francesca romana cerri
|
martedì 12 novembre 2013
|
la follia e la vita e la bellezza
|
|
|
|
Un film veramente emozionante. Emozionante vedere la maschera di Tony cambiare totalmente, intrepretando due personaggi opposti: un fratello filosofo pazzo tutto vita, passione e poesia, e l'altro fratello ( il politico di professione) stanco, grigio, ammuffito dalla vita che conduce.
Lo scambio dei gemelli ( classico meccanismo da Commedia antica che sempre funziona), porta alla ribalta politica il fratello pazzo al posto del grigio politico stile Pd di oggi. Il fratello pazzo intervistato dai giornalisti ricomincia a chiamare le cose per il loro nome, comincia a fare chiare accuse alla'intera società e anche al partito stesso che immobile e consenziente ha assistito alla catasfrofe della società.
[+]
Un film veramente emozionante. Emozionante vedere la maschera di Tony cambiare totalmente, intrepretando due personaggi opposti: un fratello filosofo pazzo tutto vita, passione e poesia, e l'altro fratello ( il politico di professione) stanco, grigio, ammuffito dalla vita che conduce.
Lo scambio dei gemelli ( classico meccanismo da Commedia antica che sempre funziona), porta alla ribalta politica il fratello pazzo al posto del grigio politico stile Pd di oggi. Il fratello pazzo intervistato dai giornalisti ricomincia a chiamare le cose per il loro nome, comincia a fare chiare accuse alla'intera società e anche al partito stesso che immobile e consenziente ha assistito alla catasfrofe della società.
Quando non si ha nulla da perdere non c'è bisogno di guadagnarsi il consenso da tutti e si comincia ad essere sinceri: sinceri come un pazzo , che della carriera e della prudenza non sà che farsene. E così vediamo risorgere passione, poesia, originalità di pensiero, in altre parole la follia e la vita laddove col precedente fratello regnava la logica e la morte. E come una commedia profonda che si rispetti finisce Pirandellianamente: non sappiamo se il Politico di professione è tornato o ancora si nasconde dietro quel volto il Gemello pazzo che ha entusiasmato le folle. Il bambino, il folle , l'artista è figura scoraggiata da questa società che chiama in causa una ragionevolezza per giustificare i peggiori crimini, i peggiori abusi che si possano fare. In nome della logica le nostre società hanno affamato popolazioni, hanno portato guerre, mafia, corruzione a tutti livelli, in nome della logica si è spento il Sogno del Cambiamento profondo dell'intero assetto sociale. Tra le righe scorre la Forza del Destino di Verdi, potente, inarrestabile, come a presagire che un giorno il mondo sarà invaso da una nuova fanciullezza, dall'arte, dalla bellezza.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a francesca romana cerri »
[ - ] lascia un commento a francesca romana cerri »
|
|
d'accordo? |
|
paride86
|
mercoledì 23 ottobre 2013
|
insomma
|
|
|
|
Il versatile Tony Servillo - bravissimo - presta il proprio volto ai due fratelli protagonisti di questo film. La storia è piuttosto inverosimile e i dialoghi banali, specialmente quelli di Giovanni che, invece, dovrebbero risultare geniali.
Il film si lascia vedere ma, sulla sinistra italiana, non racconta nulla che non si possa già guardare al telegiornale o in un programma di approfondimento.
|
|
[+] lascia un commento a paride86 »
[ - ] lascia un commento a paride86 »
|
|
d'accordo? |
|
enzo70
|
giovedì 26 settembre 2013
|
l'elogio della follia secondo servillo
|
|
|
|
L’ennesimo film sull’antipolitica, angolo visuale diverso, questa volta, l’elogio della follia di Erasmo preso come riferimento. La storia è, più o meno, questa: il leader di un partito politico della sinistra, per definizione destinato all’opposizione, entra in crisi a seguito di una contestazione. Il vertice del partito è allo sbando, ma la soluzione è semplice. Il politico ha un fratello pazzo, gemello, sostituzione e via, anzi si potrà pure gestire meglio l’uomo. In un classico gioco degli equivoci la pazzia infervora la politica e così, come è giusto che sia per qualcuno, la sinistra riesce finalmente a vincere le elezioni.
