giulio vivoli
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domenica 7 ottobre 2012
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un giorno banale
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L'attesa e le speranze di due giovani provenienienti dalla difficile periferia metropolitana in un giorno simbolico e importante per il futuro di entrambi, erano pari all'aspettativa di assistere a un film che trasmettesse emozioni vere, magari con eccesso di dolce o amaro, a seconda della direzione presa della regista.La quale,al contrario,sceglie un'ambientazione convenzionale,dialoghi vuoti e banalissimi,conditi da stereotipi da fiction sciatta,con l'aggravante di imbrigliare Filippo Scicchitano,gia' grande attore spontaneo e purosangue quasi animalesco nell'esordio Scialla!, in una recitazione ordinaria e a tratti goffa e trattenuta.
L'angolo visuale fintamente attento al sociale, ma nella realta' classista,porta la Comencini ad inserire gli ignari ragazzi di borgata nei cliche' glamour e negli status symbol della citta' ricca piu' facili da trovare(la boutique di via condotti,il ristorante Gusto,il Pantheon, tipo Woody Allen ultima maniera),non solo dandoli in pasto senza alcuna pieta' al cinismo e all'indifferenza di un ambiente per loro spaesante,ma prendendosi sotto sotto anche gioco della loro ingenuita'(scena dell'astice volante uber alles).
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L'attesa e le speranze di due giovani provenienienti dalla difficile periferia metropolitana in un giorno simbolico e importante per il futuro di entrambi, erano pari all'aspettativa di assistere a un film che trasmettesse emozioni vere, magari con eccesso di dolce o amaro, a seconda della direzione presa della regista.La quale,al contrario,sceglie un'ambientazione convenzionale,dialoghi vuoti e banalissimi,conditi da stereotipi da fiction sciatta,con l'aggravante di imbrigliare Filippo Scicchitano,gia' grande attore spontaneo e purosangue quasi animalesco nell'esordio Scialla!, in una recitazione ordinaria e a tratti goffa e trattenuta.
L'angolo visuale fintamente attento al sociale, ma nella realta' classista,porta la Comencini ad inserire gli ignari ragazzi di borgata nei cliche' glamour e negli status symbol della citta' ricca piu' facili da trovare(la boutique di via condotti,il ristorante Gusto,il Pantheon, tipo Woody Allen ultima maniera),non solo dandoli in pasto senza alcuna pieta' al cinismo e all'indifferenza di un ambiente per loro spaesante,ma prendendosi sotto sotto anche gioco della loro ingenuita'(scena dell'astice volante uber alles).
Il degrado morale del centro peggiore dello squallore della vita di borgata e' abbozzato senza pretesa sociologica, ma altrettanto senza emozione ne' tensione emotiva,ribellione dell'autista compresa.
Non basta la fotografia tecnicamente perfetta ma fredda e convenzionale da cartolina di Luca Bigazzi a dare al film almeno una cornice di originalita'.
Un giorno speciale concluso con serata al cinema da dimenticare.
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gianleo67
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domenica 10 novembre 2013
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stucchevole stereotipo di una squallida modernità
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Graziosa escort diciannovenne viene accompagnata da un suo coetaneo,al primo giorno di lavoro come autista di limousine, presso l'ufficio di un influente onorevole che la dovrebbe raccomandare per per il suo esordio nel dorato mondo dello spettacolo. Un contrattempo del politico però ritarda l'appuntamento, consentendo ai due giovani di conoscersi meglio e confessarsi reciproche aspirazioni e desideri per il futuro.
Scritto a sei mani con la coautrice del soggetto Giulia Calenda e con Davide Lantieri e tratto dal romanzo di Claudio Bigagli 'Il cielo con un dito', quest'ultima fatica dell'altra figlia d'arte di papà Luigi è l'ennesima operazione ad uso e consumo della platea festivaliera prodotto con il generoso contributo ministeriale e costantemente in bilico tra la parabola sociale e la favoletta sentimentale, tra la serietà del tema e la malizia furbetta del suo adattamento.
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Graziosa escort diciannovenne viene accompagnata da un suo coetaneo,al primo giorno di lavoro come autista di limousine, presso l'ufficio di un influente onorevole che la dovrebbe raccomandare per per il suo esordio nel dorato mondo dello spettacolo. Un contrattempo del politico però ritarda l'appuntamento, consentendo ai due giovani di conoscersi meglio e confessarsi reciproche aspirazioni e desideri per il futuro.
