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francesco giuliano
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giovedì 30 settembre 2010
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la dritta via è smarrita
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Questo film presenta, ovviamente, diverse chiavi di lettura. Quella che mi è più congeniale corrisponde alla metafora della situazione socio-politica della nostra Italia, dove non c’è creatività, originalità, fantasia e dove la voce degli intellettuali è debole e priva di senso e dove il grigiore predomina.
Silvio Orlando rappresenta con il suo aspetto, a volte simpatico, a volte buffo, a volte triste, a volte enigmatico, a volte ingenuo, un intellettuale della disorientata Sinistra Italiana, divisa in mille rivoli, smarrita nel teatro della politica, e incerta nelle scelte da fare, che non sa ascoltare i giovani, che non sa avanzare idee nuove, che è ancorata a trascorsi schematismi ormai lontani nel tempo, senza nessuno ancoraggio ai problemi sociali e politici del tempo presente.
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Questo film presenta, ovviamente, diverse chiavi di lettura. Quella che mi è più congeniale corrisponde alla metafora della situazione socio-politica della nostra Italia, dove non c’è creatività, originalità, fantasia e dove la voce degli intellettuali è debole e priva di senso e dove il grigiore predomina.
Silvio Orlando rappresenta con il suo aspetto, a volte simpatico, a volte buffo, a volte triste, a volte enigmatico, a volte ingenuo, un intellettuale della disorientata Sinistra Italiana, divisa in mille rivoli, smarrita nel teatro della politica, e incerta nelle scelte da fare, che non sa ascoltare i giovani, che non sa avanzare idee nuove, che è ancorata a trascorsi schematismi ormai lontani nel tempo, senza nessuno ancoraggio ai problemi sociali e politici del tempo presente.
La storia si svolge in un piccolo paese della Toscana, un borgo medievale ancora apparentemente intatto, dove tutto va a rotoli, dove il popolo che una volta rispondeva al richiamo di eventi come la celebrazione della Passione non è più presente, dove le case sono decrepite, dove le pregiate opere artistiche si degradano, dove il potere politico costituito si mostra cinico e arrogante e basa, su ricatti miserabili e spregevoli, la realizzazione di certi obiettivi che ritiene possano richiamare e coinvolgere i paesani. Ma il pubblico vuole idee nuove, fresche e giovani non ancorate a vecchi e obsoleti schematismi che ripetono sempre la stessa sbobba. Ne è una prova la presenza dell’attrice, impersonata dalla Capotondi, che va a trovare con tanta gioia e molte aspettative il regista Dubois-Orlando, ma che rimane delusa, si irrita e va via dopo avere ascoltato da questi una estemporanea storia, trita e ritrita, di un ipotetico film dalla fine incognita, che non ha niente di originale. Dubois-Orlando, regista del tempo passato, bravo ma ormai dimenticato ed escluso dall’albero genealogico dei registi italiani, con i suoi ossessivi intercalari fastidiosi, rileva con grande bravura la metafora di ciò che avviene nella nostra società.
Un film “La Passione” di Mazzacurati che, dietro la rigenerante ilarità che suscita costantemente nello spettatore, nasconde il dramma dei nostri giorni, ma che con l’urlamento di un ragazzo vuole spronare i giovani di oggi ad alzare la testa per pensare al proprio futuro. Bravi Battiston e Guzzanti, assieme a Messeri e Capotondi. Ottimo il regista. (Francesco Giuliano)
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chuckyaeger
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domenica 26 settembre 2010
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non male
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Non è un film entusiasmante, ma è un prodotto di buona fattura perchè figurano attori di buon livello e c'è una giusta dose di battute e situazioni divertenti che rendono godibile il film.
Interessante anche la figura della Capotondi/ Laurina, smaniosa di fare il salto verso il grande schermo perchè ormai schiacciata dal ruolo nel fumettone TV; significativa la scena della Capotondi al ristorante, quando gli avventori la riconoscono per la Laurina del serial TV: rende bene l'idea di quanto la televisione possa divulgare i volti e di quanto i fan possano essere molesti.
Da incorniciare la prestazione di Battiston; Silvio orlando bravo come sempre, Corrado Guzzanti in grande spolvero.
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Non è un film entusiasmante, ma è un prodotto di buona fattura perchè figurano attori di buon livello e c'è una giusta dose di battute e situazioni divertenti che rendono godibile il film.
Interessante anche la figura della Capotondi/ Laurina, smaniosa di fare il salto verso il grande schermo perchè ormai schiacciata dal ruolo nel fumettone TV; significativa la scena della Capotondi al ristorante, quando gli avventori la riconoscono per la Laurina del serial TV: rende bene l'idea di quanto la televisione possa divulgare i volti e di quanto i fan possano essere molesti.
Da incorniciare la prestazione di Battiston; Silvio orlando bravo come sempre, Corrado Guzzanti in grande spolvero.
La Smutiniak mi è parsa un po' ai margini, tutto sommato.
Il finale poi mi è parso non scontato, non ovvio, e questo è un bene.
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