bacci93
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mercoledì 27 febbraio 2013
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gli intoccabili (2 decenni e mezzo dopo)
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Impossibile, come dice il mio collega, non riandare con la memoria a "Gli Intoccabili" di Brian De palma nell'assistere a lla lotta senza quartiere tra il boss della città e la limitata squadra di agenti di polizia non corrotti. Cambiano i protagonisti: Al Capone cede il posto a Myckey Cohen;e gli scenari: Chicago diventa Los Angeles; ma è evidente l'analogia con il film di De Palma e molte sono le citazioni che si notano durante la visione. Premettendo che "Gli intoccabili" è di una categoria superiore, Gangster Squad non sfigura davanti al capolavoro di De Palma. Il film riesce a coinvolgere lo spettatore per tutti i suoi 113 minuti, senza mai annoiare e senza dilungarsi, pur avendone la possibilità, in vicende marginali alla storia.
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Impossibile, come dice il mio collega, non riandare con la memoria a "Gli Intoccabili" di Brian De palma nell'assistere a lla lotta senza quartiere tra il boss della città e la limitata squadra di agenti di polizia non corrotti. Cambiano i protagonisti: Al Capone cede il posto a Myckey Cohen;e gli scenari: Chicago diventa Los Angeles; ma è evidente l'analogia con il film di De Palma e molte sono le citazioni che si notano durante la visione. Premettendo che "Gli intoccabili" è di una categoria superiore, Gangster Squad non sfigura davanti al capolavoro di De Palma. Il film riesce a coinvolgere lo spettatore per tutti i suoi 113 minuti, senza mai annoiare e senza dilungarsi, pur avendone la possibilità, in vicende marginali alla storia. Il film è azione pura. Azzeccata la colonna sonora
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donni romani
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sabato 23 febbraio 2013
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una squadra non di "intoccabili"
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Impossibile non riandare con la memoria a "Gli Intoccabili" di "De Palma o a "L.A. Confidential" di Hanson nell'assistere alla lotta senza quartiere fra un piccolo boss in ascesa nella Los Angeles del 1949 e la squadra di agenti che con ogni mezzo cerca di ostacolarne l'azione criminale. Manca però l'atmosfera dolente e malinconica dei due film appena citati nella pellicola di Fleischer - che schiera un cast stellare - nonostante le ambientazioni e le ricostruzioni d'epoca siano accurate e l'eco della guerra negli occhi e nel cuore dei protagonisti sia citata a più riprese.
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Impossibile non riandare con la memoria a "Gli Intoccabili" di "De Palma o a "L.A. Confidential" di Hanson nell'assistere alla lotta senza quartiere fra un piccolo boss in ascesa nella Los Angeles del 1949 e la squadra di agenti che con ogni mezzo cerca di ostacolarne l'azione criminale. Manca però l'atmosfera dolente e malinconica dei due film appena citati nella pellicola di Fleischer - che schiera un cast stellare - nonostante le ambientazioni e le ricostruzioni d'epoca siano accurate e l'eco della guerra negli occhi e nel cuore dei protagonisti sia citata a più riprese. I due poli narrativi ruotano intorno a Mickey Cohen, ex pugile - un Sean Penn pesantemente truccato e un po' troppo macchiettistico - divenuto un boss del traffico di droga e il sergente John O'Mara che svolge il suo mestiere come se fosse una missione e corre ogni giorno rischi eccessivi tornando a casa dalla moglie incinta ricoperto di lividi. E' a lui che Bill Parker, superiore disincantato ma ancora combattivo, decide di affidare il compito di fermare Cohen, non arrestandolo o uccidendolo in azione, ma rovinandogli gli affari al punto da costringerlo a