g_andrini
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domenica 29 gennaio 2017
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si lascia guardare
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Assomiglia un po' a Passo Falso, l'altra pellicola simile uscita poco tempo fa. L'ho trovato piacevole anche se non bisogna aspettarsi chissà cosa, indaga un po' la psicologia umana.
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solvinonienelett
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lunedì 9 gennaio 2017
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gli scriba da film che divertimento.
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Le assurdità e mestierismo di film, sono film inventati... come al solito, nessun
voto del popolo e comunismo alla riscossa..., gli
americancinesi senza andare alle urne, inventano cyber hacker,
ricercano le persone sbagliate
invece di chiudere con la criminalità latente. Sembrano sempre
al telefono... a fare il solito numerino rompendo gli italoamericani pretendendo
a sbafo la pensione..., e poi vedi magari un inconsapevole con un
kalasnikov in spalla che dice speriamo che non sia un nuovo americasniper,
senza giacca sembrano delle ballerine da
night, non li trovano però e telefonano... al solito numerino,
credendo di essere onesti,
pronto pensione.
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Le assurdità e mestierismo di film, sono film inventati... come al solito, nessun
voto del popolo e comunismo alla riscossa..., gli
americancinesi senza andare alle urne, inventano cyber hacker,
ricercano le persone sbagliate
invece di chiudere con la criminalità latente. Sembrano sempre
al telefono... a fare il solito numerino rompendo gli italoamericani pretendendo
a sbafo la pensione..., e poi vedi magari un inconsapevole con un
kalasnikov in spalla che dice speriamo che non sia un nuovo americasniper,
senza giacca sembrano delle ballerine da
night, non li trovano però e telefonano... al solito numerino,
credendo di essere onesti,
pronto pensione..., di cosa risponde il comando,
devi sostenermi in tutto quel che faccio, sennò...
ci sono le mine anche per te, e il militar
carcere... non il posto da sindaco ecc ecc, e sempre più
gente senza voti dei cittadini a ben vedere,
e sparlano... sperando che non si ri espanda le democrazia, mine, un film
dalle tante ipocrisie del cavolo non prendo ordini
da un travestito surreale con doppia personalità... Chiaro?
impareasse a scrivere poi il resto, sembra dire
lo spirito di kyle... per un travolgente film
finito prima di cominciare se non fosse questo di grande spettacolo e divertimento.
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gdahlia
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domenica 23 ottobre 2016
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un survival filosofico
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Per chi,come me, entra in sala credendo di trovarsi di fronte a un survival alla "127 ore" di Danny Boyle si troverà spiazzato... A dire il vero nella prima parte del film un po'di scene in stile "127 ore" le ho viste, cosa che inizialmente mi ha fatto pensare a una scopiazzatura facendomi storcere un po' il naso, ma fortunatamente il film prende subito una piega del tutto diversa andando a toccare temi filosofici e psicologici molto sensibili, cosa che ho apprezzato molto. Peccato per l'ultima parte che ho trovato personalmente un po' troppo melodrammatica, forse si poteva calcare leggermente meno il dito sui flashback. Sul finale niente da dire, rinchiude in sè tutto il senso del film e mi è piaciuto molto.
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Per chi,come me, entra in sala credendo di trovarsi di fronte a un survival alla "127 ore" di Danny Boyle si troverà spiazzato... A dire il vero nella prima parte del film un po'di scene in stile "127 ore" le ho viste, cosa che inizialmente mi ha fatto pensare a una scopiazzatura facendomi storcere un po' il naso, ma fortunatamente il film prende subito una piega del tutto diversa andando a toccare temi filosofici e psicologici molto sensibili, cosa che ho apprezzato molto. Peccato per l'ultima parte che ho trovato personalmente un po' troppo melodrammatica, forse si poteva calcare leggermente meno il dito sui flashback. Sul finale niente da dire, rinchiude in sè tutto il senso del film e mi è piaciuto molto. Scelgo di dare 4 stelle come incentivo alla freschezza che i due registi italiani hanno apportato al nostro panorama che ne ha sicuramente bisogno!
