andreapergola
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venerdì 14 maggio 2010
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steve della casa, sull’opera di marco filiberti
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“E’ molto curiosa e variegata la carriera artistica di Marco Filiberti. Ha frequentato teatro,cinema e sale di registrazione. Ha unito Brecht e Ariosto. Ha proposto se stesso come tratto forte di un film che ha suscitato scalpore e scandalo. Adesso si è cimentato in un’importante produzione internazionale. Ha forse una specifica identificazione che unisce tutte questi trascorsi così eccentrici: la passione per il melodramma.
Il suo nuovo film è una ronda amorosa, un turbine emotivo che si scatena in un contesto mediterraneo.
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“E’ molto curiosa e variegata la carriera artistica di Marco Filiberti. Ha frequentato teatro,cinema e sale di registrazione. Ha unito Brecht e Ariosto. Ha proposto se stesso come tratto forte di un film che ha suscitato scalpore e scandalo. Adesso si è cimentato in un’importante produzione internazionale. Ha forse una specifica identificazione che unisce tutte questi trascorsi così eccentrici: la passione per il melodramma.
Il suo nuovo film è una ronda amorosa, un turbine emotivo che si scatena in un contesto mediterraneo. Queste passioni hanno una dimensione carnale ... Qui le reminiscenze classiche – Ulisse, la maga Circe, il contrasto dell’uomo con la forza prorompente della natura – hanno conseguenze che modificheranno definitivamente la vita dei protagonisti. Nulla sarà mai più come prima, ogni personaggio dovrà fare i conti con un passato che non c’è più. Sono le leggi del melodramma che richiedono sentimenti forti, passioni travolgenti, modifiche che invadono i personaggi, comportando vere e proprie mutazioni genetiche.... La grande forza di Marco Filiberti consiste nel portare all’estremo tutto questo, nell’osare, nel mettersi in gioco. Il cinema contemporaneo ha bisogno di melodramma. Ha bisogno di emozioni forti, di momenti di suggestione che superino la contemporaneità. In questo, Filiberti ha fatto tesoro della propria carriera. Non si può restare indifferenti di fronte a un lavoro che non ha nulla di sommesso, di pacato, di mediato. Come la vita, come l’amore.”
Tratto dal libro Il Mélo Ritrovato – Il Compleanno di Marco Filiberti (ed. De Luca Editori d’Arte)
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paolorol
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giovedì 17 settembre 2009
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garbata commedia melodrammatica
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Il film si distanzia dalla maggior parte della produzione italiana perchè non è volgare, e questo è già di per sè un pregio raro, e sa trattare un tema ritenuto ,nel bel mezzo del primo decennio del Duemila,ancora "scottante" o "delicato", in un paese costretto a languire sotto la mortifera ombra del Vaticano. Si tratta di omosessualità,ed l'argomento è trattato con leggerezza ma senza superficialità ed al di fuori di stereotipi scontati. Regia intelligente, anche se convenzionale e a tratti un pò manieristica. Interpreti che, ben diretti, sanno dare il meglio di sè. Simpatica l'apparizione cameo di Piera Degli Esposti, a torto non citata fra gli interpreti dell'opera. Il film scorre piacevolmente e non si sbadiglia: quanti altri film italiani possono vantare questo pregio? A Venezia, pur presentato al mattino, ha raccolto lunghi applausi (autentici) che hanno quasi colto di sorpresa regista ed interpreti,che non si aspettavano tanto calore in una manifestazione nota per i suoi "mattonazzi" intellettualoidi.
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