paolp78
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domenica 27 marzo 2022
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self-made woman
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Con l’espressione inglese self-made man, letteralmente uomo che si è fatto da solo, s’intende riferirsi ad una persona il cui successo sociale e professionale è dovuto esclusivamente alla sua forza di volontà e al suo spirito di sacrificio; si tratta di una figura propria della cultura e dell’immaginario collettivo americano, che a proposito di queste persone che hanno avuto successo partendo da umili origini parla anche di sogno americano.
Quest’ottima pellicola biografica di David O. Russell racconta proprio una di queste storie riconducibili all’american dream, stavolta declinata al femminile.
Il regista americano compie un lavoro davvero eccellente, dove il pregio principale sta nell’aver saputo adoperare una narrazione estremamente accattivante ed intelligente, che assicura il successo del film.
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Con l’espressione inglese self-made man, letteralmente uomo che si è fatto da solo, s’intende riferirsi ad una persona il cui successo sociale e professionale è dovuto esclusivamente alla sua forza di volontà e al suo spirito di sacrificio; si tratta di una figura propria della cultura e dell’immaginario collettivo americano, che a proposito di queste persone che hanno avuto successo partendo da umili origini parla anche di sogno americano.
Quest’ottima pellicola biografica di David O. Russell racconta proprio una di queste storie riconducibili all’american dream, stavolta declinata al femminile.
Il regista americano compie un lavoro davvero eccellente, dove il pregio principale sta nell’aver saputo adoperare una narrazione estremamente accattivante ed intelligente, che assicura il successo del film. Russell è bravissimo nel rispettare la prima regola di una buona sceneggiatura, ovvero portare lo spettatore a parteggiare per il protagonista, facendolo appassionare alle proprie sorti. Per ottenere questo risultato Russell sceglie la strada sempre valida di dipingere la protagonista, interpretata dalla bravissima Jennifer Lawrence, come una figura idealizzata, priva di difetti e ciò nonostante sottoposta ad una serie di prove e difficoltà varie, che ne ostacolano la meritata ascesa verso il successo; oltre a ciò il personaggio della Lawrence deve sopportare anche una quantità di ingiuste angherie perpetrate da avversari quantomai odiosi, il tutto con l’effetto di far crescere nel pubblico la smania di assistere al riscatto finale che non deve mai mancare, per la grande soddisfazione di tutti.
Oltre alla già citata Jennifer Lawrence, perfetta nella parte della tenace imprenditrice, del cast fanno parte grandi attori come Robert De Niro e Bradley Cooper, che insieme alla Lawrence compongono un trio che aveva lavorato con Russell in ben altre due precedenti pellicole. Nei ruoli minori, tutti molto accattivanti, troviamo interpreti di grande valore come Virginia Madsen e Diane Ladd, oltre a Isabella Rossellini che mette in scena divertenti duetti in coppia con De Niro.
Si notano divertenti analogie con la storia di Cenerentola, per la presenza di una sorellastra insopportabile, nonché per la dedizione della protagonista verso i lavori domestici.
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kinglillo
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venerdì 5 febbraio 2016
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discreto film godibile
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Di certo non un film indimenticabile ma comunque piacevole se si va a vederlo senza troppe pretese.
A me è piaciuta la interpretazione della protagonista: che ci aveva abituati a avventurose e funamboliche gesta della seri HANGER GAMES.
Tutto ruota intorno a lei, e anche Bradley Cooper, il bello di turno, resta relegato ad un ruolo da comprimario. l'universo femminile la fa da padrone in questo film: la nonna narratrice, la madre insulsa, la sorella gelosa e incapace, e la sua migliore amica che la toglie di impiccio e la salva in extremis per poi rimanerle fedele sino alla fine.De Niro è un padre semi-fallito, il marito un cantante semi - fallito .
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Di certo non un film indimenticabile ma comunque piacevole se si va a vederlo senza troppe pretese.
A me è piaciuta la interpretazione della protagonista: che ci aveva abituati a avventurose e funamboliche gesta della seri HANGER GAMES.
