ormai si è perfettamente consapevoli di questa situazione ma, attraverso l'episodio qui narrato ed attraverso anche le svariate opere cinematografiche iraniane che continuano a denunciarne le severe leggi e le tradizioni locali, la filmografia dell'Iran diventa in generale un documento prezioso, che il più delle volte però rischia anche di compromettere seriamente e molto severamente la condizione del regista stesso, al fine di informare e, magari, in un eventuale futuro tentare di rivoluzionare l' assetto di un paese ormai anacronistico e quanto mai arduo da comprendere ed accettare passivamente. La regia, lenta ma scandita nella giusta tempistica, condotta con scene che di continuo rimandano ad altre precedenti come dei flash back, è pregevole ed il film diventa quanto mai apprezzabile.
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fabiofeli
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lunedì 27 giugno 2016
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quale sarà la scelta "giusta"?
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Nella odierna Teheran tre storie, di due donne e di un uomo, si intrecciano.
Leila (Niki Karimi) vive con una figlia ed il marito disabile (interpretato dal regista stesso), colpito da emorragia cerebrale; lavora in una azienda alimentare che prepara pollame per la vendita al dettaglio e si occupa con grande pazienza ed abnegazione del marito, che peggiora giorno dopo giorno; per farlo operare e tornare ad una parvenza di normalità Leila deve procurarsi 5.000 dollari.
Setareh (Sahar Ahmadpour) è una giovane, già sposata segretamente con un bravo ragazzo, Morteza, che la sua famiglia non vuole accettare, perché non si è presentato seguendo le convenzioni sociali in uso nel paese; la giovane è orfana, vive con la zia ed il cugino, un uomo violento e arrogante che non esita a colpire Morteza quando torna per l’ennesima volta a chiedere la mano di Setareh.
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Nella odierna Teheran tre storie, di due donne e di un uomo, si intrecciano.
Leila (Niki Karimi) vive con una figlia ed il marito disabile (interpretato dal regista stesso), colpito da emorragia cerebrale; lavora in una azienda alimentare che prepara pollame per la vendita al dettaglio e si occupa con grande pazienza ed abnegazione del marito, che peggiora giorno dopo giorno; per farlo operare e tornare ad una parvenza di normalità Leila deve procurarsi 5.000 dollari.
Setareh (Sahar Ahmadpour) è una giovane, già sposata segretamente con un bravo ragazzo, Morteza, che la sua famiglia non vuole accettare, perché non si è presentato seguendo le convenzioni sociali in uso nel paese; la giovane è orfana, vive con la zia ed il cugino, un uomo violento e arrogante che non esita a colpire Morteza quando torna per l’ennesima volta a chiedere la mano di Setareh. La reazione di Morteza è dura, colpisce il cugino di Setareh e viene incarcerato, perdendo anche il lavoro: dovrà pagare 10.000 dollari per sanare il danno provocato.
Jalal (Amir Aghaei) è un insegnante che vuole donare 10.000 dollari ad una persona bisognosa; ha fatto pubblicare un annuncio su un giornale con la notizia della selezione che intende operare e nel luogo convenuto si presenta una miriade di persone che comprende anche le due donne. La polizia lo accusa di turbativa della quiete pubblica e la selezione è ardua; Leila è stata fidanzata con lui molti anni prima e Jalal conosce anche Morteza. Il mondo è piccolo. E la somma di 10.000 dollari è insufficiente. Quale sarà la scelta “giusta”? …
Il cinema iraniano non è più solo Abbas Kiarostami. Da qualche tempo spiccano Panahi e Farhadi e tracciano la via che altri registi imboccano. Vahid Jahlilvand è uno di questi; rivisita la lezione del neorealismo coniugandola con il presente del suo paese, che si dibatte tra l’integralismo di un patriarcato opprimente e le spinte alla modernità e all’uguaglianza di sempre maggiori masse di donne che studiano e lavorano. Ma la storia che narra non si limita a questo. L’altro tema del film è rappresentato dalla figura di Jalal, che cerca di elaborare il lutto per la perdita di un figlio morto in tenera età, regalando ad altri la possibilità di sanare una situazione familiare drammatica con il denaro elargito. Quello di Jalal è un sano altruismo oppure è solo la ricerca della gratificazione e pacificazione del proprio io? Giudicare chi merita di più il dono è una sfida impossibile. Il film ha ottenuto il premio FIPRESCI al Festival di Venezia del 2015 ed è da vedere.
Valutazione ***
FabioFeli
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