rfabior
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venerdì 2 novembre 2012
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noiosoo!
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Nonostante il cast e la produzione, un film decisamente mediocre e noioso!
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ycram
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giovedì 1 novembre 2012
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io lo adoro...
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A me è piaciuto moltissimo, ai miei amici meno. E' lento, questo è vero, ma è un gran film, il continuo rimando alla campagna elettorale di Obama vs McCain. E poi la vera chicca è tutta nella frase finale.... Da vedere, assolutamente
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dante
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lunedì 29 ottobre 2012
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cogan uccide tutti di noia
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ho visto il film sabato 28 ottobre 2012. insieme ad un gruppo di sei amici,il film è inutilmente violento con dei dialoghi ripetivi, poco originali, Brad Pitt molto sottotono quelle scene a rallentatore di un pestaggio mi chiedo a cosa servono e quei dialoghi se li poteva permettere solo DE niro.unica nota positiva le musiche erano bellissime ma quel punto vi consglio di spendere i soldi del biglietto per comprarvi un cd,
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burlesque
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domenica 28 ottobre 2012
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il cinecity di padova mi dà ragione
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Questo miserabile film dopo una settimana Il Cinecity di Padova che è il più grande del veneto, l'hanno messo nell'ultima sala la più piccola.
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burlesque
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domenica 28 ottobre 2012
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volevo uscire subito dopo il primo tempo
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Trovo sorprendente che un attore come Brad Pitt abbia accettato di fare un film così orribile sotto tutti i punti di vista e addirittura recitando una parte molto scarsa del film. Non sono uscito dopo il primo tempo solo per gli 8.50 euro. Avere il coraggio di dire che è stato un bel film e che Brad è stato straordinario è una cosa vergognosa e offensiva per gli altri film.
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jaylee
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domenica 28 ottobre 2012
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morire di piombo e di solitudine
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In un certo senso, i registi che sono anche sceneggiatori sono un po’ come dei cantautori, che cantano delle persone che hanno conosciuto e dei luoghi che hanno vissuto, ma soprattutto sono interessati a raccontarsi attraverso i dialoghi dei personaggi, ognuno di questi una scheggia non necessariamente coerente della loro personalità.
Così è anche nel caso di Andrew Dominik, che già aveva diretto Brad Pitt ne L’Assassinio di Jesse James, dove il bandito protagonista, una specie di figura mitica, veniva ammirata, idolatrata e infine uccisa da un suo seguace. Anche qui Brad Pitt impersona un bandito, il killer a pagamento Cogan, una specialista al soldo di una organizzazione criminosa, tanto misteriosa quanto curiosamente simile ad un’azienda in certe dinamiche.
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In un certo senso, i registi che sono anche sceneggiatori sono un po’ come dei cantautori, che cantano delle persone che hanno conosciuto e dei luoghi che hanno vissuto, ma soprattutto sono interessati a raccontarsi attraverso i dialoghi dei personaggi, ognuno di questi una scheggia non necessariamente coerente della loro personalità.
Così è anche nel caso di Andrew Dominik, che già aveva diretto Brad Pitt ne L’Assassinio di Jesse James, dove il bandito protagonista, una specie di figura mitica, veniva ammirata, idolatrata e infine uccisa da un suo seguace. Anche qui Brad Pitt impersona un bandito, il killer a pagamento Cogan, una specialista al soldo di una organizzazione criminosa, tanto misteriosa quanto curiosamente simile ad un’azienda in certe dinamiche. Il suo “referente” è l’anonimo Richard Jenkins, che rappresenta l’organizzazione, sempre alle prese con il compito di far quadrare il volere dei propri capi e il budget (con qualche operazione di cost-saving paradossale come convincere il killer ad usare la seconda classe invece della prima…!).
La trama è ambientata nel 2008, durante i giorni dell’elezione di Barack Obama, e racconta dell’operazione di vendetta nei riguardi di 3 ladruncoli che svaligiano una bisca ed incastrando un altro poveraccio come loro… Cogan, professionista impeccabile, ci metterà pochissimo a rintracciare i maldestri delinquenti.
Visivamente molto raffinato, il film abbonda di colori lividi e pallidi, anche in piena notte, quasi a simboleggiare una realtà così diversa da quella rappresentata dai televisori che proiettano costantemente il Blu ed il Rosso di una mondo politico così lontano da quella tempesta (finanziaria) che ha appena iniziato a creare disastri. Un mondo cinico, disincantato che confonde manager e killer, che risulta completamente privo di quegli ideali che raccontano in tv. Esplicitamente violento, ma che indulge in massacri e pestaggi al rallentatore, sottolineati da musiche anni 50 e 60 dolci e morbide, a degna rappresentazione del titolo (“ucciderli dolcemente”).
