E' difficile dare un giudizio esaustivo su “The French Job”, ispirato ad una storia veramente accaduta. Regia e interpretazione sono sicuramente di qualità: Godeau e Cluzel – specialmente quest'ultimo – si esprimono su buoni livelli nel rendere la storia di un meticoloso e solitario “perdente” che decide di vendicarsi per i torti subiti dal dispotico datore di lavoro. Diventerà così quasi un eroe popolare. La preparazione del grande colpo, sfruttando il suo ruolo di guardia giurata alla guida di un furgone portavalori, richiederà tempo e impegno che lo allontaneranno definitivamente dalla moglie e dagli amici.
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E' difficile dare un giudizio esaustivo su “The French Job”, ispirato ad una storia veramente accaduta. Regia e interpretazione sono sicuramente di qualità: Godeau e Cluzel – specialmente quest'ultimo – si esprimono su buoni livelli nel rendere la storia di un meticoloso e solitario “perdente” che decide di vendicarsi per i torti subiti dal dispotico datore di lavoro. Diventerà così quasi un eroe popolare. La preparazione del grande colpo, sfruttando il suo ruolo di guardia giurata alla guida di un furgone portavalori, richiederà tempo e impegno che lo allontaneranno definitivamente dalla moglie e dagli amici. Le uniche passioni di Toni sono le auto di lusso, specie la sua “Ferrari”, per le quali è disposto a tutto e l'amore non corrisposto per una ragazza, amante della montagna, conosciuta per caso in discoteca. Eppure qualcosa non funziona. Da un film di questo genere ti attendi un coinvolgimento più intenso e intrigante. Invece la vicenda ti tiene distante; sembra quasi di assistere ad un documentario e in particolare nella prima parte, la narrazione soffre di una certa lentezza che non aiuta. E così le attese che il tema ed il cast lasciano prefigurare vengono alla fine deluse.
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