alessandro paolo lombardo
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martedì 2 aprile 2013
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amori animali e intelligenze disumane
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Si ma noi siamo intelligenti. Come tanti piccoli tagliaboschi, le formiche tagliaerba fanno incetta di fili d’erba e marciano trionfanti con i loro enormi trofei sulle spalle verso la dimora sotterranea. Tra l’altro loro non la mangiano l’erba. Con essa nutrono il fungo di cui si nutriranno. Si ma noi siamo intelligenti. I delfini tracciano precisi cerchi di sabbia in acqua, nuotano rasente al fondale sbattendo la coda con divertita grazia. Il risultato è una “rete” da pesca sabbiosa. Per chi vi si trova dentro, non resta che una possibilità di evasione: saltare fuori dall’acqua, nelle bocche ridenti dei pescatori pinnati.
7 anni di riprese straordinarie compongono One Life, film documentario che zooma – chiaramente in HD – sulla nostra concezione dell’animalità.
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Si ma noi siamo intelligenti. Come tanti piccoli tagliaboschi, le formiche tagliaerba fanno incetta di fili d’erba e marciano trionfanti con i loro enormi trofei sulle spalle verso la dimora sotterranea. Tra l’altro loro non la mangiano l’erba. Con essa nutrono il fungo di cui si nutriranno. Si ma noi siamo intelligenti. I delfini tracciano precisi cerchi di sabbia in acqua, nuotano rasente al fondale sbattendo la coda con divertita grazia. Il risultato è una “rete” da pesca sabbiosa. Per chi vi si trova dentro, non resta che una possibilità di evasione: saltare fuori dall’acqua, nelle bocche ridenti dei pescatori pinnati.
7 anni di riprese straordinarie compongono One Life, film documentario che zooma – chiaramente in HD – sulla nostra concezione dell’animalità. Punto di forza (e in qualche modo anche di debolezza rispetto ad esempio al più dettagliato quadro sulla vita dei pinguini nella Marcia) la varietà del materiale messo insieme, che consente raffronti tra le risposte di diversi animali al problema cui la modernità ha affibbiato l’orrendo nome di conservazione della specie. Struggente l’immagine della piovra che per assistere le uova si lascia morire di fame, e spira mentre osserva i primi piccoli venire al mondo acquatico.
Ottima la scelta delle musiche che interagiscono efficacemente con i “rumori” della natura, la bella voce di Mario Biondi è chiaramente il terzo incomodo. Piacevole e indispensabile presenza didattica, talvolta il commento duplica il senso con enfasi sentimentale, a detrimento della vera poesia delle immagini e dei suoni. La frustata di una lingua che cattura un insetto, l’incedere dei passi sull’acqua di un rettile chiamato Gesù, sono tutti rumori che non avremmo mai potuto cogliere in un mondo dominato dal fragore della nostra presenza.
Fino al più intimo pixel osserviamo il guizzo fremente di un toporagno che sfugge ad un predatore, il respiro trafelato e lo sguardo accorto nello studio della via di fuga. Ci sembra quasi di addentrarci nei suoi pensieri, quali sono i possibili algoritmi che si creano in un piccolo cervello… in fuga?
“Le diverse opinioni in merito a questo punto divergono nella maniera più assoluta. Alcuni intendono riservare l’intelligenza e la capacità di scelta solo all’uomo, negandole nella maniera più risoluta all’animale. In questo modo riescono certamente a riaffermare una differenza essenziale, ma essa viene individuata proprio là dove a mio avviso sicuramente non c’è.” Parole di Max Scheler, che nel 1928 proponeva alcuni temi centrali della sua antropologia filosofica in La Posizione dell’Uomo nel Cosmo. Proprio pensando a fondo l’animalità, emergeva prepotentemente una X che secondo il pensatore deve caratterizzare la posizione particolare dell’uomo, non riconducibile all’intelligenza. Altrimenti “fra uno scimpanzé intelligente ed Edison, considerato unilateralmente come un tecnico, esisterebbe solo una differenza di grado, seppur molto grande”.
Film come One Life, oltre a portare i nostri occhi in dimensioni di fresca ed esaltante bellezza naturale, dovrebbero spingerci ad approfondire la nostra stessa idea di umanità. Mentre perdiamo progressivamente spazi relazionali con gli animali dovremmo chiederci se il razionalissimo sistema di sviluppo che abbiamo costruito è veramente umano, oppure non è che una versione particolarmente ingegnosa delle forme più feroci di prevaricazione animale.
La risposta dovrebbe essere alla nostra portata. In fondo noi siamo intelligenti.
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cenox
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sabato 2 marzo 2013
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un futuro in comune: il nostro!
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Stupendo documentario alla "vecchia maniera" che spazia dalle foreste, agli oceani, alle alture sparse per la natura di mezzo mondo. Si spera che possano rimanere incontaminate dalla distruzione portata dal più grande nemico degli animali: l'uomo! Ogni animale presenta aspetti in comune con ognuno di noi, ed è questo che il documentario vuole mostrare...quanto possano essere simili a noi, dalla protezione per i propri piccoli, ai corteggiamenti in amore, alle geniali intuizioni per riuscire a cacciare o procurarsi il cibo. Veramente speciali le immagini rallentate per poter permettere al pubblico di poter apprezzare anche il più piccolo dei particolari.
