riker66
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martedì 29 aprile 2014
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un silenzioso “urlo” contro la vita
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A 10 anni dall’uscita di Forrest Gump (ispirato a un romanzo di Groom del 1986) appare sugli schermi la vicenda di Allan Karlsson, ispirato dall’omonimo romanzo di Jonasson del 2009: “Il centenario che saltò dalla finestra e scomparve”.
Ad una prima impressione le due opere si richiamano: se non altro per l’excursus storico che ripropongono e le curiose, quanto improbabili, intersezioni con grandi avvenimenti della storia che vivono i protagonisti.
Ovviamente ogni altro paragone in questa direzione è quanto mai inappropriato. Inutile confrontare una grande produzione holliwodiana con questo delizioso e rilassante film che seppur curato e attento nelle ricostruzioni storiche si scontra con una disponibilità di mezzi che solo le grandi major possono permettersi.
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A 10 anni dall’uscita di Forrest Gump (ispirato a un romanzo di Groom del 1986) appare sugli schermi la vicenda di Allan Karlsson, ispirato dall’omonimo romanzo di Jonasson del 2009: “Il centenario che saltò dalla finestra e scomparve”.
Ad una prima impressione le due opere si richiamano: se non altro per l’excursus storico che ripropongono e le curiose, quanto improbabili, intersezioni con grandi avvenimenti della storia che vivono i protagonisti.
Ovviamente ogni altro paragone in questa direzione è quanto mai inappropriato. Inutile confrontare una grande produzione holliwodiana con questo delizioso e rilassante film che seppur curato e attento nelle ricostruzioni storiche si scontra con una disponibilità di mezzi che solo le grandi major possono permettersi.
Ma torniamo alla film. La fuga, non pianificata, di Allan scatena una ricerca – per la verità non molto affannosa – da parte della polizia e, principalmente, una rocambolesca avventura che con sapienti momenti di flash back narrano la altrettanto rocambolesca vita dell’arzillo vecchietto.
Apprendiamo così che la vita di Allan inizia in un mondo povero e rurale, figlio unico generato da un padre eccentrico che presto finirà prigioniero e poi fucilato a causa delle sue idee “anacronistiche” e da una madre silenziosa e lavoratrice che presto lo lascerà orfano e eccentrico almeno quanto il padre.
A causa di una sua curiosa e talentuosa predisposizione verso tutto ciò che “esplode” Allan inizia così una vita che lo porta a crescere in un ospedale psichiatrico e a condurre una vita in cui le vicende seguono un corso dettato più dalla casualità che da decisioni e scelte ben precise.
Si snoda così la vicenda umana di questo simpatico vecchietto la cui avventura narrata nella vicenda attuale del film (con i relativi “cattivi”, morti, occultamenti di cadavere ecc) figura quasi evento ordinario in confronto alle vicende che compongono tutta la sua frastagliata vita.
Il regista ci aiuta in questa ricostruzione con parentesi di flash back e accelerazioni narrative ben curate che permettono di ricostruire i tanti snodi di una vicenda molto complessa (se non altro per la ponderosità del romanzo originale).
La vicenda si conclude “bene” con una grossa tentazione verso il surreale: tanto quanto può esserlo un amico russo contrabbandiere che ha a disposizione un aereo cargo con il quale trasporta a Bali il nostro beniamino il suo amico vecchietto che lo accompagna per tutta la vicenda, un cattivo diventato buono perché smemorato dopo un trauma cranico, una giovane amante della natura che fa da nurse ad un elefante e un giovane imbranato indeciso su tutto ma soprattutto sui suoi sentimenti.
“Nella mia vita in tanti mi hanno urlato contro” ripete all’inizio e ella fine del film il protagonista, ma forse il vero “urlo contro la vita” lo ha pronunciato lui che silenziosamente, senza “urli” particolari attraversa un secolo di storia con leggerezza e, forse inconsapevole, spensieratezza. Una leggerezza e spensieratezza che forse ci potrebbero insegnare qualcosa nelle nostre vite così impegnate a “urlare” qualcosa al mondo che ci circonda.