[+]
L’ennesimo film sull’antipolitica, angolo visuale diverso, questa volta, l’elogio della follia di Erasmo preso come riferimento. La storia è, più o meno, questa: il leader di un partito politico della sinistra, per definizione destinato all’opposizione, entra in crisi a seguito di una contestazione. Il vertice del partito è allo sbando, ma la soluzione è semplice. Il politico ha un fratello pazzo, gemello, sostituzione e via, anzi si potrà pure gestire meglio l’uomo. In un classico gioco degli equivoci la pazzia infervora la politica e così, come è giusto che sia per qualcuno, la sinistra riesce finalmente a vincere le elezioni. Servillo è uno straordinario attore, ma rischia di pagare questa sovrapposizione legata ai ruoli della demagogia. Quanto detto, poi, contraddetto, da quel capolavoro che è stato la grande bellezza, quello sì che è un grande film. Tornando a noi, film simpatico, ma banale e scontato.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a enzo70 »
[ - ] lascia un commento a enzo70 »
|
|
d'accordo? |
|
borghij
|
martedì 10 settembre 2013
|
bello e reale
|
|
|
|
E' davvero un bel film , basato sull' italia di oggi, un italia separata, un italia ormai senza idee.
Toni Servillo è un autentico portento, grande maestria nel recitare la parte!
Sono felice di averlo visto e lo consiglio a tutti .
Molte parti sono strane, mistiche, come quella della bambina che gli dice che non è nessuno.
Parla anche della religione, serio e simpatico.
Uno dei migliori film del 2013 italiano.
|
|
[+] lascia un commento a borghij »
[ - ] lascia un commento a borghij »
|
|
d'accordo? |
|
gibon
|
lunedì 26 agosto 2013
|
finalmente una speranza
|
|
|
|
Finalmente una boccata di ossigeno, un po' di speranza, in questo clima da incubo, in questa Italia diventata il paese dei ladri.
Le parole che la gente vuole sentire e che i funzionari della sinistra (?) non sono più in grado o non vogliono più dire.
Secondo me manca ancora una parola alla lista: Ideali.
Sono 30 anni che ci dicono che gli ideali sono dannosi e che sono morti, che il postmoderno porterà un futuro radioso di libertà.
Invece, come era prevedibile, ci troviamo con un paese allo sfascio, un'Europa in mano ai banchieri.
Basta, vogliamo etica, welfare integrazione, fiducia nel futuro.
Non ne possiamo più di questo grigiore di questa melma, di essere governati da malfattori e delinquenti.
[+]
Finalmente una boccata di ossigeno, un po' di speranza, in questo clima da incubo, in questa Italia diventata il paese dei ladri.
Le parole che la gente vuole sentire e che i funzionari della sinistra (?) non sono più in grado o non vogliono più dire.
Secondo me manca ancora una parola alla lista: Ideali.
Sono 30 anni che ci dicono che gli ideali sono dannosi e che sono morti, che il postmoderno porterà un futuro radioso di libertà.
Invece, come era prevedibile, ci troviamo con un paese allo sfascio, un'Europa in mano ai banchieri.
Basta, vogliamo etica, welfare integrazione, fiducia nel futuro.
Non ne possiamo più di questo grigiore di questa melma, di essere governati da malfattori e delinquenti.
Mandiamo questo film a reti unificate, in diretta mondiale, facciamolo vedere nelle scuole.
Basta! non ne possiamo più...
Grazie allo scrittore del romanzo, grazie al regista, allo sceneggiatore e al grande Sorrentino.
BRAVI !!
[-]
|
|
[+] lascia un commento a gibon »
[ - ] lascia un commento a gibon »
|
|
d'accordo? |
|
stefanoadm
|
giovedì 22 agosto 2013
|
a uno sguardo attento, zoppicante
|
|
|
|
Eppure qualcosa, qui, non gira... Il film in sé non ha autentiche pecche. Al massimo può essere tacciato di semplicismo. Davvero bastano modi più diretti e lievi, al limite una recitazione meno ingessata di fronte allo spettatore-elettore, per rigenerare l’entusiasmo degli italiani e vincere le politiche con una proposta seria? Fosse così facile…
“Viva la libertà” funziona a meraviglia come puro prodotto cinematografico, viene da dire “astratto”, ma zoppica vistosamente nel rapporto che instaura con la realtà. Rapporto inevitabile, visto il tema. Il leader che tenta il rinnovamento, fresco, citazione colta in canna, non troppo motivato nello stipulare accordi fra partiti ma intenzionato ad allearsi “…con le coscienze degli italiani” è esistito nel recente passato.
