paride86
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lunedì 1 aprile 2013
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potente
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Ritratto gelido e cinico degli Stati Uniti che parte dalle peggiori periferie e si fa metafora di tutto il Paese.
Si tratta di un film grigio e verboso, popolato da personaggi ben disegnati e interpretati, tra cui spicca il sempreverde Brad Pitt.
Consigliato.
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cenox
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venerdì 8 marzo 2013
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e questa sarebbe una commedia...?
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Un film senza nè capo nè coda! Due malviventi, imbranati e disorganizzati, accettano di rapinare una bisca clandestina, ma non sanno che sulle loro tracce, per volere dei rapinati, hanno ingaggiato un pericoloso killer professionista senza scrupoli (Pitt). Il genere direi che non è assolutamente quello della commedia, sembra più una specie di crime movie, che in alcune scene è anche piuttosto violento. Il fatto è che diventa pure noioso quando ci sono degli eterni discorsi fra i protagonisti, in cui è difficile stare attenti data l'inutilità delle frasi riportate. Era lecito aspettarsi di più...
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molenga
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giovedì 31 gennaio 2013
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io li uccido dolcemente, da lontano
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un malvivente italioamericano mette su una rapina ad una bisca clandestina con l'obiettivo di far ricadere la colpa sul gestore della bisca stessa, che in passato ha confessato di essersi fatto svaligisare per intascare il banco. per farlo ingaggia un vecchio compare e un australiano sgangherato, che farà svelare l'inghippo per la solita parola di troppo: a ripulire la faccenda arriva Cogan( pitt) un killer con qualche remora ma preciso come un orologio svizzero.
grande colonna sonora, ottima fotografia e qualche scena originale(l'assassinio di liotta): un po' tarantiniano il bel personaggio del killer in crisi interpretato da gandolfini, un po'" fargo" i due rapinatori malassortiti: nel compleso un bel film recitato bene e diretto senza troppa m
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un malvivente italioamericano mette su una rapina ad una bisca clandestina con l'obiettivo di far ricadere la colpa sul gestore della bisca stessa, che in passato ha confessato di essersi fatto svaligisare per intascare il banco. per farlo ingaggia un vecchio compare e un australiano sgangherato, che farà svelare l'inghippo per la solita parola di troppo: a ripulire la faccenda arriva Cogan( pitt) un killer con qualche remora ma preciso come un orologio svizzero.
grande colonna sonora, ottima fotografia e qualche scena originale(l'assassinio di liotta): un po' tarantiniano il bel personaggio del killer in crisi interpretato da gandolfini, un po'" fargo" i due rapinatori malassortiti: nel compleso un bel film recitato bene e diretto senza troppa muscolatura da Dominik
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gogolack
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lunedì 28 gennaio 2013
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film su cui riflettere
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Film insolito, di sicuro non commerciale come voleva far credere il trailer e sicuramente godibile se visto con lo spirito giusto.
Se ci si aspetta una storia ben fatta, che prende ed è ricca di colpi discena, si rimane delusi, e tanto. La prima domanda sorta ai titoli di coda è stato: "Tutto qui?" Poi ho riflettuto, e ho deciso che Killing Them Softly, non è la storia, la trama, la vicenda che ruota attorno ai personaggi, ma i personaggi stessi. Killing Them Softly è i due delinquenti sbandati e drogati, il bravissimo Richard Jenkins che cura gli affari della mala ai tempi della crisi, i discorsi di un perfetto James Gandolfini, killer sul viale del tramonto, è gli infelici drammi di un sempre apprezzabile Ray Liotta, stupido gangster bonaccione e vittima sacrificale e naturalmente, è il Brad Pitt/Cogan, killer disincatanto che da il titolo al film.
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Film insolito, di sicuro non commerciale come voleva far credere il trailer e sicuramente godibile se visto con lo spirito giusto.
Se ci si aspetta una storia ben fatta, che prende ed è ricca di colpi discena, si rimane delusi, e tanto. La prima domanda sorta ai titoli di coda è stato: "Tutto qui?" Poi ho riflettuto, e ho deciso che Killing Them Softly, non è la storia, la trama, la vicenda che ruota attorno ai personaggi, ma i personaggi stessi. Killing Them Softly è i due delinquenti sbandati e drogati, il bravissimo Richard Jenkins che cura gli affari della mala ai tempi della crisi, i discorsi di un perfetto James Gandolfini, killer sul viale del tramonto, è gli infelici drammi di un sempre apprezzabile Ray Liotta, stupido gangster bonaccione e vittima sacrificale e naturalmente, è il Brad Pitt/Cogan, killer disincatanto che da il titolo al film. E' un film di gangster che fanno cose da gangster senza troppi fronzoli o romanticismi, l'unica "innovazione" se vogliamo, è che gli tocca fare i conti con la crisi economica a tutti quanti...anche ai criminali.
Insomma se si osservano attentamente queste cose e si ripensa alla storia, non gli si trova un finale migliore.