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flyanto
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lunedì 12 maggio 2014
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quando l'assurdo risulta quasi naturale
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Film tratto dall'omonimo best seller di Jonas Jonasson in cui si racconta di un uomo che, arrivato alla soglia dei 100 anni, viene posto in una casa di cura per anziani da cui egli però scappa dopo pochi giorni attraverso la finestra della propria camera da letto. Da qui, inizieranno per lui delle rocambolesche avventure legate al fatto che egli involontariamente si impossessa di una valigia piena di soldi rubati ed al conseguente incontro con due personaggi con cui deciderà di spartirsi il bottino. Nel frattempo il protagonista rammenta e racconta le proprie altrettanto rocambolesche avventure vissute in gioventù nel corso dei numerosi spostamenti dovuti alle importanti missioni da lui affrontate nei vari paesi d'Europa.
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Film tratto dall'omonimo best seller di Jonas Jonasson in cui si racconta di un uomo che, arrivato alla soglia dei 100 anni, viene posto in una casa di cura per anziani da cui egli però scappa dopo pochi giorni attraverso la finestra della propria camera da letto. Da qui, inizieranno per lui delle rocambolesche avventure legate al fatto che egli involontariamente si impossessa di una valigia piena di soldi rubati ed al conseguente incontro con due personaggi con cui deciderà di spartirsi il bottino. Nel frattempo il protagonista rammenta e racconta le proprie altrettanto rocambolesche avventure vissute in gioventù nel corso dei numerosi spostamenti dovuti alle importanti missioni da lui affrontate nei vari paesi d'Europa.
Questa trasposizione cinematografica dell'opera letteraria di Jonasson risulta assurda e nello stesso tempo assai divertente per la stranezza delle situazioni che rappresenta, al limite, si può dire, dell'irrazionale. Ma il modo ed il tono con cui gli svariati avvenimenti vengono raccontati è così naturale, diretto e lineare da far sì che tutto il racconto venga accettato come comprensibile e, quasi, possibile in un contesto reale.
I personaggi, sia buoni che "cattivi", alla stregua di macchiette (soprattutto quello del protagonista che si vede via via invecchiare) incontrano subito la simpatia del pubblico e già questo determina una garanzia di successo per il film.
Tutto il contesto e le atmosfere comiche e poco convenzionali, per non dire appunto assurde, rimandano a molte pagine della letteratura scandinava, come quella, ad esempio, di Astrid Lindgren, l'autrice svedese dello strano ed avventuroso personaggio di Pippi Calzelunghe, di Rasmsus ed il Vagabondo e di molti altri. Qui, ovviamente, l'autore si rivolge ad un pubblico adulto e non dell'infanzia e pertanto le situazioni proposte sono di diverso contenuto, ma i richiami e la fantasia sfrenata risultano alquanto evidenti e propri, appunto, di una certa narrativa.
Insomma, altamente consigliabile per trascorrere un paio di ore in tutta spensieratezza e leggerezza.
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mattiabertaina
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domenica 27 aprile 2014
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molta dinamite, ma non troppo esplosivo...
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All’alba della sua centesima primavera, Allan Karlsson, disinteressato nel modo più assoluto dell’importante evento, decide di dare un taglio alle sue uggiose giornate passate al ricovero per anziani uscendo dalla finestra della sua stanza. Questo è l’incipit della trasposizione cinematografica del libro (successo di vendite) di Jonas Jonasson, “Il centenario che saltò dalla finestra e scomparve”.
Lo spettatore è, da subito, gettato a capo fitto in un mondo fatto di personaggi strambi, di accadimenti assurdi, raccontati con un ritmo stralunato e, a tratti, grottesco.
La fuga è un pretesto per rivelare le mille vicende di Allan che, in un secolo di vita, ha assistito agli avvenimenti più importanti del XXI secolo, dalla messa a punto della bomba nucleare alla caduta del Muro.
