lost876
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martedì 15 settembre 2009
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bellissimo!!!
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Il film è veramente bello e tratta temi che fanno riflettere sul valore della vita e avendo anche letto il libro posso dire cge il film non mi ha deluso per niente, anzi rispecchia benissimo il messaggio che la scrittrice vuole trasmettere!!!
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maria
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domenica 13 settembre 2009
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peccato
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il soggetto era buono, se la sceneggiatura avesse avuto effettivamente come tema centrale il problema della sorella donatrice e avesse rinunciato al colpo di scena finale(peraltro ben rappresentato),il risultato sarebbe stato migliore.La rappresentazione della malattia è artificiosa,a volte non realistica, tutto sommato non dissimile dai soliti clichè,a parte qualche momento di buona ispirazione registica. Il motivo della ribellione della sorella era molto interessante, anche la figura dell'avvocato, con tutti i problemi etici che solleva; ma come ho detto viene trascurato, alla fine quasi annullato dalla "rivelazione" che era stata la sorella malata a volerlo - un modo quasi irritante di togliersi d'impaccio, di non approfondire.
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il soggetto era buono, se la sceneggiatura avesse avuto effettivamente come tema centrale il problema della sorella donatrice e avesse rinunciato al colpo di scena finale(peraltro ben rappresentato),il risultato sarebbe stato migliore.La rappresentazione della malattia è artificiosa,a volte non realistica, tutto sommato non dissimile dai soliti clichè,a parte qualche momento di buona ispirazione registica. Il motivo della ribellione della sorella era molto interessante, anche la figura dell'avvocato, con tutti i problemi etici che solleva; ma come ho detto viene trascurato, alla fine quasi annullato dalla "rivelazione" che era stata la sorella malata a volerlo - un modo quasi irritante di togliersi d'impaccio, di non approfondire.
Cameron Diaz fa del suo meglio ma non commuove, non entra del tutto nella parte e forse non dipende solo da lei.Bravissimi Alec Baldwin e la giovanissima interprete di Anne.
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eles
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sabato 12 settembre 2009
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non all'altezza
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Lo so, lo so, sapevo che sarebbe stato strappalacrime, ma stante il bellissimo The notebook, ho deciso di vederlo; non è tanto il fatto che sia sentimentale, ma è proprio una certa ostentazione alle lacrime che non ti lascia per tutta la sua durata il suo difetto. Una storia così si poteva raccontarla in altro modo; l'unico passaggio che veramente mi è piaciuto, per la sua sensibilità, è quando i due ragazzi malati s'incontrano e si sostengono. Per il resto non lo ricorderò.
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ciccio capozzi
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venerdì 11 settembre 2009
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dietro le lacrime, un dibattito civile
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“LA CUSTODE DI MIA SORELLA” di NICK CASSAVETES; USA, 09. Kate è ammalata di leucemia. Per avere midollo spinale e ad un eventuale rene sicuramente compatibili, l’indomita madre programma un’altra figlia in provetta, Anne: che, però, va da un avvocato per negare ai genitori la possibilità di “usare” il suo corpo. Tratto da un romanzo, a sua volta modellato su una storia vera, il film è una perfetta, “inesorabile” macchina strappalacrime. Sicuramente con l’ausilio del testo di partenza, la sceneggiatura fa scattare con puntualità perfetta il pianto per la drammaticità delle situazioni di scena. Perciò ha fatto storcere il naso a molta critica. Tuttavia, il film, in quello che è il suo fine narrativo, è coerente e riuscito.
