ennio
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lunedì 4 maggio 2020
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film fintamente impegnato in modalità telenovela
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La critica più severa che faccio a questo film è quella per i recensori, che l'hanno presentato come un'opera incentrata principalmente sulla piaga del lavoro nero e lo sfruttamento economico. Purtroppo così non è, essendo "Due euro l'ora" una film che tratta soprattutto di sentimenti, di amicizia, di tradimenti, e ancora di sentimenti, il tutto con un approccio molto simile alle telenovele sudamericane ed italo-napoletane. Può piacere o meno questo genere, a me non piace, almeno non nel 2020, però vorrei che il recensore ne parlasse in modo un pò più onesto. In 80 minuti le problematiche dello sfruttamento sul lavoro sono trattate per 10 minuti e sempre con la maschera un pò eduardiana di Peppe Servillo, con tanto di rimandi alla commedia anni '50 con Carabinieri compiacenti che controllano severamente ma poi arriva il caffè e forse anche tarallucci e vino.
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stefano capasso
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venerdì 3 giugno 2016
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l'incontro con l'altro aiuta a vivere meglio
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In un paese della provincia campana due donne cercano di cambiare la propria esistenza. Rosa è una diciasettenne che vive col papà e sogna di emigrare in Svizzera, fuggire da quel paese che la opprime e Glady è una donna adulta sola, tornata dalla prima emigrazione in Sudamerica, che sta ancora cercando un senso vero da dare alla sua vita. Si incontrano in una piccola sartoria abusiva, gestita da un uomo dispotico, e da quel momento i loro destino si incrociano portando diversi cambiamenti nelle loro vite
Il film di Andrea D’Ambrosio può contare su una buona capacità di esposizione dei fatti che riesce a coinvolgere pur avendo diverse lacune di sceneggiatura e regia.
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In un paese della provincia campana due donne cercano di cambiare la propria esistenza. Rosa è una diciasettenne che vive col papà e sogna di emigrare in Svizzera, fuggire da quel paese che la opprime e Glady è una donna adulta sola, tornata dalla prima emigrazione in Sudamerica, che sta ancora cercando un senso vero da dare alla sua vita. Si incontrano in una piccola sartoria abusiva, gestita da un uomo dispotico, e da quel momento i loro destino si incrociano portando diversi cambiamenti nelle loro vite
Il film di Andrea D’Ambrosio può contare su una buona capacità di esposizione dei fatti che riesce a coinvolgere pur avendo diverse lacune di sceneggiatura e regia.
Rimane, raccontato dai fatti piuttosto che dall’indagine psicologica, il percorso delle due donne che trovano nella possibilità di dedicarsi all’altro una nuova consapevolezza una nuova capacità di accettazione che può finalmente riscattare le loro vite.
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