catcarlo
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martedì 12 febbraio 2013
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looper
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Nel 2044 i ricchi sono ricchi e i poveri si arrangiano servendoli. I primi vivono nei grattacieli di una città che ricorda vagamente ‘Blade runner’ (ma senza le pubblicità), i secondi abitano in caseggiati popolari davanti ai quali parcheggiano le loro macchine rappezzate. Il risultato è una società violenta e infiltrata dalla malavita: in più, rispetto ai giorni nostri, ci sono i loopers, assassini prezzolati che uccidono le vittime della mafia che vengono loro spedite da trent’anni nel futuro. Un lavoro pulito, pagato con i lingotti recapitati sulla schiena del malcapitato, che però può incepparsi quando a tornare è il te stesso invecchiato.
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Nel 2044 i ricchi sono ricchi e i poveri si arrangiano servendoli. I primi vivono nei grattacieli di una città che ricorda vagamente ‘Blade runner’ (ma senza le pubblicità), i secondi abitano in caseggiati popolari davanti ai quali parcheggiano le loro macchine rappezzate. Il risultato è una società violenta e infiltrata dalla malavita: in più, rispetto ai giorni nostri, ci sono i loopers, assassini prezzolati che uccidono le vittime della mafia che vengono loro spedite da trent’anni nel futuro. Un lavoro pulito, pagato con i lingotti recapitati sulla schiena del malcapitato, che però può incepparsi quando a tornare è il te stesso invecchiato. Dopo tanti altri, capita anche a Joe (per la seconda volta in pochi mesi ecco un killer di nome Joe): il problema è che il passare degli anni lo ha fatto diventare Bruce Willis che, in cerca di vendetta, non ha nessuna voglia di farsi ammazzare. A partire da questo momento, ‘Looper’ si trasforma da buon thriller fantascientifico con qualche eccesso di violenza e manierismo ad opera di valore assoluto grazie a una seconda ora che, giocando tra i contrastanti sentimenti umani e i paradossi del viaggio nel tempo, affascina senza possibilità di scampo fino all’efficacissimo finale. E’ vero che, forse, sarebbe stato di ancor maggior effetto ribaltare la conclusione, ma questo è un film, non un romanzo di Dick e allo spettatore fa piacere alleggerire un po’ l’animo dopo tanta cupezza e tensione: il giovane Joe decide di spezzare il cerchio (il loop che sarebbe stato meglio tradurre con circolo o anello) ed è un bel cambiamento da parte di un tossico capace di sacrificare il suo miglior amico – chi non elimina il proprio loop non ha scampo - per salvare i lingotti accuratamente risparmiati sognando una fuga in Francia. Alla trasformazione, contribuisce non poco vedere come è diventato il vecchio Joe: Willis interpreta senza battere ciglio, ormai se lo può permettere, un assassino di bambini – incluso quello di una sua vecchia fiamma - guidato solo dall’amore perduto e da un odio che lo illude di poter cambiare il futuro in cui il misterioso Sciamano (in originale Rainmaker, da cui gli svariati riferimenti a nuvole e pioggia) sta cercando di eliminare tutti i looper. Al confronto dell’attempato leone, al quale l’esperienza ha insegnato a dare qualche sfumatura alla granitica presenza, Gordon-Levitt dimostra di dover ancora percorrere parecchia strada, malgrado l’assidua presenza sugli schermi negli ultimi tempi: la sua interpretazione cresce però con il passare dei minuti, forse perché non ha proprio la faccia da killer e funziona meglio quando, in fuga, abbandona la città per rifugiarsi nella fattoria presidiata, è il caso di dirlo, da una combattiva Emily Blunt. Proprio tra campi di frumento e strade sterrate si arriva alla conclusione, dopo che Willis ha fatto fuori un numero imprecisato, ma certamente alto, di mafiosi (compreso il plenipotenziario venuto dal futuro ben interpretato da Jeff Daniels) armato di due mitragliette, una per mano – uniche armi non vintage, essendo le altre intonate ai gusti ‘passatisti’ del giovane Joe. E’ il culmine di sessanta minuti di grande cinema, capace di far pensare ed emozionare allo stesso tempo grazie a una qualità che, se la prima parte fosse allo stesso livello, porterebbe il film dallo status di ottima pellicola con un futuro di culto a quello di molto vicino al capolavoro, seppur di genere.