Tutto ruota intorno a lei, e anche Bradley Cooper, il bello di turno, resta relegato ad un ruolo da comprimario. l'universo femminile la fa da padrone in questo film: la nonna narratrice, la madre insulsa, la sorella gelosa e incapace, e la sua migliore amica che la toglie di impiccio e la salva in extremis per poi rimanerle fedele sino alla fine.De Niro è un padre semi-fallito, il marito un cantante semi - fallito .
La recensione parla di soap opera e non ha tutti itorti però il risultato non è così catastrofico come l 'hanno descritto
.Certamente non rimarrà negli annali del cinema ma la prova della Lawrence è apprezzabile e lei ,per me , è di una bellezza sublime e raffinata.Penso che crescerà e lo spero.
Una sufficienza piena .
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enzo70
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domenica 21 febbraio 2016
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una favola capitalista
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Joy potrebbe essere definita una fiaba del capitalismo; da un lato, la voglia di fare della protagonista, Joy interpretata da Jennifer Lawrence, dall’altro, i mille corvi di un sistema abitato da cialtroni, anche parenti, ed imbroglioni. Joy è una casalinga annoiata, la madre abbandonata dal marito ha trasferito la sua vita nelle soap opere, ha due figli, una sorellastra invidiosa, l’ex marito che vive nello scantinato che sarà costretto a condivider con il suocero, Robert De Niro, uno sciupafemmine molto carente sotto il profilo umano. Joy n accetta la vita cui il destino l’ha condannata ed inventa il Mocio, si proprio lui. Ma una cosa è inventare un oggetto, una cosa diversa affermare sul mercato un prodotto, per quanto valido.
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Joy potrebbe essere definita una fiaba del capitalismo; da un lato, la voglia di fare della protagonista, Joy interpretata da Jennifer Lawrence, dall’altro, i mille corvi di un sistema abitato da cialtroni, anche parenti, ed imbroglioni. Joy è una casalinga annoiata, la madre abbandonata dal marito ha trasferito la sua vita nelle soap opere, ha due figli, una sorellastra invidiosa, l’ex marito che vive nello scantinato che sarà costretto a condivider con il suocero, Robert De Niro, uno sciupafemmine molto carente sotto il profilo umano. Joy n accetta la vita cui il destino l’ha condannata ed inventa il Mocio, si proprio lui. Ma una cosa è inventare un oggetto, una cosa diversa affermare sul mercato un prodotto, per quanto valido. E la favola è proprio questa, nel lieto termine assicurato e nelle notti del bosco degli insuccessi. O Russell non replica il grandissimo America Hustler, ma vi assicuro che Joy vale il biglietto.
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florentin
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venerdì 8 aprile 2016
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il sogno americano
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Che a volte funziona. Anche se sempre meno. Lei Jennifer Lawrence è carina -un assemblaggio di Bridget Jonese e Katherine Eigle. Meno la sua famiglia asfissiante. Certo che l'idraulico haitiano è una gran trovata. E interssante anche la mamma drogata di soap opera. La nonna narrante è la favola infatti alla fine muore.
DE Niro sempre più smorfiante, la Rossellini messa per il botteghino che anche una di ultima avrebbe potutto interpretare la sua parte che il risultato non cambiava.
Però si lascia vedere, e il mocio è un buon riferimento. Non è che quello che vendono oggi sia così un portento ché in lavatrice si rovina alla fine, ma tant'è.
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Che a volte funziona. Anche se sempre meno. Lei Jennifer Lawrence è carina -un assemblaggio di Bridget Jonese e Katherine Eigle. Meno la sua famiglia asfissiante. Certo che l'idraulico haitiano è una gran trovata. E interssante anche la mamma drogata di soap opera. La nonna narrante è la favola infatti alla fine muore.
DE Niro sempre più smorfiante, la Rossellini messa per il botteghino che anche una di ultima avrebbe potutto interpretare la sua parte che il risultato non cambiava.
