filippo catani
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domenica 21 ottobre 2012
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killer da lontano
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Stati Uniti. Mentre sta avvenendo il sostanziale passaggio delle consegne tra l'uscente presidente Bush e il neoletto Barack Obama con i loro interventi sulla crisi economica, due improbabili giovani criminali eseguono un colpo su commissione rapinando una bisca clandestina controllata da uomini mafiosi. I tre vorrebbero far ricadere la colpa sul tizio che aveva già in precedenza tentato di derubare la bisca ma i mafiosi non si lasceranno ingannare facilmente.
Un thriller decisamente sui generis ma che non può che lasciare convinto lo spettatore che esce dalla sala. Intanto una delle peculiarità del film è il tipo di montaggio che sceglie il regista specialmente a inizio film e ha il suo punto di forza negli slowmotion.
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Stati Uniti. Mentre sta avvenendo il sostanziale passaggio delle consegne tra l'uscente presidente Bush e il neoletto Barack Obama con i loro interventi sulla crisi economica, due improbabili giovani criminali eseguono un colpo su commissione rapinando una bisca clandestina controllata da uomini mafiosi. I tre vorrebbero far ricadere la colpa sul tizio che aveva già in precedenza tentato di derubare la bisca ma i mafiosi non si lasceranno ingannare facilmente.
Un thriller decisamente sui generis ma che non può che lasciare convinto lo spettatore che esce dalla sala. Intanto una delle peculiarità del film è il tipo di montaggio che sceglie il regista specialmente a inizio film e ha il suo punto di forza negli slowmotion. Il film si svolge sempre in periferia o nel grigiore del giorno e del buio della notte oppure all'interno di macchine, motel o squallidi ambienti. La trama è originale ed è ben orchestrata in quanto sa alternare momenti di umorismo allo stato puro (in particolar modo nei dialoghitra i due criminali da strapazzo) a momenti decisamente più crudi (vedi la scena del pestaggio del gestore della bisca sospettato della rapina). Il tutto si regge sulle spalle di ottimi attori; su tutti il brillante Brad Pitt che uccide dolcemente e da lontano per evitare sentimentalismi e piagnistei da parte delle sue future vittime. Magistrale anche Gandolfini nella parte di un killer alcolizzato e con la "passione" delle donne a pagamento. Bene anche Jenkins, Curatola e Liotta. Insomma non è certo il classico thriller ma anzi un film originale che riflette lo stile del suo autore. Non è male vedere che anche i prezzi della malavita per le uccisioni subiscono limature per colpa della crisi economica che pare davvero toccare tutti i settori.
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fede60
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domenica 21 ottobre 2012
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un film inutile
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molto meno che decisamente mediocre, un pessimo film, pessima regia pessima interpretazione, avvincente come i titoli di coda.
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albydrummer
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domenica 21 ottobre 2012
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::killer cinico ...ucciderli lentamente
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Gran bel noir.un pò tarantino e pulp,ma c'è tutta la bravura di pitt,che s'immedesima in un Killer non spiettato,ma astuto,in questo film noir,crudele e raffinato. Il film si avvicina molto e fa da metafora all'attuale cultura americana e la situazione politica,e anche all'egocentrismo,perchè l'america sembra un paese di comunità ,ma è soltanto un paese spietato alla corsa del capitalismo,e questo fa capire che si è soli in un paese molto ricco e potente. E allora il personaggio non è soltanto un personaggio spietato,che agisce da solo,per uno solo scopo quel del busines.!!. Film con ambiente cupo,in un'America triste,sporca,e bische clandestine e rapine.
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Gran bel noir.un pò tarantino e pulp,ma c'è tutta la bravura di pitt,che s'immedesima in un Killer non spiettato,ma astuto,in questo film noir,crudele e raffinato. Il film si avvicina molto e fa da metafora all'attuale cultura americana e la situazione politica,e anche all'egocentrismo,perchè l'america sembra un paese di comunità ,ma è soltanto un paese spietato alla corsa del capitalismo,e questo fa capire che si è soli in un paese molto ricco e potente. E allora il personaggio non è soltanto un personaggio spietato,che agisce da solo,per uno solo scopo quel del busines.!!. Film con ambiente cupo,in un'America triste,sporca,e bische clandestine e rapine.,quartieri degradati. Film per intenditori!!
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maetto5
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domenica 21 ottobre 2012
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all'intervallo volevo andarmene.....
