jordan daniel
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venerdì 29 luglio 2016
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come film proprio non ci siamo!
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film pesantissimo, recitato abbastanza male, stenta a prendere il volo e lo spettatore si addormenta. Il tema sarebbe interessante davvero, ma manca tutto il resto. Peccato.
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no_data
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lunedì 21 dicembre 2015
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le stelle inquiete:un film contagioso
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QUESTA SARA' STATA LA QUARTA O LA QUINTA VOLTA CHE MI VEDO QUESTO FILM MGNIFICOOOOOOOOO. LE ATMOSFERE LA FOTOGRAFIA NON GLI SI PUO DIRE NIENTE A QUESTO FILM ANCHE AGLI ATTORI SONO VERAMENTE BRAVISSIMI. ANCHE LA REGIA NON E'MALE DAL PUNTO DI VISTA POETICO E' VERAMENTE UNO DEI FILM PIU' BELLI, INTENSI,POETICI,DELICATI,STUPENDI DEGLI ULTIMI ANNI. MI E' VENUTA VOGLIA DI ANDARE IN QUELLA CAMPAGNA SOLO PER LA FOTOGRAFIA. INSOMMA BELLO,BELLO,BELLO,BELLISSSIMO
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rampante
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giovedì 12 dicembre 2013
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una donna
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La regista Emanuela Piovano ha provato a raccontare un episodio quasi sconosciuto di Simone Weil una delle più grandi pensatrici del Novecento.
Nell'estate del 1941, durante l'occupazione nazista della Francia, Simone Weil trovò rifugio nella tenuta agricola vicino a Marsiglia di Gustave Thibon, il filosofo contadino che più tardi pubblicherà uno dei suoi manoscritti, e di sua moglie Yvette
Simone è uno dei personaggi più controversi e contestati del secolo scorso, giovane ebrea attratta dal cattolicesimo, comunista ma contestatrice del materialismo, insegnante di filosofia sempre dalla parte dei lavoratori, operai e contadini
Simone, pensatrice
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La regista Emanuela Piovano ha provato a raccontare un episodio quasi sconosciuto di Simone Weil una delle più grandi pensatrici del Novecento.
Nell'estate del 1941, durante l'occupazione nazista della Francia, Simone Weil trovò rifugio nella tenuta agricola vicino a Marsiglia di Gustave Thibon, il filosofo contadino che più tardi pubblicherà uno dei suoi manoscritti, e di sua moglie Yvette
Simone è uno dei personaggi più controversi e contestati del secolo scorso, giovane ebrea attratta dal cattolicesimo, comunista ma contestatrice del materialismo, insegnante di filosofia sempre dalla parte dei lavoratori, operai e contadini
Simone, pensatrice ascetica, più che in fuga era alla ricerca di qualcosa, di un'identità cercata invano nell'insegnamento, in politica, in fabbrica, negli studi e
trova qui con Gustave, momenti di vera grazia immersa nella natura nel pieno rigoglio estivo
E' un'estate luminosa e sensuale rievocata con dolcezza, profondamente contemplativa che esclude i piaceri del corpo ma traboccante di amore e consapevole della gravità del momento
un film libero ed indipendente su una delle figure femminili più contradditorie e simboliche del secolo scorso, filosofa mistica, rivoluzionaria, assolutista morta a soli 34 anni con l'ultima guerra ancora in corso nel 1943 in un sanatorio in Inghilterra
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gianni quilici
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lunedì 8 aprile 2013
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un taglio documentaristico con un tocco poetico
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Le stelle inquiete di Emanuela Piovano, è un film difficile. Rappresentare una figura storica, per lo più complessa come Simone Weil, è rischioso, perché si rischia l’intellettualizzazione o l’agiografia, o peggio ancora la banalizzazione.
E’ difficile ( per me) dire quanto sia poi veritiera la caratterizzazione che ne fa la regista torinese, ma, a prescindere da questo, Simone Weil presenta in questo film una personalità “forte”, per la contraddizione tra i suoi imperativi categorici e la vita quotidiana, soprattutto tra il suo pensiero e il suo corpo.
Ma forse ancora più convincente è il personaggio del filosofo contadino Gustave Thibon, che tocca emotivamente e sentimentalmente Simone Weil, e che crea quei momenti sospesi e magici, in cui scatta la scintilla del sentirsi reciprocamente.
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Le stelle inquiete di Emanuela Piovano, è un film difficile. Rappresentare una figura storica, per lo più complessa come Simone Weil, è rischioso, perché si rischia l’intellettualizzazione o l’agiografia, o peggio ancora la banalizzazione.
E’ difficile ( per me) dire quanto sia poi veritiera la caratterizzazione che ne fa la regista torinese, ma, a prescindere da questo, Simone Weil presenta in questo film una personalità “forte”, per la contraddizione tra i suoi imperativi categorici e la vita quotidiana, soprattutto tra il suo pensiero e il suo corpo.