Però si lascia vedere, e il mocio è un buon riferimento. Non è che quello che vendono oggi sia così un portento ché in lavatrice si rovina alla fine, ma tant'è.
Unico colpo d'ala il finale. Scontato però. E leri finalmente ricca e soddisfatta...e comprensiva, in ricordo delle sue precedenti pene, quando le vengono proproste invenzioni ( mette a disposizione delle suite...l'holiday Inn è troppo plebeo...per chi ha quel talento...).
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filippotognoli
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sabato 30 gennaio 2016
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soap opera joy
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Da David O Russell mi aspettavo molto di piu'.Certo ci aveva abituati bene con "Three Kings", "The fighter", "Il lato positivo", e in assoluto "American Hustle".Tutti film diversi tra loro come genere, ma ugualmente molto ben riusciti.Joy parte bene, l'inizio e' incoraggiante e le premesse sono ottime.La famiglia sgangherata, papa' e figlia entrambi divorziati ma sotto lo stesso tetto con i rispettivi ex, nonna, genitori, figli e nipoti tutti insieme sono un bel quadretto su cui iniziare una buona commedia drammatica.Ma proprio quando dovrebbe inngranare e salire di tono, il film precipita.La storia diventa piano piano scontata e monotona, O Russell prova a commuovere con la solita fiaba dell'American dream e del "self made man" (in q.
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Da David O Russell mi aspettavo molto di piu'.Certo ci aveva abituati bene con "Three Kings", "The fighter", "Il lato positivo", e in assoluto "American Hustle".Tutti film diversi tra loro come genere, ma ugualmente molto ben riusciti.Joy parte bene, l'inizio e' incoraggiante e le premesse sono ottime.La famiglia sgangherata, papa' e figlia entrambi divorziati ma sotto lo stesso tetto con i rispettivi ex, nonna, genitori, figli e nipoti tutti insieme sono un bel quadretto su cui iniziare una buona commedia drammatica.Ma proprio quando dovrebbe inngranare e salire di tono, il film precipita.La storia diventa piano piano scontata e monotona, O Russell prova a commuovere con la solita fiaba dell'American dream e del "self made man" (in q.to caso woman), ma proprio non ci riesce.Gli attori sono anche bravini e la loro particina la eseguono con mestiere ma la sceneggiatura e' proprio di basso livello.Fa sorridere amaro vedere quanto le soap opera tanto amate dalla mamma di Joy vengano prese in giro, quando "Joy" stesso e' in realta' nient'altro che un enorme Soap.Come sempre belle le musiche con canzoni famose montate nei momenti giusti.De Niro si salva con la migliore battuta, rivolta alla ex moglie:" Tu sei come una fuga di gas.Non ti vediamo, non ti sentiamo, ma ci stai uccidendo tutti lentamente".
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maurizio meres
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lunedì 1 febbraio 2016
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una favola americana
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Buon film,tipica commedia Americana fatta di sogni e un sincero ottimismo,l'ispirazione viene da una storia vera,la donna che inventò il mocio,tematicamente parlando tutto è concentrato su di lei Joy,le lotte commerciali,le umiliazioni familiari,le delusioni sentimentali e tutta l'ignoranza intorno a lei.
In un tragicomico via vai di situazioni anche grottesche,il regista seppur con un copione molto leggero riesce a far scorrere il film discretamente,mettendo in risalto i sogni di una giovane donna,tenace autoritaria in certi momenti,ma tremendamente sola nelle decisioni,la sua famiglia sembra uscita da un ospedale psichiatrico,per certi versi diventa un ostacolo,ma la grande convinzione di emergere è più forte di tutto.
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Buon film,tipica commedia Americana fatta di sogni e un sincero ottimismo,l'ispirazione viene da una storia vera,la donna che inventò il mocio,tematicamente parlando tutto è concentrato su di lei Joy,le lotte commerciali,le umiliazioni familiari,le delusioni sentimentali e tutta l'ignoranza intorno a lei.
