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kyotrix
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domenica 29 novembre 2015
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godibile
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Non conosco il fumetto. Film carino, leggero e godibile.
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claudiofedele93
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mercoledì 18 novembre 2015
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ant-man: la formica che salvò il mondo.
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Il mondo Marvel sembra essersi scisso in due fazioni, da un lato abbiamo titoli destinati, fin dal loro annuncio, a dover far battere cassa per tanti di quei week-end da dover, in poco tempo, scomodare la lista dei record dei più eclatanti guadagni ai botteghini di tutto il mondo di ogni tempo, raggiungendo il più delle volte, in fine, una più che dignitosa posizione, mentre dall’altro, Stan Lee, Disney & co., sembrano prediligere la distribuzione di lungometraggi di nicchia su cui si specula il minimo necessario per non correre troppi rischi, rivelandoli al pubblico una volta ogni anno quasi come semplici riserve di un disegno più ampio.
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Il mondo Marvel sembra essersi scisso in due fazioni, da un lato abbiamo titoli destinati, fin dal loro annuncio, a dover far battere cassa per tanti di quei week-end da dover, in poco tempo, scomodare la lista dei record dei più eclatanti guadagni ai botteghini di tutto il mondo di ogni tempo, raggiungendo il più delle volte, in fine, una più che dignitosa posizione, mentre dall’altro, Stan Lee, Disney & co., sembrano prediligere la distribuzione di lungometraggi di nicchia su cui si specula il minimo necessario per non correre troppi rischi, rivelandoli al pubblico una volta ogni anno quasi come semplici riserve di un disegno più ampio.
Capita però, anzi, ultimamente assai spesso, che siano proprio questi progetti, partiti in sordina, a ritrovarsi in cima al box-office Statunitense, se non addirittura internazionale, con sorpresa dai produttori, poiché, distribuiti in periodo di magra, essi riescono nell’ardua impresa di conquistare i cuori degli appassionati e far breccia grazie a tutto un campionario di situazioni su cui difficilmente sarebbe possibile prevederne la buona riuscita.
Non sembrano essere ormai più i famosi Captain America, Iron Man o Thor a doversi conquistare i favori degli spettatori, conquistatori assoluti dell’indice del gradimento, ma una nuova generazione di (anti) eroi iniziata nel 2014 da Guardiani della Galassia di James Gunn e proseguita, quest’oggi, con Ant-Man di Peyton Reed, assunto come regista dopo l’abbandono di Edgar Wright per divergenze creative.
La storia Scott Lang, ingegnere, poi ladro ed in fine eroe, interpretato da un convincente Paul Rudd, mostra un biglietto da visita classico, pienamente nelle corde di tutti quei primi capitoli di iniziazione che hanno lo scopo di presentare un nuovo personaggio di un universo talmente ampio da essere, per forza di cose, collegato grazie a svariati elementi. Ant-Man è una pellicola semplice, ma efficace, si prende con ironia e non mostra mai quella eccessiva serietà che contraddistingue i prodotti DC Comics, attingendo a piene mani da quella sfumatura venutati a creare e scoperta grazie all’entrata in scena di Whedon.
In fondo, un po’ anarchico ed un po’ antagonista, in linea di principio, esattamente come lo fu Chris Pratt in Guardians of Galaxy, anche Scott è chiamato a compiere il proprio dovere non seguendo un percorso di formazione prestabilito o preconfezionato in fase di sceneggiatura, ma ritrovandosi nel bel mezzo dell’azione, in un turbinio di avvenimenti dai quali non può sottrarsi, consapevole di essere la chiave di volta per il destino del mondo ed al contempo elemento sacrificabile.
Per coloro che magari cercano una pellicola dotata di una profondità elevata, o credono di trovarsi davanti ad una parabola sulla figura dell’uomo e sulla grandezza di quest’ultimo, fisica, contrapposta a quella umana, in senso astratto, Ant-Man è un progetto che potrebbe lasciare spiazzati, non perché sia mal costruito dal punto di vista della storia o sia privo di una messa in scena curata, tutt’altro, ma il lavoro fatto da Peyton Reed punta unicamente sul divertimento, chiamando in causa ogni tanto gli Avengers per dare un senso di unione con il resto del Legendarium Marveliano e arrivando a volte a toccare picchi medi di demenzialità.
