christalball
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venerdì 23 maggio 2025
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a john may
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Cosa succede a chi nella vita da tutto agli altri? Riceve forse dagli altri tutto ciò che ha dato? No, almeno in questa realtà in cui viviamo sicuramente no.
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Cosa succede a chi nella vita da tutto agli altri? Riceve forse dagli altri tutto ciò che ha dato? No, almeno in questa realtà in cui viviamo sicuramente no. Ma questo film ci lascia intravedere una speranza che forse, in qualche altrove, di qualche altra realtà, qualcuno o qualcosa, ci sta ringraziando. Un film che affronta con delicatezza e senza paura il tema della morte, come quando si vola per la prima volta su un'altalena con la fiducia di poter tornare indietro e toccare terra.
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daniele ciavatti
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lunedì 9 dicembre 2024
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la bellezza della vita, la necessità della morte
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Still Life racconta la storia di John May, un uomo che ha dedicato la sua vita agli altri, organizzando funerali per coloro che sono morti soli e dimenticati. In queste cerimonie, vediamo la presenza di sacerdoti appartenenti a varie religioni, ma il vero "sacerdote" che emerge è lo stesso John, rappresentante di una religione ben più universale e laica: quella della pietà umana. Il suo senso di responsabilità e il suo impegno nel dare dignità alla morte degli altri lo trasformano in una figura di rara compassione.
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Still Life racconta la storia di John May, un uomo che ha dedicato la sua vita agli altri, organizzando funerali per coloro che sono morti soli e dimenticati. In queste cerimonie, vediamo la presenza di sacerdoti appartenenti a varie religioni, ma il vero "sacerdote" che emerge è lo stesso John, rappresentante di una religione ben più universale e laica: quella della pietà umana. Il suo senso di responsabilità e il suo impegno nel dare dignità alla morte degli altri lo trasformano in una figura di rara compassione.
Una delle caratteristiche centrali di John è il suo bisogno di ordine, che riflette la sua filosofia di vita. Per lui l'ordine è essenziale affinché, quando arriva la morte, tutto abbia un senso per chi resta. In sostanza John è un uomo che ha passato la vita preparandosi alla propria morte, attraverso il suo meticoloso lavoro e la sua attenzione per i dettagli. L'ultimo caso che affronta, però, lo porta a riflettere sulla sua stessa esistenza. Questo lo mette in contatto con persone che avevano un legame reale e significativo con il defunto, invitandolo a considerare per la prima volta che una felicità in questa vita è possibile. Spinto da questa nuova consapevolezza, John inizia ad assaporare aspetti della vita che fino a quel momento aveva ignorato. Gesti apparentemente semplici, come urinare sullo pneumatico del suo capo dispotico – un atto di vendetta personale – o accettare l'invito della commessa per una cioccolata calda – un piacere fugace e terreno – acquistano per lui un nuovo significato. Ma il passo più importante arriva con Kelly, la figlia del defunto, che simboleggia la possibilità di amare ed essere amati, un sentimento che John aveva sempre tenuto a distanza.
Il film si conclude con un colpo di scena beffardo: la morte improvvisa di John. Tuttavia, anche nella sua morte si trova un senso perché questa lo trova preparato: illuminanti a tal proposito sono le inquadrature fisse del suo ufficio e della sua casa, proprio come aveva provveduto durante la sua vita. Inoltre, il suo tentativo di ricucire rapporti umani dimenticati o incrinati ha avuto pieno successo, come dimostra il fatto che tutti i defunti di cui si era occupato gli rendono omaggio. È un epilogo toccante che suggella il percorso di un uomo che, pur avendo vissuto per prepararsi alla fine, trova nella morte stessa un riconoscimento profondo e umano. Still Life è una gemma delicata di rara bellezza, impreziosita da un'interpretazione magistrale di Eddie Marsan, un'opera che richiede pazienza ma poi offre una ricompensa emotiva a chi è disposto a immergersi nel suo mondo lento e riflessivo.
