Viaggio in paradiso |
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Un film di Adrian Grunberg.
Con Mel Gibson, Daniel Giménez Cacho, Jesús Ochoa, Roberto Sosa (II), Dolores Heredia.
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Titolo originale Get the Gringo.
Azione,
durata 95 min.
- USA 2012.
- Eagle Pictures
uscita venerdì 1 giugno 2012.
- VM 14 -
MYMONETRO
Viaggio in paradiso
valutazione media:
2,93
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Paradiso e Inferno per Mel Gibsondi donni romaniFeedback: 23283 | altri commenti e recensioni di donni romani |
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venerdì 1 giugno 2012 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Mel Gibson tenta di rilanciare la sua carriera dopo le polemiche e gli scandali che ne hanno fortemente appannato l'immagine di protagonista bello e coraggioso con un personaggio che sembra cucito addosso al suo sguardo ironico, al suo fisico roccioso, al suo curriculum fatto di eroi un po' scapestrati un po' romantici. Ci riesce? A metà, perchè "Viaggio in Paradiso" ci restituisce in alcuni frammenti un Gibson vecchio stile ma in altri ci precipita in un'atmosfera fin troppo caricaturale. Un rapinatore truccato da clown - intenzione dichiarata di non prendersi sul serio fin dalle prime inquadrature - viene catturato congiuntamente dalla polizia frontaliera messicana e americana, derubato dal malloppo e rinchiuso a El Pueblito, un carcere aperto dove regna l'anarchia più assoluta, circolano droga ed armi più che in strada e sopravvivere è un miracolo ogni giorno. Il boss locale, bisognoso di un trapianto di fegato, da' la caccia ad un ragazzino il cui gruppo sanguigno è compatibile con il suo e Gibson diventa ben presto il difensore del bambino e di sua madre. Il tutto mentre tenta di recuperare i suoi soldi, mentre sogna di far giustiziare l'amante della sua ex moglie e mentre imita niente meno che Clint Eastwood per preparare un attentato. C'è di che divertirsi, non c'è dubbio, ma c'è anche da che rimanere sconcertati davanti a questo carcere che sembra un clone della Marshalsea di Dickens, dove le sparatorie durano interminabili minuti e dove l'unica regola è che non esiste alcuna regola. Gibson spara, fa gli occhi spiritati, afferra al volo una bomba a mano come se fosse un'azione di football americano, difende gli innocenti e giustizia i colpevoli, tutto nel perfetto stile giustiziere americano, ma la credibilità del film, affrancata dalle scene d'azione condite da litri di sangue e girate con sufficiente ironia, è davvero scarsa, e ben poco aggiunge la sia pur volenterosa presenza di buoni caratteristi a far da contorno, perchè il difetto principale del film di Grunberg, che pure ha il merito di restituirci un Gibson meno serioso e meno "autoriale" quindi più simpatico e genuino, è che mette nel frullatore un gran numero di generi, un gran numero di stili, un gran numero di citazioni ed omaggi, senza però fonderli fino in fondo, creando così una maionese leggermente impazzita, e pressochè inutile. Però nei primissimi piani lo sguardo di Mel Gibson è ancora quello assassino di Arma Letale, e ci fa rimpiangere un po' quei ruoli realmente scanzonati ed estremi della sua gioventù.
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