liuk!
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sabato 22 dicembre 2012
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una meraviglia!
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graditissima sorpresa questa "Eva" del regista spagnolo Maillo. Un film completo, dalla trama non originale ma ben sviluppata e poetica, tanto da non risultare banale e ripetitiva come accade spesso con pellicole del genere tra fantascienza e metafisica (vedi il pessimo "A.I." forse il flop più famoso nella sua categoria).
Ottimi attori, ottimi dialoghi ed immagini ma, soprattutto, un'ambientazione azzeccatissima: anni '70 rivisti, in mezzo alla neve ed a computer non possibili all'epoca. Veramente originale come idea.
Cosa dire altro? buona visione a tutti, vi piacerà.
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evknetwork
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venerdì 7 dicembre 2012
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eva: tanti buoni ingredienti, qualche cliché di tr
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C'è il robot maggiordomo che ricorda molto Robin Willams dell'Uomo Bicentenario.
C'è lo studio dell'intelligenza emotiva e un discreto sense of wonder.
C'è un'ottima computer-grafica, molto creativa.
C'è una tecnologia fantascientifica resa normale, accettabile, in un mondo molto simile al nostro (forse un po' troppo, le auto stile anni 90 con i motori elettrici stonano un poco).
C'è una ragazzina di una bravura recitativa tale da lasciare un poco in ombra gli adulti.
Passiamo ai cliché
- Ci sono gli scienziati incredibilmente intelligenti e creativi che si comportano come ragazzini immaturi nelle relazioni umane. Anzi, come dei perfetti idioti. Il comportamento del protagonista in certi momenti ispira allo scrivente una reazione violenta.
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C'è il robot maggiordomo che ricorda molto Robin Willams dell'Uomo Bicentenario.
C'è lo studio dell'intelligenza emotiva e un discreto sense of wonder.
C'è un'ottima computer-grafica, molto creativa.
C'è una tecnologia fantascientifica resa normale, accettabile, in un mondo molto simile al nostro (forse un po' troppo, le auto stile anni 90 con i motori elettrici stonano un poco).
C'è una ragazzina di una bravura recitativa tale da lasciare un poco in ombra gli adulti.
Passiamo ai cliché
- Ci sono gli scienziati incredibilmente intelligenti e creativi che si comportano come ragazzini immaturi nelle relazioni umane. Anzi, come dei perfetti idioti. Il comportamento del protagonista in certi momenti ispira allo scrivente una reazione violenta. E questi sarebbero esperti studiosi di intelligenza emotiva?
- La problematica centrale, ovvero la coscienza artificiale, viene trattata come una semplice somma di parti (qui c'è il modulo dell'aggressività, qui quello dell'orgoglio). Una tale semplificazione, già superata negli studi attuali, porta quello che dovrebbe essere il tema centrale… in periferia.
- La soluzione è la rinuncia, del tipo "meglio che l'uomo non giochi a fare Dio." Molto anni 50, ottima come pistolotto finale nel "Pianeta Proibito", ma ne è passata d'acqua sotto i ponti… Oggi sarebbe auspicabile un approccio più articolato.
Spoiler
Proprio non si capisce il senso di chiamare il protagonista a lavorare su un progetto che, alla fine, si rivela essere già stato ampiamente superato. Né si comprende la decisione di tenere nascosto tale superamento proprio a chi dovrebbe risolvere i problemi rimasti insoluti.
Se non per esigenze di trama. Ma quando le esigenze di trama superano la coerenza della storia, il tutto diventa forzato.
Conclusione
La fantascienza europea soffre ancora dell'ansia da allegoria, della sindrome del "messaggio a tutti i costi", cadendo come al solito del polpettone didascalico. Peccato, perché dalle premesse poteva venirne fuori un gioiellino. Comunque da vedere.
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metamax
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martedì 4 dicembre 2012
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bello... ma triste!
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E siccome la vita è già piuttosto cupa, ed i momenti felici non sono sempre così presenti e costanti, quando vado al cinema ci vado affinchè questo mi lasci un messaggio di gioia e speranza. Non ho bisogno che mi si dica quanto sia duro affrontare certe situazioni. Lo so già da me.
E quindi ritengo che questo, per il suo genere (fantastico) sia un film troppo triste per essere visto più di una volta, e l'amaro che ti lascia in bocca, forse, non vale la spesa del biglietto.