In un tragicomico via vai di situazioni anche grottesche,il regista seppur con un copione molto leggero riesce a far scorrere il film discretamente,mettendo in risalto i sogni di una giovane donna,tenace autoritaria in certi momenti,ma tremendamente sola nelle decisioni,la sua famiglia sembra uscita da un ospedale psichiatrico,per certi versi diventa un ostacolo,ma la grande convinzione di emergere è più forte di tutto.
La sceneggiatura con alti e bassi e con un tono e inquadrature fiabesche la rendono piacevole ma inconsistente.
La Jennifer Lawrence molto brava e bella riesce a nascondere tutte le carenze del film,
gradevole e simpatica l'interpretazione di De Niro.
Un film che si può vedere anche se non rispecchia in pieno le aspettative .
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jacopo b98
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sabato 6 febbraio 2016
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purtroppo un fallimento (in)atteso.
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Joy (Lawrence) è una ragazza in difficoltà: sua madre (Madsen) passa la vita davanti alla TV a guardare soap, suo padre (De Niro), divorziato e donnaiolo, si ritrasferisce a casa e si stabilisce in cantina, dove già abita l’ex marito (Ramìrez) di Joy, che vive ancora in casa nonostante il divorzio, c’è una sorella (Rohm) che la odia e per concludere ci sono una nonna (Ladd) che la sprona a realizzare i suoi sogni e due figli. Insomma, un’esistenza impegnativa, sempre sull’orlo della difficoltà economica. Fino al giorno dell’invenzione che ti cambia la vita: il Miracle Mop (molto simile al nostro mocio), lo straordinario spazzolone che si strizza da solo.
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Joy (Lawrence) è una ragazza in difficoltà: sua madre (Madsen) passa la vita davanti alla TV a guardare soap, suo padre (De Niro), divorziato e donnaiolo, si ritrasferisce a casa e si stabilisce in cantina, dove già abita l’ex marito (Ramìrez) di Joy, che vive ancora in casa nonostante il divorzio, c’è una sorella (Rohm) che la odia e per concludere ci sono una nonna (Ladd) che la sprona a realizzare i suoi sogni e due figli. Insomma, un’esistenza impegnativa, sempre sull’orlo della difficoltà economica. Fino al giorno dell’invenzione che ti cambia la vita: il Miracle Mop (molto simile al nostro mocio), lo straordinario spazzolone che si strizza da solo. Dopo molte peripezie Joy riuscirà a raggiungere il successo imprenditoriale e a rifondare la sua vita. Scritto dal regista con Annie Mumolo, ispirato alla storia vera di Joy Mangano, Joy vorrebbe essere una favola (sì, una favola! Con tanto di principi e principesse) sulla determinazione che occorre per realizzare i propri sogni e per cambiare la propria vita. Ma il film, diciamolo subito, è un sonoro fallimento: e non è certo per colpa degli interpreti che si impegnano tutti a fondo, raggiungendo risultati più che buoni (anche se mi pare esagerata la nomination all’Oscar per la Lawrence, per quanto brava sia). O. Russell e la Mumolo hanno scritto una sceneggiatura pressoché disastrosa che rovina tutto ciò che di buono poteva esserci negli intenti del film: i dialoghi sono scontati e lo sviluppo della storia è inadeguato e prolisso (la noia è onnipresente, ahinoi), per poi subire un’incredibile (e insensata) accelerazione negli ultimi minuti di film, in cui la vicenda viene risolta: a dieci minuti dalla fine del film Joy piange e si dispera, dieci minuti dopo ha cambiato la sua vita ed è una ricca e rispettabile donna d’affari. WTF?! Ma l’errore più grande degli sceneggiatori sta nella costruzione dei personaggi: dovrebbero essere caratteri a cui sia possibile affezionarsi, per cui sia possibile tifare in un qualche modo (non dimentichiamoci che è una favola), e invece, involontariamente, finiscono per essere sostanzialmente antipatici se non addirittura fastidiosi (De Niro!). Senza contare che Joy non riesce ad uscire dagli schemi della commedia e non riesce ad essere emozionante o commovente nemmeno quando vorrebbe esserlo: non bastano le lacrime della Lawrence per rendere il film coinvolgente e ciò che rimane è un’involontariamente algida sottospecie di soap opera, che non fa né ridere né piangere né riflettere, ma suscita solo la pietà dello spettatore. Senza contare che anche tecnicamente è un film debolissimo: il montaggio è paragonabile più o meno ad un boscaiolo che con la sua ascia si è approcciato al mondo delle decorazioni natalizie e la regia di O. Russell mi è parsa meno guizzante del solito. Insomma, purtroppo un fallimento quasi totale, in cui è davvero difficile trovare aspetti positivi. VOTO 4½
