|
|
andre89lost
|
giovedì 11 luglio 2013
|
favoloso
|
|
|
|
Un film che ha tutto. E' completo: un tenero e forte protagonista, una trama solida, dei bei dialoghi e degli attori strepitosi (soprattutto i due bimbi protagonisti).
Meravigliosamente triste e allo stesso tempo ricco di speranza e felicità.
Assolutamente da vedere.
NB. temevo fosse un film mattone, quelli che non passano più.. Ma va via in un attimo, credetemi.
voto: 9
|
|
|
[+] lascia un commento a andre89lost »
[ - ] lascia un commento a andre89lost »
|
|
d'accordo? |
|
|
|
beppe baiocchi
|
domenica 30 giugno 2013
|
lazhar che insegna a superare i drammi della vita
|
|
|
|
Una storia incredibilmente semplice e concreta quella di Monsieur Lazhar, un immigrato Algerino, rifugiatosi a Montréal, che prende il posto di una insegnante di scuola elementare venuta tristemente a mancare.
Un racconto, che è si una storia di formazione, di educazione giovanile, ma che mette come tema principe è la perdita di una persona cara.
Philippe Falardeau (il regista) riesce ad inforndere non quello spirito buonista che contraddistingue altre pellicole, ma riesce in modo incredibilmente definito a raccontare una storia di sofferenza senza però pervaderlo di troppo moralismo (che per quanto sia lodevole come intenzioni non da mai una visione concreta del problema), ma riuscendo a rendere questo film magari più poetico e sfuggente.
[+]
Una storia incredibilmente semplice e concreta quella di Monsieur Lazhar, un immigrato Algerino, rifugiatosi a Montréal, che prende il posto di una insegnante di scuola elementare venuta tristemente a mancare.
Un racconto, che è si una storia di formazione, di educazione giovanile, ma che mette come tema principe è la perdita di una persona cara.
Philippe Falardeau (il regista) riesce ad inforndere non quello spirito buonista che contraddistingue altre pellicole, ma riesce in modo incredibilmente definito a raccontare una storia di sofferenza senza però pervaderlo di troppo moralismo (che per quanto sia lodevole come intenzioni non da mai una visione concreta del problema), ma riuscendo a rendere questo film magari più poetico e sfuggente.
Bachir Lazhar non è una novella Mary Poppins, una persona superpartes che risolve i problemi, ma egli stesso vive le stesse angoscie, le stesse paure, un blocco emotivo che rende difficile andare avanti senza pensieri, anche a causa della sua situazione personale. Dunque il tema della perdità viene visto in due prospettive, quello dell'insegnante e quello degli alunni quasi costretti a ragionare come adulti.
Semplici le scelte di regia, ma sempre deciso. Niente inquadrature elaborate, ma sempre funzionali, pure la fotografia pur non eccedendo non scredita affatto la bellezza dell'opera che diventa forte tramite il messaggio, e soprattutto il modo in cui riesce a porgercelo.
Bravi sempre i bambini che hanno la capacità di essere credibili sullo schermo.
Un opera che va vista per aiutarci a riflettere di una perdità e che forse riesce a darci almeno un po' di forza per andare avanti
[-]
|
|
|
[+] lascia un commento a beppe baiocchi »
[ - ] lascia un commento a beppe baiocchi »
|
|
d'accordo? |
|
|
|
liuk!
|
venerdì 19 aprile 2013
|
sopravvalutato
|
|
|
|
Mettiamo un esule con famiglia assassinata, un suicidio in una scuola, bambini depressi e scioccati e tante altre tristi cose... non basta però per gridare al capolavoro e fare di questa pellicola un film di alto livello. Al pubblico dall'emozione facile basterà questo mix per iniziare a strappare i kleenex ma chi si soffermerà attentamente risulterà forzato e poco credibile, di scarsissimo interesse.
Delusione.
|
|
|
[+] lascia un commento a liuk! »
[ - ] lascia un commento a liuk! »
|
|
d'accordo? |
|
|
|
pensierocivile
|
martedì 16 aprile 2013
|
la cronaca piaciona
|
|
|
|
Lo si potrebbe liquidare molto brevemente, in fondo si è al cospetto del solito insegnante, del rapporto con una classe di ragazzini, del legame che vincola e vincolerà il rapporto nato fra mille difficoltà. Liquidarlo in questo modo non sarebbe neppure sbagliato perché MONSIEUR LAZHAR è un film piatto oltre ogni previsione, la regia è documentaristica, Fellag gioca a fare il piacione, lo strambo, il surreale. Sarebbe comunque ingiusto concludere così, perché in fondo, le uniche tematiche davvero interessanti sono a margine del racconto: da una parte la tragedia del suicidio di un insegnante demolita dall'onta di false accuse e dall'altra la situazione familiare del protagonista, lontano dai suoi cari, dalla sua terra, e forse dalla sua vita.
