gabriella
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mercoledì 21 aprile 2010
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in attesa del miracolo
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Ha lo sguardo freddo e distaccato il lavoro della Hausner,ma accompagna con delicatezza e in punta di piedi la schiera di pellegrini che si è recata a Lourdes con la speranza di una guarigione, di un sollievo, nel corpo, evidenzia la regista, perchè se la nostra anima è malata è perchè il corpo soffre, e se il corpo soffre, la fede diventa debole. Christine è una giovane donna affetta da sclerosi a placche, condannata su una sedia a rotelle, per mangiare deve farsi imboccare, Lourdes per lei è un posto come un altro per uscire di casa, a volte capitano viaggi culturali che lei sottolinea, preferisce, ma si adegua anche lì, paziente, con la ragazza volontaria che l'assiste presa più a flirtare con i volontari dell'ordine di Malta che accompagnarla nelle sue urgenze e necessità.
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Ha lo sguardo freddo e distaccato il lavoro della Hausner,ma accompagna con delicatezza e in punta di piedi la schiera di pellegrini che si è recata a Lourdes con la speranza di una guarigione, di un sollievo, nel corpo, evidenzia la regista, perchè se la nostra anima è malata è perchè il corpo soffre, e se il corpo soffre, la fede diventa debole. Christine è una giovane donna affetta da sclerosi a placche, condannata su una sedia a rotelle, per mangiare deve farsi imboccare, Lourdes per lei è un posto come un altro per uscire di casa, a volte capitano viaggi culturali che lei sottolinea, preferisce, ma si adegua anche lì, paziente, con la ragazza volontaria che l'assiste presa più a flirtare con i volontari dell'ordine di Malta che accompagnarla nelle sue urgenze e necessità. Del resto Lourdes viene presentato come un potente mezzo per fare soldi, persino le immersioni nell'acqua benedetta della grotta Massabielle sembrano un'organizzata catena di montaggio, e le confessioni, dove il sacerdote, di fronte alla dichiarata sofferenza della protagonista che afferma di desiderare di essere una "persona normale", recita stancamente la formula d'ufficio " Credi che avere le gambe significhi essere felici"? Oppure quando i sacerdoti insieme ai volontari scherzano e si raccontano storielle davanti a un buon bicchiere di vino "Desiderate acqua di Lourdes"?_ No, grazie_.
Perchè c'è il mondo dei malati e il mondo dei sani, e il mondo dei malati , unito dalla sofferenza, finisce per sgretolarsi quando qualcuno è beneficiato da una grazia, un miracolo, forse? Quando Christine si alza dalla sua sedia a rotelle e inizia a camminare, , con tutta la gente più meritevole,, più devota, perchè mai è stata scelta lei? Sono domande che non ottengono risposta, la vita spesso ha strani disegni, diventa incomprensibile, difficile da accettare un Dio iniquo nel distribuire doni ai propri figli. Christine stessa stenta a crederci e approfitta del suo attuale stato "normale" cercando di non farsi mancare nulla, anche la passeggiata in montagna, o il ballo della serata finale, morde velocemente e con avidità quella fetta di normalità, come se avvertisse che è una cosa momentanea, come lo stesso Medical Bureau le paventa dopo averla visitata. Alla fine la giovane sembra avere una ricaduta, in fondo il corpo umano è una macchina talmente complessa di cui conosciamo ancora così poco, Christine torna a sedersi sulla sua infermità (momentanea)?, tornando a condividere la stessa sorte dei suoi compagni di viaggio. Sullo sfondo, la macchina da presa inquadra sfocati, ma con puntigliosa discrezione, i negozi di souvenir e i turisti davanti alle vetrine, di sicuro qualcuno ci ha guadagnato.
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nigel mansell
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venerdì 11 marzo 2011
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qual'è il senso?
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Qual'è il senso della vita? Chi comprende la volonta di Dio? Perchè a qualcuno sì e a qualcun'altro no? In questo enorme baraccone che è Lourdes, dove convivono malati speranzosi oppure invidiosi e rancorosi nei confronti di chi appare sano, atei ed increduli, disillusi ed entusiasti, ed altri che cercando disperatamente di dare un senso alla propria vita le risposte non si trovano. Tutti ricercano la felicità, ma in fondo è lo specchi della vita. E' incredibile che questo film sia stato premiato sia da associazione cattoliche che di atei... a chi ha fede forse un tassello più per la sua ricerca, a chi è ateo forse una conferma in più che suffraga le sue convenzioni.
