williamdionisi
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martedì 29 ottobre 2013
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davvero pauroso
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Uno dei film più paurosi dell'anno, assolutamente da vedere per gli amanti del genere. Trama semplice ed efficace, che fa coesistere splendidamente senso di ignoto e ansia, oltre al terrore.
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nick2001
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martedì 29 ottobre 2013
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un film inutile
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ATTENZIONE agli spoiler.
Qualcuno mi spiega perché per un rapimento bisogna allestire una simile messinscena? Perché per rapire qualcuno è necessario spaventare lui e la sua famiglia? Perché annunciarsi in quel modo così plateale? Anzi, perché annunciarsi? In breve, tutta la tensione crescente è in funzione dello spettatore, non certo della trama. Per carità, i colpi di scena sono ben fatti, la recitazione di ottimo livello, così il sonoro e la fotografia, ma la storia non presenta nulla di nuovo. Il finale, poi, lascia l'amaro in bocca perché non porta a nessuna risoluzione (che avrebbe in parte riscattato questa pellicola). In definitiva, un film sopravvalutato.
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gianleo67
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lunedì 28 ottobre 2013
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indipendence day, si fa per dire!
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Tranquilla famigliola americana della middle class viene sconvolta dagli inquietanti fenomeni che si verificano in casa durante la notte tra allarmi che scattano inspiegabilmente, oggetti che assumono sorprendenti disposizioni geometriche, foto di famiglia totalmente 'sbiancate' e stormi di uccelli disorientati che si schiantano misteriosamente. A questi si aggiunge una escalation di eventi fisici e psichici che tormentano i componenti familiari e che sembrano preludere al rapimento alieno di uno dei componenti familiari:sarà il figlio più piccolo?
Già sceneggiatore in carriera e con all'attivo qualche discreta prova da regista, il giovane Scott Stewart (qui anche autore dello script) si cimenta in un thriller fantascientifico che pur strizzando l'occhio alla prolifica filmografia di genere (dalle spettacolari affabulazioni del capolavoro di Spielberg alle inquietudini pseudo documentaristiche del 'Quarto tipo') sembra prediligere le ambiguità del racconto di suspense piuttosto che la pacchiana messa in scena di eclatanti effetti speciali (di cui lui pure è un apprezzato specialista) insinuando il sospetto di un cortocircuito interpretativo che oscilla continuamente tra razionalità e paranoia, tra crisi familiare e interventi destabilizzanti, tra casualità e volontà preordinate fino ad un epilogo in cui la presa di coscienza sulla natura del fenomeno non serve ad evitare un prevedibile 'finale a sorpresa'.
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Tranquilla famigliola americana della middle class viene sconvolta dagli inquietanti fenomeni che si verificano in casa durante la notte tra allarmi che scattano inspiegabilmente, oggetti che assumono sorprendenti disposizioni geometriche, foto di famiglia totalmente 'sbiancate' e stormi di uccelli disorientati che si schiantano misteriosamente. A questi si aggiunge una escalation di eventi fisici e psichici che tormentano i componenti familiari e che sembrano preludere al rapimento alieno di uno dei componenti familiari:sarà il figlio più piccolo?
Già sceneggiatore in carriera e con all'attivo qualche discreta prova da regista, il giovane Scott Stewart (qui anche autore dello script) si cimenta in un thriller fantascientifico che pur strizzando l'occhio alla prolifica filmografia di genere (dalle spettacolari affabulazioni del capolavoro di Spielberg alle inquietudini pseudo documentaristiche del 'Quarto tipo') sembra prediligere le ambiguità del racconto di suspense piuttosto che la pacchiana messa in scena di eclatanti effetti speciali (di cui lui pure è un apprezzato specialista) insinuando il sospetto di un cortocircuito interpretativo che oscilla continuamente tra razionalità e paranoia, tra crisi familiare e interventi destabilizzanti, tra casualità e volontà preordinate fino ad un epilogo in cui la presa di coscienza sulla natura del fenomeno non serve ad evitare un prevedibile 'finale a sorpresa'. Interessante per l'attenzione con cui,per buona parte del film, si edifica il clima di sospetto ed inquietudine di una plausibile interazione aliena e che circoscrive il fenomeno all'interno di un claustrofobico perimetro domestico (con esplicite allusioni alle dimensioni extrasensoriali del 'Poltergheist' di Tob Hoper od alle citazione del 'baby screamer' di 'Modello due' piuttosto che al voyerismo orrifico di 'Paranormal Activity') e lo contestualizza nello schema tipico del modello familiare americano (pacifiche villette monofamiliari, ansie da prestazione professionale, latenti tensioni coniugali, pruriginose pulsioni adolescenziali, etc.), lo è meno sul versante di una credibile ed efficace critica sociale o culturale ove si riducano questi elementi allo sfondo scenografico per il solito messaggio allarmistico su scala globale nel giorno dell'Indipendenza americana: gli alieni sono tra noi ed hanno iniziato da tempo un serrato programma di studi 'antropologici'. Apprezzabile la scelta di contenere la pellicola entro la misura accettabile dei 100 minuti con una accelererazione che, se riesce a conferire ritmo al finale, rischia però di apparire precipitoso ed un pò irrisolto. Da ordinaria amministrazione le facce da bravi ragazzi yankee dei due interpreti principali (meglio la Russel dell'altro). Indipendence day, si fa per dire!