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fabgan
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lunedì 11 febbraio 2013
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film, corre veloce..confonde. finale inaspettato..
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Bel film originale come trama che a volte corre veloce, confonde le idee, e ti tiene piacevolmente incollati allo schermo con interesse fino alla fine per vedere cosa accade, come andrà a finire.
Un film che fa riflette sulle scelte di ogni giorno che possono cambiare il tuo domani.
Da vedere, e come ogni altra cosa la bellezza e soggettiva, per molti aspetti secondo me andava diramata la storia in modo differente ma rimane pur sempre un film che non lascia lamaro in bocca anche se come per altri lo si dimenticherà presto, infatti gli do un tre stelle perchè credo sia quello che si meriti.
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sere74
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lunedì 11 febbraio 2013
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mymovies, che ti succede?
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Ho trovato questo film terribilmente povero. Si vuole giocare con l'idea del viaggio nel tempo per farne qualcosa di nuovo ma il risultato è una pellicola con poco senso (perchè è necessario chiudere il loop lasciando che di tanti looper sia proprio il looper giovane ad uccidere il sè stesso vecchio?mah) , inutilmente violenta, nonostante questo lenta, con dialoghi miseri, quasi ridicoli (l'unico dialogo tra i due protagonisti è a dir poco patetico). La ricerca di uno spietato guru malefico del futuro si traduce nel martirio di bambini nel presente.Inutilmente crudele. Che dire! mi sono sempre fidata delle recensioni di Mymovies per scegliere i film a cui devolvere quasi 10 preziosi euro oltre che 2 ore del mio prezioso tempo.
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Ho trovato questo film terribilmente povero. Si vuole giocare con l'idea del viaggio nel tempo per farne qualcosa di nuovo ma il risultato è una pellicola con poco senso (perchè è necessario chiudere il loop lasciando che di tanti looper sia proprio il looper giovane ad uccidere il sè stesso vecchio?mah) , inutilmente violenta, nonostante questo lenta, con dialoghi miseri, quasi ridicoli (l'unico dialogo tra i due protagonisti è a dir poco patetico). La ricerca di uno spietato guru malefico del futuro si traduce nel martirio di bambini nel presente.Inutilmente crudele. Che dire! mi sono sempre fidata delle recensioni di Mymovies per scegliere i film a cui devolvere quasi 10 preziosi euro oltre che 2 ore del mio prezioso tempo. Di certo da oggi farò più attenzione ad affidarmi ciecamente.
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dydluca
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lunedì 11 febbraio 2013
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il rischio del loop....
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Via,3 stelle me le strappa!!
Tema trito e ritrito con qualche novità di riguardo(lui che aspetta se stesso per farlo cmnq fuori....).
Quando passato,presente e futuro si intrecciano poi,però,non è sempre facile uscirne.
E infatti il vero punto debole del film è proprio il finale,poco davvero convincente.
Ma bisogna fermarsi 2 minuti prima e non farsi troppe domande.
L'avventura c'è,il trhillng c'è,gli effetti speciali direi invece un po scarsini,gli attori tutto sommato se la cavano...
Morale:da vedere e digerire subito.
Ma non da buttar via...
Suvvia!
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epiere
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lunedì 11 febbraio 2013
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film sopravvalutato
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film poco piu che mediocre,con qualche aspetto confuso tanto che il regista preferisce che sia lo stesso protagonista a spiegarci certi passaggi del film.Banale la storia della telecinesi mostrata con le monetine che fluttuano nell'aria.inoltre con la conclusione..."sconclusionata " appunto ,che ci mostra il suicidio del protagonista per impedire le vicende del futuro che noi abbiamo già visto . Buona la prova d'attore di Bruce Willis,più espressivo del solito,e di Emily Blunt.Troppo piacione e fisso nell'espressione Gordon Leavitt.