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dhany coraucci
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venerdì 21 ottobre 2016
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tra le dune sassose di una stupefacente creatività
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Si firmano Fabio & Fabio come se fossero una griffe di moda e in effetti si fanno portavoce, al pari dei nostri stilisti, della grande creatività italiana. Io personalmente non li avevo mai sentiti nominare ed ecco che arrivano nelle sale con una storia davvero particolare e con un cast tutto americano ed eccellente nel quale spicca il bellissimo Armie Hammer che avevo già notato nel film J.Edgar di Clint Eastwood e che ha creduto a tal punto al progetto italiano da esserne anche il produttore. Bisogna dare atto ai nostri connazionali che si misurano alla loro prima prova con un film difficilissimo, tutto giocato sul volto e sul corpo (immobile) di Armie, tiratore scelto dei Marines dislocato in un deserto terribile, nel nulla assoluto e assolato, dove le uniche certezze sono le micidiali tempeste di sabbia.
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Si firmano Fabio & Fabio come se fossero una griffe di moda e in effetti si fanno portavoce, al pari dei nostri stilisti, della grande creatività italiana. Io personalmente non li avevo mai sentiti nominare ed ecco che arrivano nelle sale con una storia davvero particolare e con un cast tutto americano ed eccellente nel quale spicca il bellissimo Armie Hammer che avevo già notato nel film J.Edgar di Clint Eastwood e che ha creduto a tal punto al progetto italiano da esserne anche il produttore. Bisogna dare atto ai nostri connazionali che si misurano alla loro prima prova con un film difficilissimo, tutto giocato sul volto e sul corpo (immobile) di Armie, tiratore scelto dei Marines dislocato in un deserto terribile, nel nulla assoluto e assolato, dove le uniche certezze sono le micidiali tempeste di sabbia. E' molto realistico e ci trasmette il calore e la sete e quel senso di inevitabilità che sono impressi in ogni granello di sabbia del Medio Oriente, ma è anche straniante e visionario, ammaliante e fantasioso e come spesso accade quando è un deserto a fare da cornice alla storia (vedi Il deserto dei Tartari) il paesaggio si trasforma in uno spazio mentale, nella complessa e sabbiosa successione di dune che simboleggia l'inconscio. Molto ben scritto! Molto interessante!
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ralphscott
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martedì 18 ottobre 2016
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troppi pensieri nella testa del soldato
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Si parte bene,la storia è semplice,subito coinvolgente. Belle immagini,con paure e speranze di due soldati improvvisamente alle prese con un dramma. In seguito la vicenda si appesantisce. Laddove si potrebbe movimentare la scena,come nella lotta con le iene accennata ed affidata solo alla fantasia dello spettatore (il tutto si risolve al buio),la sceneggiatura scivola in una pasticciata implosione di ricordi. Che bisogno c'era di quelle tediose,confuse sequenze dove lo stoico protagonista mescola flashback di momenti con genitori,fidanzata e commilitoni? La noia prevale al momento dei titoli di coda. Peccato.
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lunedì 17 ottobre 2016
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banale...quasi ridicolo!
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Ho scelto di vedere questo film già scettico lo ammetto, mi aspettavo un film mediocre ma è riuscito quasi a farmi alzare dalla potrona prima della fine.
Scene e storia banali e addirittura con controsensi e cose insensate. Non vale proprio la pena di spendere 8€ per questo film.
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sir branco
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giovedì 13 ottobre 2016
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inaspettatamente fluido e flashback vaporosi
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Ciò che mi incuriosiva di Mine era la sua trama, il fatto che fosse - semplificando - per un terzo italiano e che fosse per i registi Fabio Guaglione e Fabio Resinaro l'opera prima.
La trama parla di un soldato che si ritrova in un campo minato, quando pesterà una mina però, grazie alla prontezza di riflessi, riuscirà a non sollevare il piede evitando così di innescarla. Si troverà quindi a dover resistere per ore fino all'arrivo dei rinforzi.
Il film non inizia nel miglior dei modi. Con delle scene d'azione girate con una shaky cam ridicola. Con degli scambi di battute fiacche. Con delle dune e catene montuose posticcie incollate all'orizzonte.
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Ciò che mi incuriosiva di Mine era la sua trama, il fatto che fosse - semplificando - per un terzo italiano e che fosse per i registi Fabio Guaglione e Fabio Resinaro l'opera prima.
La trama parla di un soldato che si ritrova in un campo minato, quando pesterà una mina però, grazie alla prontezza di riflessi, riuscirà a non sollevare il piede evitando così di innescarla. Si troverà quindi a dover resistere per ore fino all'arrivo dei rinforzi.