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Qual'è il senso della vita? Chi comprende la volonta di Dio? Perchè a qualcuno sì e a qualcun'altro no? In questo enorme baraccone che è Lourdes, dove convivono malati speranzosi oppure invidiosi e rancorosi nei confronti di chi appare sano, atei ed increduli, disillusi ed entusiasti, ed altri che cercando disperatamente di dare un senso alla propria vita le risposte non si trovano. Tutti ricercano la felicità, ma in fondo è lo specchi della vita. E' incredibile che questo film sia stato premiato sia da associazione cattoliche che di atei... a chi ha fede forse un tassello più per la sua ricerca, a chi è ateo forse una conferma in più che suffraga le sue convenzioni. Per il resto film ben diretto e recitato. Da cristiano io dico che alla fine lei ha dubitato come Mosè.
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giugy3000
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martedì 19 ottobre 2010
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un viaggio laico nel sacro
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Fanatici, cristiani, agnostici, atei…poco importa in cosa si crede quando si è affetti da sclerosi multipla e si fatica a condurre una vita “normale”. Quando l’unico modo per uscire di casa e vedere posti e gente nuova è partecipare ad uno degli innumerevoli pellegrinaggi a Lourdes, Christine non si tira indietro e con partecipazione rassegnata osserva solitaria e quasi muta le benedizioni, le messe e le preghiere di quei giorni, per ritrovare almeno un po’ di pace interiore. Tra tutto il gruppo di pellegrini lei pare quella meno credente e convinta del ruolo benedetto e salvifico della Vergine e il suo sguardo si posa indifferente sulle acque dal ruolo miracoloso e sulle vane cerimonie serali di assoluzione.
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Fanatici, cristiani, agnostici, atei…poco importa in cosa si crede quando si è affetti da sclerosi multipla e si fatica a condurre una vita “normale”. Quando l’unico modo per uscire di casa e vedere posti e gente nuova è partecipare ad uno degli innumerevoli pellegrinaggi a Lourdes, Christine non si tira indietro e con partecipazione rassegnata osserva solitaria e quasi muta le benedizioni, le messe e le preghiere di quei giorni, per ritrovare almeno un po’ di pace interiore. Tra tutto il gruppo di pellegrini lei pare quella meno credente e convinta del ruolo benedetto e salvifico della Vergine e il suo sguardo si posa indifferente sulle acque dal ruolo miracoloso e sulle vane cerimonie serali di assoluzione. La notte prima della partenza del suo ritorno a Roma però va con le sue gambe in bagno e d’un tratto pare ricordarsi come si cammina, come si vive senza l’aiuto costante di qualcuno. Miracolo?!
Che un film del genere non abbia preso l’anno scorso il Leone d’Oro fa stupire, considerando quanto è difficile mettere sul grande schermo, oggi, temi religiosi di questa portata, non annoiare in un crescendo di paternostri ed ave marie e non scivolare in tesi in toto miscredenti o mistiche. L’eccellente regia di questo film aggira tutti questi ostacoli e si porta sul podio dei migliori film del 2009 con una protagonista di una bravura strabiliante, già notata al fianco di Marion Cotillard in “La vie in rose”.
L’ottima fotografia e sceneggiatura ci portano sulle strade della commerciale Lourdes fra santini e rosari finti dove si consumano ogni anno drammi veri. Poco o niente si sa di Dio, tutto si conosce del dolore, di fronte al quale siamo tutti uguali. C’è una predestinazione?Chi crede maggiormente si salverà? Esistono i miracoli e se sì, perché spettano solo ad alcuni privilegiati?Se Dio è buono ed onnipotente perché permette i mali e non salva tutti gli uomini? Questi ed altri interrogativi hanno attraversato la religione e la filosofia per millenni, la teodicea leibniziana ne è un ottimo esempio, ma lo stesso prete che nel film viene interrogato dai malati durante i colloqui serali non sa fornire risposte a tutto ciò se non invocando una devota fede che investa prima l’animo di ognuno. Facile a dirsi, un po’ meno a convincersi che sia così… per usare profanamente le parole del Liga. Il film procede dandoci un’interpretazione a tutti gli effetti binaria e parallela: se il punto di vista dello spettatore sarà credente, la guarigione di Stephanie sarà il segno divino di un Cristo libero che agisce secondo leggi che non saranno mai apprendibili con l’intelletto; se lo spettatore sarà ateo o incredulo a codesti problemi, la guarigione di Stephanie sarà vista o come un caso fortuito o tramite la forza dell’amore per il giovane volontario militare da lei già incontrato mesi prima in un pellegrinaggio romano. Un importante messaggio filosofico trapela da questi 99 minuti di pellicola: qualunque cosa sia sopra di noi, buona o cattiva, qualsiasi sia la causa della nostra vita e delle nostre sofferenze, la nostra vita ci appartiene e solo in questa terra ci è permesso di viverla ANCHE con il corpo. La virtù sta nel mezzo e solo i più saggi sapranno calibrare i loro giorni tra un edonismo epicureo e un’estasi mistica plotiniana. La felicità non può esserci insegnata, sta a noi e solo noi saperla cogliere in qualcosa, che sia esterna o interna al nostro corpo.