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“LA CUSTODE DI MIA SORELLA” di NICK CASSAVETES; USA, 09. Kate è ammalata di leucemia. Per avere midollo spinale e ad un eventuale rene sicuramente compatibili, l’indomita madre programma un’altra figlia in provetta, Anne: che, però, va da un avvocato per negare ai genitori la possibilità di “usare” il suo corpo. Tratto da un romanzo, a sua volta modellato su una storia vera, il film è una perfetta, “inesorabile” macchina strappalacrime. Sicuramente con l’ausilio del testo di partenza, la sceneggiatura fa scattare con puntualità perfetta il pianto per la drammaticità delle situazioni di scena. Perciò ha fatto storcere il naso a molta critica. Tuttavia, il film, in quello che è il suo fine narrativo, è coerente e riuscito. Inoltre, esso, all’interno di un drammone familiar-ospedaliero, agita il dibattito su alcuni temi di grande attualità civile: sull’”uso” del proprio corpo contro l’accanimento sia terapeutico che affettivo, cioè dettato dalla volontà ferrea della madre, sicuramente desiderosa di lottare fino allo spasimo per la salvezza. E lo fa con l’asciuttezza propositiva della migliore tradizione di Hollywood, ponendo tutte le implicazioni possibili. La complessità e le sfaccettature del film, tranne qualche lieve cedimento, sono molto egregiamente personificate nella ricchezza dell’interpretazione di Cameron Diaz.
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greg2
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lunedì 7 settembre 2009
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questo film è meraviglioso
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Emozionante, toccante, a tratti straziante ma davvero stupendo questo film di Nick Cassavates.
Un'opera che ti insegna ad amare la vita, a capirne il senso e a valorizzarne i prinicipi; un vero inno alla vita da guardare con un groppo in gola pazzesco perchè ci si rende conto solo in quei momenti di quanto siano importanti certe cose che per tutti noi sembrano natuturali.
Guardatelo assolutamente, uscirete dalla sala con una lacrimuccia che vi farà riflettere su quanto sia preziosa la vita e su quanto debba essere custodita.
Fa specie purtroppo constatare la presenza in sala di ben (!) 7 persone alle 20.30 di Domenica in un noto multisala di Milano ma, si sa, l'italiano medio purtroppo non è in grado di aprezzare questo genere di film.
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paioco89
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lunedì 7 settembre 2009
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la malattia e la sofferenza per cassavetes
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Le problematiche della vita sono un tema caro a Cassevetes, già dal suo primo film "Mariti". Adesso il regista americano si concentra sulla malattia, la sofferenza e la morte. Il film è drammatico e molto biografico, trattando fondamentalmente l'evoluzione della malattia di Kate vista dai componenti familiari, dando poco spazio però alla condizione della ragazzina malata. Il film tocca un tema molto delicato dove è facile emozionarsi ed è facile provare sentimenti, risultando però anche troppo "pesante" e monotono. La vita di Kate manca, viene più osservata esternamente e meno vissuta internamente. Cassavetes si concentra sui problemi della vita familiare causati della figlia malata senza arrivare però ad una forte conclusione, ad un messaggio chiaro ed esplicito.
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Le problematiche della vita sono un tema caro a Cassevetes, già dal suo primo film "Mariti". Adesso il regista americano si concentra sulla malattia, la sofferenza e la morte. Il film è drammatico e molto biografico, trattando fondamentalmente l'evoluzione della malattia di Kate vista dai componenti familiari, dando poco spazio però alla condizione della ragazzina malata. Il film tocca un tema molto delicato dove è facile emozionarsi ed è facile provare sentimenti, risultando però anche troppo "pesante" e monotono. La vita di Kate manca, viene più osservata esternamente e meno vissuta internamente. Cassavetes si concentra sui problemi della vita familiare causati della figlia malata senza arrivare però ad una forte conclusione, ad un messaggio chiaro ed esplicito. La pellicola non insegna e non impegna lo spettatore in riflessioni sulla vita e sul dolore, fa vedere la malattia nuda e cruda, violenta e devastante con tutte le sue ripercussioni sui rapporti interpersonali. Forse ci si poteva aspettare una crescita nel film, un'approfondimento significativo su una questione così importante e toccante, invece il tutto rimane su un livello terreno, spoglio, dove c'è spazio solo per la disperazione e l'ossessione a salvare un qualcosa che è impossibile mantenere in vita, oltre però al fatto di riuscire a gustarsi anche le piccolezze che ogni giorno ci vengono donate. La recitazione non pecca in pateticismi o atteggiamenti teatrali, ma espone il dolore senza filtri o retoriche, arrivando diretto al cuore degli spettatori, emozionando facilmente il pubblico e portandolo fuori dalla sala con una voglia di vivere e vedere il mondo, forse, leggermente cambiata.