Al di là di questo, tuttavia, la pellicola funziona, intrattiene, vive degli echi tecnici di Wright, costruisce una climax modesta, seppur nettamente minore in confronto ad altre produzioni, e può vantare tutta una serie di effetti speciali e sonori di tutto rispetto. I problemi, se così possiamo chiamarli, sono essenzialmente due: una Evangeline Lillypoco convincente nelle vesti di una figlia piena di rancore nei confronti del padre Hank Pym (un istrionico Michael Douglas), a cui va affiancata la scena della perdita della madre, complice di un dramma familiare poco riuscito, e una storia che pur rispettando ogni canone del genere, oggi si dimostra estremamente scontata, iniziando a delineare un difetto che potrebbe anche stancare alle lunghe, perché in fondo, al di là delle battute brillanti e dei toni leggeri e scanzonati, dopo quasi dieci anni di avventure, nessun super-eroe è mai a rischio e le minacce non si palesano, in definitiva, mai come tali; questa assenza di sorprese o colpi di scena può essere un tallone d’Achille dolente per le opere futuri, perché tutti ambiscono al lieto fine, ma azzerare completamente la tensione comporta solo il raggiungimento della noia totale nello spettatore. In definitiva di Ant-Man si può tranquillamente dire che è tutto molto bello, intrigante, microscopicamente spettacolare, ma, purtroppo, anche troppo facile e scontato.
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elpiezo
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mercoledì 16 settembre 2015
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meravigliosamente piccolo
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Da un fumetto degli anni 60 arriva sul grande schermo Ant-Man, piccolo grande eroe, ultima fatica della pluridecorata produzione Marvel. Un ingegnoso ma scapestrato ladro di casseforti verrà trasformato in un minuscolo super eroe che a cavallo di formiche alate contribuirà alla consueta salvezza del genere umano. Avvincente e spassoso Ant-Man delizia il palato di chi ama la fantascienza, offre effetti speciali di elevata qualità (personaggi magistralmente miniaturizzati e scenari ingigantiti a regola d'arte) il tutto supportato da un cast d'eccezione su cui spiccano l'esperto Douglas ed il divertente Micheal Pena.
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Da un fumetto degli anni 60 arriva sul grande schermo Ant-Man, piccolo grande eroe, ultima fatica della pluridecorata produzione Marvel. Un ingegnoso ma scapestrato ladro di casseforti verrà trasformato in un minuscolo super eroe che a cavallo di formiche alate contribuirà alla consueta salvezza del genere umano. Avvincente e spassoso Ant-Man delizia il palato di chi ama la fantascienza, offre effetti speciali di elevata qualità (personaggi magistralmente miniaturizzati e scenari ingigantiti a regola d'arte) il tutto supportato da un cast d'eccezione su cui spiccano l'esperto Douglas ed il divertente Micheal Pena.
Singolare come non mai, stavolta il mondo dei super eroi ammicca anche ai meno avvezzi al genere ed il probabile seguito è un altra lieta notizia che stimolerà la curiosità anche al pubblico più diffidente.
DIVERTENTE!!!!!
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damiano
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sabato 5 settembre 2015
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ant- man... un super eroe senza poteri
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Supereroe originale. Un superere che lo si può inquadrare nel genere di Batman (dc comics)... eroi che non hanno poteri soprannaturali ma sfruttano la tecnologia per migliorare, salvare la propria città e non solo. Mi aspettavo qualcosa di più: più azione, più effetti speciali, insomma di più abituato a Batman, Avenger (marvel) Spiderman (marvel) e Supermen (dc comics). Per qaunto rigurda gli attori: spettacolare Michael Douglas, brava Evangelin Lilly, bravissimo Corey Stoll, poco credibile Paul Rudd.
