deborah garro
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lunedì 6 gennaio 2025
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come pu? non "esistere".. lui ?...
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g Appena visto.. un film che definico..superlativo.. che ti rapisce e ti fa entrare in quell'epoca shakespeariana.. che restituisce un significato profondo solo all'arte..in generale.. ma anche alla comprensione di quella verità che solo pochi riescono a SENTIRE.. e a comprendere.. quell'atto finale quando il conte di Oxford Edward prima di morire.. convoca il povero e smarrito Jonson per la sua ultima missione.. e nonostante lui lo abbia tradito.. lui lo consola e lo perdona perché non è un suo fardello ciò che deve portarsi avanti.. e che lui è il prescelto per un qualcosa di Immenso di sacro... tutto questo mi ha fatto pensare alle sacre scritture.
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g Appena visto.. un film che definico..superlativo.. che ti rapisce e ti fa entrare in quell'epoca shakespeariana.. che restituisce un significato profondo solo all'arte..in generale.. ma anche alla comprensione di quella verità che solo pochi riescono a SENTIRE.. e a comprendere.. quell'atto finale quando il conte di Oxford Edward prima di morire.. convoca il povero e smarrito Jonson per la sua ultima missione.. e nonostante lui lo abbia tradito.. lui lo consola e lo perdona perché non è un suo fardello ciò che deve portarsi avanti.. e che lui è il prescelto per un qualcosa di Immenso di sacro... tutto questo mi ha fatto pensare alle sacre scritture.. e riflettere.. sul ruolo di Giuda.. qualcosa di inspiegabile ma che mi ha toccato profondamente... come un barlume di luce..
Chapeau a questo Grande Regista❤
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rita branca
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domenica 7 dicembre 2014
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“rinuncia al tuo nome…” di rita branca
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Anonymous (2011) film di Roland Emmerich con Rhys Ifans, Vanessa Redgrave, Joely Richardson, Sebastian Armesto, Rafe Spall, Jamie Campbell Bower ed altri
Affascinante diversa ipotesi di attribuzione della straordinaria mole produttiva shakespeariana (tragedie, commedie, poemi e poesie) ad un autore diverso dal cigno di Stratford, giunto fino a noi e universalmente accettato come tale.
In una splendida scenografia con accurata ricostruzione delle atmosfere del tempo, la figura di William Shakespeare è ridotta a quella di attore e impresario teatrale, incapace di scrivere perfino le lettere dell’alfabeto, che accetta ben volentieri la lucrosa offerta del bravo ma sfortunato Ben Johnson, quando gli passa l’incarico a lui sgradito, affidatogli dal conte di Oxford Edward de Vere, il vero autore delle opere nell’ipotesi proposta dal film, di assumerne la paternità.
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Anonymous (2011) film di Roland Emmerich con Rhys Ifans, Vanessa Redgrave, Joely Richardson, Sebastian Armesto, Rafe Spall, Jamie Campbell Bower ed altri
Affascinante diversa ipotesi di attribuzione della straordinaria mole produttiva shakespeariana (tragedie, commedie, poemi e poesie) ad un autore diverso dal cigno di Stratford, giunto fino a noi e universalmente accettato come tale.
In una splendida scenografia con accurata ricostruzione delle atmosfere del tempo, la figura di William Shakespeare è ridotta a quella di attore e impresario teatrale, incapace di scrivere perfino le lettere dell’alfabeto, che accetta ben volentieri la lucrosa offerta del bravo ma sfortunato Ben Johnson, quando gli passa l’incarico a lui sgradito, affidatogli dal conte di Oxford Edward de Vere, il vero autore delle opere nell’ipotesi proposta dal film, di assumerne la paternità.
Si assiste al tormento di Edward, ostacolato dalla famiglia nella sua produzione artistica e costretto a scrivere nel più assoluto anonimato, pagando lautamente un mezzo impostore per farle conoscere al pubblico che frequentava assiduamente il teatro, assistendo ai successi che mietevano senza poterne rivelare la paternità.
Efficace l’enfasi con cui si sottolinea la potenza della parola ed il messaggio politico che l’arte, inevitabilmente e non di rado pericolosamente, veicola per chi lo manda, a seconda del contesto in cui si percepisce.