[+]
Eppure qualcosa, qui, non gira... Il film in sé non ha autentiche pecche. Al massimo può essere tacciato di semplicismo. Davvero bastano modi più diretti e lievi, al limite una recitazione meno ingessata di fronte allo spettatore-elettore, per rigenerare l’entusiasmo degli italiani e vincere le politiche con una proposta seria? Fosse così facile…
“Viva la libertà” funziona a meraviglia come puro prodotto cinematografico, viene da dire “astratto”, ma zoppica vistosamente nel rapporto che instaura con la realtà. Rapporto inevitabile, visto il tema. Il leader che tenta il rinnovamento, fresco, citazione colta in canna, non troppo motivato nello stipulare accordi fra partiti ma intenzionato ad allearsi “…con le coscienze degli italiani” è esistito nel recente passato. Si chiamava (si chiama) Walter Veltroni e le elezioni lo hanno punito duramente. L’autocritica, carente nel centrosinistra stando ad alcuni passaggi del romanzo-sceneggiatura di Andò, è in realtà sport tanto diffuso nell’area Pd da essere praticato con uno zelo che rasenta l’autolesionismo, a tratti arriva a paralizzare proposte, azioni, capacità di farsi capire.
“Viva la libertà” sembra un libro dei sogni. Un libro bello, con rilegatura elegante e contenuti corretti, coerenti. Superbamente impaginati: riuscito il gioco del doppio, buona la regia, formidabile il contrasto tra la recitazione espressiva di Servillo (a partire dalla locandina!) e la maschera stanca, disincantata, quasi immobile di Mastandrea… Però il sogno della vittoria con un leader “alla Giovanni Ernani”, gemello del capo, schietto, capace di trovare un equilibrio tra realismo e contenuti alti, si è già dimostrato di scarsa presa, in Italia.
A un tratto il subentrato candidato premier di Andò chiarisce un punto fondamentale, e si tratta forse del passaggio più bello di “Viva la libertà”: la classe politica del Paese, spesso mediocre, furba, squallida, riflette l’elettorato. Nelle democrazie le cose, tendenzialmente, vanno così. Ecco, un elettorato simile, così ben fotografato dal protagonista, non si lascerebbe convincere da un candidato come quello interpretato da Servillo. Al massimo gli regalerebbe un posto, ben puntellato, all’opposizione. La vittoria di Giovanni Ernani – Giovanni Oliveri – Enrico Oliveri è, letteralmente, una contraddizione interna alla sceneggiatura. E già che ci siamo: Ulivo (schieramento-alleanza- coalizione realmente esistita) da una parte, Oliveri (cognome dei protagonisti) dall’altra. Che fantasia...
Troppo cinico?
[-]
|
|
[+] lascia un commento a stefanoadm »
[ - ] lascia un commento a stefanoadm »
|
|
d'accordo? |
|
weach
|
domenica 4 agosto 2013
|
generosità solo per la "la maschera tony servillo"
|
|
|
|
Sono andato a vederlo, anche incuriosito dai benevoli giudizi espressi dalla critica e non solo.
Ebbene parliamone con franchezza!!!!!!!!!!!!!!!
Del film resta sono Teny che riesce, a stento, a sorreggere una sceneggiatura quasi scontata, priva di contenuti ideali, piccola come è piccolo il mondo che riesce a rappresentare.
Non cè sussulto, non c'è speranza,restano banali parole vuote di un mondo decandente destinato a morire.
In questo senso , non dobbiamo per forza vedere nel film uno spunto "per ripartire " ma pittosto la rappresentazione cinematrografica di un fallimento politico annunciato e senza prospettiva .
Su tutto la maschera di Tony emerge in ogni dove lasciando apparrire una dimesione surreale che comunque non c'è.
[+]
Sono andato a vederlo, anche incuriosito dai benevoli giudizi espressi dalla critica e non solo.
Ebbene parliamone con franchezza!!!!!!!!!!!!!!!
Del film resta sono Teny che riesce, a stento, a sorreggere una sceneggiatura quasi scontata, priva di contenuti ideali, piccola come è piccolo il mondo che riesce a rappresentare.
Non cè sussulto, non c'è speranza,restano banali parole vuote di un mondo decandente destinato a morire.
In questo senso , non dobbiamo per forza vedere nel film uno spunto "per ripartire " ma pittosto la rappresentazione cinematrografica di un fallimento politico annunciato e senza prospettiva .
Su tutto la maschera di Tony emerge in ogni dove lasciando apparrire una dimesione surreale che comunque non c'è.