Comunque aspettiamo Ant-man 2.
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tmpsvita
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mercoledì 2 settembre 2015
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un mix perfetto di comicità e azione
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L'ultimo film della fase due dell'universo Marvel, punta molto di più sulla commedia rispetto agli altri film marvel, pur essendo anch'essi dei film con tempi compici impeccabili, e fa di ciò il suo cavallo di battaglia. Non a caso è stato scelto Paul Rudd come protagonista, lo reputo uno dei migliori attori comici americani al momento, e amche in questo film ha dimostrato il suo grande potenziale. Ho adorato Michael Douglas nella parte di Hank Py, molto bravo anche Michael Pena. La regia, che inizialmente doveva essere affidata a Edgar Wright ( hot fuzz, l'alba dei morti dementi e la fine del mondo), nonostante sia stata affidata ad un regista, Peyton Reed, che ha fatto fin ora solo commedie, è davvero ottima soprattutto nelle spettacolari scene d'azione.
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L'ultimo film della fase due dell'universo Marvel, punta molto di più sulla commedia rispetto agli altri film marvel, pur essendo anch'essi dei film con tempi compici impeccabili, e fa di ciò il suo cavallo di battaglia. Non a caso è stato scelto Paul Rudd come protagonista, lo reputo uno dei migliori attori comici americani al momento, e amche in questo film ha dimostrato il suo grande potenziale. Ho adorato Michael Douglas nella parte di Hank Py, molto bravo anche Michael Pena. La regia, che inizialmente doveva essere affidata a Edgar Wright ( hot fuzz, l'alba dei morti dementi e la fine del mondo), nonostante sia stata affidata ad un regista, Peyton Reed, che ha fatto fin ora solo commedie, è davvero ottima soprattutto nelle spettacolari scene d'azione. Effetti speciali come in ogni film della marvel sono grandiosi. Ottima la colonna sonora di Marco Beltrami, nominato agli oscar per the hurt locker. bellissima inoltre la sceneggiatora firmata Edgar Wright, Adam McKay, Paul Rudd e Joe Cornish. Gli unici difetti che ho riscontrato sono la fotografia, davvero pessima, con un colore spesso giallastro da film di serie b, e il villain sottoton ( non esteticamente ) rispetto ai villain di cui la mervel ci ha abbituato, l'ho trovato caratterizzato in meniera banale e superficiale. Voto 8+/10.
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asdrubale03
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mercoledì 2 settembre 2015
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un piccolo eroe in un grande film
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un film che riesce a stupire,intrattenere e soprattutto a divertire.Molto bravo il regista Peyton reed che è riuscito a creare delle scene d'azione spettacolari nonostante i suoi film precedenti siano tutte delle commedie.Voto 8/10
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alexmanfrex
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martedì 1 settembre 2015
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innovazione formato pop-corn
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Se fossimo negli anni 70/80, un film su un "uomo-formica" potrebbe essere un titolo tutto sommato scontato, uno di quei film-esperimento un po' trash, un po' potenziale cult destinato alla visione di pletore di teenager ...
E invece l'uomo formica in questione compare in chiusura di quella gigantesca operazione conosciuta come Fase-2 del canone Marvel e ha il volto di Scott Lang (un rinnovato Paul Rudd !!!), ladro di bassa tacca che, per riscattarsi da una vita da cattivo padre (anche se dai sentimenti tutto sembrerebbe tranne questo ...), accetta la responsabilità di prendere l'eredità del primo Ant-Man (Pym) all'apparenza per sventare la megalomania del temibile Calabrone, ombra oscura del mentore Pym, in realtà entrando in quello che è un contesto ben più complicato e destinato a cambiarne la vita .
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Se fossimo negli anni 70/80, un film su un "uomo-formica" potrebbe essere un titolo tutto sommato scontato, uno di quei film-esperimento un po' trash, un po' potenziale cult destinato alla visione di pletore di teenager ...