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sherkat
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domenica 10 febbraio 2013
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la banalità dell'inconvenzionale
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Dopo il "Sesto Senso" e qualche felice loop passato/presente alla Quentin Tarantino (vedi i salti temporali nella trama Pulp Fiction), c'è stato un fiorire di film che esplorano il futuribile, come per esempio il già complicato "Inception" del 2010.
Solo che, a lungo andare, il filone del viaggio nel futuro che modifica il presente, comporta sceneggiature che pur di essere originali diventano sempre più astruse e complicate.
Dalla semplicità ironica di "Ritorno al Futuro" del 1985 si è giunti a un arzigogolo di vicende in "Looper" francamente complicato e difficile da digerire dal punto di vista logico.
Il genere potrà pur avere degli entusiasti sostenitori, ma sconsiglio questo film a chi vuol regalarsi un po' di relax, magari attratto da un attore più che collaudato come Bruce Willis.
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Dopo il "Sesto Senso" e qualche felice loop passato/presente alla Quentin Tarantino (vedi i salti temporali nella trama Pulp Fiction), c'è stato un fiorire di film che esplorano il futuribile, come per esempio il già complicato "Inception" del 2010.
Solo che, a lungo andare, il filone del viaggio nel futuro che modifica il presente, comporta sceneggiature che pur di essere originali diventano sempre più astruse e complicate.
Dalla semplicità ironica di "Ritorno al Futuro" del 1985 si è giunti a un arzigogolo di vicende in "Looper" francamente complicato e difficile da digerire dal punto di vista logico.
Il genere potrà pur avere degli entusiasti sostenitori, ma sconsiglio questo film a chi vuol regalarsi un po' di relax, magari attratto da un attore più che collaudato come Bruce Willis.
Quest'ultimo appare ormai logoro nel ruolo del viaggiatore in un futuro soprannaturale, avendo ormai percorso ogni possibile (...o impossibilie) performance.
Cosa aspettarsi in un prossimo film del genere? Eroi che tornano nel passato per uccidere la propria mamma incinta di se stessi?
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matteo manganelli
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domenica 10 febbraio 2013
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potenzialità mal sfruttate?
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Non rimanevo così fulminato dai primi 10 minuti di un film dai tempi di Inception. Looper non parte bene: di più. E dire che mi stavo già preparando un voto altissimo è dire poco. Il problema arriva con il secondo tempo, ovvero con l'inizio delle vicende che sono il nocciolo della trama. Partiamo prima dalle cose buone: la fotografia e la scenografia futuristica sono d'impatto, il soggetto tra i più geniali degli ultimi anni (non siamo ai livelli di Blade Runner, ma poco ci manca), la sceneggiatura soffre di qualche piccolo buchetto, ma non si può fare una frittata senza rompere qualche uova.
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Non rimanevo così fulminato dai primi 10 minuti di un film dai tempi di Inception. Looper non parte bene: di più. E dire che mi stavo già preparando un voto altissimo è dire poco. Il problema arriva con il secondo tempo, ovvero con l'inizio delle vicende che sono il nocciolo della trama. Partiamo prima dalle cose buone: la fotografia e la scenografia futuristica sono d'impatto, il soggetto tra i più geniali degli ultimi anni (non siamo ai livelli di Blade Runner, ma poco ci manca), la sceneggiatura soffre di qualche piccolo buchetto, ma non si può fare una frittata senza rompere qualche uova. Joseph Gordon Levitt conferma di meritare tutte le buone critiche che ha avuto per le sue interpretazioni passate. Ma veniamo adesso al brutto. Per prima cosa voglio citare un commento che ho letto e che riassume il mio pensiero: "Bruce... devi essere duro a morire, ma non ad andare in pensione". Effettivamente Willis, basta: hai fatto il tuo tempo, hai fatto un monte di cagate, qualche film buono, adesso basta, non la reggi la parte, si vede lontano un chilometro che non hai più voglia; e se non hai più voglia e sei anche un attore pessimo il risultato è terrificante. Il trucco applicato su Levitt è quanto di più inutile ci sia al mondo: dovrebbe assomigliare a Bruce?! Ma in quale universo parallelo, scusate? La regia è operaia, fa il suo mestiere, ma per film del genere ci vorrebbe gente con i controcazzi. Poi, come avevo detto in precedenza, la seconda parte si perde completamente, risultando addirittura noiosa. Nel complesso possiamo dire che di questi tempi film come questo sono oro colato, ma si può fare infinitamente di più. Consigliato a tutti, comunque.