Il film non inizia nel miglior dei modi. Con delle scene d'azione girate con una shaky cam ridicola. Con degli scambi di battute fiacche. Con delle dune e catene montuose posticcie incollate all'orizzonte.
Ma come il film prosegue devo ammettere che ti cattura. Inizialmente il survival sembra voler prendere una piega descrittiva. Che a me non dispiace, adoro vedere la camera soffermarsi su tutti i procedimenti utili a sopravvivere. Ma l'organizzazione viene pian piano meno come pian piano meno viene la salute mentale del protagonista. Che comincia a farsi domande e ad avere visioni del passato.
Ed è qua che Mine si diversifica e trova il suo punto di forza. I flashback non sono utilizzati in modo morboso per aumentare forzatamente la drammaticità, ma anzi rimangono sospesi, non approfonditi eccessivamente, rappresentati come emozioni più che storie. Seppure non mi siano andate giù parecchie cose di Mine, devo ammettere che ha una fluidità da non sottovalutare, specialmente se pensiamo che si tratta di un'opera prima.
P.S.: Sto sperimentando con le “videorecensioni”, se volete supportarmi in questo esperimento visitate youtube.com/watch?v=LuBEQ4bz1d4 aiutandomi con un "mi piace", un’iscrizione o anche solo con una visualizzazione e se possibile fatemi sapere cosa ne pensate. Vi ringrazio :)
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filippo catani
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giovedì 13 ottobre 2016
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fare i conti con le proprie mine
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Un cecchino in missione per uccidere un terrorista rimane bloccato su una mina nel tentativo di salvare il proprio compagno saltato in aria. I soccorsi sono lontani un paio di giorni e l'uomo dovrà cercare di resistere alle insidie del deserto.
Un bellissimo film d'esordio. L'esempio di come si possa fare cinema di qualità in quella che potremmo definire una situazione bloccata ai livelli di Buried e Locke. Questa pellicola è senza dubbio di guerra ma non solo quella combattuta con le armi. Infatti la sceneggiatura con la comparsa dello splendido personaggio berbero si apre a una miriade di altre riflessioni che scorrono quasi come fossero allucinazioni nel deserto.
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Un cecchino in missione per uccidere un terrorista rimane bloccato su una mina nel tentativo di salvare il proprio compagno saltato in aria. I soccorsi sono lontani un paio di giorni e l'uomo dovrà cercare di resistere alle insidie del deserto.
Un bellissimo film d'esordio. L'esempio di come si possa fare cinema di qualità in quella che potremmo definire una situazione bloccata ai livelli di Buried e Locke. Questa pellicola è senza dubbio di guerra ma non solo quella combattuta con le armi. Infatti la sceneggiatura con la comparsa dello splendido personaggio berbero si apre a una miriade di altre riflessioni che scorrono quasi come fossero allucinazioni nel deserto. Spesso anche noi nella nostra quotidinianità abbiamo una mina che ci impedisce di andare avanti. Oppure siamo noi che ce la creiamo per non andare avanti. Resta il fatto che alla fine della storia è inevitabile lasciarsi andare a un bel pianto. Bravissimo Hammer a caricarsi i due terzi della pellicola sulle spalle e altrettanto bravi e coraggiosi i registi Guaglione e Resinaro e i produttori. Non possiamo anche non menzionare la bellissima fotografia e l'ottima e struggente colonna sonora. Uno dei film di questa stagione cinematografica che mi ha colpito di più.
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mercoledì 12 ottobre 2016
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fai il tuo prossimo passo
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Il film si apre con lo sniper Mike Stevens e lo spotter Tommy Madison intenti a compiere una missione nel bel mezzo di un deserto medio orientale. La missione consiste nell'uccidere un importante ricercato, ma un errore commesso da Mike porta i due marines a dover fuggire a piedi nel deserto inseguiti dalla scorta armata del ricercato. I due si troveranno bloccati in un campo minato che provocherà la morte quasi immediata di Tommy. Questi primi minuti di film sono solo una scusa per giungere al vero inizio del film, ovvero quando Mike - accortosi di aver pestato una mina - rimane immobilizzato dovendo attendere per più di 50 ore l'arrivo dei soccorsi. La pericolosissima situazione in cui si viene a trovare il protagonista, il suo fortunato incontro con un berbero proveniente da un villaggio vicino e le allucinazioni provocate dal caldo del deserto e dallo stress estremo, porteranno il soldato Mike a vivere un vero e proprio viaggio all'interno della propria mente.