Daniele Ciavatti
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felicity
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lunedì 29 luglio 2024
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doloroso, toccante, molto profondo
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Still Life è un film contemplativo, ricco di spunti riflessivi sulla vita e sulla morte, ma anche sulla solitudine intrinseca alla condizione umana.
Still Life incarna, per mezzo di una regia silenziosa, ma profondamente simbolica e comunicativa, il tentativo di un uomo qualunque di esorcizzare la paura dell’oblio, tentando con tutte le proprie forze di spazzarlo dalla vita altrui, nella speranza di non essere dimenticato un giorno almeno da coloro la cui morte è stata da lui profondamente onorata.
Un esempio di come sia possibile realizzare grande cinema con pochi mezzi e tanto talento, raccontando una storia piccola dal respiro universale.
È questo il senso tragico della vita che non ha ricompensa ma trova la risposta ogni momento nella moralità di ogni gesto?
Pasolini in realtà chiude il film con una scena che non serve.
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Still Life è un film contemplativo, ricco di spunti riflessivi sulla vita e sulla morte, ma anche sulla solitudine intrinseca alla condizione umana.
Still Life incarna, per mezzo di una regia silenziosa, ma profondamente simbolica e comunicativa, il tentativo di un uomo qualunque di esorcizzare la paura dell’oblio, tentando con tutte le proprie forze di spazzarlo dalla vita altrui, nella speranza di non essere dimenticato un giorno almeno da coloro la cui morte è stata da lui profondamente onorata.
Un esempio di come sia possibile realizzare grande cinema con pochi mezzi e tanto talento, raccontando una storia piccola dal respiro universale.
È questo il senso tragico della vita che non ha ricompensa ma trova la risposta ogni momento nella moralità di ogni gesto?
Pasolini in realtà chiude il film con una scena che non serve. Ma questo è a volte il problema della letteratura e del cinema, e forse della nostra stessa vita, la difficoltà ad accettare una fine talmente tragica e l’idea che la speranza occorra per dare un senso finale alle nostre esistenze.
Still Life è un film doloroso, toccante, molto profondo e di difficile visione.
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martedì 12 marzo 2024
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still life
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Recensione molto bella; un marziano nel mondo d'oggi che nel finale ritrova quel calore umano a cui si era meticolosamente sottratto; attore e personaggio un unicum che accompagna una storia di umana pietà Nik
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mercoledì 5 luglio 2023
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censura
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È inutile leggere solo tu quando sei solo tu che scrivi!!! Hai fatto il tuo commento e noi non possiamo farne altri...quindi va bene il tuo!!!
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venerdì 17 febbraio 2023
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bel film
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E' raro leggere una recensione così ,in cui la sensibilità del racconto filmico s'intrecci con quella del recensore.Sono d'accordo:Still life è un film importante e avrebbe meritato ben altra fortuna.L'ho rivisto ieri sera e forse l'ho apprezzato ancora di più della prima volta :il sentimento della morte e della vita trovano un senso profondo fatto di espressioni posture cose non dette in una dimensione quasi teatrale...ha fatto benissimo lei a citare Foscolo Pavese Flaiano e gli altri riferimenti filmici.Il film induce all'attenzione e alla riflessione profonda. GRAZIE Anna Casole
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martedì 4 ottobre 2022
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4/10/22
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Una recensione delicata. Una carezza. Grazie.
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nino raffa
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mercoledì 22 dicembre 2021
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natura morta con resurrezione
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John May, impiegato di un municipio londinese, si occupa dei cittadini che muoiono soli. Prende in consegna l’appartamento, lo svuota, cerca di rintracciare amici o parenti, quasi sempre inutilmente. Crede che nessuno debba scomparire senza il segno o l’omaggio di una parola. Sulla piccola scrivania dell’ufficio nel seminterrato dispone – come una delicata natura morta – qualche lettera, una collanina, delle fotografie; e da queste poche tracce ricompone vite intere, affidate all’invenzione di calde orazioni funebri che consegna a perplessi sacerdoti per essere lette dal pulpito.