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dave69
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sabato 9 febbraio 2013
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discreto
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Nulla di veramente rilevante da segnalare. Più che di un film di fantascienza, lo definirei il classico thriller d'inseguimento: a voler ben guardare, infatti, i temi del viaggio nel tempo e della telecinesi restano solo ai margini della vicenda. La vera storia è quella di un killer della mafia che, dopo esser stato "salvato" dall'amore di una donna, torna indietro nel tempo allo scopo di modificare il passato nella speranza di evitarne l'omicidio. Più di una lacuna nella sceneggiatura (quale verosimiglianza può avere un "lavoro" come il looper, in una società in cui, almeno apparentemente, le organizzazioni mafiose hanno un potere enorme e controllano anche le forze dell'ordine?), ma il film ha comunque una sua discreta efficacia, specie perchè cerca di dare un certo spessore psicologico al suo giovane/vecchio protagonista.
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Nulla di veramente rilevante da segnalare. Più che di un film di fantascienza, lo definirei il classico thriller d'inseguimento: a voler ben guardare, infatti, i temi del viaggio nel tempo e della telecinesi restano solo ai margini della vicenda. La vera storia è quella di un killer della mafia che, dopo esser stato "salvato" dall'amore di una donna, torna indietro nel tempo allo scopo di modificare il passato nella speranza di evitarne l'omicidio. Più di una lacuna nella sceneggiatura (quale verosimiglianza può avere un "lavoro" come il looper, in una società in cui, almeno apparentemente, le organizzazioni mafiose hanno un potere enorme e controllano anche le forze dell'ordine?), ma il film ha comunque una sua discreta efficacia, specie perchè cerca di dare un certo spessore psicologico al suo giovane/vecchio protagonista. Da guardare senza porsi troppe domande, per una serata di puro svago. ^_^
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iron beatrix
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giovedì 7 febbraio 2013
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enter the loop
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Nel 2044, in uno scenario meravigliosamente deteriorato, agisce un giro malavitoso che uccide e fa sparire gli assassini del futuro. Le vittime, attraverso un viaggio nel tempo, vengono rispedite nel passato dove i Looper sono pronti ad eliminarli. Joe (Joseph Gordon Levitt) è il più giovane Looper, ma anche quello con meno scrupoli e con la freddezza di chi crede di far un lavoro come un altro per pagarsi un futuro migliore. La sua vita cambia quando all'appuntamento con la morte si presenta il suo loop, cioè lui stesso 30 anni dopo.
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Nel 2044, in uno scenario meravigliosamente deteriorato, agisce un giro malavitoso che uccide e fa sparire gli assassini del futuro. Le vittime, attraverso un viaggio nel tempo, vengono rispedite nel passato dove i Looper sono pronti ad eliminarli. Joe (Joseph Gordon Levitt) è il più giovane Looper, ma anche quello con meno scrupoli e con la freddezza di chi crede di far un lavoro come un altro per pagarsi un futuro migliore. La sua vita cambia quando all'appuntamento con la morte si presenta il suo loop, cioè lui stesso 30 anni dopo. Joe da grande, interpretato da Bruce Willis, vende cara la pelle e reagisce, cercando di far capire che le cose possono cambiare e si può fermare la mano assassina del terribile Sciamano, che regge i fili di tutti i loop. Joe a questo punto è braccato: dai suoi datori di lavoro che vogliono eliminarlo perchè ha mancato il suo bersaglio, ma soprattutto da se stesso e da interrogativi mai sollevati prima di quel momento. Sa che deve uccidere il se stesso del futuro per poter vivere la sua vita, ma al contempo cosa potrebbe accadere se non lo facesse? Che volto ha la donna della sua vita? Se la potesse vedere prima, cercherebbe di evitarla o il destino d'amore si compirebbe lo stesso? Che volto ha sua madre, perchè non lo ricorda? Queste e molte altre domande si dipanano nella mente di Joe, metafora dei dubbi che potrebbero sorgere in ognuno di noi allo squarciarsi del velo di Maya. Non per niente la figura scelta dal film è quella del loop, cioè del cerchio, forma ancestrale e simbolica della vita e dell'anima, dell'energia cosmica in cui tutto è destinato a fluire. Ma in questo loop che sembra a tratti predeterminato, può inserirsi il libero arbitrio. Quanto ognuno di noi può fare per cambiare il suo loop e a che prezzo? Joe è l'emblema dell'uomo della crisi, è l'apoteosi di ciò che si deve arrivare a fare quando si palesa la rottura. Una buona regia, dialoghi minimali e molto lasciato al senso e all'interpretazione dello spettatore. Azione quanto basta, violenza e sangue ma anche possibilità di pensiero e riflessione.