Ma forse ancora più convincente è il personaggio del filosofo contadino Gustave Thibon, che tocca emotivamente e sentimentalmente Simone Weil, e che crea quei momenti sospesi e magici, in cui scatta la scintilla del sentirsi reciprocamente. E ciò che rende la personalità di Gustave ancora più ricca nella rappresentazione che ne dà la Piovano, nasce dal fatto che deve elaborare il lutto per essere stato respinto e nello stesso tempo essere premuroso con la moglie che lo ama, senza però capirlo a quei livelli di interazione che aveva vissuto con Simone Weil.
La sequenza dell’incontro notturno con la filosofa è l’acme del film, in cui si mescolano in controcampo i poetici primissimi piani di lei e di lui, le poche parole appena sussurrate e le molte non dette con la morbidezza onirica della fotografia di Raoul Torresi.
Bravissimi gli attori. Lara Guirao, attrice francese che recita in italiano, dà una figura composita di Simone Weil, intraprendente e sprovveduta, intransigente e luminosa, e Fabrizio Rizzolo disegna efficacemente un filosofo contadino innamorato e tormentato.
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algernon
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sabato 19 marzo 2011
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insomma
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tema interessante ma il film non mi ha appassionato
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angelo umana
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venerdì 18 marzo 2011
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etti di inchiostro su pagine ricoperte di parole
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“Era già tutto previsto …”dice una canzone di Cocciante ed era previsto che un vigneron come Gustave (Thibon, che divenne scrittore a sua volta, “mi diletto a scrivere, cerco un senso a questa vita”), assetato di cultura e filosofia, che vuole scappare per fare "tutto quello che non farò mai restando qui", si innamorasse di Simone Weil. L’intellettuale-filosofa-scrittrice, “stella inquieta” dalla parte dei deboli del mondo, volle farsi ospitare in una baracca del vigneto di Gustave e sua moglie nel breve soggiorno al sud della Francia, per conoscere i lavori agricoli e le condizioni dei braccianti che, sorpresa!, non erano sfruttati.
Sono dubbioso se il film sia una pura cronaca di quel periodo, e non lo è, o una rappresentazione bucolica dei campi del sud della Francia, oppure ancora un concentrato di frasi e riflessioni fondamentali dell’intellettuale, morta a soli 34 anni e sorella di un collaboratore di Einstein.
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“Era già tutto previsto …”dice una canzone di Cocciante ed era previsto che un vigneron come Gustave (Thibon, che divenne scrittore a sua volta, “mi diletto a scrivere, cerco un senso a questa vita”), assetato di cultura e filosofia, che vuole scappare per fare "tutto quello che non farò mai restando qui", si innamorasse di Simone Weil. L’intellettuale-filosofa-scrittrice, “stella inquieta” dalla parte dei deboli del mondo, volle farsi ospitare in una baracca del vigneto di Gustave e sua moglie nel breve soggiorno al sud della Francia, per conoscere i lavori agricoli e le condizioni dei braccianti che, sorpresa!, non erano sfruttati.
Sono dubbioso se il film sia una pura cronaca di quel periodo, e non lo è, o una rappresentazione bucolica dei campi del sud della Francia, oppure ancora un concentrato di frasi e riflessioni fondamentali dell’intellettuale, morta a soli 34 anni e sorella di un collaboratore di Einstein. E’ difficile contenere il pensiero della Weil attraverso il concentrato di un film ma le pecche del lavoro di Emanuela Piovano stanno nella scarsissima credibilità di tutti i personaggi e delle scene stesse: sono macchiette gli aristocratici in panciolle passati a nuove convinzioni ora che la Francia è occupata dai tedeschi, è artificiale o forse girato la più parte in interni il paesaggio campestre, improbabile il frate cieco che fa da consulente d’amore a Gustave, rigide le inquadrature da set teatrale e inaudite le pieghe dei pantaloni impeccabili di Gustave in campagna, i vestiti e le scarpe coi tacchi di sua moglie, che fanno risaltare la sua procacità – piacere degli occhi – mentre il marito pensa alla scheletrica Simone coi suoi occhiali a stanghetta, che forse da allora contraddistinguono l’essere intellettuale.
La troppa cultura diventa pedante e quasi aggressiva, diventa meglio accetta la filosofia spicciola della moglie di Gustave. Era bella la vera Simone, un viso pensoso ma più gradevole di quello di Lara Guirao.
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rongiu
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venerdì 18 marzo 2011
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simone, étoile brillant.
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Piovano/Piovano-Schiaffino /Perpignani ovvero regia, soggetto, montaggio.
Meraviglioso Cinema, che consenti il risveglio ai sopiti ricordi. Restituisci linfa vitale agli inevitabili, dolorosi trascorsi. Tu, decidi, con materno Amore di far conoscere ai posteri i passati destini attraverso i sensi. Ci seduci con profumi e sapori, immagini, armonie e carezze. E, ti doni senza nulla pretendere… o forse si. Mi vuoi tuo complice, intellettualmente libero ma complice. Immerso e perduto in te. Ed è così che il tempo, “votre bien-aimé ”, pur non perdendo la sua identità, si “ferma-con” me, questa sera e si dona e mi dona.