E invece l'uomo formica in questione compare in chiusura di quella gigantesca operazione conosciuta come Fase-2 del canone Marvel e ha il volto di Scott Lang (un rinnovato Paul Rudd !!!), ladro di bassa tacca che, per riscattarsi da una vita da cattivo padre (anche se dai sentimenti tutto sembrerebbe tranne questo ...), accetta la responsabilità di prendere l'eredità del primo Ant-Man (Pym) all'apparenza per sventare la megalomania del temibile Calabrone, ombra oscura del mentore Pym, in realtà entrando in quello che è un contesto ben più complicato e destinato a cambiarne la vita ...
L'idea rischiosa alla base di Ant-Man risiede nel rappresentare questo (anti)eroe dall'appeal decisamente diverso da quello dei mitologici Iron-Man e compagnia bella, e nel non banalizzare il concetto di un eroe così di nicchia per il suo insolito potere (rimpicciolirsi a dismisura, comandare eserciti di formiche ...).
L'umorismo non è nuovo in casa Marvel e Ant-Man, che ne fa un uso misurato, non è condannabile quindi per ciò: semmai, le falle risiedono in una recitazione decisamente poco incisiva da parte dei suoi attori, tanto da non rendere particolarmente memorabile nessuno dei protagonisti.
A una buona prova del veterano Michael Douglas, corrisponde un villain di turno (elemento fondamentale nei cinecomic !!!), poco convincente ... come poche altre volte in casa Marvel (vedi il Lizard di Amazing Spiderman).
Puro intrattenimento, valorizzato dai pregevoli effetti speciali per rendere convincente il potere di Ant-Man nelle sue acrobazie.
Un film che esula un po'dalle strutture dei film precedenti sugli componenti degli Avengers, un capitolo quasi a se stante, ma che non manca di incuriosire in vista del suo inserimento nell'epopea della squadra di supereroi.
Marvel dimostra ancora una volta, così come dopo The Winter Soldier, di riuscire a spaziare e diversificare i contenuti dei suoi film più recenti, con qualità, rimanendo sempre saldi a questo enorme quanto oscuro progetto di grande universo condiviso.
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dhany coraucci
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lunedì 31 agosto 2015
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il più grande effetto speciale è la sua simpatia
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Avendo sempre trovato le formiche più ripugnanti di qualsiasi altro insetto (già dalla favola di Esopo tutta la mia solidarietà era per le cicale) andare a vedere un film nel quale non solo sono celebrate, ma sono anche ritratte in primissimo piano è stato da parte mia un atto davvero coraggioso. Gesti eroici a parte, tra la miriade di film ispirati ai fumetti (volendo trovo un po’ ripugnanti anche quelli, eccezione fatta per Batman) questo è senz’altro uno dei miei preferiti. Anzi, mi sento in vena di consigliarvelo: è divertentissimo. E’ un po’ atipico e non mi riferisco solo al formato mignon utilizzato: innanzitutto il nostro supereroe, il protagonista Paul Rudd che qui è attore ma è soprattutto coautore della sceneggiatura (pare che le sue battute migliori le abbia improvvisate), è davvero messo male, è sfortunato alla maniera di Paperino e finisce per unirsi a un gruppo di “microcefali”, come li definisce l’anziano professore Hank Pym, (Michael Douglas), che ha scoperto la formula restringente; in pratica, per salvare il mondo, devono mettere a segno una rapina.