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unu omo qualunque
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lunedì 28 ottobre 2013
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minestra riscaldata
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Se amate l'horror........... NON andate a vederlo!!! Trama trita e ritrita, già visto e stravisto (ma poi: ancora ko sti alieni filiformi dalla testa lunga!??? E basta no?)
Passi due ore nella speranza che succeda qualcosa, chessò un sobbalzo, un brivido......... Niente! Fino alla fine. Banale, scontato e prevedibile. Gli sceneggiatori dovrebbero vergognarsi di aver avuto la sfacciataggine di riproporci questa minestra riscaldata.
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(di u mappassotu)
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miroforti
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domenica 27 ottobre 2013
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dark skies - oscure presenze
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Terzo film della Blumhouse production in meno di tre mesi che riesce a superare l’oceano Atlantico; prima The purge, poi Insidious – Chapter 2, pellicole horror con un rapporto incassi/budget estremamente alto (quasi un marchio di fabbrica della casa di produzione), ora Dark Skies. Sembra che per le famiglie a stelle e strisce questo non sia il migliore dei periodi e sotto i cieli di Scott Stewart finiscono i Barrett, alle prese con problemi comuni come trovare lavoro o pagare le bollette, e con problemi meno comuni come stormi di uccelli morti in giardino e ladri specializzati in furti di lattuga. Vale la pena di recitare la frase d’apertura del film, a sua volta citazione dello scrittore Arthur C.
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Terzo film della Blumhouse production in meno di tre mesi che riesce a superare l’oceano Atlantico; prima The purge, poi Insidious – Chapter 2, pellicole horror con un rapporto incassi/budget estremamente alto (quasi un marchio di fabbrica della casa di produzione), ora Dark Skies. Sembra che per le famiglie a stelle e strisce questo non sia il migliore dei periodi e sotto i cieli di Scott Stewart finiscono i Barrett, alle prese con problemi comuni come trovare lavoro o pagare le bollette, e con problemi meno comuni come stormi di uccelli morti in giardino e ladri specializzati in furti di lattuga. Vale la pena di recitare la frase d’apertura del film, a sua volta citazione dello scrittore Arthur C. Clarke: «Esistono due possibilità: o siamo soli nell’universo o non lo siamo. E sono entrambe ugualmente terrificanti». Dylan Dog potrebbe obiettare che meglio con gli alieni che male accompagnati, ma è probabile che Lacy e Daniel Barrett condividano invece l’affermazione di Clarke. Senza dubbio una frase efficace, ma troppo rivelatrice e didascalica nel definire quella che è una buona intuizione del film. La solitudine nell’universo sono i litigi quotidiani tra i coniugi, i problemi finanziari, i rapporti a tratti problematici con il figlio più grande Jesse. La felicità è un obbiettivo lontano, ma le cose non migliorano quando questa solitudine viene messa in discussione: l’elemento estraneo e l’incomprensibile corrodono mano a mano ogni componente della famiglia, allentano i legami, incrinano i rapporti. Isolano le vittime dai propri simili. Il passaggio tra l’una e l’altra realtà avviene in modo omogeneo e calcolato, segue un iter psicologico dei personaggi molto classico – la noncuranza, la preoccupazione, l’incredulità, il convincimento – così come molto classica è l’iconografia dell’extraterrestre e delle sue mosse. Il film non sottomette mai i vari personaggi al puro meccanismo horror e anzi i loro drammi famigliari ed emotivi fanno parte integrante del gioco, rivelando ancora una volta l’orrore terreno, senza il bisogno di scomodare cieli più oscuri. È risaputo (voglio solo riportare la tendenza, non imbarcarmi in teorie sociologiche) come spiriti e alieni influenzino di più il popolo americano che quello europeo, che subisce meno questa tipologia di paura, ma nel caso di Dark Skies lo spazio dato a E.T. è lo stesso dato alla famiglia Barrett e alle loro relazioni con i personaggi-satellite. Questa parità di ruoli porta anche a una confusione degli stessi, un disorientamento che contiene una sottile inquietudine, la quale estende le sue propaggini anche dopo l’uscita dalla sala. Mitigata solo dalla soluzione a tutti i problemi che l’esperto di incontri del terzo tipo dà a marito e moglie: sembrava che Stewart si fosse dimenticato della morale stantia e banalotta, ma era una speranza vana. Ben chiaro in mente che nulla di veramente nuovo s’è detto – né come horror né come riflessione artistica –, Dark Skies si regge in piedi senza bisogno di un grande sforzo da parte dello spettatore, ci sono momenti di buona tensione e qualche tradizionale spavento. L’epilogo procede nel disorientamento con un plot-twist di dovere ma abbastanza prevedibile, mentre il finale ci consegna senza pudore all’attesa di un immancabile sequel. Staremo a vedere.
