no_data
|
lunedì 21 novembre 2022
|
larry david come "alter ego" di allen.
|
|
|
|
Incentrato sulle peripezie anche sentimentali del protagonista e sulla sua caustica ironia - l'attore, Larry David sembra quasi un "alter ego" del regista Allen - il film presenta ogni tanto degli "intermezzi" in cui l'attore si rivolge allo schermo e al pubblico, quasi in uno "straniamento" brechtiano da opera didattica. L'andamento e' da commedia brillante anche se amarotica come tutti i films dell'autore: i personaggi sono quasi sempre insoddisfatti del loro partner e ne ricercano un altro. La maturita' di Allen e' assai prolifica, con prodotti cinematografici dagli sfondi americani ed europei, soprattutto parigini.
|
|
[+] lascia un commento a no_data »
[ - ] lascia un commento a no_data »
|
|
d'accordo? |
|
steffa
|
giovedì 2 maggio 2019
|
alta filosofia
|
|
|
|
film piacevole dalle tematiche filosofiche ardite , regala tutto ciò che ci si può aspettare dal grande Allen , peccato che Larry David a mio avviso risulta poco incisivo e credibile, forse leggermente a disagio nel ruolo e troppo forzatamente macchietta
|
|
[+] lascia un commento a steffa »
[ - ] lascia un commento a steffa »
|
|
d'accordo? |
|
floyd80
|
domenica 11 ottobre 2015
|
mediocre
|
|
|
|
Premessa ritengo Allen un regista mediocre.
Basta che funzioni è una pellicola noiosa e senza anima. Dove i pistolotti del protagonista (Allen...ehm...Cavill) ci accompagnano per tutta la durata del film.
La pellicola nasce interessante, si sviluppa in modo anonimo e si conclude in modo pessimo. Come del resto ogni film di Allen.
Alla fine ci ritroviamo un vecchio con un piede nella fossa, logorroico fino al midollo, simpatico come una verruca ai piedi.
[+]
Premessa ritengo Allen un regista mediocre.
Basta che funzioni è una pellicola noiosa e senza anima. Dove i pistolotti del protagonista (Allen...ehm...Cavill) ci accompagnano per tutta la durata del film.
La pellicola nasce interessante, si sviluppa in modo anonimo e si conclude in modo pessimo. Come del resto ogni film di Allen.
Alla fine ci ritroviamo un vecchio con un piede nella fossa, logorroico fino al midollo, simpatico come una verruca ai piedi...rimorchiare solo belle ragazze...ma ci faccia il piacere.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a floyd80 »
[ - ] lascia un commento a floyd80 »
|
|
d'accordo? |
|
giulia57
|
domenica 3 agosto 2014
|
un film leggero e geniale
|
|
|
|
Occorre lasciarsi trasportare per gustare fino in fondo questo mondo irreale che vorrei fosse così.Mi fa stare bene Giulia 57
|
|
[+] lascia un commento a giulia57 »
[ - ] lascia un commento a giulia57 »
|
|
d'accordo? |
|
fiorequetzal
|
venerdì 14 marzo 2014
|
brillante
|
|
|
|
Film che capovolge tutte le convenzioni, sradica il perbenismo e il moralismo. I benpensanti rabbrividerebbero di fronte a Boris, che non ha paura di dire quello che pensa quando lo pensa, con una cruda ed amara presa di coscienza che non ammette ideali, perchè in fondo "basta che funzioni", senza curarsi del chi, quando, come o con quanti, il tutto condito da una buona dose di cinismo e ipocondria.
Questo campione di cultura e di rassegnata e graffiante genialità è destinato a scontrarsi e incontrarsi col suo preciso opposto, l'ingenua, disarmante e angelica Melody, in fuga da una famiglia borghese e bigotta. L'incontro e l'accettazione del disincantato Boris e del suo caratteraccio le cambia la vita, le insegna a vedere come lui vede, a pensare come lui pensa, ad aprire la mente a tutti gli aspetti della vita, anche quelli più impensati, come la vita sessuale della madre che attraverso la figlia impara a conoscersi e diventa una fotografa di soggetti erotici e va a vivere con due uomini, e l'omossessualità del padre che nel ricercare la sua vecchia e stereotipata vita impara ad accettarsi per quello che è.
[+]
Film che capovolge tutte le convenzioni, sradica il perbenismo e il moralismo. I benpensanti rabbrividerebbero di fronte a Boris, che non ha paura di dire quello che pensa quando lo pensa, con una cruda ed amara presa di coscienza che non ammette ideali, perchè in fondo "basta che funzioni", senza curarsi del chi, quando, come o con quanti, il tutto condito da una buona dose di cinismo e ipocondria.