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larderarch
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domenica 16 settembre 2012
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una sorpresa!
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Mi ha sorpreso questo nuovo regista catalano tanto quanto mi ha deluso Ridley Scott con il suo inutile "Prometheus". Un bel film, funziona e appassiona. E' ben realizzato, elegante e autentico. Un bel film di fantascienza.
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4ng3l
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lunedì 10 settembre 2012
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intrigante film saturo di sentimento e innovazioni
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Percorre il percorso del film drammatico ma non troppo e sfrutta a pieno il potenziale della trama e la grande bravura della giovane protagonista. Bella regia coadiuvata da una sceneggiatura ritmata anche se a tratti poco perspicace. Emozioni e qualche colpo di scena tengono il perno del film che arriva alla, forse non enfatizzata troppo come meritava, fine. Ottimo film.
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uggenio
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venerdì 7 settembre 2012
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attore o robot?
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Film piatto nella sceneggiatura, piatto come la recitazione dell' attore protagonista, una quasi totale mancanza di filo conduttore tra qualche scena ed un' altra. Devo ammettere però che incuriosisce e plaudo al regista che partorisce l' idea di allocare un laboratorio digitale del tutto muovo nel panorama dei films di fantascienza. Bruhl è un attore che drovrebbe recitare nella compagnia dell' oratorio dove si aspetta l' aiuto del suggeritore per esprimere le parole ma forse quest' ultimo c' era anche nel film!?
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nuno's
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martedì 4 settembre 2012
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fantascienza: eva viva
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Dalle macchine semplici come un cavallo fino a vere e proprie autocoscienze, questo dramma fantascientifico non ha rivali. Ottima idea, ottime scene, ottima computer grafica (anche se non mi è mai piaciuta) e emozioni a non finire. Il film per intero non accede alle quattro stelle a causa del ritmo altalenante ma nel complesso basso, che implica il dispiacere di una buona fetta di pubblico. Si può speculare sul finale a non finire, io preferisco la versione secondo cui il robot migliore fino ad allora creato è riuscito a immaginarsi qualcosa da vedere sotto le palpebre.
Scena migliore: Tante belle scene, in particolare quella forte dell' "omicidio" della madre, o la scena del prototipo a cui sta lavorando il protagonista che da di matto e cerca di ucciderlo.
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Dalle macchine semplici come un cavallo fino a vere e proprie autocoscienze, questo dramma fantascientifico non ha rivali. Ottima idea, ottime scene, ottima computer grafica (anche se non mi è mai piaciuta) e emozioni a non finire. Il film per intero non accede alle quattro stelle a causa del ritmo altalenante ma nel complesso basso, che implica il dispiacere di una buona fetta di pubblico. Si può speculare sul finale a non finire, io preferisco la versione secondo cui il robot migliore fino ad allora creato è riuscito a immaginarsi qualcosa da vedere sotto le palpebre.
Scena migliore: Tante belle scene, in particolare quella forte dell' "omicidio" della madre, o la scena del prototipo a cui sta lavorando il protagonista che da di matto e cerca di ucciderlo.
Scena peggiore: L'inizio. E' poco oggettivo ma odio gli inizi che mostrano una scena finale.
Grafica, regia, interpretazioni: non male gli attori, non brillanti però, la grafica è buona anche se abusare della computer grafica non è mai di gradimento (anche se per alcune cose è necessario, ma per altre potevano pure utilizzare delle macchine effettive) e la regia è discreta.
Giudizio finale: buon film, direi un 6 su 10 che offre buon spettacolo ad una bella fetta di spettatori. Non mancano, ripeto, le grandi emozioni.
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picpic
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martedì 4 settembre 2012
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das unheimliche - eva come olimpia
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Eva è un film semplice solo in apparenza, perché oltre la tranquilla quiete della superficie, oltre la confortevole quotidianità, cela un segreto, forse rimosso ma mai cancellato.
Con il suo isolamento narcisista Alex crede di poter colmare il vuoto che lo attanaglia, ma tutto ciò che aveva rifiutato dieci anni prima ritorna, inesorabilmente.
"Unheimlich" è tutto ciò che poteva restare segreto, nascosto... ed invece è riaffiorato (Schelling).
Alex vive in una famiglia non convenzionale, abita con dei robot e i suoi affetti sono familiari ed estranei al tempo stesso.