Scritto a sei mani con la coautrice del soggetto Giulia Calenda e con Davide Lantieri e tratto dal romanzo di Claudio Bigagli 'Il cielo con un dito', quest'ultima fatica dell'altra figlia d'arte di papà Luigi è l'ennesima operazione ad uso e consumo della platea festivaliera prodotto con il generoso contributo ministeriale e costantemente in bilico tra la parabola sociale e la favoletta sentimentale, tra la serietà del tema e la malizia furbetta del suo adattamento. Muovendo dalla descrizione, allusiva e realistica insieme, di una risaputa marginalità sociale (gli alveari residenziali di celle in cui risuona l'eco di televisori perennemente accesi, lo spaccato di una vita domestica in cui cova una malintesa complicità materna, i desideri omologati di una facile scorciatoia per il successo) si intraprende un viaggio fisico e simbolico dalla periferia al centro verso le ambizioni frustrate di una generazione 'venduta', sullo sfondo di una squallida società della mistificazione e dell'inganno (dei sogni, del potere, del denaro) e attraverso i luoghi emblematici di un irraggiungibile miraggio consumistico (dal centro commerciale sul raccordo alle esclusive boutique del centro). Nonostante i tentativi di un apprezzabile approfondimento psicologico che elabori credibilmente la relazione tra i personaggi accomunati dalla stessa estrazione sociale e dagli stessi 'istinti di sopravvivenza', ci si limita a transitare dal 'lei' di una forzata etichetta professionale al 'tu' del legittimo riconoscimento personale e finire con i soliti sbaciucchiamenti nella cornice esclusiva dei fori imperiali, lungo un tour turistico-sentimentale che sembra uno spottone ministeriale sulle decantate bellezze della capitale.
Modesta favoletta sociale sulla scorta di una facile ed esemplare rielaborazione dei temi della piu' recente cronaca di costume, scambia il buonismo per pudore finendo per infilare tutti i luoghi comuni del genere e sostituisce il coraggio di un verosimile realismo sociologico (Comencini senior docet) al registro dolceamaro della commedia sentimentale con l'aggravante di una pretenziosa solennità drammatica sottolineata dallo struggente pianto di Almirena, sposa infelice nel Rinaldo di Handel, e dal finale interdetto in cui un novello Romeo/Pricipe Azzurro, in vespa e scarpe da tennis, reclama invano alla finestra l'attenzione della sua amata Giulietta/Cenerentola inebetita davanti alle ammiccanti sirene del tubo catodico. Attori giovani,carini e perfettamente in parte, ma non basta. Stucchevole stereotipo di una squallida modernità.
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gialari
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lunedì 1 ottobre 2012
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un giorno speciale!
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Presentato alla 69esima edizione della Mostra del Cinema di Venezia, Un giorno speciale è un film più complesso di quanto potrebbe sembrare. Sotto la love story, solamente accennata, tra Gina (Giulia Valentini) e Marco (Filippo Scicchitano) si nasconde una velata critica all'Italia di oggi, divisa tra ricchi e poveri, tra "sfigati" e raccomandati. Per tutto il film ci si domanda quale decisione prenderanno infine i due giovani protagonisti: lei ci starà con l'Onorevole? Marco le resterà accanto pur avendo capito il motivo dell'appuntamento di Gina?
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alisubi
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lunedì 1 ottobre 2012
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il giorno che tutti vorremmo vivere!
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Il giorno speciale a cui il titolo del film fa riferimento è quello vissuto da Gina e Marco, due ragazzi sperduti, costretti ad affacciarsi in un mondo di adulti di cui non vorrebbero far parte fino in fondo.
Gina ha il sogno di diventare attrice, ma forse è soprattutto il desiderio di compiacere sua madre a motivarla.
Marco (un ottimo Filippo Scicchitano reduce dal successo di Scialla) è un autista al suo primo giorno di lavoro, forse un po' goffo e romantico. I due si incontrano e sono costretti dalle circostanze a passare una giornata insieme.
Sarà proprio quel "giorno speciale" a cambiare le loro vite in un modo che forse i due ancora non comprendono.
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Il giorno speciale a cui il titolo del film fa riferimento è quello vissuto da Gina e Marco, due ragazzi sperduti, costretti ad affacciarsi in un mondo di adulti di cui non vorrebbero far parte fino in fondo.
Gina ha il sogno di diventare attrice, ma forse è soprattutto il desiderio di compiacere sua madre a motivarla.
Marco (un ottimo Filippo Scicchitano reduce dal successo di Scialla) è un autista al suo primo giorno di lavoro, forse un po' goffo e romantico. I due si incontrano e sono costretti dalle circostanze a passare una giornata insieme.
Sarà proprio quel "giorno speciale" a cambiare le loro vite in un modo che forse i due ancora non comprendono. E' ancora possibile essere se stessi in un mondo senza pietà che obbliga a scendere a compromessi?
Sì, ci dice Francesca Comencini, sì!
