Timbuktu

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Un film di Abderrahmane Sissako. Con Ibrahim Ahmed, Toulou Kiki, Abel Jafri, Fatoumata Diawara.
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Titolo originale Le chagrin des oiseaux. Drammatico, Ratings: Kids+13, durata 97 min. - Francia, Mauritania 2014. - Academy Two uscita giovedì 12 febbraio 2015. MYMONETRO Timbuktu * * * 1/2 - valutazione media: 3,54 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   
zarar martedì 7 aprile 2015
un mondo negato alla storia? Valutazione 4 stelle su cinque
75%
No
25%

Il regista mauritano-maliano Sissako ambienta il suo film a Timbuktu, nel Mali multietnico, al tempo della occupazione del paese da parte del gruppo islamista fondamentalista  Ansar Dine nel 2012. Gli occupanti impongono nel paese la sharia nella forma più dura (pena capitale per gli adulteri; donne costrette a subire limitazioni nella loro libertà di movimento, di relazioni, di abbigliamento, costrette a matrimoni forzati; divieto per tutti del fumo, della musica, del calcio;  religiosi islamici moderati impotenti di fronte ai fondamentalisti; flagellazioni per minime trasgressioni della legge coranica, fino a barbari supplizi quali l’interramento e la lapidazione. [+]

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enrico danelli domenica 22 marzo 2015
quando la realtà supera la finzione Valutazione 2 stelle su cinque
29%
No
71%

Questo film viene continuamente superato dalle notizie che ci arrivano dai territori occupati dagli integralisti. In confronto alle immagini tratte dalla realtà, facilmente reperibili sul web o su diversi network televisivi, questo film rimane indietro di parecchio, cioè su livelli meno drammatici e spettacolari. L'effetto denuncia è quindi ampiamente scontato e lo spettaore arriva già ben preparato per quello che gli toccherà vedere. Tuttavia l'analisi della situazione non è banale e aggiunge qualcosa di nuovo e di rassicurante per noi occidentali: il fanatismo integralista è spesso di facciata e nasconde esclusivamente una volontà di potere. [+]

[+] non è un film holliwoodiano, grazie a dio. (di olrik)
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jacopo b98 mercoledì 18 marzo 2015
un film importante, riuscito e necessario Valutazione 4 stelle su cinque
100%
No
0%

 A Timbuktu, nel cuore dell’Africa, si incrociano le vicende di numerose famiglie e personaggi, costrette a convivere con la brutalità dei terroristi jihadisti e la loro visione corrotta dell’Islam. Ma c’è anche chi ha il coraggio di resistere e di affermare che c’è un unico, vero Islam e che la follia omicida della jihad non è religione, ma fanatismo. Scritto dal regista con Kessen Tall, presentato a Cannes 2014 dove ha vinto solo il premio della Giuria Ecumenica, è forse il primo film specificatamente sul tema della jihad, e arriva in un periodo peraltro caldissimo su quel fronte. È quindi non solo un film importante e riuscito, ma un’opera necessaria, capace di affermare a gran voce la non violenza della religione islamica e la crudele corruzione di ideali operata dai terroristi. [+]

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no_data venerdì 13 marzo 2015
gli orrori della jihad Valutazione 4 stelle su cinque
0%
No
0%

I soprusi e le malavagità commessi in nome della fede per una religione, che troppo spesso viene usata come pretesto per commetterli. La bellezza di una famiglia che tenta di sopravvivere al di fuori dell'oppressione, standosene a vivere nel deserto e di un padre che non rinuncia alla propria dignità quando viene inevitabilmente coinvolto in questa assurda guerra. 

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francesco maraghini domenica 1 marzo 2015
antidoto contro estremismo islamico e islamofobia Valutazione 5 stelle su cinque
100%
No
0%

E' meglio essere frustati da un miliardario o da un estremista islamico? A giudicare dagli incassi di "50 sfumature di grigio" e di "Timbuktu" il pubblico italiano sembra preferire la prima opzione. Ma, scherzi a parte, questo film del regista africano Sissako (nato in Mauritania ma vissuto per molto tempo in Mali)  meriterebbe molta più attenzione. Perchè, attraverso le storia del pastore Kidane e della sua famigliacome di altri personaggi, ci narrà la vita quotidiana sotto l'oppressione del regime oscurantista instaurato nel nord del Mali nel corso del 2012 da varie milizie di estremisti islamici, alcune delle quali affiliate ad Al Qaeda, 
Oppressione con tutto il suo seguito di assurde probizioni dalla musica al calcio (e la partita giocata dai ragazzi africani senza pallone è senz'altro la scena più poetica del film) e di punizioni per i trasgessori dalle frustate in pubblico fino alla lapidazione degli adulteri. [+]

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pepito1948 martedì 24 febbraio 2015
violenza, poesia, bellezza: gli ingredienti magici Valutazione 4 stelle su cinque
50%
No
50%