Meticoloso, maniacale quanto basta, sorvegliato anche nell’attraversare la strada, John è a sua volta solo.
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John May, impiegato di un municipio londinese, si occupa dei cittadini che muoiono soli. Prende in consegna l’appartamento, lo svuota, cerca di rintracciare amici o parenti, quasi sempre inutilmente. Crede che nessuno debba scomparire senza il segno o l’omaggio di una parola. Sulla piccola scrivania dell’ufficio nel seminterrato dispone – come una delicata natura morta – qualche lettera, una collanina, delle fotografie; e da queste poche tracce ricompone vite intere, affidate all’invenzione di calde orazioni funebri che consegna a perplessi sacerdoti per essere lette dal pulpito.
Meticoloso, maniacale quanto basta, sorvegliato anche nell’attraversare la strada, John è a sua volta solo. Le sue giornate sembrano coincidere con quelle foto di sconosciuti, che a casa dopo una giornata di lavoro, attacca con cura su un album come fossero i grandi affetti della sua vita.
Questa pietosa routine dura più di vent’anni, finché il suo ufficio viene cancellato dai tagli al budget del municipio. In più – ragiona il capo mentre lo licenzia – i morti sono morti e basta; i funerali sono per i vivi: meglio quelli deserti in cui non soffre nessuno. Lui mette negli scatoloni tutte le pratiche, sistema l’ultima carpetta sulla scrivania e spegne per sempre la luce dell’ufficio. Chiede solo – a sue spese – altri tre giorni per chiudere il caso di Billy Stoke: il barbone alcolizzato di quell’ultimo fascicolo.
John riuscirà a ricomporre vita e affetti di Billy, e dentro di essi troverà pure una donna. In pochi giorni smette la grisaglia d’ordinanza e veste informale. Compra per lei un piccolo dono, e attraversa, per la prima volta spensierato, una strada. Un confine tra un prima e un dopo. La morte gli ha teso una trappola perfetta, nascondendosi dietro l’amore per fargli abbassare la guardia. Anche lui è solo: gli toccherà un funerale deserto.
Finale perfetto, nella realistica assurdità con cui spesso la vita accade. Eppure squarciato, quasi fuori tempo massimo, da una potente esplosione di speranza. Still Life di Uberto Pasolini racconta senza sbavature una storia originale tra la vita e la morte, gettando una luce poetica su questa soglia incognita. Umanissimo inno religioso, a prescindere da Dio o da qualsiasi fede nel soprannaturale. John May pratica ogni giorno la religione nella sua etimologia profonda di relegere, osservare, stare attenti; per estensione, curare ciò che ci circonda, anche nella sua parte invisibile e misteriosa. L’album in cui, ogni sera, incolla con devozione qualche foto, rilega d’amore la sfilacciata trama del mondo.
Ottimo il protagonista – un insuperabile Eddie Marsan – con le sue piccole sorvegliate manie, la fede solitaria negli altri. Il suo luminoso grigiore.
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venerdì 18 settembre 2020
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complimenti per la recensione
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Non ho visto il film, ma mi hai fatto venire voglia di vederlo, con la tua ottima recensione. E la citazione da Foscolo mi ha fatto emozionare.
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gurdjieff
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giovedì 10 dicembre 2015
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struggente capolavoro
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Struggente e poetico, solo con Chaplin ho provato emozioni simili.
Non c'entra nulla, ma il finale è entusiasmante come quello della "Vita è bella" di Benigni:commovente e sorpendente quanto geniale.
Non aggiungo altro, vedetelo perchè è uno dei migliori film degli ultimi anni.
Solo per amanti di un certo tipo di cinema.
Capolavoro.
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