elgatoloco
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venerdì 18 dicembre 2015
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il rischio del prevedibile, ma...
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"No good deed"è film in complesso abbastanza modesto, minacciato dalla prevedibilità, cui però sfugge in varie occasioni: nella parte iniziale, quando la casa della coppia di avvocati(lei già p.m., poi madre di famiglia)sembra minacciata dall'arrivo del "killer", mentre poi, nella parte finale, si ha una svolta, ancora più efficace, con la scoperta di un"imprevisto"nella casa dell'ex girl-friend del killer non solo presunto... Nulla di trascendente, certo, anzi, solo effetti che costruiscono un film a tratti didattico( con un messaggio del tipo: "Diamine, perché aprite la porta a uno sconosciuto in piena notte e per di più in una notte di tregenda?")e comunque privo di un respiro che vada al di là dell'immediatezza dei"colpi duri".
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"No good deed"è film in complesso abbastanza modesto, minacciato dalla prevedibilità, cui però sfugge in varie occasioni: nella parte iniziale, quando la casa della coppia di avvocati(lei già p.m., poi madre di famiglia)sembra minacciata dall'arrivo del "killer", mentre poi, nella parte finale, si ha una svolta, ancora più efficace, con la scoperta di un"imprevisto"nella casa dell'ex girl-friend del killer non solo presunto... Nulla di trascendente, certo, anzi, solo effetti che costruiscono un film a tratti didattico( con un messaggio del tipo: "Diamine, perché aprite la porta a uno sconosciuto in piena notte e per di più in una notte di tregenda?")e comunque privo di un respiro che vada al di là dell'immediatezza dei"colpi duri". Il tema della prevedibilità, schivata o meno(qui sì, in complesso)è decisamente importante, nel thriller(qui non"legal", nonostante alcuni cenni iniziali...)di qualunque specie, ma idem vale per quello della verosomiglianza, qui solo in parte evitato, diremmo. Senza scavi psicologici(sul tema della"follia", paranoia o schizofrenia ci sarebbero varie obiezioni da fare, ma qui è meglio prescinderne, in specie per motivi di spazio), senza turbini e senza"illuminazioni", ma, per una visione di tipo abbastanza"immediato"e di facile presa, il film si può vedere, anche considerando il livello non particolarmente alto ma non disprezzabile degli/delle interpreti. El Gato
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gianleo67
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domenica 15 marzo 2015
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thriller dell'assedio..con stereotipi
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Evaso dal cellulare che lo sta trasportando in carcere, omicida seriale affetto da narcisismo patologico ne approfitta per regolare subito i conti con la sua ex ragazza, finendo poi per intrufolarsi con una banale scusa nella casa di un ex procuratore legale con due bimbi ancora piccoli e un marito momentaneamente assente per impegni familiari. Quello che la giovane mamma non può sapere è che quell'uomo ha dei conti da regolare anche con la sua famiglia.
B-movie senza nè arte nè parte, sponsorizzato dal protagonista e DJ-attore britannico Idris Elba e distribuito dalla Warner, è un classico thriller dell'assedio la cui scrittura sembra ricalcare fedelmente e proditoriamente i classici del genere ('Panic Room' - 2002 - David Fincher) o produzioni più o meno dozzinali ('24 Ore' - 2002 - Luis Madoki) di argomento afferente e dove la trama di una vendetta domestica si risolve nel prevedibile meccanismo di una trappola per topi giocata a colpi di estintori e fendenti all'arma bianca.
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Evaso dal cellulare che lo sta trasportando in carcere, omicida seriale affetto da narcisismo patologico ne approfitta per regolare subito i conti con la sua ex ragazza, finendo poi per intrufolarsi con una banale scusa nella casa di un ex procuratore legale con due bimbi ancora piccoli e un marito momentaneamente assente per impegni familiari. Quello che la giovane mamma non può sapere è che quell'uomo ha dei conti da regolare anche con la sua famiglia.
B-movie senza nè arte nè parte, sponsorizzato dal protagonista e DJ-attore britannico Idris Elba e distribuito dalla Warner, è un classico thriller dell'assedio la cui scrittura sembra ricalcare fedelmente e proditoriamente i classici del genere ('Panic Room' - 2002 - David Fincher) o produzioni più o meno dozzinali ('24 Ore' - 2002 - Luis Madoki) di argomento afferente e dove la trama di una vendetta domestica si risolve nel prevedibile meccanismo di una trappola per topi giocata a colpi di estintori e fendenti all'arma bianca. Se la questione razziale (il negro bello e possessivo) e quella sessuale (la donna single ed emancipata) piuttosto che quella femminista (la ex donna in carriera riconvertita alla cura della prole) fanno capolino come sdruciti pretesti per le prevedibili caratterizzazioni di personaggi che sanno benissimo dove andare a parare, ciò che più fa difetto alla storia è la pretesa di fondare la tensione, più che sulle estemporanee manifestazioni di un'intenzione criminale senza scopo, sulla carta coperta di un movente che si rivela diverso da quello che ci si poteva immaginare in un primo momento (la rivalsa sull'insipienza di un difensore di fiducia presto ricusato) per poi manifestarsi apertamente in un finale passionale e fuori tempo massimo. Tralasciando le evidenti incongruenze del plot ed i risvolti ridicoli di un 'parassitismo di covata' (entra un subito un nero quando ne esce un altro: dalle mie parti si dice che 'niuro cu niuru un tinci') con tanto di orgoglio femminile tradito dai figli e dai chili di troppo ('Nemmeno l'inferno conosce la furia...' W.Shakespeare), sono le dinamiche del thriller d'azione che più lasciano a desiderare, trasferendo la resa dei conti dall'unità di luogo di una dimora assediata a quella, assai più scomoda, della dimostrazione d'intenti di una inevitabile causa divorzista. Benino la Taraji P. Henson (che sfiorò a suo tempo l'Oscar con 'Il curioso caso di Benjamin Button') ed ingiudicabile Idris Elba, entrambi comunque provenienti dal mondo della musica dove farebbero meglio a rimanere. Il titolo si riferisce alla fiducia mal riposta delle buone madri di famiglia lasciate sole in case nelle notti di temperie. Misura contenuta (solo 84') per chi in tivù non trovasse niente di meglio.
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