Il film risulta alla fine essere un pregevole incrocio tra Kill Bill di Tarantino e Trainspotting di Boyle, l’uno per l’attenzione dei dialoghi (che spesso risultano essere dei veri e propri monologhi a volte di svariati minuti, come nel caso del killer depresso interpretato da James Gandolfini), l’altro per la disinvoltura con cui il ritmo accelera e rallenta quasi come sotto l’effetto di sostanze psicotrope.
Cogan – Killing Them Softly alla fine risulta essere più di un semplice thriller, denunciando un mondo ingrigito e anonimo, dove tutti muoiono di piombo o di solitudine, o di entrambe le cose come nel caso di Trattman/Ray Liotta, dolente e patetico perdente. Come dice Socrate, nel suo Processo: “È giunto ormai il tempo di andare, o giudici, io per morire, voi per continuare a vivere. Chi di noi vada verso una sorte migliore, questo solo Dio lo sa”.(www.versionekowalski.it)
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donni romani
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sabato 27 ottobre 2012
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un pulp per brad pitt
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Idea forte e riuscita del film: i passaggi televisivi di Obama e Mc Cain nei mesi della campagna elettorale 2008, i commenti di economisti ed esperti sulla crisi finanziaria, la storia americana che si dipana, parole su parole cifre su cifre analisi su analisi e che fa da sfondo a tutto il film, come una colonna sonora inquietante e minacciosa.
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Idea forte e riuscita del film: i passaggi televisivi di Obama e Mc Cain nei mesi della campagna elettorale 2008, i commenti di economisti ed esperti sulla crisi finanziaria, la storia americana che si dipana, parole su parole cifre su cifre analisi su analisi e che fa da sfondo a tutto il film, come una colonna sonora inquietante e minacciosa. Idea debole del film: pensare di riempire tutto uno script con dialoghi pulp alla Tarantino di un gruppo di malviventi, mezzetacche e boss, killer e scagnozzi, vigliacchi e spavaldi. La trama è semplice, semplicissima, pur nella sua confezione a scatole cinesi: due rapinatori fanno il colpo in una bisca clandestina, dando il via ad una girandola di esecuzioni, di regolamenti dei conti, di giochi di potere fra boss più o meno credibili - speculari a quelli dei potenti - e ripristino delle gerarchie necessarie a che un business - poco conta che sia l'economia mondiale o gli incassi di una partita a poker clandestina - sia redditizio. Brad Pitt è un perfetto killer freddo e distaccato che non vuol perdere tempo a far picchiare il proprietario della bisca perchè tanto poi dovrà essere eliminato e quindi "perchè farlo soffrire inutilmente?", che dispensa perle di saggezza - vi ricorderete a lungo la battuta finale sull'America - e che uccide con la stessa disinvoltura con cui si accende una sigaretta, Gandolfini è perfetto nell'incarnare il vecchio killer in disgrazia e Liotta fa in suo onesto mestiere, però resta la sensazione di un film incompiuto, con alcuni lampi ironici e diabolici, ma fiacco nell'affidare ai lunghi primi piani, spesso all'interno di una macchina, il compito di sostenere un film di non azione, nonostante alcune esecuzioni fulminee, ma comunque di tensione, perchè se è vero che i killers di Tarantino hanno fatto da spartiacque per tutti i gangster's movies che sono seguiti è anche vero che i delinquentelli di Dominick non sono all'altezza delle surreali conversazioni delle Iene o di Pulp Fiction e fanno un po' pena nel loro girare a vuoto su argomenti che in altri mani avrebbero potuto diventare dialoghi esilaranti o terrificanti.
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cipposlippo
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giovedì 25 ottobre 2012
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basta bulli!
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E' la già vista sparatoria tra duri che vivono nel loro mondo, con un centro psicologico che capiscono solo loro, ma le conseguenze delle loro
azioni le paghiamo tutti noi poveri cretini che lavoriamo e cercachiamo di evitare comportamenti sfavorevoli alla comunità...
L'era di tarantino è finita, abbiamo bisogno di film che ci lascino un valore aggiunto, e non farci veder quanto schifo facciano gli uomini violenti..
La recita degli attori ed effetti speciali, pollice su! La sceneggiatura limitata, direi quasi noiosa.
Mi viene sempre da pensare: i registi in fondo stanno elogiando questa gente... che invece è disprezzbile, si uccidono fra loro, spacciano, maltrattano animali, giocano d'azzardo, vanno in giro con auto e donne sempre nuove, vivono alle spalle di tutti, .
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E' la già vista sparatoria tra duri che vivono nel loro mondo, con un centro psicologico che capiscono solo loro, ma le conseguenze delle loro
azioni le paghiamo tutti noi poveri cretini che lavoriamo e cercachiamo di evitare comportamenti sfavorevoli alla comunità...
