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omero sala
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mercoledì 5 settembre 2012
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la ricreazione è finita
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Montreal, Canada. Bachir Lazhar - un non più giovane immigrato algerino che ha la faccia da algerino e l’aria sperduta dell’immigrato - legge sul giornale di una maestra che si è impiccata in aula durante la ricreazione e si presenta alla direttrice della scuola per proporsi come supplente. Non ha mai insegnato e non ha titoli per farlo, ma riesce ad ottenere l’incarico esibendo un falso curricolo.
In classe, dopo le incertezze del primo impatto, riesce a trovare una certa disinvoltura, aiutato proprio dalla inesperienza che lo rende simpaticamente anticonformista, originale, alternativo; e grazie alla sua diversità, conquista gradatamente la benevolenza dei suoi alunni e instaura con loro un rapporto genuino, non viziato dalla rigidità dei formalismi, dalla ipocrisia delle convenzioni sociali, dalla aridità delle regole istituzionali e dalla insulsaggine delle consuetudini.
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Montreal, Canada. Bachir Lazhar - un non più giovane immigrato algerino che ha la faccia da algerino e l’aria sperduta dell’immigrato - legge sul giornale di una maestra che si è impiccata in aula durante la ricreazione e si presenta alla direttrice della scuola per proporsi come supplente. Non ha mai insegnato e non ha titoli per farlo, ma riesce ad ottenere l’incarico esibendo un falso curricolo.
In classe, dopo le incertezze del primo impatto, riesce a trovare una certa disinvoltura, aiutato proprio dalla inesperienza che lo rende simpaticamente anticonformista, originale, alternativo; e grazie alla sua diversità, conquista gradatamente la benevolenza dei suoi alunni e instaura con loro un rapporto genuino, non viziato dalla rigidità dei formalismi, dalla ipocrisia delle convenzioni sociali, dalla aridità delle regole istituzionali e dalla insulsaggine delle consuetudini.
Con la sensibilità che possiede, acuita anche da tragiche esperienze familiari (la moglie, scrittrice progressista, è morta insieme ai figli nel rogo della casa appiccato da fanatici integralisti), è in grado di affrontare con la necessaria e delicata attenzione anche il trauma vissuto dai bambini per il suicidio della loro insegnante. E lo fa malgrado i divieti delle autorità scolastiche (che scaricano sugli psicologi il compito di affrontare l’argomento) e l’indifferenza dei colleghi; nonostante l’opposizione dei genitori (che non accettano di essere sostituiti o scavalcati da un immigrato nei loro mal esercitati ruoli educativi); a dispetto delle naturali resistenze messe in atto da alcuni alunni (che non hanno gli strumenti necessari per affrontare il trauma, vincere le paure, liberarsi dei sensi di colpa, superare le crisi di panico, sottrarsi al senso di abbandono).
Lazhar si finge insegnante e lo diventa nel senso più completo del termine; vive nella menzogna e riesce a smantellare un castello consolidato di ipocrisie.
In uno straordinario intercambio di ruoli con i suoi alunni (paradigmatico è il suo impegno a svolgere i compiti che assegna e ad accettare il giudizio della classe), insegna e nello stesso tempo impara - semplicemente - che per avere risposte è necessario porsi domande; che i sentimenti devono essere vissuti e non affrontati come fossero patologie; che i fatti accadono anche se si tengono chiusi gli occhi; che il dolore è un esperienza di vita, non è un incidente di percorso; che la morte non si cancella dipingendo le pareti e organizzando festicciole.
Il paziente e disincantato maestro che ha subìto una perdita crudele, aiuta i suoi alunni ad elaborare un lutto atroce. Ed avendo patito l’angoscia della solitudine aiuta i suoi bambini a superare lo strazio delle separazioni: quella da Martine Lachance, la maestra suicida, e quella che li a poco li allontanerà da lui, quando alla fine sarà smascherato come falso (?) maestro e licenziato.
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[+] bel commento
(di kaipy)
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flyanto
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lunedì 3 settembre 2012
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una delicata elaborazione del lutto
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Film in cui viene narrato il profondo rapporto di fiducia e di affetto che si instaura tra un insegnate ed i suoi alunni a seguito del suicidio della precedente maestra. Molto delicato, malinconico e commovente per la rappresentazione del senso di perdita che pervade tutta l'intera pellicola. Equilibrato in tutta la sua realizzazione e nei dialoghi. Per riflettere e commuoversi.