Questo campione di cultura e di rassegnata e graffiante genialità è destinato a scontrarsi e incontrarsi col suo preciso opposto, l'ingenua, disarmante e angelica Melody, in fuga da una famiglia borghese e bigotta. L'incontro e l'accettazione del disincantato Boris e del suo caratteraccio le cambia la vita, le insegna a vedere come lui vede, a pensare come lui pensa, ad aprire la mente a tutti gli aspetti della vita, anche quelli più impensati, come la vita sessuale della madre che attraverso la figlia impara a conoscersi e diventa una fotografa di soggetti erotici e va a vivere con due uomini, e l'omossessualità del padre che nel ricercare la sua vecchia e stereotipata vita impara ad accettarsi per quello che è.
Melody stessa come il resto della sua famiglia deve fare il suo percorso, e l'affetto e il rispetto per Boris non può impedirle di innamorarsi di un suo coetaneo che, come lei, ha ancora sogni e speranze.
Boris si aspettava che accadesse, e attendeva il momento, per portare a termine quello che aveva cominciato anni prima, cioè il suicidio, ma anche questa volta non ce la fa, perchè si schianta su una donna, e il suo tentativo di suicidio si trasforma in una rinascita fisica, spirituale e psicologica, perchè l'uomo votato al realismo e alla scienza deporrà le armi di fronte alla medium su cui è precipitato.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a fiorequetzal »
[ - ] lascia un commento a fiorequetzal »
|
|
d'accordo? |
|
loris kiris
|
lunedì 23 settembre 2013
|
film che funziona più che abbastanza
|
|
|
|
Che Woody Allen possieda un geniale tatto cinematografico non si discute. In Basta che funzioni sussiste una sorta di filiazione tra il suo genio e quello del protagonista principale, un certo Boris Yelnikoff, ex-fisico esperto nella teoria delle stringhe e mancato nobel. Il film inizia proprio con un mordace monologo di Boris, un monologo che più che un monologo è la martellata di un picchio scorbutico, una mitragliata di sentenze che ti schiaffeggiano il muso, uno scioglilingua d’irrefrenato cinismo che fa presa sullo spettatore, lucido, d’umorismo tagliente e sorretto da original retorica: un mix, insomma, facile da sottoscrivere.
[+]
Che Woody Allen possieda un geniale tatto cinematografico non si discute. In Basta che funzioni sussiste una sorta di filiazione tra il suo genio e quello del protagonista principale, un certo Boris Yelnikoff, ex-fisico esperto nella teoria delle stringhe e mancato nobel. Il film inizia proprio con un mordace monologo di Boris, un monologo che più che un monologo è la martellata di un picchio scorbutico, una mitragliata di sentenze che ti schiaffeggiano il muso, uno scioglilingua d’irrefrenato cinismo che fa presa sullo spettatore, lucido, d’umorismo tagliente e sorretto da original retorica: un mix, insomma, facile da sottoscrivere. Al di là della sua natura autentica (o, quantomeno, verosimile), ciò che rende ancor più incisivo ’sto frullato d’un soliloquio riposa nel fatto che sia indirizzato direttamente agli spettatori svaccati in sala e, di conseguenza, a tutti noi, che veniamo improvvisamente ridestati dalle scudisciate Yelnikoffiane, mirate soprattutto a colpire la nostra ipocrisia latente. In proposito, mi sovviene quel fantastico proemio anticonformista che Baudelaire spiattellò là, in bella vista, nell’apertura dei suoi mirabolanti Fleurs du mal, con il quale sconsacrava l’ipocrisia del lettore; ma vabbé, non divaghiamo. Va specificato che Boris è l’unico personaggio cha dialoga direttamente con il “pubblico di idioti”, dato che è il solo a possedere “una visione d’insieme”, mentre gli altri personaggi, dal QI meno powerful, ne sono ovviamente sprovvisti. L’inizio di Basta che funzioni, insomma, è magistralmente giocato attorno alla funzione conativa e meta cinematografica, nonché altamente programmatico: insomma è un vero e proprio abbrivo-bomba. Da lì in poi e tutto un alacre galoppo verso il finale, dove ancora una volta Boris prende contatto con gli spettatori.