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[+] un plot sempre valido
(di bella bartok!)
[ - ] un plot sempre valido
[+] intricato e teso
(di antonio montefalcone)
[ - ] intricato e teso
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caribe1999
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giovedì 7 febbraio 2013
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buona l'idea, ma la trama non regge il ritmo
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Le storie sui viaggi a ritroso nel tempo sono ormai parte integrante della fantascienza contemporanea. I paradossi che possono nascere da tali eventi sono già stati raccontati in vari modi, ma Looper riesce a inventare almeno uno scopo nuovo (criminalità transtemporale) e sfrutta il concetto non troppo abusato del "paradosso in diretta". Peccato che poi la vicenda vada in realtà a parare da tutt'altra parte.
In realtà si parte bene venendo catapultati in un futuro degli eccessi e dalla morale assente, poi si finisce in mezzo alla campagna dove si cerca un senso per propria vita. Ma soprattutto si passa da un iniziale ritmo incalzante a una storia che sembra trascinarsi fino al finale che da un senso al tutto e che serve a risvegliare lo spettatore.
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Le storie sui viaggi a ritroso nel tempo sono ormai parte integrante della fantascienza contemporanea. I paradossi che possono nascere da tali eventi sono già stati raccontati in vari modi, ma Looper riesce a inventare almeno uno scopo nuovo (criminalità transtemporale) e sfrutta il concetto non troppo abusato del "paradosso in diretta". Peccato che poi la vicenda vada in realtà a parare da tutt'altra parte.
In realtà si parte bene venendo catapultati in un futuro degli eccessi e dalla morale assente, poi si finisce in mezzo alla campagna dove si cerca un senso per propria vita. Ma soprattutto si passa da un iniziale ritmo incalzante a una storia che sembra trascinarsi fino al finale che da un senso al tutto e che serve a risvegliare lo spettatore. Succede perché tutti gli spunti interessanti della prima parte vengono messi da parte e il paradosso del doppio protagonista non viene sviluppato a dovere, lasciando invece ampio spazio al rapporto tra Joe e Sara e soprattutto al rapporto madre-figlio che diluisce inutilmente la trama. In un film di fantascienza i rapporti genitori-figli tanto cari agli americani andrebbero vietati!
A questa apparente confusione di idee si affiancano però curiosamente anche una serie di déjà vu di situazioni e attori. Willis che gira di porta in porta alla ricerca di Sara come il primo Terminator (ci mettiamo anche Garret Dillahunt - Cromartie), gente che vede morire sé stessi (L'esercito delle 12 scimmie) e così via. Peccato che però la trama della parte centrale non ruoti attorno a questi aspetti, derivati dal paradosso temporale, e anche i personaggi secondari finiscono per essere piatti (Abe) o volutamente ridicoli (Kid Blue).
Insomma fare un film di fantascienza vuol dire mettere in campo una trama con una certa tensione o affascinare con una visione, cosa che in Looper manca un po'.
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(di doc steve)
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