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luanaa
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domenica 2 settembre 2012
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il tabù della morte
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Tralasciando la trama che non è esattamente semplice da raccontare per le implicazioni emotive e non strettamente razionali, questo film ci vuole parlare della morte in culture profondamente diverse. Indicativo è il passaggio in cui l'insegnante, collega del protagonista, è affamata di "folklore" etnico, in modo però del tutto accademico: infatti lo interroga senza pudore ignorando o non interrogandosi sull'inferno che quell'uomo può aver dentro.Tergiversando però, in quanto assuefatta, sul suicidio avvenuto nella scuola:chiedendo quindi ma non ricambiando...il che non è invero proprio uno scambio.I bambini invece sono ancora freschi..anche se non manca un acuto sguardo di differenze: la ragazzina, per esempio, inconsapevolmente plasmata dalla visione rigida dei genitori.
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Tralasciando la trama che non è esattamente semplice da raccontare per le implicazioni emotive e non strettamente razionali, questo film ci vuole parlare della morte in culture profondamente diverse. Indicativo è il passaggio in cui l'insegnante, collega del protagonista, è affamata di "folklore" etnico, in modo però del tutto accademico: infatti lo interroga senza pudore ignorando o non interrogandosi sull'inferno che quell'uomo può aver dentro.Tergiversando però, in quanto assuefatta, sul suicidio avvenuto nella scuola:chiedendo quindi ma non ricambiando...il che non è invero proprio uno scambio.I bambini invece sono ancora freschi..anche se non manca un acuto sguardo di differenze: la ragazzina, per esempio, inconsapevolmente plasmata dalla visione rigida dei genitori.La favola finale è la perla del film:inutile interrogarsi su una morte "ingiusta".Insondabile è il cuore dell'uomo e della natura. Così la morte diventa un fatto universale e non locale e come tale collegamento e catarsi collettiva.Un film pieno di umiltà; di dignità e dove la vita non smette mai di fluire. A patto di sapere che la morte ne fa parte.
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pietro viola
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domenica 2 settembre 2012
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a cosa servono gli altri
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La morte può fare apparire la vita senza senso. La morte fisica di qualcuno, in modo più o meno tragico; la morte di una separazione; la morte di qualcosa che semplicemente finisce per fare posto a qualcos'altro, come una crisalide che si trasforma in farfalla. E' difficile da accettare, impossibile se si è soli, se ci si lascia da soli. A questo servono gli altri: a dire o ascoltare una parola che allevi lo sgomento, il dolore, il senso di colpa, tutto ciò che ci pietrifica di fronte alla fine di qualcosa.
A questo serve questo film, che con l'onesta semplicità e immediatezza propria dei bambini racconta la favola amara di ogni perdita, tollerabile se condivisa, perchè ci si possa riconciliare, ogni volta, con se stessi e la vita.
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gioacchino64
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sabato 1 settembre 2012
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una elegia composta
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L'elaborazione della perdita, del lutto, rappresenta la prova più difficile per ciascun essere umano. Il lutto è sempre momento di passaggio, di elaborazione e, talvolta, di crescita. Questo film racconta il lutto. Racconta della difficoltà di vivere le emozioni. Racconta della necessità di elaborare il passato attraverso il presente. Esplora il mondo dei bambini e delle loro - non sempre facili - relazioni con gli adulti. Parla con le immagini, attraverso gli sguardi, le parole ed i silenzi. E' un film essenziale ma non semplice. Commovente pur nel rispetto delle emozioni. Semplicemente da vedere.
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renato volpone
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venerdì 31 agosto 2012
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come una crisalide
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Bellissimo film sulla morte e la disperazione, sull'elaboraazione del lutto. Ma chi deve superare il trauma qui sono i bambini, gli allievi di una scuola canadese. Rientrando in classe scoprono che la loro insegnante si è impiccata. A sostituirla arriva Monsieur Lazhar, un rifugiato algerino che ha visto sterminare la propria famiglia e che ha chiesto asilo politico. Lui non è un insegnante, ma si spaccia come tale e riesce anche molto bene nel suo nuovo lavoro. L'uomo viene posto in ogni istante di fronte al dolore della scomparsa, all'ingiustizia della morte e riesce, cercando di sostenere i bambini ad aiutare se stesso.Delicato, toccante, intelligente, mai pietoso, questo film vede oltre a monsieur Lazhar grandi protagonisti i bambini, bravissimi tutti nell'interpretare i loro personaggi.