Il focus è sui tormenti sofferti dall’artista, spesso incompreso nel corso della sua esistenza, come testimonia la storia dell’arte, non solo attraverso le figura di Edward, ma anche quella di Ben Johnson, Thomas Kyd e Christopher Marlowe.
A tutto ciò si aggiunge la manipolazione dei potenti da parte di figuri apparentemente secondari, ma che, sembra non erroneamente suggerire il regista, fanno davvero la storia, determinando l’infelicità di molti, come succede qui alla regina Elisabetta, separata crudelmente dall’uomo che ama, dal bambino che concepisce con lui e che, colpo di scena, scoprirà molto tardivamente essere stato suo amante adoratissimo.
Anonymousè un’interessante esplorazione del labirintico animo umano così finemente descritto dall’autore di Macbeth,Julius Caesar, Romeo and Juliet, The Tempest, A Midsummer Night’s Dream,“ Shall I Compare Thee to a Summer Day”, ecc., a prescindere dal nome, ciò che conta è che lo abbia fatto per permettere a tutti noi di riconoscerci e ridere, piangere, sospirare e divertirci puntualmente.
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loquaxale
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mercoledì 19 marzo 2014
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come si può non dare 4 stelle?!
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Uno di quei film che non puoi non vedere. Grandissima trama (non per niente il libro è un best seller), bravissimi attori, e meravigliosi costumi. Per me è un capolavoro. Come ha fatto a non vincere dei premi prestigiosi non lo so. Se Gravity ne ha vinti 7...
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leamovie
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domenica 24 marzo 2013
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interessante approfondimento di un dubbio storico
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E' uno di quei classici casi dove i recensori più o meno ufficiali si trovano in ampia discordanza con il pubblico dei cinema o dell'home video. Una recensione sciatta, inadeguata, distorta come quella che compare nella home page, fa venire voglia di alzare la mano e dissentire. Sembra che non si sia visto il film, tanto le righe sono infarcite di pregiudizi, e per la storia e per il regista. Cinematograficamente, invece, la storia affascina e cattura, insinuandosi nei punti oscuri di una realtà ormai sfuggita. Bravi attori, ovvio, il film va gustato in originale, con sottotitoli (quindi si appressa meglio in casa, essendo al cinema le versioni originali merce rara nelle grandi città e ignota nella maggior parte dei cinema).
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E' uno di quei classici casi dove i recensori più o meno ufficiali si trovano in ampia discordanza con il pubblico dei cinema o dell'home video. Una recensione sciatta, inadeguata, distorta come quella che compare nella home page, fa venire voglia di alzare la mano e dissentire. Sembra che non si sia visto il film, tanto le righe sono infarcite di pregiudizi, e per la storia e per il regista. Cinematograficamente, invece, la storia affascina e cattura, insinuandosi nei punti oscuri di una realtà ormai sfuggita. Bravi attori, ovvio, il film va gustato in originale, con sottotitoli (quindi si appressa meglio in casa, essendo al cinema le versioni originali merce rara nelle grandi città e ignota nella maggior parte dei cinema). Atmosfere, intrighi, equivoci: elementi abituali della cinematografia che racconta le vicende delle corti, inglesi ma non solo. Il film restituisce un significato alla parola, alla scrittura, all'arte, E la teoria sarà anche datata ma ha elementi consistenti di fondamento. E comunque è una storia. Una storia scritta con passione per il cinema, cosa che certi recensori inadeguati e narcisi, dimostrano di non possederere.
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ultimoboyscout
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lunedì 4 marzo 2013
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chi era shakespeare?
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La domanda pare un paradosso, eppure tra le tantissime teorie di complotto, esiste anche quella, secondo cui, dietro l'identità dell'autore di Stratford-upon-Avon, si celasse Edward de Vere, Conte (o forse Duca) di Oxford, poeta e drammaturgo assai poco noto e presunto amante di Elisabetta I. Un complotto e un intreccio in puro stile Dan Brown che rasenta il fantacinema e la fantastoria affidato all'esperto di genere catastrofico Emmerich, già reinventore della preistoria e notissimo pessimista sul futuro. La storia è raccontata sotto forma di thriller politico e mette a fuoco un'ipotesi su come possono essere andati realmente i fatti e un'epoca remota come quella elisabettiana che il regista affronta con sottigliezza e tatto ma la costuzione è complicata e difficile da seguire, tortuosa nei suoi flashback per un risultato modesto, nonostante si tratti di un film insolito e non semplice da realizzare e al quale accostarsi con una certa cautela.