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dhany coraucci
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martedì 9 febbraio 2016
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genesi di un mocio perfetto
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Se un giorno, intenti a fare le pulizie di casa, vi fosse sorta la curiosità di conoscere quale sia stata la genesi del mocio, lo strumento lavapavimenti, questo film fa per voi. A me, personalmente, questa curiosità non è mai venuta, ma ora so, casomai ne avessi sentito la mancanza, che chi l'ha inventato è diventato molto ricco e famoso. Ecco un'altra storia di quelle che piacciono agli americani medi, un sogno nel cassetto, tante difficoltà per metterlo in atto e poi il trionfo finale. Inutile dire che, a mio parere, la trama sarebbe stata di gran lunga più apprezzata se i tanti sforzi non avessero prodotto un riconoscimento così eclatante, infatti il film funziona solo quando viene mostrata la lotta, l'affanno, per meglio dire, rapportati alla vita quotidiana.
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Se un giorno, intenti a fare le pulizie di casa, vi fosse sorta la curiosità di conoscere quale sia stata la genesi del mocio, lo strumento lavapavimenti, questo film fa per voi. A me, personalmente, questa curiosità non è mai venuta, ma ora so, casomai ne avessi sentito la mancanza, che chi l'ha inventato è diventato molto ricco e famoso. Ecco un'altra storia di quelle che piacciono agli americani medi, un sogno nel cassetto, tante difficoltà per metterlo in atto e poi il trionfo finale. Inutile dire che, a mio parere, la trama sarebbe stata di gran lunga più apprezzata se i tanti sforzi non avessero prodotto un riconoscimento così eclatante, infatti il film funziona solo quando viene mostrata la lotta, l'affanno, per meglio dire, rapportati alla vita quotidiana. E se la narrazione che è affidata alla classica nonnina dolce, comprensiva e fiduciosa che ha sempre creduto nelle capacità di Joy (Jennifer Lawrence) fa già intuire che ci sarà un lieto fine, sprecati sono il talento di Robert de Niro e la bravura di Bradley Cooper, confinati in ruoli tutto sommato marginali, mentre, con mio disappunto, fin troppo spazio è lasciato a Isabella Rossellini a cui, secondo me , un vero, personale talento è sempre mancato. E poi c'è Jennifer Lawrence, che ha già vinto il Golden Globe e tutto fa intuire che (ahimè) vincerà anche l'oscar, la quale si da' un gran daffare per risultare credibile e certamente lo è fino a che non scala la vetta del successo, dopo nella parte di magnate dal cuore d'oro (nei confronti dei “bistrattati” inventori) lo è molto di meno.
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no_data
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giovedì 11 febbraio 2016
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un film che promette bene, ma non mantiene!
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Un film che sulla carta ha tutti gli ingredienti per essere un grande film: attori strepitosi, già collaudati insieme; una storia di successo vera da mettere in scena e ovviamente il grande e mitico sogno americano. Tutto perfetto se non fosse per la sceneggiatura che decisamente non regge. Film lento, che per i primi 40 minuti si sofferma su dettagli che si potevano riassumere in una manciata di scene. Peccato, perché gli spunti narrativi nella storia non mancano, ma spesso sono solo accennati come contorno al ritratto della protagonista. Due quesiti su tutti: la madre è appassionata di soap opera, ma devono sorbirsele anche gli spettatori? E infine...che problemi ci sono con il figlio maschio? Bambino che esiste ma sembra tagliato in tutte le scene.