[+]
Lo si potrebbe liquidare molto brevemente, in fondo si è al cospetto del solito insegnante, del rapporto con una classe di ragazzini, del legame che vincola e vincolerà il rapporto nato fra mille difficoltà. Liquidarlo in questo modo non sarebbe neppure sbagliato perché MONSIEUR LAZHAR è un film piatto oltre ogni previsione, la regia è documentaristica, Fellag gioca a fare il piacione, lo strambo, il surreale. Sarebbe comunque ingiusto concludere così, perché in fondo, le uniche tematiche davvero interessanti sono a margine del racconto: da una parte la tragedia del suicidio di un insegnante demolita dall'onta di false accuse e dall'altra la situazione familiare del protagonista, lontano dai suoi cari, dalla sua terra, e forse dalla sua vita. Con una sufficienza tutta "francofona" i temi si sorvolano con leggerezza e senza la necessaria profondità; forse una scelta stilistica, certamente una scelta che distacca cuore e film.
[-]
|
|
|
[+] lascia un commento a pensierocivile »
[ - ] lascia un commento a pensierocivile »
|
|
d'accordo? |
|
|
|
kondor17
|
domenica 7 aprile 2013
|
silenzioso ritratto di un uomo vero e buono
|
|
|
|
Il film narra la storia di un dipendente pubblico algerino, Bachir Lahzar, fuggito nel francofono Canada (Montreal) per aprire la strada alla famiglia, ancora priva del visto per l'espatrio. La moglie, insegnante e scrittrice dissidente, era infatti braccata dai terroristi per via dei suoi scritti "ingiuriosi" e proprio il giorno prima di imbarcarsi clandestinamente su una nave per raggiungerlo, la casa viene data alle fiamme e l'intera famiglia uccisa. Bachir si trova quindi tra molti fuochi: una terra nuova, solo nel suo dolore, senza un lavoro, senza un permesso di soggiorno; per ovviare a questo coglie l'occasione di presentarsi ad una scuola media, colpita anch'essa da un dramma (il suicidio in classe di un'insegnante), spacciandosi per navigato maestro con permesso definitivo, professione svolta iinvece dalla moglie e di cui non ha in realtà nessuna idea.
[+]
Il film narra la storia di un dipendente pubblico algerino, Bachir Lahzar, fuggito nel francofono Canada (Montreal) per aprire la strada alla famiglia, ancora priva del visto per l'espatrio. La moglie, insegnante e scrittrice dissidente, era infatti braccata dai terroristi per via dei suoi scritti "ingiuriosi" e proprio il giorno prima di imbarcarsi clandestinamente su una nave per raggiungerlo, la casa viene data alle fiamme e l'intera famiglia uccisa. Bachir si trova quindi tra molti fuochi: una terra nuova, solo nel suo dolore, senza un lavoro, senza un permesso di soggiorno; per ovviare a questo coglie l'occasione di presentarsi ad una scuola media, colpita anch'essa da un dramma (il suicidio in classe di un'insegnante), spacciandosi per navigato maestro con permesso definitivo, professione svolta iinvece dalla moglie e di cui non ha in realtà nessuna idea. Nella borghese Montreal, la preside della scuola si trova in situazione di emergenza e, visto il rifiuto degli insegnanti locali di prendere in mano una classe così duramente colpita, si trova costretta ad assumere Bachir, unico candidato; come unica risorsa, monsieur Lahzar ha il "ricordo" di come la scuola era ai tempi... sposta quindi i banchi mettendoli in file parallele, inizia con difficili dettati di Balzac, dà gli scappellotti ai ragazzi indisciplinati... proprio come si faceva una volta. Ogni tanto sbircia nelle altre classi per vedere cosa fanno i suoi colleghi e soprattutto in quella di Claire, insegnante fantasiosa e geniale, con la quale nasce subito una sorta di empatia e di rispettoso affetto. Il rapporto con i ragazzi, invece, si sviluppa a stento, ma alla fine l'affetto ed il profondo senso umano di Bachir prevalgono sui pregiudizi delle famiglie e sullo sconforto degli allievi.
Film secondo me bellissimo ed estremamente formativo. Credo di non aver mai visto dei ragazzini recitare così bene, ma bravissimi tutti. Ottima regia, musica ed ambientazione. Che altro dire? Assolutamente da non perdere!