lasciare Los Angeles. E così O'Mara mette insieme una squadra di esperti di intercettazioni, di tiratori scelti e di amici fidati, primo fra tutti il collega Jerry Wooters che con Cohen ha un problema personale visto che è innamorato di Grace, la pupa del boss. Le prime azioni della nuova task force sono talmente fallimentari da rasentare il ridicolo, ma pian piano il gruppo prende le misure a Cohen e i risultati cominciano ad arrivare, scatenando una guerra che finirà per segnare entrambe le parti, per sempre. Non si può negare la buona volontà del regista e degli interpreti nel ricreare le atmosfere dei Noir Anni 40, e la trama si lascia seguire senza difficoltà, ma alcune scene sono straordinariamente stereotipate e altre talmente prevedibili da chiedersi se il fatto di essere ispirato ad un fatto vero non sia un limite eccessivo per il film. La recitazione dei tanti divi non brilla per originalità ma tengono bene la scena Gosling e la Stone in versione femme fatale, di nuovo insieme dopo "Crazy, Stupid Love". Molto belle le scenografie, i costumi e tutto ciò che contribuisce ad immergersi nella torbida notte californiana, e forse se non ci fossero stati gli intoccabili Kostner, De Niro e Connery avremmo apprezzato di più la gangster squad di Brolin & Co, ma alzi la mano chi non è corso con la memoria all'appartamento in penombra in cui muore Malone-Connery ne "Gli Intoccabili" quando l'inquadratura silenziosa si avvicina alla casa dove Ribisi sta facendo le intercettazioni.
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tonysamperi
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domenica 21 luglio 2013
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come si faceva una volta...
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SULLA SCENEGGIATURA
Ogni uomo porta un distintivo, un simbolo di fedeltà...Onore e dovere sono il badge di John O'Mara.
Nello stile di "Gli intoccabili" e "L.A. Confidential" si ritorna negli anni 50. Ritornato dalla guerra John non riconosce più la sua città: il boss Mickey Cohen ha sete di potere e, conquistata Los Angeles, pianifica di conquistare il resto della costa occidentale.
Parola d'ordine: incorruttibilità.
John è incaricato di mettere insieme una squadra per dare scacco matto a Cohen.
Da qui il film è puro intrattenimento, a volte grottesco, a volte prevedibile.
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SULLA SCENEGGIATURA
Ogni uomo porta un distintivo, un simbolo di fedeltà...Onore e dovere sono il badge di John O'Mara.
Nello stile di "Gli intoccabili" e "L.A. Confidential" si ritorna negli anni 50. Ritornato dalla guerra John non riconosce più la sua città: il boss Mickey Cohen ha sete di potere e, conquistata Los Angeles, pianifica di conquistare il resto della costa occidentale.
Parola d'ordine: incorruttibilità.
John è incaricato di mettere insieme una squadra per dare scacco matto a Cohen.
Da qui il film è puro intrattenimento, a volte grottesco, a volte prevedibile. Comunque c'è tanta azione e ci sono tanti climax. Non manca qualche battuta per spezzare.
Scenografie e costumi proiettano il film negli anni '50.
La fotografia è sublime, con un uso impeccabile degli slow motion, che ci permettono di gustarci le sparatorie, in particolare O'Mara contro Cohen.
SUL CAST
Primeggia Josh Brolin, che dopo "Men in black III" torna più agguerrito che mai, leader in tutti i sensi. Il cattivo Sean Penn, con un trucco esagerato, sta a pennello nei panni del boss ex pugile.
Ho apprezzato tutto il resto del cast: Ryan Gosling, Emma Stone, Anthony Mackie (che avevo visto in "Hurt Locker" e "Real Steel"), il grande Giovanni Ribisi, Michael Peña (che avevo visto in "End of watch")
Non vedevo Nick Nolte dal 2003, quando è stato il villain di "Hulk" e devo ammettere che ho faticato a riconoscerlo.
Segnalerei anche Jon Polito ("Il corvo", "Il grande Lebowski" e molti altri).