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All’alba della sua centesima primavera, Allan Karlsson, disinteressato nel modo più assoluto dell’importante evento, decide di dare un taglio alle sue uggiose giornate passate al ricovero per anziani uscendo dalla finestra della sua stanza. Questo è l’incipit della trasposizione cinematografica del libro (successo di vendite) di Jonas Jonasson, “Il centenario che saltò dalla finestra e scomparve”.
Lo spettatore è, da subito, gettato a capo fitto in un mondo fatto di personaggi strambi, di accadimenti assurdi, raccontati con un ritmo stralunato e, a tratti, grottesco.
La fuga è un pretesto per rivelare le mille vicende di Allan che, in un secolo di vita, ha assistito agli avvenimenti più importanti del XXI secolo, dalla messa a punto della bomba nucleare alla caduta del Muro. Continui flashback che disvelavano questo e quel dettaglio storico, dall’amicizia col dittatore Franco al doppiogioco della guerra fredda vissuta da spia, mentre il vecchio Allan aveva a che fare con una gang di motociclisti squinternati, con un bagaglio pieno di banconote, con un elefante provvidenzialmente liberato dal circo Zuperbo e tanta dinamite; dinamite che è stata il filo conduttore della sua vita, dagli esperimenti fatti da ragazzino fino al progetto Manhattan con una dose esplosiva di ironia e comicità che descrive l’iniziale cifra stilistica della pellicola. Una commedia ben orchestrata, che non scade nel becero, ma che punta forse troppo sul suo protagonista Robert Gustafsson, attore cinquantenne apprezzato in patria, invecchiato ad hoc per la narrazione “presente” della storia. I vari personaggi che si rapportano con Allan, da Julius (il vecchietto che diventa, suo malgrado, compagno di avventure del protagonista) a Benny (studente universitario decisamente fuori corso), passando per Gunilla (donna un tempo fidanzata con un componente della gang dei motociclisti) sono un po’ didascalici, mancano di mordente e di approfondimento parendo, di tanto in tanto, delle semplici macchiette ad uso e consumo della storia che Herngren ha voluto adattare per il cinema. Ad ogni modo, come anticipato pocanzi, le situazioni paradossali, le gag e le risate non mancano, con un’altra concentrazione di sapido sarcasmo su alcuni accadimenti dell’ultimo secolo raccontati dall’occhio (soltanto apparentemente) ingenuo di Allan. Un simil-Forrest Gump in salsa svedese che vede scemare l’effetto comico alla distanza, risultando, a tratti, un po’ fiacco ed eccedendo qualche volta di troppo in trovate boccaccesche ed una vena di auto-compiacimento. Una pellicola adeguata per passare una tranquilla serata al cinema, ma che non resterà negli annali.
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filippo catani
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venerdì 16 ottobre 2015
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un centenario e le sue avventure
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Un anziano centenario riesce a fuggire dalla finestra della casa di riposo dove risiede. Inizierà per lui un viaggio inaspettato quando, alla fermata del bus, entrerà in possesso di una misteriosa valigetta.
Humor nordico per un film che strappa qualche risata e che fa dell'assurdo il piatto più importante del menu. Il film si sviluppa su due piani e se da una parte si raccontano le vicissitudini odierne di questo centenario dall'altra parte attraverso una serie di flashback si raccontano i suoi trascorsi negli eventi storici più importanti che hanno caratterizzato il '900 dalla Guerra Civile di Spagna alla bomba atomica fino all'Urss e allo spionaggio e la Guerra Fredda.
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Un anziano centenario riesce a fuggire dalla finestra della casa di riposo dove risiede. Inizierà per lui un viaggio inaspettato quando, alla fermata del bus, entrerà in possesso di una misteriosa valigetta.
Humor nordico per un film che strappa qualche risata e che fa dell'assurdo il piatto più importante del menu. Il film si sviluppa su due piani e se da una parte si raccontano le vicissitudini odierne di questo centenario dall'altra parte attraverso una serie di flashback si raccontano i suoi trascorsi negli eventi storici più importanti che hanno caratterizzato il '900 dalla Guerra Civile di Spagna alla bomba atomica fino all'Urss e allo spionaggio e la Guerra Fredda. Il film è godibile e si avvale di un cast ben assortito. Insomma l'ideale per passare una serata in leggerezza.
