La pellicola rappresenta una interessante novità narrativa circa la guerra segreta fra israeliani e palestinesi. Interessa, oltre al piglio sicuro con cui vengono svolte le descrizioni, il tentativo di non "prendere alcuna parte"; così, si intrecciano le vicende parallele di un agente del Mossad, di un ragazzino arabo informatore, di un appartenente armato alle "brigate Al-Aqsa". Il regista non indulge in aggettivazioni superflue, si limita alla fotografia che si vuole imparziale, in un contesto complicato di rivalità arabe e di diffidenze nel Servizio israeliano. Gli attori, non professionisti, svolgono i propri ruoli in modo egregio.