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grisarobe
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venerdì 1 marzo 2013
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adatto agli appassionati del genere
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premesso che non ho visto gli intoccabili di de palma e quindi non posso far paragoni mi limiterò a fornire un giudizio obiettivo su questo film. la storia è ispirata al famoso criminale statunitense mickey cohen... sia chiaro è solo "ispirata", ma molto romanzata perchè non segue pari pari la biografia e le vicende del vero personaggio...
il filone della trama è incentrato sulla doppia contrapposizione di una squadra speciale di poliziotti (non corrotti) e mickey cohen e i suoi scagnozzi, nonchè di politici e agenti corrotti di cui gode protezione.
il cast è veramente eccellente, e forse riesce a colmare alcune lacune riguardanti la caratterizzazione dei personaggi...
primo di tutti sean penn, anche se un pò stereotipato nei modi di fare da gangster, un pò sottotono ryan gosling ma forse perchè il ruolo non era adeguato all'attore.
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premesso che non ho visto gli intoccabili di de palma e quindi non posso far paragoni mi limiterò a fornire un giudizio obiettivo su questo film. la storia è ispirata al famoso criminale statunitense mickey cohen... sia chiaro è solo "ispirata", ma molto romanzata perchè non segue pari pari la biografia e le vicende del vero personaggio...
il filone della trama è incentrato sulla doppia contrapposizione di una squadra speciale di poliziotti (non corrotti) e mickey cohen e i suoi scagnozzi, nonchè di politici e agenti corrotti di cui gode protezione.
il cast è veramente eccellente, e forse riesce a colmare alcune lacune riguardanti la caratterizzazione dei personaggi...
primo di tutti sean penn, anche se un pò stereotipato nei modi di fare da gangster, un pò sottotono ryan gosling ma forse perchè il ruolo non era adeguato all'attore...gli altri attori (nick nolte, robert patrick,ecc..) fanno da buon contorno e contribuiscono nei loro piccoli ruoli ad alzare il livello d'attezione dello spettatore...
emma stone molto affascinante, ma non suscita grandi emozioni... forse perchè non si è creata la chimica giusta con gosling
Anche se forse manca l'aspetto emozionale del film, che risulta un pò freddo e costruito, l'ottimo cast tecnico con la fotografia, gli effetti speciali, la scenografia, i costumi, la colonna sonora ne fanno un buon film che non annoia mai per 113 minuti. consiglio di andarlo a vedere al cinema.
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flyanto
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martedì 5 marzo 2013
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un'ennesima lotta tra buoni e cattivi
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Film ambientato nella Los Angeles degli anni '40 dove due poliziotti onesti e pieni di ideali architettano un piano al fine di sconfiggere in maniera definitiva un grosso boss (interpretato da Sean Penn) di una folta banda di gangsters che minaccia ed impera sull'ormai soggiogata popolazione. Per questo loro intento i due poliziotti riuniranno una squadra di altrettanti temerari poliziotti animati anch'essi da un forte senso di giustizia ed onestà e dopo svariati piani ed incursioni, prima fallimentari, poi di maggior successo, riusciranno nella loro alquanto difficile e pericolosa azione. Ben girata ed ambientata, sia come riproduzione dell'epoca che degli ambienti degli anni '40, questa pellicola nel suo complesso è piacevole a guardarsi, anche grazie alla sua trama accattivante.