[-]
|
|
|
[+] lascia un commento a kondor17 »
[ - ] lascia un commento a kondor17 »
|
|
d'accordo? |
|
|
|
greyhound
|
domenica 24 marzo 2013
|
con gli occhi dei bambini
|
|
|
|
Monsieur Lazhar, o meglio Bachir Lazhar (è così che si presenta ai suoi alunni), è all'apparenza un uomo normale, né più né meno dissimile dal vicino di casa, dall'impiegato che siede accanto a noi mentre andiamo in metropolitana al lavoro o dal cosiddetto uomo medio. Tuttavia, sotto quella sua maschera di normalità, giace un segreto profondo ed un dolore immenso che nessuno, ad eccezione di una figura rilevante all'interno della pellicola, saprà intuire.
Passato dalle bianche ed azzurre case della casbah di Algeri all'altrettanto bianco paesaggio di Montreal, Bachir tenterà un'operazione insensata ma altrettanto "folle" nella sua lucidità: ricoprire il ruolo che la moglie svolgeva in patria, così da tener viva la sua presenza accanto a lui, e riuscire nel contempo ad essere circondato nuovamente da bambini.
[+]
Monsieur Lazhar, o meglio Bachir Lazhar (è così che si presenta ai suoi alunni), è all'apparenza un uomo normale, né più né meno dissimile dal vicino di casa, dall'impiegato che siede accanto a noi mentre andiamo in metropolitana al lavoro o dal cosiddetto uomo medio. Tuttavia, sotto quella sua maschera di normalità, giace un segreto profondo ed un dolore immenso che nessuno, ad eccezione di una figura rilevante all'interno della pellicola, saprà intuire.
Passato dalle bianche ed azzurre case della casbah di Algeri all'altrettanto bianco paesaggio di Montreal, Bachir tenterà un'operazione insensata ma altrettanto "folle" nella sua lucidità: ricoprire il ruolo che la moglie svolgeva in patria, così da tener viva la sua presenza accanto a lui, e riuscire nel contempo ad essere circondato nuovamente da bambini.
Questi ultimi, scioccati dall'episodio iniziale del film, rappresentano per il protagonista quell'elemento ancora "incorrotto" della società (sebbene non esenti dai condizionamenti ed esempi familiari) che cercherà di guidare verso una piena consapevolezza e dai quali si farà, a sua volta, influenzare nel suo tentativo di dare un senso al suo dolore.
Gli eventi lo condurranno, però, a non "essere profeta" nemmeno in terra straniera oltreché in patria (e qui si scopre come oltre ad una violenza eminentemente fisica ne esista anche una morale che affligge soprattutto l'Occidente), ma il suo commiato tramite la fiaba della crisalide e l'abbraccio che prenderà forma con la piccola alunna (la sua preferita nonché quella con cui aveva stabilito una sorta di legame affettivo) portano lo spettatore a due credere che, alla fine, Monsieur Bachir Lazhar abbia riscoperto quella luce in grado di ridare speranza e al contempo, capace di guidare fuori dall'oscurità dell'esistenza.
[-]
|
|
|
[+] lascia un commento a greyhound »
[ - ] lascia un commento a greyhound »
|
|
d'accordo? |
|
|
|
lupoamedeo
|
mercoledì 20 marzo 2013
|
chissa' che m'aspettavo
|
|
|
|
mah.... propinato come capolavoro.... irreale (insegna senza nessun titolo, e nessuno gli chiede niente..bah... io sono supplente da 15 anni e non mi e' mai successo) estremamente semplicistico...
poteva fare di piu' , ma non s'e' impegnato
|
|
|
[+] lascia un commento a lupoamedeo »
[ - ] lascia un commento a lupoamedeo »
|
|
d'accordo? |
|
|
|
kimkiduk
|
lunedì 28 gennaio 2013
|
bastano poche parole.
|
|
|
|
Ho trovato questo film stupendo. Mi stupisce spesso come un regista Francese al suo secondo film riesca a fare film migliori di italiani navigati. La scuola, come il film fa capire, è fondamentale e la scuola di cinema francese sicuramente è la migliore al mondo. Falardeau è canadese ma essendo del Quebec diciamo francese. Un film che rispecchia questo in modo esemplare. In questo film si parla poco ma soprattutto si spiega poco e meglio ancora si spiega tutto con poche parole. Non ci sono i "fuochi d'artificio" americani, le spiegazioni totali italiane e le mille parole inutili. Si entra dentro a mille aspetti, a mille situazioni senza devastazione ma facendo pensare ad ogni piccola frase e ad ogni inquadratura di un volto.