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Avendo sempre trovato le formiche più ripugnanti di qualsiasi altro insetto (già dalla favola di Esopo tutta la mia solidarietà era per le cicale) andare a vedere un film nel quale non solo sono celebrate, ma sono anche ritratte in primissimo piano è stato da parte mia un atto davvero coraggioso. Gesti eroici a parte, tra la miriade di film ispirati ai fumetti (volendo trovo un po’ ripugnanti anche quelli, eccezione fatta per Batman) questo è senz’altro uno dei miei preferiti. Anzi, mi sento in vena di consigliarvelo: è divertentissimo. E’ un po’ atipico e non mi riferisco solo al formato mignon utilizzato: innanzitutto il nostro supereroe, il protagonista Paul Rudd che qui è attore ma è soprattutto coautore della sceneggiatura (pare che le sue battute migliori le abbia improvvisate), è davvero messo male, è sfortunato alla maniera di Paperino e finisce per unirsi a un gruppo di “microcefali”, come li definisce l’anziano professore Hank Pym, (Michael Douglas), che ha scoperto la formula restringente; in pratica, per salvare il mondo, devono mettere a segno una rapina. Dopo una prima parte abbastanza “classica”, il film svirgola su un canovaccio esilarante e diventa amabilmente sgangherato con il risultato che fa davvero ridere (n.d.r. io non rido mai al cinema). Anche qui c’è una tuta lucente e ultra performante, un cattivo miniaturizzato ( il Peter Russo di House of Cards, Corey Stoll), sfide ad alto tasso di effetti speciali, centinaia di formiche (ahimé), una bellona, ecc… ma soprattutto c’è uno dei “microcefali” , Luis (Michael Peña) che fa morir dal ridere. Certo, bisogna andarlo a vedere quando si vuole sgombrare la testa da tutti i pensieri e non si hanno pretese di nessun tipo, ma il film è incredibilmente simpatico e credetemi, la simpatia, quella vera, è merce sempre più pregiata e introvabile; quell’umorismo delizioso, leggero, in equilibrio tra demenzialità e intelligenza, è così difficile da ricreare che diventa quasi elegante, al punto che qualcuno vi ha ritrovato lo spirito, comunque irripetibile e irraggiungibile, de I Soliti Ignoti.
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lorenzo2099
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mercoledì 26 agosto 2015
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l'uomo formica
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Ant-Man è la dodicesima pellicola del Marvel Cinematic Universe (un media franchise centrato su una serie di film di supereroi prodotti dai Marvel Studios e basati sui personaggi dei fumetti Marvel Comics), nonchè l'ultimo della Fase Due.
Scott Lang (Paul Rudd), appena uscito di prigione, è intenzionato a cominciare una nuova vita. Vuole riallacciare i rapporti con sua figlia Cassie, andandola a trovare a sorpresa alla sua festa di compleanno, ma viene cacciato per questioni legali da sua moglie e il nuovo marito Jim Paxton. Incapace di tenersi un lavoro a causa della sua fedina penale, decide, insieme al suo amico Luis (Michael Pena) e altri due amici, di fare un ultimo furto.
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Ant-Man è la dodicesima pellicola del Marvel Cinematic Universe (un media franchise centrato su una serie di film di supereroi prodotti dai Marvel Studios e basati sui personaggi dei fumetti Marvel Comics), nonchè l'ultimo della Fase Due.
Scott Lang (Paul Rudd), appena uscito di prigione, è intenzionato a cominciare una nuova vita. Vuole riallacciare i rapporti con sua figlia Cassie, andandola a trovare a sorpresa alla sua festa di compleanno, ma viene cacciato per questioni legali da sua moglie e il nuovo marito Jim Paxton. Incapace di tenersi un lavoro a causa della sua fedina penale, decide, insieme al suo amico Luis (Michael Pena) e altri due amici, di fare un ultimo furto. Mentre mette in atto l'operazione, a sua insaputa, viene osservato dal Dr. Hank Pym (Michael Douglas), uno scienziato che ha avuto dei trascorsi con lo S.H.I.E.L.D.
Una volta entrato in casa, apre la cassaforte e trova (con grande sorpresa) una tuta che ha l'abilità di far rimpicciolire fino alla grandezza di una formica. Scopre questo potere in un modo un pò brusco, e, traumatizzato dall'esperienza, riporta la tuta, ma viene sorpreso dalla polizia e viene arrestato nuovamente. Una volta in prigione, Hank Pym lo ricontatta, chiedendogli di effettuare un furto: deve rubare le "Particelle Pym" (una sostanza che permette di rimpicciolirsi fino a grandezze molto piccole), per cercare quindi di sventare i piani di Darren Cross (Corey Stoll).