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La domanda pare un paradosso, eppure tra le tantissime teorie di complotto, esiste anche quella, secondo cui, dietro l'identità dell'autore di Stratford-upon-Avon, si celasse Edward de Vere, Conte (o forse Duca) di Oxford, poeta e drammaturgo assai poco noto e presunto amante di Elisabetta I. Un complotto e un intreccio in puro stile Dan Brown che rasenta il fantacinema e la fantastoria affidato all'esperto di genere catastrofico Emmerich, già reinventore della preistoria e notissimo pessimista sul futuro. La storia è raccontata sotto forma di thriller politico e mette a fuoco un'ipotesi su come possono essere andati realmente i fatti e un'epoca remota come quella elisabettiana che il regista affronta con sottigliezza e tatto ma la costuzione è complicata e difficile da seguire, tortuosa nei suoi flashback per un risultato modesto, nonostante si tratti di un film insolito e non semplice da realizzare e al quale accostarsi con una certa cautela. Partendo da una questione annosa che ha affascinato per secoli gente come Mark Twain e Charles Dickens, Emmerich azzarda che proprio de Vere fosse in realtà Shakespeare, poichè appare quantomeno misterioso come un ragazzetto non istruito abbia potuto scrivere opere di tale portata. Teoria poco battuta ma esplosiva ed affascinante, suggestiva sul piano dell'immaginario tanto da farci un kolossal letterario con un cast notevole in cui si distinguono Vanessa Redgrave e il bravissimo Rhys Ifans. Un solo grand edubbio però mi ha attanagliato dopoa ver visto il film e tuttora continua a pizzicarmi: come mai uno dovrebbe firmare opere mediocri e mai passate alla storia col proprio nome e firmarne altre clamorose, trasformandosi in una sorta di "ghost writer" a nome del Bardo?
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cenox
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martedì 15 maggio 2012
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il più grande drammaturgo di tutti i tempi
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Il film analizza la vita di William Shakespeare, ma lo fa dando adito ad una leggenda legata alla sua vita che presenta diversi misteri strettamente connessi con la sua figura. Notevolissimo per quanto riguarda le scenografie ed i costumi d'epoca, il film è abbastanza complesso, soprattutto perchè il regista sceglie, per raccontare la storia, di intrecciare diversi momenti della vita del famoso scrittore con un continuo spaziare avanti e indietro lungo la linea temporale. Emmerich, il regista, compie un ottimo lavoro, che riesce a coinvolgere, a sorprendere, ed a far pensare su chi sia veramente stato l'autore di opere teatrali immortali.
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ultimoinquisitore
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giovedì 9 febbraio 2012
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roland emmerich bravo senza catastrofi
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Molti sono stati sviati dall'interesse di andare a veder e il film per aver letto il nome del signor Roland Emmerich alla regia. Non sta molto simpatico a tanta gente, si sa, e un film come Indipendence Day lo si fa solo una volta, ok, ma questo è il ritratto di un'avventura con alla base una leggenda e come sfondo la verità storica (molto curata) e diversi personaggi perfetti per raccontarla. Il nome di Emmerich non verrebbe mai in mente (a parte in qualche estro registico quando si "lancia" sopra la città per darle un po' di respiro e ammirazione). Dopo Un quarto d'ora ci si dimentica che si un falso storico, e si comincia a divertirsi vedendo il povero Shakespeare ubriacarsi, prendersi meriti che non sono suoi e fare addirittura da antagonista.