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Film ambientato nella Los Angeles degli anni '40 dove due poliziotti onesti e pieni di ideali architettano un piano al fine di sconfiggere in maniera definitiva un grosso boss (interpretato da Sean Penn) di una folta banda di gangsters che minaccia ed impera sull'ormai soggiogata popolazione. Per questo loro intento i due poliziotti riuniranno una squadra di altrettanti temerari poliziotti animati anch'essi da un forte senso di giustizia ed onestà e dopo svariati piani ed incursioni, prima fallimentari, poi di maggior successo, riusciranno nella loro alquanto difficile e pericolosa azione. Ben girata ed ambientata, sia come riproduzione dell'epoca che degli ambienti degli anni '40, questa pellicola nel suo complesso è piacevole a guardarsi, anche grazie alla sua trama accattivante. Ma a parte ciò, essa non rivela alcunché di particolare o di singolare da far sì che si elevi nella sua rappresentazione. La trama purtroppo risulta un pò troppo semplicistica con una perfetta divisione tra buoni e cattivi e conseguente vittoria di quest'ultimi sui primi nonchè redenzione finale della donna del boss e coronamento di sentimenti più sinceri. Abbastanza azzeccati e calati nella loro parte di eroi buoni tutti gli attori che impersonano i poliziotti buoni (da James Brolin all'affascinante Ryan Gosling, ecc...) ma per quanto riguarda Sean Penn nella parte del boss malavitoso, violento ed amorale, a mio modesto parere, l'attore qui ha esibito una prova recitativa che risulta molto al di sopra delle righe, fino quasi a diventare una macchietta, alla fine anche poco credibile. Comunque per la ricerca di un'ora e mezza di svago e null'altro, direi, che il film è altamente consigliabile.
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albi.vendrame
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sabato 2 marzo 2013
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un film che soffre il confronto.
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A Los Angeles nel 1949 la città del cinema era in pugno di uno spietato pugile ebreo: Micky Cohen. John O'Mara sergente della polizia di stato viene ingaggiato dalle alte cariche statali con lo scopo di creare una squadra illegale di poliziotti che lo sconfigga.
Buona idea iniziale, aiutata anche dalla realtà che però soffre troppo del confronto con nobili film come "gli intoccabili" che hanno stregato il pubblico amante di Thriller del genere. Gli attori non sono poi così male come molti dicono: Ryan Gosling nella parte del buono sentimentale convince e Sean Penn interpreta alla perfezione il ruolo del cattivo senza cuore solo un po' stereotipato. Una sceneggiatura con punti geniali ed altri meno brillanti ma nel compenso sufficiente per un film di tale portata.
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A Los Angeles nel 1949 la città del cinema era in pugno di uno spietato pugile ebreo: Micky Cohen. John O'Mara sergente della polizia di stato viene ingaggiato dalle alte cariche statali con lo scopo di creare una squadra illegale di poliziotti che lo sconfigga.
Buona idea iniziale, aiutata anche dalla realtà che però soffre troppo del confronto con nobili film come "gli intoccabili" che hanno stregato il pubblico amante di Thriller del genere. Gli attori non sono poi così male come molti dicono: Ryan Gosling nella parte del buono sentimentale convince e Sean Penn interpreta alla perfezione il ruolo del cattivo senza cuore solo un po' stereotipato. Una sceneggiatura con punti geniali ed altri meno brillanti ma nel compenso sufficiente per un film di tale portata. la scenografia splendida che rievoca il clima anni 50 senza tralasciare nulla. L'unica nota negativa riguarda il finale: troppo scontato, manca di forza d'animo, ciò che attira lo spettatore ma soprattutto troppo lieto e fedele alla realtà. 3 stelle perché è l'unico gangster che da anni riesce un po' ad esaltare lo spettatore.
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dandy
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venerdì 24 febbraio 2023
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combattere il crimine con il crimine...
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Dalla vera storia di Mickey Cohen e gli articoli di Paul Lieberman(reporter che ha anche scritto il libro da cui è tratta la sceneggiatura)un mix tra "Gli intoccabili" e "Scomodi omicidi"(cui richiama la presenza di Nolte)che rilegge senza particolare originalità i classici temi dello scontro tra criminalità e polizia dove quest'ultima è disposta a infrangere la legge pur di arrivare all'obbiettivo.E con tutto il tipico repertorio che ne deriva:risolutezza,tradimenti,amore tra poliziotto e pupa del cattivo,dubbi superficiali sulla effettiva giustizia di certe azioni,eroismo a oltranza che vede i buoni come spacconi un pò bambineschi sempre pronti a buttarsi nelle situazioni più disparate(ma come nel film di DePalma non tutti arriveranno alla fine).