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Il film si apre con lo sniper Mike Stevens e lo spotter Tommy Madison intenti a compiere una missione nel bel mezzo di un deserto medio orientale. La missione consiste nell'uccidere un importante ricercato, ma un errore commesso da Mike porta i due marines a dover fuggire a piedi nel deserto inseguiti dalla scorta armata del ricercato. I due si troveranno bloccati in un campo minato che provocherà la morte quasi immediata di Tommy. Questi primi minuti di film sono solo una scusa per giungere al vero inizio del film, ovvero quando Mike - accortosi di aver pestato una mina - rimane immobilizzato dovendo attendere per più di 50 ore l'arrivo dei soccorsi. La pericolosissima situazione in cui si viene a trovare il protagonista, il suo fortunato incontro con un berbero proveniente da un villaggio vicino e le allucinazioni provocate dal caldo del deserto e dallo stress estremo, porteranno il soldato Mike a vivere un vero e proprio viaggio all'interno della propria mente. La mina che inizialmente è un semplice strumento di morte che lo tiene imprigionato nel deserto, nel corso del film si trasforma in una metafora, una mina mentale che tiene Mike imprigionato in determinati momenti della sua vita. Esattamente come deve lottare con tutte le sue forze per sfuggire alla mina vera e propria, Mike dovrà lottare per liberarsi anche dalla mina psicologica che gli impedisce di fuggire dagli spettri di un passato che ancora lo tormenta, per poter finalmente trovare la pace e fare un altro passo nel cammino della propria vita.
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daminax14
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mercoledì 12 ottobre 2016
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film sognatore
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Premetto subito che il film merita di essere guardato. Ma lo definisco sognatore perché rischiano troppe volte di voler fare il passo più lungo della gamba. A cosa mi riferisco farò subito chiarezza.
La trama nella prima parte è semplice e banale. Due soldati sono in missione e devono uccidere un terrorista. Non sicuro di uccidere il reale bersaglio Mike desiste e vengono visti a causa del riflesso del fucile. Si incamminano ed improvvisamente si ritrovano in una zona disseminata di mine antiuomo. L'amico nonché collega, a causa del suo atteggiamento a dir poco sbruffone, morirà poco dopo. Mike ne calpesta una e dovrà individuare un modo per sfuggire alla morte. Fin qui passa circa metà film e la trama è appena al 10%.
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Premetto subito che il film merita di essere guardato. Ma lo definisco sognatore perché rischiano troppe volte di voler fare il passo più lungo della gamba. A cosa mi riferisco farò subito chiarezza.
La trama nella prima parte è semplice e banale. Due soldati sono in missione e devono uccidere un terrorista. Non sicuro di uccidere il reale bersaglio Mike desiste e vengono visti a causa del riflesso del fucile. Si incamminano ed improvvisamente si ritrovano in una zona disseminata di mine antiuomo. L'amico nonché collega, a causa del suo atteggiamento a dir poco sbruffone, morirà poco dopo. Mike ne calpesta una e dovrà individuare un modo per sfuggire alla morte. Fin qui passa circa metà film e la trama è appena al 10%. Perché la piega che prenderà non sarà più solo di thriller/azione ma i Fabio&Fabio tentano di caratterizzare la pellicola con sfumature psicologiche e sentimentali molto presenti in fase di conclusione. Mike, un classico marines che si arruola perché non ha più nessuno che tenga a lui, in un insieme tra illusioni e realtà dovrà sconfiggere gli scheletri che ha rinchiuso negli anni passati. Non aggiungo niente di più poiché rischierei di rovinare il film a chi non l'ha già visto, basandosi su rapporti difficili, che seppur poco complessi, riusciranno a farvi emozionare senza dubbio. Smuovo una critica al finale dopo l'allerta spoiler.
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Se non fosse stato il classico film d'azione avrei dato 2-2,5/5 stelle. Ma il tentativo di diversificarsi da altri film simili mi ha fatto propendere per le 3 stelle (che personalmente do ai film caldamente consigliati, poiché vi possono trasmettere emozioni importanti.) Unico rammarico è il finale. Un film che punta cosi tanto sulla psicologia e sui sentimenti non si può permettere di concludere in questo modo "brutale". Mi sarebbe piaciuto molto che Mike si incaricasse di parlare con il figlio del suo commilitone. Sarebbe stato molto appagante e commemorativo.
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