Egli non è a suo agio nel nuovo ambiente e la sua angoscia è tangibile, così come tangibile è la sua incertezza intellettuale sul nuovo automa, simile ma dissimile dall'essere umano.
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Eva è un film semplice solo in apparenza, perché oltre la tranquilla quiete della superficie, oltre la confortevole quotidianità, cela un segreto, forse rimosso ma mai cancellato.
Con il suo isolamento narcisista Alex crede di poter colmare il vuoto che lo attanaglia, ma tutto ciò che aveva rifiutato dieci anni prima ritorna, inesorabilmente.
"Unheimlich" è tutto ciò che poteva restare segreto, nascosto... ed invece è riaffiorato (Schelling).
Alex vive in una famiglia non convenzionale, abita con dei robot e i suoi affetti sono familiari ed estranei al tempo stesso.
Egli non è a suo agio nel nuovo ambiente e la sua angoscia è tangibile, così come tangibile è la sua incertezza intellettuale sul nuovo automa, simile ma dissimile dall'essere umano. Questo dualismo è ben rappresentato dalla indecifrabile bambina che non a caso si chiama Eva, prima donna come Olimpia, la bambola animata del racconto
"Der Sandmann" di E.T.A. Hoffmann che affronta il tema dell'ambiguità e indaga l'immaginario dell'automa.
Il rimosso sembra ritornare attraverso l'oggetto perturbante, Eva, ovvero il ritorno all'antica patria, il grembo materno.
Alex ricorda l’innamorato triste e tormentato di Olimpia, ma ricorda anche l'orco, ovvero l'adulto in grado di cavare gli occhi ai bambini.
Esattamente come nel racconto di E.T.A. Hoffmann, esiste la possibilità che un adulto possa mutilare il corpo di un bambino e il continuo riferimento freudiano agli occhi fa riemergere alla coscienza dello spettatore il processo di castrazione. La natura di essere vivente o di automa di Eva non viene mai dettagliata o chiarita in alcun modo e allo spettatore, nel dubbio e nell'impossibilità di decidere, non resta che sperimentare il perturbante... e tu “cosa vedi quando chiudi gli occhi?”
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kwinkurg
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lunedì 3 settembre 2012
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veramente un bel film...toccante
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Un gran bel film...
Al di fuori dello svisceramento che ne si puo' o meno voler fare, il film scorre piacevolmente,con tanti rimandi a libri e altri film che sicuramente possono far sorridere, storcere il naso o toccare...
In particolar modo l'attirice della piccola "EVA" risulta essere molto efficace nonostante la giovane eta...
Sicuramente uno dei migliori film di questo 2012, profondo al punto giusto, divertente in alcune parti, ma soprattutto toccante nella doppia sfaccettatura del protagonista "ALEX" da un lato "il miglior progettista di sentimenti", dall'altro una completa frana in quel che e' il trattare i PROPRI sentimenti.
consigliatissimo
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arminiolorenza
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domenica 2 settembre 2012
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robot prodige
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Luoghi freddi, esseri viventi apparentemente freddi.
Ma non sono esseri viventi, sono macchine. Se hanno reazioni sbagliate gli si può chiedere di abbassare il livello emozionale, si mettono un attimo in stand-by e lo fanno. Se invece si ha bisogno di umanità, basta alzarlo, il livello emozionale.
Un film inizialmente prevedibile, poi si rivela invece originale. La bambina presa a modello non è credibile, è una sorta di Pippi Calzelunghe antipatica.
Molto bella la creazione cibernetica dell'"essenza" del robot.
La risposta al "Cosa vedi quando chiudi gli occhi?" poteva essere data da ognuno di noi, la povera Eva non deve dirci tutto.
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Luoghi freddi, esseri viventi apparentemente freddi.
Ma non sono esseri viventi, sono macchine. Se hanno reazioni sbagliate gli si può chiedere di abbassare il livello emozionale, si mettono un attimo in stand-by e lo fanno. Se invece si ha bisogno di umanità, basta alzarlo, il livello emozionale.
Un film inizialmente prevedibile, poi si rivela invece originale. La bambina presa a modello non è credibile, è una sorta di Pippi Calzelunghe antipatica.
Molto bella la creazione cibernetica dell'"essenza" del robot.
La risposta al "Cosa vedi quando chiudi gli occhi?" poteva essere data da ognuno di noi, la povera Eva non deve dirci tutto.
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