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Dalla vera storia di Mickey Cohen e gli articoli di Paul Lieberman(reporter che ha anche scritto il libro da cui è tratta la sceneggiatura)un mix tra "Gli intoccabili" e "Scomodi omicidi"(cui richiama la presenza di Nolte)che rilegge senza particolare originalità i classici temi dello scontro tra criminalità e polizia dove quest'ultima è disposta a infrangere la legge pur di arrivare all'obbiettivo.E con tutto il tipico repertorio che ne deriva:risolutezza,tradimenti,amore tra poliziotto e pupa del cattivo,dubbi superficiali sulla effettiva giustizia di certe azioni,eroismo a oltranza che vede i buoni come spacconi un pò bambineschi sempre pronti a buttarsi nelle situazioni più disparate(ma come nel film di DePalma non tutti arriveranno alla fine).Solo un prodotto di genere come altri,ma la regia fluida,il cast e una buona dose di violenza fanno comunque il loro effetto,e non ci si annoia.
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claudiofedele93
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lunedì 10 marzo 2014
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pupe ed attori da urlo per una storia banale!
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Los Angeles 1949. Il crimine dilaga in ogni strada, nessuno è al sicuro e tutti devono tener conto al mafioso Micky Cohen, capo del crimine organizzato nella città degli angeli. In tutto questo trambusto, omicidi e violenza gratuita John O’Mara (Josh Brolin) viene messo a capo di una squadra segreta dal Comandante della Polizia Bill Parker affinché dietro copertura possano mettere la parola fine al massacro nelle strade. O’Mara recluta così un manipolo di uomini, spinto da intenti nobili e orgoglioso di fare una volta tanto ciò per cui è entrato nella polizia di stato; tra i pochi (pre)scelti c’è anche Jerry Wooters (Ryan Gosling), abile poliziotto che ha una relazione segreta con la nuova amante di Cohen (Sean Penn).
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Los Angeles 1949. Il crimine dilaga in ogni strada, nessuno è al sicuro e tutti devono tener conto al mafioso Micky Cohen, capo del crimine organizzato nella città degli angeli. In tutto questo trambusto, omicidi e violenza gratuita John O’Mara (Josh Brolin) viene messo a capo di una squadra segreta dal Comandante della Polizia Bill Parker affinché dietro copertura possano mettere la parola fine al massacro nelle strade. O’Mara recluta così un manipolo di uomini, spinto da intenti nobili e orgoglioso di fare una volta tanto ciò per cui è entrato nella polizia di stato; tra i pochi (pre)scelti c’è anche Jerry Wooters (Ryan Gosling), abile poliziotto che ha una relazione segreta con la nuova amante di Cohen (Sean Penn). La situazione è delicata e la nuova forza speciale, tenuta sotto la massima segretezza, non può commettere errori se vuole arrivare a ripulire una volta per tutte Los Angeles dalla criminalità.
Ruben Fleischer cera di incantare il grande pubblico portando in scena una storia che di base ha tutte le carte in regola per piacere ai più: attori capaci, trama intrigante e travolgente, donne ricche di una non poca considerevole sensualità, un cattivo con i fiocchi ed una regia movimentata al punto giusto. Reduce dal successo del cult movie Benvenuti a Zombieland, il regista Statunitense prova a ripetersi rassicurato, forse, da un cast di tutto rispetto: Brolin, Stone, Rosling, Penn e Nolte. Peccato che, attori a parte, il tutto si sbrogli sempre nel modo peggiore ed il film si faccia, costantemente, più pesante, con il passare del tempo, di dialoghi e situazioni poco originali intrisi di una retorica e di frasi fatte che alle lunghe se non annoiano sanno comunque di già visto facendo perdere al tutto quel vago interesse che era lecito aspettarsi da Gangstar Squad. Inoltre, sebbene la regia di Fleischer, si adattasse alla perfezione ad una parodia come Zombieland, stavolta i tanti rallenty e le lunghe sequenze d’azione dopo un po’ iniziano a dar noia e ad essere troppo pretenziose, forse realizzate per una vana di ricerca del giusto pathos e della giusta drammaticità. Gli attori, inoltre, sono poco affiatati, mal utilizzati ed in alcuni casi completamente fuori luogo; ci riferiamo, per lo più alla femme fatale interpretata da Emma Stone, il cui ruolo non le si addice affatto: troppo tenero e ingenuo il suo viso per vivere in compagnia di un grande boss mafioso ed al contempo fare da spia all’amante poliziotto.