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beppus629
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lunedì 7 settembre 2009
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sconvolgente
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Finale che rispecchia molto la realtà ma è stato completamente modificato rispetto al finale del libro.
Non dovevano farlo perchè un film del genere nn può finire in questo modo anche perché le morti si comparano!
A qst punto speravo che nn morisse quella che muore ma l'altra che doveva morire come succedeva nel libro.
Hanno ftt l'esatto contrario del libro a parte il ftt della vincita della causa di anna!!!!
[+] ah beh
(di astromelia)
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mizzrozzella
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sabato 5 settembre 2009
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bello ma alla fine..
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ha tradito il finale del libro. Diciamo che una storia del genere non può accontentare nessuno ma il finale del romanzo era, secondo il mio parere, da rispettare. L'argomento è tragico e delicato ma mi è sembrato che si sia voluto chiudere i giochi facendo contenti tutti (se si può essere mai contenti in una situazione del genere). Può darsi che si sia scelto un finale politically correct. Bella colonna sonora.
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mat_teo
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sabato 5 settembre 2009
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grandi aspettative premiate,
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Sono stato attirato da questo film essenzialmente per due motivi: il tema etico affrontato e la prova profondamente drammatica di Cameron Diaz. Così sono dovuto andare alla primissima proiezione,proprio ieri sera. Mi aspettavo un bel film,toccante ovvio,ma non immaginavo potesse arrivare a picchi tali di drammaticità e coinvolgimento emotivo. Dall'inizio alla fine è stato un susseguirsi di forti emozioni,nonché lacrime e immedesimazioni varie. Ma ciò che mi ha colpito,escludendo le ottime interpretazioni degli attori e l'eccellente regia,è stata la trattazione di un tema così delicato senza falsi moralismi e perbenismi,arrivando a superare la tematica stessa verso un'idea più alta: il senso vero della vita.
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Sono stato attirato da questo film essenzialmente per due motivi: il tema etico affrontato e la prova profondamente drammatica di Cameron Diaz. Così sono dovuto andare alla primissima proiezione,proprio ieri sera. Mi aspettavo un bel film,toccante ovvio,ma non immaginavo potesse arrivare a picchi tali di drammaticità e coinvolgimento emotivo. Dall'inizio alla fine è stato un susseguirsi di forti emozioni,nonché lacrime e immedesimazioni varie. Ma ciò che mi ha colpito,escludendo le ottime interpretazioni degli attori e l'eccellente regia,è stata la trattazione di un tema così delicato senza falsi moralismi e perbenismi,arrivando a superare la tematica stessa verso un'idea più alta: il senso vero della vita.
Forse a molti non piacerà,verrà giudicato troppo pesante,causa di tristezza fine a se stessa. Secondo me invece può essere fonte di molte riflessioni,perchè alla fine è chiaro il messaggio che viene lanciato dal regista.Forte e chiaro.
Da vedere,in special modo con una persona vicino che ti possa passare un fazzoletto. ;)
Matteo
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gianluca crudeli
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sabato 5 settembre 2009
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perchè distruggere un bel film ???
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Non ne posso piu' di leggere critiche negative su questo film. Possibile che quando un'opera indaga sul dolore di una tragedia facendo provare emozioni a chi guarda e facendo riflettere su quanto sia importante vivere i "grandi" critici della carta stampata lo debbano demolire? Un film bellissimo straziante con una bravissima C.Diaz.Piangere ogni tanto fa bene... Riflettiamo perchè vivere,forse, è una fortuna che non tutti hanno.
[+] concordo pienamente
(di lallosa)
[ - ] concordo pienamente
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