iridenero
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martedì 13 ottobre 2015
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film riuscito,ma non fino alla fine
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Questo è davvero un buon film, un poliziesco all'italiana, genere al quanto povero e che spesso cade nel ridicolo, ma non qui. Molto si regge sull'interpretazione degli attori e sui dialoghi mai banali, un buon ritmo e una interessante prova del regista che orchestra e amalgama il tutto. La trama non è assolutamente delle più intricate, ma questo si rivela anche un arma vincente perché dà un senso di veridicità alla vicenda. A mio avviso però tutto cade sul finale, un finale all'americana quando proprio non ci voleva, con diversi punti deboli che rompono la solidità della trama e la rendono del tutto improbabile.
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paul7
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lunedì 30 luglio 2012
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film che si è perso strada facendo...
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Sono 1 grande estimatore di Piva,ma questa volta non è stato alla sua altezza.buon inizio,ma trama ke poi è andata scemando...
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francescoambrosino
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lunedì 19 marzo 2012
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henry: potenziale cult
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Finalmente un noir. Un genere che in Italia avevamo dimenticato, troppo concentrati a far ridere il pubblico.
Finalmente un film moderno, dove i personaggi parlano come noi, persone comuni. Finalmente un film sperimentale, girato in digitale con riprese a mano e un montaggio serrato. Finalmente Henry, il nuovo film scritto, diretto e prodotto da Alessandro Piva uscito nelle sale (poche, nda) il 2 marzo scorso.
Ritornato allo stile del film che lo ha consacrato, "La Capagira", Piva ci accompagna nelle strade della Roma di Henry, il nome utilizzato dai pusher africani per indicare l'eroina.
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Finalmente un noir. Un genere che in Italia avevamo dimenticato, troppo concentrati a far ridere il pubblico.
Finalmente un film moderno, dove i personaggi parlano come noi, persone comuni. Finalmente un film sperimentale, girato in digitale con riprese a mano e un montaggio serrato. Finalmente Henry, il nuovo film scritto, diretto e prodotto da Alessandro Piva uscito nelle sale (poche, nda) il 2 marzo scorso.
Ritornato allo stile del film che lo ha consacrato, "La Capagira", Piva ci accompagna nelle strade della Roma di Henry, il nome utilizzato dai pusher africani per indicare l'eroina. Senza fronzoli né leziosità, il regista ci regala una istantanea di una realtà che non si racconta mai, con occhio neutro, distaccato, lasciando spazio al racconto.
Molto ben riusciti i personaggi, figure al limite del grottesco che sembrano usciti direttamente, per look e linguaggio, da un film di Tarantino o dai polizieschi italiani degli anni '70 e '80.
Una menzione speciale per gli attori, tutti perfettamente calati non solo nel proprio ruolo, ma anche nel contesto.
Sono rimasto particolarmente colpito dall'interpretazione di Michele Riondino, sempre più bravo e convincente, con un futuro assicurato da golden boy del cinema italiano.
Il film contiene diverse scene che restano impresse nella memoria; tra queste, quella che mi ha più affascinato maggiormente è quella del duello tra i due pusher di colore; trattati come dei cani da combattimento, i due vengono costretti a lottare l'uno contro l'altro per non morire. Chi vive è salvo. Vedendo la scena mi sono tornate alla mente, per stile e tensione, le immagini del film di Iñárritu "AmoresPerros".
Unico neo le musiche non molto coinvolgenti, a differenza dei precedenti lavori di Piva. dove le colonne sonore erano sempre particolarmente azzeccate.
Purtroppo il film è stato distribuito in pochissime copie, ma spero che il passaparola e la popolarità acquisite di recente da Claudio Gioè e Michele Riondino con le fiction di cui sono protagonisti, rispettivamente "Il Tredicesimo Apostolo" e "Il giovane Montalbano", possano farlo circolare nelle sale e, nel prossimo futuro, in tv.
Comunque, a mio avviso, il film merita di essere visto ed ha tutti i numeri per diventare oggetto di una puntata di Stracult.
www.francescoambrosino.blogspot.com
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antycapp
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lunedì 12 marzo 2012
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piva offusca il poliziesco americano.