Succede da sempre che un Potere irrompa e si insinui in un territorio imponendo proprie regole, attraverso la persuasività della forza, ad una popolazione debilitata da condizioni avverse. Se le regole sono legate ad una religione, e se la religione è la sharia, le regole diventano la legge di Dio , quindi sono assolute ed inderogabili. Chi agisce in nome del potere (religioso), è guidato da Dio e da questo legittimato  in ogni suo gesto politico. In tale ottica il Potere proibisce, impone obblighi di fare e soprattutto di non fare, non parla mai di diritti; vieta rigorosamente tutto ciò che si identifica con i nemici di Dio o che è sintomo di corruzione, quindi in prima linea tutto ciò che è antitesi culturale (l’empio Occidente): non fumare, non giocare a pallone, non fare o ascoltare  musica, salvo essere indulgente verso questi reati-peccati se è il potere stesso a commetterli. [+]

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fabiofeli martedì 24 febbraio 2015
cantare è civiltà Valutazione 4 stelle su cinque
100%
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0%

Siamo nel Mali, un luogo nel quale gli idiomi locali si mescolano con quelli importati dall’Europa in una babele decifrabile solo con gli interpreti. Le immagini aprono e chiudono con una gazzella che corre all’impazzata e non sa dove andare per sfuggire a un destino segnato. Come l’animale, folle di paura,  corrono la bambina sola al mondo, il ragazzo che guarda le mucche della famiglia di lei, il giovane con la moto, i truci miliziani della jihad che aspirano a imporre militarmente un assurdo, disordinato, insensato “ordine”, che riecheggia sinistramente fascismo e nazismo. Dove vanno, che destino avranno non si sa: di sicuro si perderanno nel deserto di morbide dune di sabbia, se non ci sarà qualcuno che indichi loro una via di uscita per raggiungere la realtà. [+]

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writer58 domenica 22 febbraio 2015
je suis kidane... Valutazione 5 stelle su cinque
90%
No
10%

"Sfiancala, non ucciderla", questa è la frase di un gruppo di jihadisti che insegue una gazzella a bordo di un pick up nella savana del Mali. "Sfiancala, non ucciderla" appare come una metafora, è un'espressione che interpreta l'essenza stessa dello jihadismo, spesso forza d'occupazione che arriva da altri paesi, assoggetta intere comunità musulmane e impone una ideologia regressiva basata su una distorsione fondamentalista del Corano. E' proibita la musica, è proibito il fumo, il calcio, non si può stare seduti sulla soglia di casa, le donne devono portare velo integrale e guanti, è proibito conversare in gruppo per strada. Metafora parziale perché i fedeli non vengono soltanto sfiancati dalle proibizioni e dalle censure, ma vengono anche uccisi - la lapidazione della coppia non sposata-, frustati a sangue -i giovani che sfidano il divieto di fare musica-, violentati nelle loro tradizioni-le donne date in matrimonio forzosamente ai combattenti-. [+]

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vanessa zarastro domenica 22 febbraio 2015
culture a confronto Valutazione 4 stelle su cinque
33%
No
67%

Un film intenso che mi ha evocato alcune pellicole di Pier Paolo Pasolini per l’essenzialità e quasi secchezza del racconto, per la durezza, per alcune simbologie e per i tempi lenti quasi dilatati. Sembra un congegno teatrale con tre scene: la tenda nella duna, l’oasi e l’agglomerato urbano. I processi, le lapidazioni, le fucilazioni avvengono tutti attorno a queste quatto case con 5 o 6 persone. Sissako, regista e produttore nato in Mauritania, mette in atto una sorta di demitizzazione del luogo urbano poiché di Timbuktu sono rappresenta queste poche case di terra nel deserto e non certo una città rumorosa o piena di gente. Il territorio malese è molto più vasto e non può essere rappresentato da una città. [+]

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alexandra mann venerdì 20 febbraio 2015
un film necessario, di quelli che non dimentichi. Valutazione 4 stelle su cinque
100%
No
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In questo periodo assistiamo sempre più spesso alle atrocità compiute dai jihadisti nei confronti degli occidentali e non solo. Questo inevitabilmente (in realtà causa ignoranza della gente e disinformazione da parte dei nostri "bei" politici, Lega Nord e Fratelli d'Italia docet) ha fatto sì che molta gente facesse di tutta l'erba un fascio inorridendosi ogni qual volta gli capitasse davanti un qualsiasi musulmano (chiamasi islamofobia). In realtà non c'è niente di più sbagliato. Perché così facendo non si fa altro che il gioco dei terroristi, infatti il loro obiettivo è quello di istigare all'odio verso la minoranza islamica presente in occidente e di conseguenza creare un conflitto occidente vs medio oriente (per farla breve). [+]

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