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entro in sala con la mia fidanzata e stranamente di sabato sera siamo 3 coppie nella sala.... penso sia strano dato che brad pitt non ha mai deluso le mie aspettative, non avevo mai visto però un film cosi lento, noioso e poco interessante, dove si andava a finire era ovvio ma nel film lo fanno con una lentezza talmente esasperata che dopo l'intervallo la mia metà dormiva e io non vedevo l'ora di andarmene.... mi guardo intorno e vedo la coppia qualche posto dietro di noi ( sulla 40ina) si alza e se ne va, mi voglio però vedere la fine, non lascio mai un film a metà, durante la seconda meta del film mi rendo conto che la musica non cambia,anzi, il film si ferma su scene monotone, inutili nonchè di una noia ammorbante, il finale con frase ad effetto che sembrava tanto voler essere contro la politica americana mi fa capire che davvero non sanno più cosa inventarsi.
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entro in sala con la mia fidanzata e stranamente di sabato sera siamo 3 coppie nella sala.... penso sia strano dato che brad pitt non ha mai deluso le mie aspettative, non avevo mai visto però un film cosi lento, noioso e poco interessante, dove si andava a finire era ovvio ma nel film lo fanno con una lentezza talmente esasperata che dopo l'intervallo la mia metà dormiva e io non vedevo l'ora di andarmene.... mi guardo intorno e vedo la coppia qualche posto dietro di noi ( sulla 40ina) si alza e se ne va, mi voglio però vedere la fine, non lascio mai un film a metà, durante la seconda meta del film mi rendo conto che la musica non cambia,anzi, il film si ferma su scene monotone, inutili nonchè di una noia ammorbante, il finale con frase ad effetto che sembrava tanto voler essere contro la politica americana mi fa capire che davvero non sanno più cosa inventarsi. lo inserirei nella graduatoria dei peggiori film 2012 alla pari con drive e super 8 (l'unico giustificabile in quanto era un film per bambini).
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arietina_r
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sabato 20 ottobre 2012
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attuale e realistico
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Film crudo che non lascia spazio a sentimenti umani quasi che siano banditi dal mondo. Tutto quello che conta è concludere un lavoro per essere pagato, se questo comporta ammazzare delle persone non cambia nulla. L'emissario della mafia siamo noi che assistiamo increduli e inermi all'evolversi della quasi inumanità (se si può chiamare così) di Cogan, riuscirà a contrastare o modificare il suo modo di vedere la vita? Davvero siamo solo spettatori che si trovano a subire le decisioni altrui, ci piacciano o no?
Questo film mi ha dato l'idea che se voglio cambiare le cose, nel mio piccolo mondo quotidiano devo cominciare ad agire, a guardare le persone come persone e non solo come esseri umani che si incontrano per caso o come mezzo per ottenere qualcosa.
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immanuel
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sabato 20 ottobre 2012
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l'america è solo affari
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"L'America è solo affari. E adesso pagami!" Così decide di far concludere la pellicola Andrew Dominik, a coronamento di un discorso decostruttivo, conciso e brutale, in cui il protagonista deministificava un'allocuzione piena di buoni propositi, di massimi sistemi e di paludamenti retorici, pronunciata da Obama a pochi minuti dall'annuncio della vittoria alle presidenziali degli Stati Uniti, nel novembre 2008. E' la presa d'atto della frantumazione a posteriori di un mito, della prefigurazione di un fallimento, come se in realtà quelle parole fossero state prununciate esattamente quattro anni dopo, nel corso dell'attuale campagna elettorale, in una sorta di endorsement al candidato repubblicano.