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Bellissimo film sulla morte e la disperazione, sull'elaboraazione del lutto. Ma chi deve superare il trauma qui sono i bambini, gli allievi di una scuola canadese. Rientrando in classe scoprono che la loro insegnante si è impiccata. A sostituirla arriva Monsieur Lazhar, un rifugiato algerino che ha visto sterminare la propria famiglia e che ha chiesto asilo politico. Lui non è un insegnante, ma si spaccia come tale e riesce anche molto bene nel suo nuovo lavoro. L'uomo viene posto in ogni istante di fronte al dolore della scomparsa, all'ingiustizia della morte e riesce, cercando di sostenere i bambini ad aiutare se stesso.Delicato, toccante, intelligente, mai pietoso, questo film vede oltre a monsieur Lazhar grandi protagonisti i bambini, bravissimi tutti nell'interpretare i loro personaggi. Ci viene offerta anche l'immagine progredita di una scuola nel moderno e democratico Canada, ma anche l'ingerenza esagerata o la totale assenza dei genitori, caratteristica della società moderna. Ben recitato, ottima musica, belle le inquadrature dei bambini e alcuni passaggi che si fanno ricordare. Insomma, un film da non perdere.
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[+] l'azzecchi sempre
(di mariocarraro)
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ealio91
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martedì 28 agosto 2012
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la morte e la vita
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Il tema della perdita e della morte che si sviluppa su tre binari differenti, ma in un unico luogo fatto di scontri, confronti e amicizie: la classe.
A percorrere le diverse strade tre figure di tutto rispetto: Bachir Lazar, rifugiato algerino con alle spalle una dura tragedia familiare. Improvvisato professore "un po' all'antica", che ha molto da insegnare a quelli moderni, capace di arrivare al cuore dei suoi giovanissimi studenti, porta dolcemente con sé il ricordo della moglie, crisalide mai sbocciata, cuore ridotto in cenere d'un albero ferito dalle fiamme; Simon, pervaso dalla sofferenza e dal senso di colpa che provocano attacchi di rabbia spesso diretti contro la "preferita" di Lazar, la piccola Alice, con la quale la riappacificazione avverrà nel più semplice dei modi, attraverso uno scambio di dolci e sorrisi; e Alice, colei che affronta di petto il dolore della perdita in una matura composizione in prosa, dove "la prof.
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Il tema della perdita e della morte che si sviluppa su tre binari differenti, ma in un unico luogo fatto di scontri, confronti e amicizie: la classe.
A percorrere le diverse strade tre figure di tutto rispetto: Bachir Lazar, rifugiato algerino con alle spalle una dura tragedia familiare. Improvvisato professore "un po' all'antica", che ha molto da insegnare a quelli moderni, capace di arrivare al cuore dei suoi giovanissimi studenti, porta dolcemente con sé il ricordo della moglie, crisalide mai sbocciata, cuore ridotto in cenere d'un albero ferito dalle fiamme; Simon, pervaso dalla sofferenza e dal senso di colpa che provocano attacchi di rabbia spesso diretti contro la "preferita" di Lazar, la piccola Alice, con la quale la riappacificazione avverrà nel più semplice dei modi, attraverso uno scambio di dolci e sorrisi; e Alice, colei che affronta di petto il dolore della perdita in una matura composizione in prosa, dove "la prof.ssa da un calcio alla sedia per poi scomparire".
L'abbraccio finale è l'epilogo più intenso e più adatto che si potesse immaginare. Da vedere.
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[+] l'abbraccio
(di sorella luna)
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linodigianni
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sabato 11 agosto 2012
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un film delicato, testardo, commovente
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E' difficile, al giorno d'oggi, trovare un film che affronti il tema della morte da spiegare ai bambini,
in modo convincente: con delicatezza, ma senza infantilismi.
E questo film lo fa attorno al maestro Bachir, uomo devastato
dalla tragedia del terrorismo in Algeria, che ha distrutto la sua famiglia.
Con un andamento a spirale, Bachir si avvicina
al cuore dei bambini e a quello degli spettatori
Film molto consigliato, come antidoto allo sconforto
[+] fellag, grande attore e grande scrittore
(di dorak)
[ - ] fellag, grande attore e grande scrittore
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