Con una fotografia che porta il lungometraggio più su un livello quasi video-ludico, ed i paragoni con L.A. Noire sono leciti per certi aspetti, con delle scenografie ricreate interamente al computer Gangster Squad non riesce né ad intrattenere nel modo giusto, né tanto meno a convincere. Complice di tutto questo vi è alla base una sceneggiatura non priva di evidenti lacune ed una storia che alla fin fine ricorda vagamente gli Intoccabili di De Palma (e allora potremmo e vorremo in tutta onestà parlare molto più volentieri di quel grande capolavoro con Sean Connery) ma che non riesce né a parodiare né tanto meno a raggiungere, facendo risultare così il tutto un film dimenticabile, scialbo e poco personale. Un occasione più che mancata, un prova da lasciare nell’oscurità di qualunque cineteca che non avrà alcuna ripercussione né sul cinema generale né in quello di genere gangster futuro, poiché l’unica nota positiva di questo prodotto rimangono gli spassosi siparietti (che paradossalmente dovrebbero essere i momenti più drammatici) fatti da Sean Penn ed il suo Micky Cohen sempre sopra le righe e tanto stereotipato quanto caricaturale!
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paolo radice
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venerdì 1 marzo 2013
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ritmi incalzanti e testosterone della west coast
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Mickey Cohen (Sean Penn) è un ex campione di pugilato, divenuto boss incontrastato nella Los Angeles del secondo dopoguerra; ha comprato polizia, giudici e procuratori e nessuno sembra in grado di fermare le sue ambizioni di ascesa a livello nazionale. Il capo della polizia Bill Parker (Nick Nolte), però, decide di mettere in piedi una squadra speciale che possa porre fine a questo stato di cose, capace di distruggere ogni attività illecita di Cohen senza ucciderlo, per liberare la città dall’incubo della corruzione e dalla malavita organizzata. Per questo affida l’incarico al sergente John O’Mara (Josh Brolin, che di Nolte sembra una reincarnazione nei modi e nell’aspetto), il quale a sua volta sceglie - con l’aiuto della moglie - cinque poliziotti che sembrano non aver nulla da perdere.
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Mickey Cohen (Sean Penn) è un ex campione di pugilato, divenuto boss incontrastato nella Los Angeles del secondo dopoguerra; ha comprato polizia, giudici e procuratori e nessuno sembra in grado di fermare le sue ambizioni di ascesa a livello nazionale. Il capo della polizia Bill Parker (Nick Nolte), però, decide di mettere in piedi una squadra speciale che possa porre fine a questo stato di cose, capace di distruggere ogni attività illecita di Cohen senza ucciderlo, per liberare la città dall’incubo della corruzione e dalla malavita organizzata. Per questo affida l’incarico al sergente John O’Mara (Josh Brolin, che di Nolte sembra una reincarnazione nei modi e nell’aspetto), il quale a sua volta sceglie - con l’aiuto della moglie - cinque poliziotti che sembrano non aver nulla da perdere.