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Un film che sulla carta ha tutti gli ingredienti per essere un grande film: attori strepitosi, già collaudati insieme; una storia di successo vera da mettere in scena e ovviamente il grande e mitico sogno americano. Tutto perfetto se non fosse per la sceneggiatura che decisamente non regge. Film lento, che per i primi 40 minuti si sofferma su dettagli che si potevano riassumere in una manciata di scene. Peccato, perché gli spunti narrativi nella storia non mancano, ma spesso sono solo accennati come contorno al ritratto della protagonista. Due quesiti su tutti: la madre è appassionata di soap opera, ma devono sorbirsele anche gli spettatori? E infine...che problemi ci sono con il figlio maschio? Bambino che esiste ma sembra tagliato in tutte le scene....
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flyanto
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mercoledì 3 febbraio 2016
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la vera storia della self-made joy mangano
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Biografia in versione cinematografica dell'imprenditrice statunitense, inventrice del mocio, Joy Mangano, "Joy" ne ripercorre l'ascesa e i difficili e duri periodi sino finalmente al tanto aspettato e meritato successo. Joy viene descritta come una donna piena di entusiasmo, portata naturalmente sin dall'infanzia a creare oggetti e dispositivi vari, tenace e sicuramente dotata di una forte personalità nonchè sicurezza che le hanno permesso di potersi affermare, sia pure dopo numerosi fallimenti ed umiliazioni, nel campo dell'imprenditoria e creare un impero finanziario di notevoli dimensioni.
Il regista David O. Russell, che già precedentemente ha lavorato con gli attori principali Jennifer Lawrence e Bradley Cooper ("Il Lato Positivo", "American Hustler", ecc.
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Biografia in versione cinematografica dell'imprenditrice statunitense, inventrice del mocio, Joy Mangano, "Joy" ne ripercorre l'ascesa e i difficili e duri periodi sino finalmente al tanto aspettato e meritato successo. Joy viene descritta come una donna piena di entusiasmo, portata naturalmente sin dall'infanzia a creare oggetti e dispositivi vari, tenace e sicuramente dotata di una forte personalità nonchè sicurezza che le hanno permesso di potersi affermare, sia pure dopo numerosi fallimenti ed umiliazioni, nel campo dell'imprenditoria e creare un impero finanziario di notevoli dimensioni.
Il regista David O. Russell, che già precedentemente ha lavorato con gli attori principali Jennifer Lawrence e Bradley Cooper ("Il Lato Positivo", "American Hustler", ecc...), qui confeziona una pellicola che nel suo complesso risulta piacevole ma nulla di più se non, appunto per la presenza soprattutto di Jennifer Lawrence che si conferma una brava attrice ed a cui va tutto il merito di innalzare il valore del film. Esso, infatti, risulta nè più nè meno che una semplice biografia di una self- woman che incarna alla perfezione il sogno americano di giungere al successo sicuro se supportati dal talento e dalla buona volontà. E per quanto presenti la storia vera di un'imprenditrice, l'impostazione di "Joy" è risolta in una maniera troppo semplicistica e quasi favolistica da risultare zuccherosa e poco veritiera. Pertanto, al di là di un cast composto da una ricca e variegata quantità di noti e bravi attori (Robert De Niro, Isabella Rossellini, Diane Ladd, Edgar Ramirez, oltre, ovviamente, ai sopra citati Jennifer Lawrence e Bradley Cooper) questo film rimane un poco in superficie e sicuramente si rivela privo di quell' introspezione psicologica e di quei ritratti ambientali approfonditi e quanto mai realistici che invece hanno caratterizzato le opere precedenti di Russell ("The Fighter" , "Il Lato Positivo") rendendole particolari e di sicuro maggior impatto emotivo.
Peccato, un'occasione sprecata!
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