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Molti sono stati sviati dall'interesse di andare a veder e il film per aver letto il nome del signor Roland Emmerich alla regia. Non sta molto simpatico a tanta gente, si sa, e un film come Indipendence Day lo si fa solo una volta, ok, ma questo è il ritratto di un'avventura con alla base una leggenda e come sfondo la verità storica (molto curata) e diversi personaggi perfetti per raccontarla. Il nome di Emmerich non verrebbe mai in mente (a parte in qualche estro registico quando si "lancia" sopra la città per darle un po' di respiro e ammirazione). Dopo Un quarto d'ora ci si dimentica che si un falso storico, e si comincia a divertirsi vedendo il povero Shakespeare ubriacarsi, prendersi meriti che non sono suoi e fare addirittura da antagonista. Shakespeare in love (1998) di Madden metteva in parallelo la vita di Shakespeare con la sua opera "Romeo e Giulietta". Qui è in parallelo con l'Amleto. L'Amleto è il Duca di Oxford, che deve mentire per dar fiato (non il suo) alle parole delle sue opere. Menzogne, segreti, amore, ambizioni al trono e "mostri" che appaiono appunto macchiette del teatro. Come nel teatro elisabettiano il pubblico (la regia) circonda senza dare respiro e modo di scappare a nobili, re, plebei, attori, mostri, zingari, militari, tutti.
Si ride, ci si commuove, si sta in tensione e si riflette, non c'è tregua per lo spettatore che viene chiamato a partecipare. In fondo è un'avvincente storia confezionata con gusto e rispetto, ma stavolta Emmerich avrebbe dovuto usare uno pseudomino. Pellicola vivamente consigliata.
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vittorio
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venerdì 3 febbraio 2012
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interessante ma non verra' ricordato
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Avvincente, con questa storia che lascia il dubbio fino alla fine....Shakespeare è stata una montatura??? E' un impostore? Film differente che pero' si perde in qualche leggerezza e che lascia lo spettatore troppo freddo...
Complessivamente da vedere...
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luana
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martedì 27 dicembre 2011
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un film che vuole dimostrare una tesi
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Plausibile.I drammaturghi Ben Johnson; Christopher Marlowe; per non parlare di Shakespeare fanno in questo film una ben magra figura; sono davvero ridicolizzati, soprattutto Shakespeare, rappresentato come un attoruccolo furbo, abile e soprattutto quasi analfabeta.Viene edificato invece il personaggio del duca di Oxford, il nobile che sarebbe stato il vero autore delle opere shakespeariane.La tesi è suggestiva in lo stesso,in quanto facente parte della corte poteva essere davvero quello che poteva davvero avere un punto di vista privilegiato per scrivere di certi intrighi e altro. Inoltre la sua figura è tratteggiata come estremamente fantasiosa e poetica più che attiva:"sentiva le voci" e le doveva mettere su carta.
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Plausibile.I drammaturghi Ben Johnson; Christopher Marlowe; per non parlare di Shakespeare fanno in questo film una ben magra figura; sono davvero ridicolizzati, soprattutto Shakespeare, rappresentato come un attoruccolo furbo, abile e soprattutto quasi analfabeta.Viene edificato invece il personaggio del duca di Oxford, il nobile che sarebbe stato il vero autore delle opere shakespeariane.La tesi è suggestiva in lo stesso,in quanto facente parte della corte poteva essere davvero quello che poteva davvero avere un punto di vista privilegiato per scrivere di certi intrighi e altro. Inoltre la sua figura è tratteggiata come estremamente fantasiosa e poetica più che attiva:"sentiva le voci" e le doveva mettere su carta.Tra parentesi "sentire le voci" richiama una forma di psicosi. Il film ha però un montaggio pessimo e per chi non conosce bene la storia dei Tudor, risulta davvero confusionario e dal lato storico ( tutto il piano relativo alla rappresentazione del Riccardo terzo con la conseguente decapitazione del conte di Essex e il salvataggio del figlio "bastardo",anch'esso amante della regina,il conte di Southampton: tra l'altro il bellissimo attore australiano Xavier Samuel) da ignorante della materia, non so da che fonte possa provenire. Il film però non ha momenti di vera suggestione:non ti fa cioè penetrare nella sua tesi. Da un altro punto di vista si può dire che smitizza e umanizza certi miti...ma davvero troppo. I sonetti; alcune opere di Shakespeare sono musica per le orecchie di noi italiani. Figuriamoci per gli inglesi!!.
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(di luana)
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astromelia
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venerdì 16 dicembre 2011
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chi sia stato non si sa..........
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al di là del dubbio "hamletico" per restare in tema sull'esistenza di un chichessia shakespeare,devo dire che questo tipo di film in costume,sulle dinastie e i misfatti di quell'epoche,ono sempre ottimi affreschi, piacevoli e densi d'inquadrature "pienotte" e di bei dialoghi come in questo film.
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