Gli ingredienti per un revival delle tradizioni in stile Ok Corral - e che riportano senza troppi indugi al selvaggio west - sono diversi e non si limitano a quella Los Angeles intesa come ultima frontiera, alla sigaretta sempre accesa di O’Mara&co., ai bicchieri di bourbon che abbondano indiscriminatamente sulle labbra di buoni e cattivi. Qui si recluta nella squadra il pistolero premiato con un servizio da copertina; qui ci si sfida a duelli frontali a gruppi di sei e con ultimatum che figurerebbero bene persino a Tombstone; ci si esibisce con prove di abilità nel tiro con la pistola, si librano senza sosta risse e scazzottate degne della trilogia.
Così il film di Ruben Fleischer trasuda sangue e testosterone fin nei frame più rallentati, laddove gli ormai straprevedibili effetti tramortiscono lo spettatore privandolo della propria capacità di giudizio, ed è perciò fuori luogo qualsiasi accostamento a “Gli intoccabili” di Brian De Palma: non basta, infatti, parlare di gangster, bulli e pupe per condividere la descrizione di un’essenza e una generazione. Sarebbe come paragonare “Salvate il soldato Ryan” a “La sottile linea rossa”. Tra i due non si può decidere chi sia il migliore e chi il peggiore. Sono due film, diversi. Punto.
Dunque uno spicchio di “L.A. Confidential” (la Los Angeles dei locali notturni, della polizia corrotta e della promiscuità), un pizzico di “Scomodi omicidi” (il manierismo essenziale del detective come figura istituzionale), una spruzzata de “I 4 dell’Ave Maria” e de “I magnifici sette” (la sete di vendetta e la lotta per la giusta causa) ed ecco presentarsi una miscela ben shakerata che non mancherà di intrattenere lo spettatore per circa due ore con ritmi tambureggianti e poco spazio per la riflessione; lasciando comunque in trasparenza l’onore, l’amor patrio e il senso della famiglia. Romantica nel senso letterario del termine, messa così la squadra di Parker sta ai Mercenari di Stallone come la Xª Mas ai moderni Navy Seals: meno tecnologia e mezzi, tutto cuore e coraggio. Per dirci ancora una volta (l’ennesima) che il crimine non paga e che il bene trionfa sul male. Peccato solo che si capisce sin dall’inizio.
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giuseppe del sole
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sabato 8 marzo 2014
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quanto spreco !!
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Giovanni Ribisi e poco altro.
C'è del mestiere, certo, nell'aver, se non ricreato, diciamo abbozzato sapientemente un'epoca.
Ma, per la miseria, quella era un'epoca romantica e questo non è emerso per niente.
Ma, dico io, si può attingere ad un tale stuolo di attori di prima grandezza e poi fare un film appena appena mediocre.
Senza parlare poi di quella fastidiosa sensazione di già visto, che so, "Gli intoccabili", forse? Boh.
Dicevo Giovanni Ribisi, si, perchè a me piace davvero molto e vederlo recitare in film del genere mi da un po sui nervi perchè è sprecato.
E poi, è lo stesso Josh Brolin di W.
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Giovanni Ribisi e poco altro.
C'è del mestiere, certo, nell'aver, se non ricreato, diciamo abbozzato sapientemente un'epoca.
Ma, per la miseria, quella era un'epoca romantica e questo non è emerso per niente.
Ma, dico io, si può attingere ad un tale stuolo di attori di prima grandezza e poi fare un film appena appena mediocre.
Senza parlare poi di quella fastidiosa sensazione di già visto, che so, "Gli intoccabili", forse? Boh.
Dicevo Giovanni Ribisi, si, perchè a me piace davvero molto e vederlo recitare in film del genere mi da un po sui nervi perchè è sprecato.
E poi, è lo stesso Josh Brolin di W., questo ?
E Ryan Goslin, lo stesso di Drive ?
E l'incantevole Emma Stone, la stessa di The Help?
Lasciamo stare, và, e gustiamoci, finchè ci va, quel poco di sapore che ci resta in bocca per quelle auto, quei cappelli e quei cappoti di un'epoca difficile.
Anche perchè, come recitava lo slogan di un grande film, in fin dei conti l'America è nata nelle strade.
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