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mannu
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sabato 24 novembre 2012
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inpossibilità di visione
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sono molto ma molto dispiaciuta ma mi è impossibile commentare questo film, che tenevo tanto vedere, ma non è diffuso nelle sale della capitale, dunque devo rinunciare, almenochè nel frattempo la distribuzione cambi idea e finalmente ci dia la possibilità di poterlo ammirare, cosa alla quale tengo moltissimo! Mannu
[+] ... vedrai che il cinepanettone lo proietteranno!
(di paperinik)
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marchigno
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sabato 17 novembre 2012
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ciao
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donni romani
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martedì 6 novembre 2012
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l'emozione della natura
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BBC Earth ha il grandissimo merito di averci fatto conoscere, attraverso i suoi documentari, la terra ed i suoi abitanti come mai prima nessuno aveva fatto, rivelandoci tenerezze e crudeltà del mondo animale, l'ineluttabilità di certi meccanismi naturali e la bellezza e l'intelligenza di alcune specie che hanno comportamenti sorprendenti. A monte di tutto questo una qualità di immagini che lascia senza fiato e un close up su animali selvaggi che riusciamo a conoscere nella loro quotidianità come se fossimo nella giungla sudamericana o nelle foreste del Kenia. Le specie presentate in questo magnifico documentario sono moltissime, alle prese con le lotte per la sopravvivenza, con i rituali per l'accoppiamento, con i combattimenti per la supremazia all'interno del loro gruppo.
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BBC Earth ha il grandissimo merito di averci fatto conoscere, attraverso i suoi documentari, la terra ed i suoi abitanti come mai prima nessuno aveva fatto, rivelandoci tenerezze e crudeltà del mondo animale, l'ineluttabilità di certi meccanismi naturali e la bellezza e l'intelligenza di alcune specie che hanno comportamenti sorprendenti. A monte di tutto questo una qualità di immagini che lascia senza fiato e un close up su animali selvaggi che riusciamo a conoscere nella loro quotidianità come se fossimo nella giungla sudamericana o nelle foreste del Kenia. Le specie presentate in questo magnifico documentario sono moltissime, alle prese con le lotte per la sopravvivenza, con i rituali per l'accoppiamento, con i combattimenti per la supremazia all'interno del loro gruppo. Si inizia con la nascita di una piccola foca nell'immenso deserto ghiacciato, parabola paragonabile ad un film come "The Grey" o "The essential killing" per il senso di solitudine e paura che trasmette, si prosegue con un gruppo di scimmie che vivono in Giappone in un ambiente innevato ed inospitale in cui solo i membri della stirpe reale hanno diritto ad usare una sorgente di acqua calda mentre gli altri ne sono esclusi, denuncia sociale degna di un film di Ken Loach. Assistiamo poi alla tenacia di una piccola raganella che vanamente dispone le sue uova regolarmente mangiate dai predatori ma non si arrende perchè portare a termine la sua missione è il suo unico scopo nella vita, dimostrando un'indole da Toro Scatenato e Rocky che si rialzano più forti da ogni sconfitta. Dopo aver assistito alle difficoltà di un piccolo elefante che dovrà imparare a tirarsi fuori dal fango, un Dumbo goffo in carne ed ossa, ci spostiamo in Argentina dove una comunità di formiche costruisce un palazzo sotterraneo dalle architetture così ardite che neanche Renzo Piano potrebbe concepire. L'ingegno delle piccole scimmie che in Brasile usano delle pietre per rompere le noci di cocco sembra uscita dal prologo di "2001 odissea nello spazio" e la lotta fatta di abilità e di furbizia fra un lupo e un piccolo stambecco sulle rocce d' Israele è un episodio di rara bellezza paragonabile al "La grande fuga" per la tensione fra chi bracca e chi è braccato. La resa di un elegantissimo struzzo in Africa ad un gruppo di tre ghepardi è crudele quanto un documentario sull'apartheid, mentre i varani di Komodo che avvelenano il bufalo, lo accerchiano e attendono la sua fine provoca un brivido di raccapriccio e fa pensare al Giulio Cesare di Shakespeare in cui i congiurati accerchiano Cesare prima di finirlo. La fuga al rallentatore di un piccolo roditore in Kenia è adrenalinica quanto quella di un inseguimento di Bond o Bourne, mentre la lucertola che quasi cammina sull'acqua in Belize e i pesci volanti ricordano le acrobazie inventate da Walt Disney in Fantasia e quando conosciamo la grande piovra rossa del Canada che depone le sue uova e aspetta che si schiudano lasciandosi morire per proteggerle ci troviamo di fronte ad uno dei capolavori di Douglas Sirk. La danza d'amore delle anatre dell'Oregon ha un'eleganza degna delle coreografie di West Side Story e la insensibilità del cervo volante del Cile che dopo essersi accoppiato con la sua compagna la spinge brutalmente giù dall'albero strappa un sorriso come una scena pulp del miglior Tarantino. Un documentario bello ed emozionante come solo la realtà sa essere, anche se a guardarla sul grande schermo sembra di assistere ad un magnifico film.
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[+] impossibilità a vederlo
(di gianlucagiovannini)
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[+] sensazioni e emozioni uniche! imperdibile!
(di antonio montefalcone)
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