Proustiano, elegante, struggente documentario sulla vita di Yves Saint Laurent . Raccontato con gli occhi innamorati del compagno Bergé, il film mostra l’aspetto più intimo e umano dell’artista che ha concepito l’abbigliamento della donna contemporanea. La camera si muove con lentezza metafisica tra le stanze della memoria. Le case di Parigi, di Marrakech, Deauville dove l’artista creava, si ritirava in solitudine a pensare. La gloria e le sue asfittiche conseguenze. La depressione, l’alcool, le droghe. La cura e infine il ritiro dalla scena.
La morte in questo documentario esorcizza se stessa per eternare la genialità di un uomo timido e riservato, grandioso umile innovatore. Ogni tratto è contestualizzato nel procedere dei preparativi per l’asta che è stata definita “del secolo”.
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Proustiano, elegante, struggente documentario sulla vita di Yves Saint Laurent . Raccontato con gli occhi innamorati del compagno Bergé, il film mostra l’aspetto più intimo e umano dell’artista che ha concepito l’abbigliamento della donna contemporanea. La camera si muove con lentezza metafisica tra le stanze della memoria. Le case di Parigi, di Marrakech, Deauville dove l’artista creava, si ritirava in solitudine a pensare. La gloria e le sue asfittiche conseguenze. La depressione, l’alcool, le droghe. La cura e infine il ritiro dalla scena.
La morte in questo documentario esorcizza se stessa per eternare la genialità di un uomo timido e riservato, grandioso umile innovatore. Ogni tratto è contestualizzato nel procedere dei preparativi per l’asta che è stata definita “del secolo”. Opere d’arte della collezione di una vita, cariche di significato. Ancore di sicurezza per un uomo perso in una dimensione altra, non ben identificata. Ecco l’alienazione e l’intelligibilità della mente di un genio.
La vendita, si comprende, è stato un gesto catartico per Berge.
La bellezza di questo film permane come sinestetica sensazione all’uscita dalla sala e molto dopo ancora. Sta nell’amore che descrive, in ogni singolo fotogramma, nella sapienza compositiva della montatrice, nei movimenti di macchina che sprofondano negli antri del non-senso della vita. Nelle riflessioni di Bergé, annichilito dal dolore, quest’opera tende alla trasformazione, diventa saggio laico sull’esistenza. Struggente e commovente è allo stesso tempo forte e lucida. Si chiude con lo sguardo vacuo dell’industriale, che sembra accusare d’invadenza la camera. I media. La macchina dello showbisness... Il sipario si chiude. Le grandi opere d’arte sopravvivono al tempo. Impossibile pensare ad una costruzione migliore di questa. Intrigante e poetica la colonna sonora originale di Côme Aguiarè. Sarà distribuito in Italia dalla Bim. Assolutamente da non perdere.
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