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licce
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sabato 26 ottobre 2013
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deludente
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Dialoghi vuoti, film troppo statico. Le scene sono troppo incentrate su situazioni che non sono inerenti alla storia né contribuiscono a creare suspence. L'unico punto a favore è il finale piuttosto originale.
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gianfaolo
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sabato 26 ottobre 2013
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si vabbé ditelo che fate er secondo
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allora, se vi siete visti The Sign e Insidius, ecco non ve vedete sto film...è un mix di quei due, riuscito male.
E tutti i "nonadulti" che ci partecipano sono odiosi!
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johseph
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venerdì 25 ottobre 2013
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il miglior film sugli alieni dopo the signs
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Credibilissimo....davvero credibile. La storia viene raccontata molto bene, non cade mai nel banale, niente è mai scontato. Forse il miglior film sugli Alieni dopo The Signs con Mel Gibson. Il film è stato improntato sullo stile di Paranormal Activity (ma non con videocamera in pima persona), forse per dare continuità al tipo di stile che da un po di anni molti registi stanno adoperando, la moda è pur sempre la moda. La storia si basa sul presunto rapimenti di persone da parte degli Alieni, e proprio questi ultimi, durante le loro apparizioni, dosate in una certa maniera, suscitano un fascino come pochi elementi, nel panorama cinematografico, riescono oggi a regalare.
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Credibilissimo....davvero credibile. La storia viene raccontata molto bene, non cade mai nel banale, niente è mai scontato. Forse il miglior film sugli Alieni dopo The Signs con Mel Gibson. Il film è stato improntato sullo stile di Paranormal Activity (ma non con videocamera in pima persona), forse per dare continuità al tipo di stile che da un po di anni molti registi stanno adoperando, la moda è pur sempre la moda. La storia si basa sul presunto rapimenti di persone da parte degli Alieni, e proprio questi ultimi, durante le loro apparizioni, dosate in una certa maniera, suscitano un fascino come pochi elementi, nel panorama cinematografico, riescono oggi a regalare. Consigliatissimo per gli amanti del genere e non.
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simo36x
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lunedì 21 ottobre 2013
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finalmente !
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finalmente anche in Italia ! Ho sentito parlare benissimo di questo film da amici inglesi. Non vedo l'ora di vederlo. Evvivaaaaaaaaaa!!!
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(di sonia70)
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topsykretts
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sabato 14 settembre 2013
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thriller di buon livello, ottima fusione tra horr
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Sì, si parla di alieni. Puoi crederci o meno, ma questo Dark Skies è davvero da brividi.
Riesce perfettamente ad adattare un tema puramente fantascientifico ai canoni dell'horror più classico. Prendete Signs e dategli un approccio alla Amityville Horror: il risultato sarà estremamente inquietante.
E' vero, le singole scene hanno ben poco di originale (vedi la sfilza di riferimenti sotto), ma il loro solido accostamento e il tocco sci-fi lo rendono uno dei migliori horror degli ultimi due o tre anni.
I produttori sono gli stessi dei ben riusciti Insidious e Sinister e anche questa volta sembra che siano riusciti a confezionare una pellicola tecnicamente ben fatta.
Tuttavia, anche se è in grado di creare un soddisfacente livello di tensione per buona parte del film, è evidente che abbia comunque qualcosa da invidiare al recente L'evocazione.
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Sì, si parla di alieni. Puoi crederci o meno, ma questo Dark Skies è davvero da brividi.
Riesce perfettamente ad adattare un tema puramente fantascientifico ai canoni dell'horror più classico. Prendete Signs e dategli un approccio alla Amityville Horror: il risultato sarà estremamente inquietante.
E' vero, le singole scene hanno ben poco di originale (vedi la sfilza di riferimenti sotto), ma il loro solido accostamento e il tocco sci-fi lo rendono uno dei migliori horror degli ultimi due o tre anni.
I produttori sono gli stessi dei ben riusciti Insidious e Sinister e anche questa volta sembra che siano riusciti a confezionare una pellicola tecnicamente ben fatta.
Tuttavia, anche se è in grado di creare un soddisfacente livello di tensione per buona parte del film, è evidente che abbia comunque qualcosa da invidiare al recente L'evocazione.
Bene regia e musiche e cast promosso in pieno (da segnalare il cameo con J.K. Simmons); l'unica perplessità riguarda il titolo: perché gli italiani, come al solito, non possono mantenere l'originale? Dark Skies diventa infatti Oscure Presenze, anonimo e ridondante.
Con un budget di circa 3,5 milioni di dollari, quando mancano ancora due settimane all'uscita in Italia, ne hanno già guadagnati oltre 20. Not bad!
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