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"L'America è solo affari. E adesso pagami!" Così decide di far concludere la pellicola Andrew Dominik, a coronamento di un discorso decostruttivo, conciso e brutale, in cui il protagonista deministificava un'allocuzione piena di buoni propositi, di massimi sistemi e di paludamenti retorici, pronunciata da Obama a pochi minuti dall'annuncio della vittoria alle presidenziali degli Stati Uniti, nel novembre 2008. E' la presa d'atto della frantumazione a posteriori di un mito, della prefigurazione di un fallimento, come se in realtà quelle parole fossero state prununciate esattamente quattro anni dopo, nel corso dell'attuale campagna elettorale, in una sorta di endorsement al candidato repubblicano... Il film si regge su questa continua contrapposizione: alle notizie dei radiogiornali sulla crisi economica e sulla messa in atto del "Tarp", ovvero del piano di salvataggio del sistema finanziario americano (per il quale furono sborsate quantità iperboliche di dollari, drammaticamente contrastanti con la miseria delle periferie), a seguito dell'esplosione della bolla dei subprime, fanno da controcanto i piano sequenza di desolazione e di povertà della periferia americana, costellate di case sfitte o invendute (quelle concesse ai mutuatari "subprimari" e che coi loro pignoramenti danno avvio alla spirale della crisi), le scene atroci di omicidi e di pestaggi, ripresi per ogni singolo fotogramma, al rallentatore, esasperate in una resa documentaristica che tende ad esaltarne gli attimi più raggelanti e efferati. La cifra stilistica del regista è indubbia, forse migliorabile la sceneggiatura, troppo spesso avvitata, nei dialoghi che ci forniscono lo spaccato sordido dell'america criminale, attorno ad argomenti di poco conto, al limite dell'incostistenza. Gli affari, i grossi affari mafiosi, sono fuori dall'agenda, forse perché la scelta è ricaduta proprio sulla raffigurazione della banalità del crimine, tanto banale da mettere lo spettatore di fronte alla crudezza della morte e alla superficialità con la quale la imprime il boia dei tempi moderni, il carnefice degli anni 2000, il killer professionista interpretato da un perfetto Brad Pitt, icona (fin troppo) chic del male. Lui preferisce "uccidere senza imbarazzo" e evitare il "melodramma" pietistico di una vittima che implora pietà, agendo da lontano, e dando la morte senza guardare le vittime negli occhi, quasi esorcizzando una ripulsa inconscia verso una routine raccapricciante, in cui non conta se e chi uccidi, ma quanto ciò rende in termini di compenso. In cui contano i termini di ingaggio, in cui la gestione manageriale, come quella esercitata e presa a modello nei grandi istituti bancari sull'orlo del crack, si è trasferita alle mafie. Il film diventa, così, la contestazione di un modello di civiltà nella quale non conta la "comunità" o lo spirito di nazione, la solidarità, in cui l'"american dream" è pura olografia, ma nella quale trionfa il profitto individuale, la dimensione del singolo, l'unità in conflitto con la complessità del mondo, "the man who comes around"... Perché, dice Cogan, "io vivo in America e in America sei solo".
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maddaluca
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sabato 20 ottobre 2012
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il flop di pitt
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ragazzi film davvero impalpabile, senza suspense ne trama...mi sono addormentato 3 volte...credo sia il film piu brutto che ho visto da 5 anni a questa parte....senza remore lo sconsiglio vivamente
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renato volpone
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sabato 20 ottobre 2012
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l'america rende soli
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Violento, cattivo forse, ma sempre un bel ruolo per Brad Pitt. Con sullo sfondo un'America in crisi dove tutti ne fanno le spese, Jackie Cogan, poliziotto corrotto, sistema le cose per "loro", un oscuro "grande fratello" che non vuole avere problemi. E i problemi sono i furbetti che rapinano una bisca clandestina tentando di far ricadere la colpa su altri. Il quadro è quello di "un popolo, una nazione" dove ognuno è solo e tenta di sopravvivere come può. E se vivere non deve più, come i due ragazzi furbetti, allora ci pensa Cogan ad ucciderli dolcemente. Un bel film, qualche blooper con la pioggia battente, ma ottimi attori, una bella fotografia e una colonna sonora grandiosa.
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Violento, cattivo forse, ma sempre un bel ruolo per Brad Pitt. Con sullo sfondo un'America in crisi dove tutti ne fanno le spese, Jackie Cogan, poliziotto corrotto, sistema le cose per "loro", un oscuro "grande fratello" che non vuole avere problemi. E i problemi sono i furbetti che rapinano una bisca clandestina tentando di far ricadere la colpa su altri. Il quadro è quello di "un popolo, una nazione" dove ognuno è solo e tenta di sopravvivere come può. E se vivere non deve più, come i due ragazzi furbetti, allora ci pensa Cogan ad ucciderli dolcemente. Un bel film, qualche blooper con la pioggia battente, ma ottimi attori, una bella fotografia e una colonna sonora grandiosa. Bellissimo anche l'evolversi delle situazioni con sullo sfondo i reportage, le dichiarazioni e le interviste sulla situazione politica ed economica degli Stati Uniti. Il film sembra girato in un'altra epoca, ma Bush e Obama ci riportano al secolo attuale e all'attuale drammaticità del vivere.
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