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E' un poliziesco molto dinamico, asciutto denso e con una struttura narrativa denotata da dead men talking, se mi passate l'espressione. Infatti, magari non tutti, ma in buona parte coloro che parlano e raccontano sono cadaveri. Gli attori sono diretti con buona maestria a mio avviso. Le scoperte che mi hanno fatto decollare a sensazione sono Gioé (che avevo visto in Boris e non mi era dispiaciuto) e Sassanelli che sapevo essere attore di teatro, ma che avevo intravisto e fuggito nelle fiction nelle varie televisioni abbrustolite di pubblicità e gossip. Qui invece appena entra con il suo monologo sul collega Silvestri (Gioé) è subito ipnosi e il film tiene ovunque e magnetizza l'attenzione, almeno la mia.
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E' un poliziesco molto dinamico, asciutto denso e con una struttura narrativa denotata da dead men talking, se mi passate l'espressione. Infatti, magari non tutti, ma in buona parte coloro che parlano e raccontano sono cadaveri. Gli attori sono diretti con buona maestria a mio avviso. Le scoperte che mi hanno fatto decollare a sensazione sono Gioé (che avevo visto in Boris e non mi era dispiaciuto) e Sassanelli che sapevo essere attore di teatro, ma che avevo intravisto e fuggito nelle fiction nelle varie televisioni abbrustolite di pubblicità e gossip. Qui invece appena entra con il suo monologo sul collega Silvestri (Gioé) è subito ipnosi e il film tiene ovunque e magnetizza l'attenzione, almeno la mia. De silva bravissimo e per questo irritante nella parte del tossico, da me ricordato in Sing Sing dell'83 addirittura accanto a Celentano, ma ottimo regista e commediografo qui addirittura assassino privo di scrupoli. E poi come non farsi portare dalla delinquenza emanata dalla "grossa" personalità (è il caso di dirlo) di Santagata (amministratore di condominio del Pranzo di Ferragosto) che dopo due film due con Gianni Di Gregorio, ma ancora prima in Palombella Rossa con Nanni Moretti. Ancora Dino Abbrescia, visto da me dentro LA CAPAGIRA, IL NOSTRO MATRIMONIO E' IN CRISI e sempre all'altezza della situazione che reciti in dialetto o in perfetto italiano, la corta interpretazione di Max Mazzotta (ricordo l'Ultimo Capodanno di Marco Risi) sempre caratteristico e forte soprattutto nella mimica facciale. Il ritmo è incalzante, Roma è protagonista notturna e scivola via con magnetismo e fascino senza strizzare l'occhio, almeno non troppo mi sembra al format del poliziesco americano. Da vedere assolutamente. Nota dolente la Crescentini che ha sempre gli occhi abbottati da un pianto che non finisce mai di essere assente ed un corpo che per contratto sembra debba essere sempre mostrato. Comunque utile ai fini della storia.
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mart4
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venerdì 9 marzo 2012
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bel film....
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davvero un ottimo film... Chi ha visto la capagira non può non apprezzare questo regista e questo film.... Bravo Piva alla prossima....
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sergiotti
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mercoledì 7 marzo 2012
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mamma mia
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accidenta a chi ha pensato di fare un film del genere, ma cosa si vuol insegnare alla gente? come distruggere una vita? come andare a drogarsi. che schifo
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(di mart4)
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alex2044
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lunedì 5 marzo 2012
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un noir italiano. perché no ?
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Visto al Torino film festival 2010 non mi era spiaciuto . Il pubblico era contento forse anche per la presenza del regista e degli attori.
Forza un piccolo aiuto al cinema italiano non fa mai male.
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giulio
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martedì 28 febbraio 2012
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niente di che
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speravo in qualcosa di più e invece tutto si riduce a un giallo dalla trama esile, con personaggi bidimensionali e stereotipati.
Qualche bella sequenza, qualche bella inquadratura non bastano a elevarsi sopra a un prodotto medio destinato alla tv. La Crescentini non è credibile come donna disposta a tutto pur di avere la droga e il poliziotto simpatico e ignorante rappresenta la solita caricatura, giustificazione a non prendersi mai troppo sul serio.
E, soprattutto, come si può fare cinema con attori visti e rivisti nelle fiction?
Rischiate di più! Grazie
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