[+]
Ho trovato questo film stupendo. Mi stupisce spesso come un regista Francese al suo secondo film riesca a fare film migliori di italiani navigati. La scuola, come il film fa capire, è fondamentale e la scuola di cinema francese sicuramente è la migliore al mondo. Falardeau è canadese ma essendo del Quebec diciamo francese. Un film che rispecchia questo in modo esemplare. In questo film si parla poco ma soprattutto si spiega poco e meglio ancora si spiega tutto con poche parole. Non ci sono i "fuochi d'artificio" americani, le spiegazioni totali italiane e le mille parole inutili. Si entra dentro a mille aspetti, a mille situazioni senza devastazione ma facendo pensare ad ogni piccola frase e ad ogni inquadratura di un volto. Spiega poco e non si accanisce su genitori "stupidi" o non addobba il film di situazioni ridicole. In italia si sarebbe costruita una storia d'amore banale ed inutile con l'insegnante, si sarebbero create scene di isteria della preside al momento della verità, reazioni violente di Lazhar verso i genitori dei bambini, scene strappalacrime per la storia dell'Algeria, ecc. e soprattutto il finale sarebbe stato non solo spiegato ma forse anche disegnato in HD. Qui niente di tutto questo, il cinema francese è DELICATO e lascia allo spettatore decidere su cosa il regista volesse far capire e tutto senza fronzoli. Bellissimo il finale che poteva danneggiare un film quasi perfetto e che lo ha reso vicino al Capolavoro. Ancora una volta colpito da un film ed anche questo non italiano ma francese.
[-]
|
|
|
[+] lascia un commento a kimkiduk »
[ - ] lascia un commento a kimkiduk »
|
|
d'accordo? |
|
|
|
dave69
|
domenica 13 gennaio 2013
|
l'albero e la crisalide
|
|
|
|
Dall'opera teatrale "Bashir Lazhar" di Évelyne de la Chenelière, un film delicato e commovente, che affronta temi importanti quali l'elaborazione del lutto, la solitudine, il rapporto tra insegnanti e alunni, senza mai ricorrerre al facile sensazionalismo di tanto cinema attuale, ma al contrario tentando di stemperarli con un afflato poetico. Non sempre ci riesce, ma è comunque un buon film. ^_^
|
|
|
[+] lascia un commento a dave69 »
[ - ] lascia un commento a dave69 »
|
|
d'accordo? |
|
|
|
rampante
|
venerdì 11 gennaio 2013
|
un maestro di vita
|
|
|
|
La storia si svolge a Montreal una città fredda, innevata, siamo in inverno.
L'insegnante Martine Lachance si è tolta la vita a scuola, in classe.
Bachir Lahzar si propone come sostituto ed entra in contatto con gli scolari.
Bachir non è un insegnante, è un rifugiato politico, è un uomo solo e ha un estremo bisogno di trovarsi in quel luogo, Bachir ad Algeri in un attentato terroristico ha perso la moglie insegnante e le due figlie,
trovarsi in quella classe lo aiuterà a ricordare la moglie e a ritrovare le figlie .
A sua insaputa la Preside compie un errore madornale ma, in quel momento Bachir è la persona giusta al posto giusto.
[+]
La storia si svolge a Montreal una città fredda, innevata, siamo in inverno.
L'insegnante Martine Lachance si è tolta la vita a scuola, in classe.
Bachir Lahzar si propone come sostituto ed entra in contatto con gli scolari.
Bachir non è un insegnante, è un rifugiato politico, è un uomo solo e ha un estremo bisogno di trovarsi in quel luogo, Bachir ad Algeri in un attentato terroristico ha perso la moglie insegnante e le due figlie,
trovarsi in quella classe lo aiuterà a ricordare la moglie e a ritrovare le figlie .
A sua insaputa la Preside compie un errore madornale ma, in quel momento Bachir è la persona giusta al posto giusto. Quel maestro, pur non avendo titoli, è per quei bambini un buon insegnante, sa capire, ascoltare, osservare e lavora per superare insieme a loro gli eventi della vita , gli insegna ad avere coraggio, ad affrontare la vita, ad abbandonare il proprio guscio e crescere . Bachir non sarà un insegnante per sempre ma scoperto e costretto ad abbandonare la classe, per dire addio ai suoi alunni sceglie la correzione di una favola .
A dare il via a questo dramma è stato un abbraccio tra Simon e la sua insegnante, a chiudere la storia sarà un abbraccio tra Alice e Bachir perchè Alice deciderà di tornare in classe per accomiatarsi dal suo maestro. La bimba ha bisogno di un abbraccio, vuole un abbraccio. Lei lo chiede e il maetro Bachir contraccambia.
[-]
|
|
|
[+] lascia un commento a rampante »
[ - ] lascia un commento a rampante »
|
|
d'accordo? |
|
|
|