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francesco2
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sabato 13 febbraio 2010
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sceneggiatura così.........ma il film vola alto
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Nonostante l'austriaca Hausner(O i suoi sceneggiatori) ci regalino vari bozzetti di cui avrei fatto volentieri a meno,si pensi al prete(Ma non ai suoi dialoghi)o alle fastidiose figurine delle fotografie),"Lourdes" è un flm che le giurie dei Festival potrebbero e dovrebbero ignorare solo in caso di agguerrita concorrenza.
Per motivare questa tesi, ancora più che sull'umorismo EM_PIO e IM_PIETOSO al tempo stesso(valga per tutto il già citato prete che dubita esplicitamente che chi può camminare sia più contento di chi non può farlo), o su certe scene commoventi(Penso alla storia dell'"Altra"inferma e di sua madre, che da sola varrebbe il prezzo del biglietto), mi vorrei soffermare sul messaggio dl film , o quantomeno su ciò che io ne ho compreso.
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Nonostante l'austriaca Hausner(O i suoi sceneggiatori) ci regalino vari bozzetti di cui avrei fatto volentieri a meno,si pensi al prete(Ma non ai suoi dialoghi)o alle fastidiose figurine delle fotografie),"Lourdes" è un flm che le giurie dei Festival potrebbero e dovrebbero ignorare solo in caso di agguerrita concorrenza.
Per motivare questa tesi, ancora più che sull'umorismo EM_PIO e IM_PIETOSO al tempo stesso(valga per tutto il già citato prete che dubita esplicitamente che chi può camminare sia più contento di chi non può farlo), o su certe scene commoventi(Penso alla storia dell'"Altra"inferma e di sua madre, che da sola varrebbe il prezzo del biglietto), mi vorrei soffermare sul messaggio dl film , o quantomeno su ciò che io ne ho compreso.
Oltre che chiedersi-Giustamente-cosa sia il miracolo PER "Lourdes",bisognerebbe chiedersi secondo me cosa sia la felicità IN "Lourdes"(Proprio "Felicità" è la canzone che chiude il film, nell'ultima enigmatica scena).Del resto, le due cose si inrecciano:SE un "miracolo" è (ri?)alzarsi nonostante una fede modesta o inesistente, quasi per dimostrare a un prete cinico che il corpo vale almeno quanto l'anima)la FELICITA' forse consiste nell'ACCETTARE una condizione(Definitiva?) di inferma, non in nome di una stoica o cristiana(?)rassegnazione, ma perché nella sua (Apparente) piccolezza la protagonista interpretata da Sylvie Testud è riuscita a dimostrare, in un ambiente misto di bigottismo e religiosità di convivenza, che i MIRACOLI, laici o religiosi che siano, a volte arrivano quando e per chi meno te l'aspetteresti,e che spesso l'atteggiamento dell'ambiente che ne è testimone, tantopiù in un luogo che dovrebbe richiamare alla cristianità ed alla speranza, mette in evidenza una perplessità che assume sfaccettature di invidia.
Dunque,una delle letture del film potrebbe essere che, al di là di terzomondismi(Come li ribttezzano i destrorsi d casa nostra) e rivincite politicamente corrette dei(Veri?)deboli, il MIRACOLO del film non riguarda tanto la trascendenza quanto l'immanenza di chi, in apparenza trascurato e trascurabile in un ambiente abbastanza poco "Cristiano". è riuscito più o meno definitivamente a scuotere un ambiente tanto assetato di spiritualità in teoria quanto desolante e desolato nella pratica,andando molto oltre i curiosi"Miracoli" messi in scena dagli Winspeare di casa nostra.
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marezia
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domenica 14 febbraio 2010
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il fascino della fede (versione corretta)
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Strana pellicola questa, solo apparentemente edificante o almeno ortodossa. Eh sì, perché ci mostra lo scetticismo, il dubbio di chi tra la routine e la fede aspetta il miracolo che duri, quello non annullato da una ricaduta molto probabile e il bello è che i San Tommaso sono dappertutto: tra i preti e i soldati, tra i malati e i sani. Qualcuno lo ha definito ateo, altri anticlericale, io direi solo LAICO e mi sembra strano che chi a Lourdes le ha accordato il permesso di girare non l'abbia capito; forse non ha letto nemmeno il copione ma si è fidato intravedendone l'aspetto pubblicitario. Meglio così.
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