Ci ho rivisto molto il Tarantino di Jackie Brown, non a caso il film è tratto da un romanzo dello stesso scrittore se non erro. E' un film ben confezionato, recitazione ottima, facce perfette e adatte tranne Brad Pitt, il suo faccino curato e i capelli impomatati cozzano col faccione da mafioso di Gandolfini o i lineamenti duri di un troppo fugace Sam Sheppard, buone le musiche, discreta la fotografia, forse qualche pretesa di troppo e un moralismo di fondo ma alcuni dialoghi sono perfetti, Dominik è uno di quei registi-molto-artisti e forse esagera con qualche virtuosismo tecnico di troppo ma in sostanza, un film di genere apprezzabile e da vedere!
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doni64
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martedì 22 gennaio 2013
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film...crudo
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Film del genere azione con attori noti preparati al ruolo...un po' spento ma crudo nel complesso.....voto 6+
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mike86
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lunedì 26 novembre 2012
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lento ma notevole!!!
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Film lento, ma curato in ogni dettaglio. Scenografie ottime e ottimi attori!!! Insolito, tutt'altro che commerciale ma DEVASTANTE!!!
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tonysamperi
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venerdì 16 novembre 2012
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ci si aspetta un film d'azione, invece...
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SULLA SCENEGGIATURA
Il film è ambientato nel periodo in cui Barak Obama è stato eletto presidente degli stati uniti. Così la pellicola si apre con le parole sue e di Bush, in merito alla crisi economica e sociale che stava interessando gli Stati Uniti. In questo senso, dato che il romanzo è del 1974, Dominik ha voluto dare una connotazione attuale alla versione cinematografica della storia.
Al contrario di quanto si può pensare non ci troviamo davanti ad un action-movie, bensì ad una denuncia delle condizioni in cui versano i quartieri americani di alcune città.
Parallelamente alla crisi del Paese, questo spaccato ci offre una panoramica di come l’economia mafiosa risenta della stessa crisi, lasciando ai media quali radio e televisioni un’aria di accusa ad un governo reo di lucrare su tutto il Paese.
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SULLA SCENEGGIATURA
Il film è ambientato nel periodo in cui Barak Obama è stato eletto presidente degli stati uniti. Così la pellicola si apre con le parole sue e di Bush, in merito alla crisi economica e sociale che stava interessando gli Stati Uniti. In questo senso, dato che il romanzo è del 1974, Dominik ha voluto dare una connotazione attuale alla versione cinematografica della storia.
Al contrario di quanto si può pensare non ci troviamo davanti ad un action-movie, bensì ad una denuncia delle condizioni in cui versano i quartieri americani di alcune città.
Parallelamente alla crisi del Paese, questo spaccato ci offre una panoramica di come l’economia mafiosa risenta della stessa crisi, lasciando ai media quali radio e televisioni un’aria di accusa ad un governo reo di lucrare su tutto il Paese.
La trama è stata resa anche bene, una buona scelta secondo me è il continuo passare dall’umorismo alle scene cruente. Ma questo non cambia che essa non abbia tanto da raccontare e purtroppo il film gira su lunghi discorsi e annoia un po’.
SULLA FOTOGRAFIA/SUL MONTAGGIO
Le ambientazioni sono cupe, spesso in periferia, mostrano allo spettatore la parte squallida della città.
Forse il punto di forza del film sono gli slowmotion, che permettono allo spettatore di godersi dei particolari che normalmente non possono essere colti.
SUL DOPPIAGGIO
Il buon Sandro Acerbo doppia Cogan, mentre Richard Jenkins doppiato dal grande Carlo Valli.
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ciaps
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domenica 11 novembre 2012
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no !
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Noia mortale.
Una delusione dal mitico B.
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cannedcat
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venerdì 9 novembre 2012
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l'america non è una nazione, è solo affari.
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Un altro film sulla banalità del male con killer sentimentali e pragmatici inseriti in un circuito criminale gestito come un'azienda con costi, ricavi, perdite e profitti.
Il crimine è perciò solo un affare come gli altri, in un'America che, come dice Cogan, "non è una nazione, è soltanto business".
E lo dice mentre in TV Obama spara un po' di banalità patriottiche, democratiche e libertarie per fottere il popolo bue che ci vuole credere.
Un film lento forse a sdrammatizzare e banalizzare il fatto che gli affari di cui tratta sono di eliminare delle persone.
Ma anche se c'è un messaggio sociale, cioè che la classe dirigente è anch'essa criminale, la storia è troppo tenue per farne un film e non annoiare.
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lagisi
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mercoledì 7 novembre 2012
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commento - delusione
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Purtroppo il film non mantiene le promesse di trailer e dei primi 15 minuti di proiezione... Noioso e sgradevole, dialoghi che scimmiottano pessimamente un Tarantino DOC. Brad Pitt è come un pesce fuor d'acqua.
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(di brian77)
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