ciaica
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lunedì 10 settembre 2012
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si ride si piange ci si emoziona
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Ho visto il film a Venezia e devo dire che in sala si sentiva una particolare emozione. Al di là degli applausi. Un'emozione che arriva quando un film riesce a trascinarti dentro. Quando senti che il regista aveva urgenza di raccontarti quella storia e tu avevi urgenza di starla a sentire. Una scossa. Mastandrea (bravissimo) è uno di noi. Noi che siamo stati descritti per anni come bamboccioni presi da problemi a dir poco futili come il non riuscire ad avere una ragazza fissa, sentirsi ancora giovane quando la barba ormai è bianca etc... Finalmente anche in Italia cominciamo a renderci conto che la realtà può essere raccontata. Ed è divertente, emozionante, commovente.
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Ho visto il film a Venezia e devo dire che in sala si sentiva una particolare emozione. Al di là degli applausi. Un'emozione che arriva quando un film riesce a trascinarti dentro. Quando senti che il regista aveva urgenza di raccontarti quella storia e tu avevi urgenza di starla a sentire. Una scossa. Mastandrea (bravissimo) è uno di noi. Noi che siamo stati descritti per anni come bamboccioni presi da problemi a dir poco futili come il non riuscire ad avere una ragazza fissa, sentirsi ancora giovane quando la barba ormai è bianca etc... Finalmente anche in Italia cominciamo a renderci conto che la realtà può essere raccontata. Ed è divertente, emozionante, commovente. E' vero, dall'estero arrivano film drammatici e noi facciamo la fila davanti al cinema. Questo film fa anche ridere nella sua drammaticità, ridere di quella particolare ironia che sfiora il sarcasmo tipica di una commedia all'italiana che finalmente si prova a riesumare. Spero di vedere la fila anche per "Gli equilibristi"
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presniz
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sabato 8 settembre 2012
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bello!!!
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All'inizio ci si diverte molto, poi si riflette, alla fine ci si commuove. Un film che fa attraversare tre stati d'animo vale il prezzo del biglietto! Attori perfetti, regia elegante ma sobria, per niente compiaciuta, da documentarista. Veramente bello.
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ciaica
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sabato 8 settembre 2012
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finalmente un bel film italiano
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Vedendo il film a venezia, ho sentito in sala una particolare simbiosi tra pubblico e film, come se tutti ci fossimo trovati immersi nel racconto. Come se avessimo seguito tutti quanti di nascosto il protagonista accanto alla cinepresa. L'emozione era palpabile, le problematiche fin troppo vicine a tutti noi. Finalmente qualcuno descrive la nostra vita così come la viviamo e non la sua parodia in rosa. Lo consiglio.
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marcosp�
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sabato 1 settembre 2012
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in equilibrio sulla vita
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Quanto siamo sempre pronti ad estasiarci per qualche film che viene da lontano, da paesi nel quale non siamo neppure stati, eppure pronti a giurare che quello che ci viene mostrato è vero, che ricalca una realtà con convincimento e adesione...altrettanto pronti però a denigrare un film che ci appartiene, che racconta una realtà che dovrebbe invece essere a noi nota. Il problema è che a volte quello che ci succede accanto è altrettanto distante finchè non ci tocca da vicino. Il film di De matteo questa realtà la racconta con molta adesione invece, la tocca da vicino e la comprende. Usa un prototipo, Giulio, per raccontare il confine labile che separa le certezze dal caos. Attraverso la sua storia (semplice? Ma non sono semplici le nostre vite?), ci mostra la parabola di un uomo in bilico, a cui la società non offre rifugio.
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Quanto siamo sempre pronti ad estasiarci per qualche film che viene da lontano, da paesi nel quale non siamo neppure stati, eppure pronti a giurare che quello che ci viene mostrato è vero, che ricalca una realtà con convincimento e adesione...altrettanto pronti però a denigrare un film che ci appartiene, che racconta una realtà che dovrebbe invece essere a noi nota. Il problema è che a volte quello che ci succede accanto è altrettanto distante finchè non ci tocca da vicino. Il film di De matteo questa realtà la racconta con molta adesione invece, la tocca da vicino e la comprende. Usa un prototipo, Giulio, per raccontare il confine labile che separa le certezze dal caos. Attraverso la sua storia (semplice? Ma non sono semplici le nostre vite?), ci mostra la parabola di un uomo in bilico, a cui la società non offre rifugio. Fin quì la trama, il linguaggio che De Matteo usa per narrarci la storia di Giulio avviene attraverso tutto quello che il linguaggio ci ha insegnato a tattare il dramma: Movimenti di macchina "virtuosi", musica che sottolinea emotivamente le scene, alternanza di montaggio veloce e piani sequenza ad indagare principalmente il protagonista. Ma lo fa senza eccessi, rimanendo anche lui in bilico, senza oltrepassare il confine che separa il dramma dal melodramma. E lo fa con partecipazione, come se domani dovesse accadere anche a lui. O a noi.
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amgi56
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venerdì 31 agosto 2012
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il fili sottile della vita quotidiana
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In Sala Grande le poltrone sono completamente occupate. C'è attesa per questo film di De Matteo ma forse e ancora di più per Valerio Mastrandrea , il cui nome, alla presentazione della proiezione, suscita un fragoroso applauso. "Gli Equilibristi " parte come la classica commedia all'italiana: la famiglia, i rapporti affettivi tra i vari componenti. Ma è solo l'inizio; la famiglia si rompe e qui cominciano i problemi, prima finanziari e poi umani. Bravo De Matteo ad avvitare la storia lentamente verso la tragicità finale, scampata all'ultimo momento grazie al trillare di un cellulare; grandissimo Mastrandrea, in un ruolo che passa dal "OK, comunque ci penso io.
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In Sala Grande le poltrone sono completamente occupate. C'è attesa per questo film di De Matteo ma forse e ancora di più per Valerio Mastrandrea , il cui nome, alla presentazione della proiezione, suscita un fragoroso applauso. "Gli Equilibristi " parte come la classica commedia all'italiana: la famiglia, i rapporti affettivi tra i vari componenti. Ma è solo l'inizio; la famiglia si rompe e qui cominciano i problemi, prima finanziari e poi umani. Bravo De Matteo ad avvitare la storia lentamente verso la tragicità finale, scampata all'ultimo momento grazie al trillare di un cellulare; grandissimo Mastrandrea, in un ruolo che passa dal "OK, comunque ci penso io..." al semi-barbone che non trova più niente nella vita se non il raggiungimento della morte. Un film crudo ma non eccessivo, reale nella sceneggiatura e nei dialoghi. Chi poi è passato attraverso una separazione potrà sicuramente individuarsi in alcuni spicchi del film. Quando in sala si riaccendono le luci la commozione è alta; dieci minuti di applausi non riesco quasi a placarla. Peccato che la pellicola sia stata selezionata per il concorso Orizzonti e non il concorso ufficiale; poteva essere un ottimo candidato al Leone d'Oro.
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