E' per me Viva la libertà è opera piena di "poca energia disponiibile " sempre e comunque.
grazie
weach illuminati
[-]
|
|
[+] lascia un commento a weach »
[ - ] lascia un commento a weach »
|
|
d'accordo? |
|
onufrio
|
lunedì 8 luglio 2013
|
benvenuto presidente
|
|
|
|
Se ancora ce ne fosse stato bisogno, questo film pone in risalto le superbe doti d'attore e d'interpretazione di Toni Servillo, che per l'occasione si sdoppia interpretando due fratelli totalmente opposti fra di loro: Enrico Oliveri (candidato all'elezioni e segretario del partito di sinistra) e Giovanni Errani (pazzoide da poco dimesso dalle cliniche con spirito visionario e poetico). Fare un film basandosi sulla politica è sempre un impresa ardua, ma Roberto Andò ne esce con la piena sufficienza, grazie anche alla presenza di un folto cast completo qualitativamente.
|
|
[+] lascia un commento a onufrio »
[ - ] lascia un commento a onufrio »
|
|
d'accordo? |
|
andrea giostra
|
sabato 6 luglio 2013
|
il doppio ai giorni nostri.
|
|
|
|
Viva la libertà (2013)
(recensione di Andrea Giostra)
Non c’è più alcun dubbio che oggi Tony Servillo sia il più bravo e il più grande degli attori viventi italiani. Vederlo recitare ed interpretare “il doppio”, che rimanda inevitabilmente alla migliore storia della letteratura occidentale sul tema, è un piacere per l’anima cinefila degli amanti della settima arte.
Roberto Andò è altrettanto bravo a rappresentare il doppio contemporaneo battendo il terreno caldo della politica nostrana che soffoca la libertà e ruba la speranza. L’ispirazione elegante e discreta dai classici della letteratura occidentale è raffinato e ben celato.
[+]
Viva la libertà (2013)
(recensione di Andrea Giostra)
Non c’è più alcun dubbio che oggi Tony Servillo sia il più bravo e il più grande degli attori viventi italiani. Vederlo recitare ed interpretare “il doppio”, che rimanda inevitabilmente alla migliore storia della letteratura occidentale sul tema, è un piacere per l’anima cinefila degli amanti della settima arte.
Roberto Andò è altrettanto bravo a rappresentare il doppio contemporaneo battendo il terreno caldo della politica nostrana che soffoca la libertà e ruba la speranza. L’ispirazione elegante e discreta dai classici della letteratura occidentale è raffinato e ben celato. E allora vale la pena, dopo aver visto il bel film di Andò, rileggere i migliori classici de “il doppio”, da “Il Sosia” di Dostoevskij all’“Anfitrione” di Plauto, da “Lo strano caso del Dr. Jekyll e Mr. Hyde” di Stevenson a “Ritratto di Dorian Gray” di Oscar Wilde, da “Il fu Mattia Pascal” di Pirandello al “Compagno segreto” di Conrad, dal “Ritratto” di Gogol a “Doppio sogno” di Schnitzler. Il film di Andò si muove sulla stessa antropologica direttrice polimorfica della complessità dell’uomo moderno, come quello antico, che contiene dentro di sé un mondo interiore fortemente contraddittorio ed estremamente conflittuale, che quasi mai riesce a far trionfare la parte migliore di sé, se non nella pazzia, come nell’impeccabile film di Andò. Il film è ricco di illustre citazioni, da Brecht a Fellini, sapientemente spalmate, che rendono l’opera di Andò, che arditamente si cimenta nell’affrontare un tema assai pericoloso e delicato da maneggiare quale quello della politica italica che tutto fa tranne che gli interessi del popolo, immediatamente fruibile agli intellettuali nostrani di morettina memoria, che certamente avranno apprezzato ed applaudito anche per questo.
Il finale è degno del film, riesce a lasciare allo spettatore la giusta curiosità e il giusto dubbio sul doppio dominante. Insomma, un eccellente film da vedere assolutamente.
(facebook.com/pages/Andrea-Giostra-FILM/12421989439244 )
[-]
|
|
[+] lascia un commento a andrea giostra »
[ - ] lascia un commento a andrea giostra »
|
|
d'accordo? |
|
gufetta76
|
mercoledì 3 luglio 2013
|
mi allontano scomparendo nella pioggia
|
|
|
|
In mezzo a tanta spazzatura cinematografica ci sono gli andò e i servillo. Storia pirandelliana, filosoficamente brechtiana, smitizza il potere politico non lo spiega ma lo risolve. E'un film bellissimo, sincero e soprattutto ti tocca dentro. Immensi tutti gli attori, soprattutto Servillo, degno erede di Volontè.Fantastico il cameo d'archivio di Fellini. E'obbligatorio guardarlo.
|
|
[+] lascia un commento a gufetta76 »
[ - ] lascia un commento a gufetta76 »
|
|
d'accordo? |
|
|