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Piovano/Piovano-Schiaffino /Perpignani ovvero regia, soggetto, montaggio.
Meraviglioso Cinema, che consenti il risveglio ai sopiti ricordi. Restituisci linfa vitale agli inevitabili, dolorosi trascorsi. Tu, decidi, con materno Amore di far conoscere ai posteri i passati destini attraverso i sensi. Ci seduci con profumi e sapori, immagini, armonie e carezze. E, ti doni senza nulla pretendere… o forse si. Mi vuoi tuo complice, intellettualmente libero ma complice. Immerso e perduto in te. Ed è così che il tempo, “votre bien-aimé ”, pur non perdendo la sua identità, si “ferma-con” me, questa sera e si dona e mi dona. Simone Weil, \ Lara Guirao / è la rivelazione, donna senza età, sempre attuale; Il pensiero non asservito al corpo, lo libera dalla schiavitù. Il Pensiero puro, non ha confini. Uno solo è il nemico di sempre, “l’Anti-pensiero”. Il racconto di Simone, a prima vista frammentario, è invece ricco di sintesi.
“Il vento disperde i profumi nell’aria”.
“Le stelle bisogna sentirle”.
“Prima voglio capire, poi riuscire”.
“I comunisti si sono rivelati avidi”.
“Come non potete soffrire vedendo quello che accade lontano”.
“Il pensiero deve diventare azione” e così via.
La tua è una sinossi coerente con la sua breve ed intensa Vita. Mi hai dato, questa sera, meraviglioso Cinema, la possibilità di immaginare senza ascoltare, di toccare senza vedere, di condividere la mia apparente solitudine. Ed è ancora grazie a te, se mi è stato concesso di ri/vivere il meditativo tormento di Gustave Thibon \Fabrizio Rizzolo/ e la geniale, riflessiva, contestuale risposta della moglie Yvette \Isabella Tabarini/. Discretamente prorompente il primo; giudiziosa, assennata e garbatamente sensuale la seconda. Gustave Thibon “ le philosophe paysan” , divulgatore postumo del volume “L’ombra e la grazia” estratto dai personalissimi diari di Simone Weil, da lui amorevolmente custoditi.
Pochi attimi e le tue luci saranno spente, Cinema. Non temere, Io non conoscerò il Buio, perché lì, poco più in alto ci sarà un cielo pieno di stelle; clarite et preziose et belle, mie compagne e per sempre. Quante ne troverò d’inquiete? Stanne pur certo, tantissime. Simone, tu lo sai, ha molto Amato.
Grazie Cinema, pardon! Merci Emanuela.
Good Click!
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(di rongiu)
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linodigianni
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venerdì 18 marzo 2011
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guardare le stelle dal basso
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Non è un film ideologico, nè un film didascalico.
Poteva essere noioso e allontanare lo spettatore curioso.
E' a lui che forse si rivolge il film, con alcuni punti d'eccellenza, quali la fotografia, le musiche,
la recitazione della protagonista, con la bella scelta di rallentare i pensieri con la parlata,
senza doppiaggio, nell'italiano strascicato.
E per incuriosire lo spettatore vengono offerte alcuni spiragli sul pensiero potente
di Simone Weil, mosso sui bordi delle grandi ideologie del Cominismo e del Cristianesimo,
cercando di comprendere e condividere, dalla parte degli ultimi, ma di persona.
Ecco, il fascino del film è nei piccoli gesti in cui sottpone il corpo per capire.
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Non è un film ideologico, nè un film didascalico.
Poteva essere noioso e allontanare lo spettatore curioso.
E' a lui che forse si rivolge il film, con alcuni punti d'eccellenza, quali la fotografia, le musiche,
la recitazione della protagonista, con la bella scelta di rallentare i pensieri con la parlata,
senza doppiaggio, nell'italiano strascicato.
E per incuriosire lo spettatore vengono offerte alcuni spiragli sul pensiero potente
di Simone Weil, mosso sui bordi delle grandi ideologie del Cominismo e del Cristianesimo,
cercando di comprendere e condividere, dalla parte degli ultimi, ma di persona.
Ecco, il fascino del film è nei piccoli gesti in cui sottpone il corpo per capire.
Mentre noi guardiamo le stelle inquiete, ma dal basso
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rokko85
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giovedì 17 marzo 2011
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bella "storia"
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goldy
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giovedì 17 marzo 2011
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proibito il dissenso
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Ho espresso ilmio dissenso sul film in modo eccessivamente sintetico magari, ma non era possibile niente di meno drastico. Lo avete tollerato per qualche giorno poi l'avete censurato. Non è così che si fa!
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(di aurora)
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(di goldy)
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(di goldy)
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