L'era di tarantino è finita, abbiamo bisogno di film che ci lascino un valore aggiunto, e non farci veder quanto schifo facciano gli uomini violenti..
La recita degli attori ed effetti speciali, pollice su! La sceneggiatura limitata, direi quasi noiosa.
Mi viene sempre da pensare: i registi in fondo stanno elogiando questa gente... che invece è disprezzbile, si uccidono fra loro, spacciano, maltrattano animali, giocano d'azzardo, vanno in giro con auto e donne sempre nuove, vivono alle spalle di tutti, ... oh che bello, proprio un bel modello di vita da evidenziare... il modello che inseguono i cretini cronici...
Bisognerebbe aggiungere un'altra filosofia alla fine del discorso di Brad Pitt:
non è certo grazie alla gente come te che si possono cambiare le condizioni di cui tanto ti lamenti, e che usi per giustificare il tuo bel farcito rendiconto!
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francone99
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giovedì 25 ottobre 2012
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occasione sprecata
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Quando ho finito di vedere il film ho subito pensato che si è sprecata un occasione. Il film è sicuramente recitato bene, tutti gli attori sono completamente in parte. La regia abbastanza semplice ma tutto sommato efficace.I dialaghi sono brillanti, ma forse non abbastanza per meritare l'attenzione dello spettatore per tutta la durata del film; perchè l'unico, ma grande punto debole del film è la trama, di per sè non è una brutta idea ma si poteva sicuramente sviluppare meglio, in fin dei conti accadono poche cose. Consiglio di vedere questo film solo hai fan di Brad Pitt, nella parte del cinico Cogan da il suo meglio.
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derriev
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giovedì 25 ottobre 2012
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tarantino 2.0
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"Cogan - Killing them softly" è un chiaro riferimento ai primi film di Tarantino, "Le iene" e "Pulp fiction".
Trama: due balordi, capitanati da uno appena meno balordo, rapinano una bisca, facendo accusare un altro. Viene ingaggiato un killer per scovare i colpevoli e giustiziarli. Ci riuscirà, con qualche leggera difficoltà.
"Cogan" rimanda a Tarantino per i dialoghi-monologhi divaganti dei protagonisti, con gli assassini che discorrono lungamente, di problemi sociali e personali, del loro lavoro così come un comune impiegato del proprio, con nonchalance.
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"Cogan - Killing them softly" è un chiaro riferimento ai primi film di Tarantino, "Le iene" e "Pulp fiction".
Trama: due balordi, capitanati da uno appena meno balordo, rapinano una bisca, facendo accusare un altro. Viene ingaggiato un killer per scovare i colpevoli e giustiziarli. Ci riuscirà, con qualche leggera difficoltà.
"Cogan" rimanda a Tarantino per i dialoghi-monologhi divaganti dei protagonisti, con gli assassini che discorrono lungamente, di problemi sociali e personali, del loro lavoro così come un comune impiegato del proprio, con nonchalance.
E lo fanno con sentimentalismi, del tipo: "Non mi va di uccidere uno che conosco. Lui piange e si dispera. E' stucchevole."
Sullo sfondo, continui rimandi all'attualità politica, con discorsi presidenziali televisivi di Bush e dell'allora senatore Obama.
Il film regala comunque due scene magistralmente girate: la rapina nella bisca, ed il pestaggio a sangue del presunto reo della stessa.
Ed è proprio qui che il film prende, e perde, punti.
Se infatti le due scene sono presentate con voluta crudezza e realismo, gli altri omicidi sono accompagnati da delicate e piacevoli "ballate" soft-country, altro riferimento a Tarantino, con un'estetica che vorrebbe ammaliare, ma invece è solo pessimo gusto.
Il culmine è nell'omicidio al semaforo, con musica, dettagli e ralenty per enfatizzarli.
Certo ricalcare la scoppiettante ironia di Tarantino sarebbe stato anche peggio, e ormai sono passati anni, ma questo trionfo del macabro resta fine a se stesso.
Così "Cogan" prende punti quando resta un film teso, vagamente noir, e descrive la violenza nella rapina e nel pestaggio; li perde quando sterza e, in un impeto di hybris, la spettacolarizza con i dettagli ed il ralenty.
Perché, dico io?
Puro spettacolo, "gratuito".
Per finire, il killer rivendica il proprio compenso con la motivazione che "In America è tutto 'affare' quindi a me spetta il giusto", facendo da contraltare al discorso televisivo di Obama che parla di un popolo unito in comunità.
Insomma, un film raffazzonato, che pesca un po' di qua e un po' di là, con l'aggravante di una trama un po' noiosa.
Mediocre.
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[+] e' del 1974...
(di brian77)
[ - ] e' del 1974...
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