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[+] non è un giorno che tutti vorremmo vivere
(di lunetta)
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[+] un bel film
(di cineamiamoci)
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pia ferrara
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martedì 2 ottobre 2012
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un film speciale
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Visto per caso questo ultimo lavoro della Comencini e lieta di averlo fatto. Ammetto di non conoscerla molto come regista, ma forse è stato un bene, perché ho potuto gustare Un giorno speciale senza aspettative. Mi è piaciuta la "doppia anima" del film, il suo raccontare una storia che si potrebbe definire drammatica senza però adottare i toni del dramma ma quelli di una commedia leggera e frizzante, fresca come i due protagonisti, molto calati nei ruoli.
Il personaggio di Gina non mi è piaciuto fino in fondo, ma Giulia Valentini è stata brava a darle vita, a rendere su schermo la determinazione a inseguire il successo di questa ragazzina che però è ancora legata al ricordo della sua scuola, del suo quartiere e ai tacchi e al trucco pesante predilige le Converse.
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Visto per caso questo ultimo lavoro della Comencini e lieta di averlo fatto. Ammetto di non conoscerla molto come regista, ma forse è stato un bene, perché ho potuto gustare Un giorno speciale senza aspettative. Mi è piaciuta la "doppia anima" del film, il suo raccontare una storia che si potrebbe definire drammatica senza però adottare i toni del dramma ma quelli di una commedia leggera e frizzante, fresca come i due protagonisti, molto calati nei ruoli.
Il personaggio di Gina non mi è piaciuto fino in fondo, ma Giulia Valentini è stata brava a darle vita, a rendere su schermo la determinazione a inseguire il successo di questa ragazzina che però è ancora legata al ricordo della sua scuola, del suo quartiere e ai tacchi e al trucco pesante predilige le Converse. Mi è piaciuto molto anche Scicchitano, e sicuramente cercherò di recuperare Scialla, che non ho visto!
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giusen
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lunedì 1 ottobre 2012
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grande ritorno per la comencini!
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Equilibrato ed elegante il ritorno di Francesca Comencini al grande Cinema contemporaneo: una Roma dalla doppia anima fa da sfondo alle vicende dei due protagonisti, Gina e Marco, i promettenti Giulia Valentini e Filippo Scicchitano (Scialla). Il film si regge soprattutto su di loro e sulla sceneggiatura intelligente che esalta le doti recitative di due giovani talenti, molto in parte. Amore, amicizia, rispetto e difficoltà nel farsi strada nella vita: questi i temi che la Comencini analizza con acutezza. Spero di vederli presto in altri film!
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flyanto
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lunedì 8 ottobre 2012
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uno sguardo crudo sulla voglia giovanile di riusci
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Film sul rapporto che si instaura nel corso di un'intera giornata tra un'aspirante attrice e fotomodella ed un autista al suo servizio. Dallo trascorrere dell'intera giornata di conoscenza dei due giovani, fatta prima di diffidenza e poi di affetto e complicità, Francesca Comencini in maniera alquanto cruda evidenzia lo squallore che si cela nella realtà di molte ragazze che aspirano ad una facile notorietà e carriera. Da donna e mamma, nella sua spietata veridicità, la regista non esclude nemmeno di analizzare il ruolo fondamentale, per non dire determinante, che giocano alcuni genitori frustrati (nel caso specifico la madre della protagonista) nei confronti di ragazzi giovani che si sentono ormai quasi "obbligati" a non deludere le loro aspettative.
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Film sul rapporto che si instaura nel corso di un'intera giornata tra un'aspirante attrice e fotomodella ed un autista al suo servizio. Dallo trascorrere dell'intera giornata di conoscenza dei due giovani, fatta prima di diffidenza e poi di affetto e complicità, Francesca Comencini in maniera alquanto cruda evidenzia lo squallore che si cela nella realtà di molte ragazze che aspirano ad una facile notorietà e carriera. Da donna e mamma, nella sua spietata veridicità, la regista non esclude nemmeno di analizzare il ruolo fondamentale, per non dire determinante, che giocano alcuni genitori frustrati (nel caso specifico la madre della protagonista) nei confronti di ragazzi giovani che si sentono ormai quasi "obbligati" a non deludere le loro aspettative. Molto ben diretto ed interpretato e tra gli attori spicca, alquanto maturato, il giovane attore (Filippo Scicchitano) già visto ed apprezzato in "Scialla".
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goldy
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martedì 9 ottobre 2012
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povera italia
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– Leggero e compatto, il film si lascia vedere volentieri senza sbavature. Attraversato da una sensazione di mortificazione insostenibile è apporebbile che sin dall’inizio si intuisca che le occasioni piacevoli vissute dai due protagonisti (notevole Scichitano) siano in realtà la contropartita ambigua e umiliante che soprattutto la ragazza dovrà in qualche modo ripagare al potente di turno . C’è spazio sufficiente per allargare l’obiettivo sul’’intero paese che ne esce ancora una volta umiliato e offeso dominato da un sistema di potere corrotto e degradato dal quale sarà difficile liberarsi in tempi brevi
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