Ecco, questa è la trama del film, semplice ma ben costruita e con ottimi effetti speciali. Viene incentrato molto il rapporto padre- figlia: un esempio è il rapporto difficile tra Hank Pym (Micheal Douglas) e sua figlia Hope Van Dyne (Evangeline Lily). Un altro importante rapporto padre-figlia è quello tra il protagonista Scott Lang e la figlia Cassie. La fotografia in questo caso non è "cupa" ma "leggera", quindi ben adatta al contesto e i dialoghi sono ben costruiti e non cadono nel banale. Mi è piaciuto soprattutto il combattimento finale e la trasformazione sub-atomica dove per un attimo è diventato tutto psichedelico e sembrava di vedere quasi delle scene nello "stile" di Interstellar di Christopher Nolan. Oltre a queste cose, io nella valutazione mi lascio trasportare soprattutto dalle emozioni che mi comunica il film mentre lo visiono. Posso dire che in alcuni momenti, rimanevo quasi sbigottito dalla alcune scene quasi "grottesche" ma mai impossibili nel contesto del film, ma non posso farvi nessun esempio altrimenti vi svelerei le sorprese. Il film quindi a più riprese mi ha lasciato sbigottito e divertito (soprattutto per i personaggi di Hank Pym e Luis).
Ho visionato il film in 3D e devo dire che ha una buona profondità delle immagini ma ben pochi pop-out.
Nel complesso un nuovo riuscitissimo film per i Marvel Studios, che riescono in questo film a fondere ironia e azione, un pò come nel primo film degli Avengers (2012) o nel più recente Guardiani Della Galassia (2014). Film spassoso e mai noioso, due ore di film che passano velocemente.
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red screen
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martedì 25 agosto 2015
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storia gradevole ma con troppe spiegazioni
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Come tutti i film di fantascienza, Antman si trova presto ad un bivio: spiegare i molti antefatti e le numerose “regole del gioco” della storia tramite lunghi e potenzialmente noiosi dialoghi (come Unbreakable e Inception) oppure rendere note le informazioni un po' alla volta durante l'azione (Terminator 1 e The Bourne Identity) con il rischio di perdersi qualche spettatore “confuso” per strada.
Personalmente, come spettatore, preferisco sempre la seconda strada: seguire l'azione senza conoscere i contenuti di quello che succede ha qualcosa di magico che mi ha sempre tenuto incollato allo schermo.
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Come tutti i film di fantascienza, Antman si trova presto ad un bivio: spiegare i molti antefatti e le numerose “regole del gioco” della storia tramite lunghi e potenzialmente noiosi dialoghi (come Unbreakable e Inception) oppure rendere note le informazioni un po' alla volta durante l'azione (Terminator 1 e The Bourne Identity) con il rischio di perdersi qualche spettatore “confuso” per strada.
Personalmente, come spettatore, preferisco sempre la seconda strada: seguire l'azione senza conoscere i contenuti di quello che succede ha qualcosa di magico che mi ha sempre tenuto incollato allo schermo. La stessa è, purtroppo, la più difficile per chi scrive la sceneggiatura. E' più facile avre un protagonista che racconta all'altro gli antefatti (quanti poliziotti hanno fatto un riassunto al collega in automobile mentre si avviano sul luogo del misfatto?). Putroppo questi "riassunti" sono di una noia mortale.
Nel caso di Antman, la graziosa storia di un ex galeotto alla ricerca di una redenzione sopratutto per il grande amore che prova verso la figlia, purtroppo la scelta ricade sulla prima. Lo spettatore si deve quindi sorbire un lunghissimo prologo prima che la storia entri (finalmente) nel vivo dell'azione. Questo avviene, dal mio punto di vista, troppo tardi.
La storia, per il resto, è ben recitata e piena di gradevoli effetti speciali. Lo scenario è il cassico da "fine del mondo" ma il nostro eroe, tra imprevisti e difficoltà, riuscirà nell'impresa.
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