La guerra è dichiarata

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Un film di Valérie Donzelli. Con Valérie Donzelli, Jérémie Elkaïm, Gabriel Elkaïm, Brigitte Sy, Elina Löwensohn.
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Titolo originale La Guerre Est Déclarée. Commedia drammatica, durata 100 min. - Francia 2011. - Sacher uscita venerdì 1 giugno 2012. MYMONETRO La guerra è dichiarata * * * 1/2 - valutazione media: 3,51 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari. Acquista »
   
   
   

Perchè scomodare Giulietta e Romeo ? Valutazione 1 stelle su cinque

di Zoom e Controzoom


Feedback: 6816 | altri commenti e recensioni di Zoom e Controzoom
martedì 5 giugno 2012

La pellicola appartiene a quella serie di lavori che trattano una tematica umana tra le più sconvolgenti e dolorose che andrebbero trattate con molto equilibrio e creatività professionali per ottenere un prodotto che non abbia solo il pregio di essere “strappalacrime”. La filmografia spesso “ragiona” per filoni e spesso ancora questi filoni sono modaioli, di annata, ma quello del dolore per lutto è una tematica senza tempo come lo è quella del problemi legati agli ospedali psichiatrici per citarne solamente uno. Pochissimi però sono i prodotti di alta qualità.
E’ difficile dire quanto di esibizionismo e quanto di esorcizzazione del dolore ci sia nell’offrire la propria storia dolorosa, in pasto al pubblico, di certo, questo film è talmente privo di quelle caratteristiche costruttive di un film, che viene da pensare se non alle due sopraddette motivazioni, ad una notevole autostima della regista, ma non è sufficiente soffrire per essere poetici.
Nel film non si apprezza nessuna costruzione psicologica dei personaggi che vivono la vicenda sostenuti inizialmente da un ritmo frenetico che brucia i tempi dall’incontro dei due protagonisti e alla nascita del figlio, mentre nella seconda parte, il ritmo dilatato che dovrebbe supportare i sentimenti più laceranti, accompagna una sceneggiatura piatta  che non approfondisce nessuna delle numerose e pressanti tematiche possibili.
La scelta di vivere il periodo della malattia del bambino, in stretta coppia, poteva essere un'altro degli argomenti portanti, rimane invece nella scala d’importanza, al medesimo livello degli altri; le formazioni di coppie affettive, diverse tra i parenti che circondano amorevolmente la coppia e il bimbo, era un altro ancora anche se marginale; il vivere senza lavoro per stare vicino al bimbo, ma nessuno di questi è argomento presentato in modo esaustivo cosa che poteva arricchire comunque il contesto sociale dell'ambientazione.
La scelta di scene con immagini graficamente significative, dovrebbe evidentemente acuire la drammaticità, altresì contribuiscono alla confusione di scelte di stile mescolandosi nel calderone con quel paio di scene trattate alla stregua del recital canoro.
Tra le cose che emergono negativamente: la musica. Strabordante, melliflua eccessiva non accompagna, non racconta, non suscita, ma inneggia con una forza autoreferenziale.
Ultimo, ma non ultimo : la voce over. Assolutamente inopportuna oltre che inadatta crea un’atmosfera da ricostruzione di un serial-killer in un qualche cosa che invece vorrebbe essere una fiction tratta da una storia purtroppo vera.

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phileas fogg sabato 9 giugno 2012
siamo sicuri che sia lo stesso film?
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23%

E' evidente che hai visto un altro film. Io ho trovato assolutamente notevoli alcune scelte della regista relative al modo di raccontare il dolore, l'angoscia, l'ansia, l'amore (mi riferisco per esempio alla corsa pazzesca e frenetica lungo le corsie vuote dell'ospedale, alla canzone che i due protagonisti si cantano mentre lui raggiunge Marsiglia in treno, o alla scena della diffusione pubblica della notizia raccontata con Vivaldi come colonna sonora.)Colpiscono. In positivo. La storia in sè non è particolarmente originale, ma è il modo in cui viene raccontata a esserlo. prova a immaginare la stessa storia nelle mani di un regista americano, anche bravo. Ti consiglio di rivederlo, magari fra qualche mese, con la mente libera dai precedenti giudizi. [+]

[+] anche io...... (di francesco2)
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chiara fi sabato 16 giugno 2012
psicologia spicciola
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Siamo sempre alle solite: i dolori propri sono tabù ed i panni sporchi si lavano in casa. Ti consiglio di fare una visitina al blog "ilregnodiop", gestito da una madre di un bambino malato di cancro. Pare che, chi davvero vive questa "tematica umana tra le più sconvolgenti e dolorose", non trovi affatto "strappalacrime" il film, bensì lo consideri una bandiera del proprio vissuto.

[+] una frase appena accennata (di francesco2)
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