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alexander 1986
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martedì 9 settembre 2014
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l'anziano che fa ridere a metà
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Tratto dall'omonimo romanzo (2009) dello svedese Jonas Jonasson. La mattina del suo centesimo compleanno, Allan Karlson decide senza pensarci troppo di fuggire dalla casa di riposo dov'è confinato. Ma dove può andare a cacciarsi un uomo nelle sue condizioni, peraltro un po' svanito? Non sottovalutiamolo: in men che non si dica riuscirà a cacciarsi in un mare di guai, finendo coll'essere inseguito dalla polizia e dal crimine organizzato in una girandola di equivoci, gag e incontri bizzarri. Il racconto è inframmezzato da numerosi flashback che illustrano la precedente vita di Alan. Scopriamo così che il nostro amico è sempre stato un po' bizzarro e al centro di vicissitudini più grandi di lui, attraversando da protagonista inconsapevole alcuni dei momenti salienti della storia del '900.
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Tratto dall'omonimo romanzo (2009) dello svedese Jonas Jonasson. La mattina del suo centesimo compleanno, Allan Karlson decide senza pensarci troppo di fuggire dalla casa di riposo dov'è confinato. Ma dove può andare a cacciarsi un uomo nelle sue condizioni, peraltro un po' svanito? Non sottovalutiamolo: in men che non si dica riuscirà a cacciarsi in un mare di guai, finendo coll'essere inseguito dalla polizia e dal crimine organizzato in una girandola di equivoci, gag e incontri bizzarri. Il racconto è inframmezzato da numerosi flashback che illustrano la precedente vita di Alan. Scopriamo così che il nostro amico è sempre stato un po' bizzarro e al centro di vicissitudini più grandi di lui, attraversando da protagonista inconsapevole alcuni dei momenti salienti della storia del '900.
I paragoni con 'Forrest Gump' (1995) sono alla portata di tutti, visto che il motore della narrazione è ancora il contrasto tra la gravità degli eventi e la beata idiozia di colui che ne è al centro. Il film fonda la sua comicità sull'immagine del vecchio rimbambito che però riesce sempre a fregare tutti, tanto da far credere di essere un bel furbacchione nascosto. Questo gioco diverte soprattutto all'inizio e in diversi tratti del racconto, ma da solo si rivela nel complesso insufficiente a tenere alto l'interesse dello spettatore. Mancano figure di sostegno, in grado di controbilanciare il carattere il protagonista e quindi anche di esaltarlo. La pellicola si fa comunque apprezzare per la miscela di humor nero e di demenzialità contemporanea.
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fabio1957
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giovedì 21 maggio 2015
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simpatico
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Concordo col critico nel notare un'assonanza con Forrest Gump,con le dovute proporzioni, è vero ricorda molto quel film,dove un ritardato con la forza della caparbietà riesce a raggiungere risultati strepitosi e a incontrare personaggi fondamentali,qui il nostro protagonista cambia addirittura il corso della storia, ma il passo è diverso.Il racconto si snoda in un arco temporale ampio ma discontinuo,il ricorso al flash-back è sistematico rinforzando l'impressione della similitudine accennata,tuttavia questo film risulta più superficiale, i personaggi di contorno sembrano caricature, il tono di Forrest gump era serio,qui è più faceto e vira sul comico.
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Concordo col critico nel notare un'assonanza con Forrest Gump,con le dovute proporzioni, è vero ricorda molto quel film,dove un ritardato con la forza della caparbietà riesce a raggiungere risultati strepitosi e a incontrare personaggi fondamentali,qui il nostro protagonista cambia addirittura il corso della storia, ma il passo è diverso.Il racconto si snoda in un arco temporale ampio ma discontinuo,il ricorso al flash-back è sistematico rinforzando l'impressione della similitudine accennata,tuttavia questo film risulta più superficiale, i personaggi di contorno sembrano caricature, il tono di Forrest gump era serio,qui è più faceto e vira sul comico.Nel complesso comunque godibile
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