Embè, e all’interno di questa cornice che succede? Un bell’arzigogolo! La trama vive una situazione antitetica, essendo molto precisa e calcolata, ma, al contempo, pretendendo di rappresentare una serie di eventi fortuiti. Questi spaziano sugli ultimi anni di vita di Boris, dall’incontro con la giovane bonazza Melody, alle rocambolesche lezioni di scacchi impartite ai poveri frugoletti ignoranti del quartiere (immancabilmente bistrattati dal signor Yelnikoff), passando attraverso le trovate “artistiche” della madre di Melody (che abbandona l’osservanza religiosa per convertirsi al peccato dell’ingordigia sessuale), il tentato suicidio di Boris (in rapporto di filiazione con suo papà, già levatosi la vita anni prima), le sue fobie igieniche, sino a giungere, in chiusa di bobina, alla (ri)formulazione della filosofia di vita Yelnikoffiana: “Ecco perché non lo dirò mai abbastanza. Qualunque amore riusciate a dare ed avere, qualunque felicità voi riusciate a rubacchiare o a procurare, qualunque temporanea elargizione di grazia, basta che funzioni…”
[-]
|
|
[+] lascia un commento a loris kiris »
[ - ] lascia un commento a loris kiris »
|
|
d'accordo? |
|
trimegisto85
|
domenica 21 aprile 2013
|
il fato è, dio forse
|
|
|
|
Boris Yelnikoff è un fisico, un tempo di fama mondiale, che si è ritirato in se stesso: detestando il mondo con il suo cinismo frutto del suo genio, essendo in pochi ad avere la visione d'insieme, tenta un suicidio che uccide solo il suo matrimonio e la sua vecchia vita. Da allora si rintana nel suo piccolo mondo a New York, passando le giornate a impartire lezioni di schacci a "bambini stupidi", che non riescono a imparare, e a filosofeggiare con i suoi amici della vita e dell'uomo.
Un giorno (...c'è sempre un giorno) la sua routine viene infranta dall'incontro con Melody, giovane, ingenua e bella ragazza di provincia che è scappata da un mondo troppo chiuso per cercare spazio nella Grande Mela: convince Boris ad ospitarla per una notte, per qualche tempo e, infine, si sposano: Boris creerà una nuova routin con Lei.
[+]
Boris Yelnikoff è un fisico, un tempo di fama mondiale, che si è ritirato in se stesso: detestando il mondo con il suo cinismo frutto del suo genio, essendo in pochi ad avere la visione d'insieme, tenta un suicidio che uccide solo il suo matrimonio e la sua vecchia vita. Da allora si rintana nel suo piccolo mondo a New York, passando le giornate a impartire lezioni di schacci a "bambini stupidi", che non riescono a imparare, e a filosofeggiare con i suoi amici della vita e dell'uomo.
Un giorno (...c'è sempre un giorno) la sua routine viene infranta dall'incontro con Melody, giovane, ingenua e bella ragazza di provincia che è scappata da un mondo troppo chiuso per cercare spazio nella Grande Mela: convince Boris ad ospitarla per una notte, per qualche tempo e, infine, si sposano: Boris creerà una nuova routin con Lei.
Ma Allen non demorde e introduce in modo molto teatrale sempre nuovi inconveniente nella vita di Boris, anche perché ora è la Loro vita e la variabile Melody sembra instabile: arriveranno a bussare come il Fato (...annunciato da Beethoven) i genitori della sua sposa, portatori di idee incomprensibili a Boris e di inconvenienti continui fino a portare il nostro fisico al secondo tentativo di suicidio; ma in questo caso il Fato gli offrirà una nuova vita, dimostrandogli/ci che non opera solo in negativo.
Allen riesce nuovamente a descriverci alcuni aspetti dell'uomo e della nostra posizione nel mondo: ci sono i temi a lui più cari come i dogmatismi culturali (sociali e religiosi), uomini piccoli al confronto del suo genio, Fato e Dio; lo fa con una commedia che scorre veloce, molto leggera e divertente ma meno acida del solito: pensate a "Herry a pezzi" e coglierete una differenza abissale. Allen passa con il tempo dall'altro lato del ponte, rimane nella stessa città (non lesina battute ai bacchettoni, ai gretti e alla gente semplice colpevole di affrontare la vita in modo semplicistico, affidandosi a Dio, al Lavoro, al Fato o a qualche Star dello sport) ma è meno intransigente, cerca di istruire gli ingenui più che demolire le mura che chiudono il loro mondo ( è mentore di Melody e dei bambini) e a volte si compiace anche dei piccoli risultati che questi raggiungono, accettando il fatto che in un modo o nell'altro tutti prendono la loro strada, anche se questa è lontana dal genio che rivela.
Per faer ciò sceglie una regia semplice e molto da teatro: si svolge tutto in piccoli ambienti, i personaggi entrano in scena all'improvviso, inspiegabilmente, bussando alla porta e quasi presentando se stessi; inoltre c'è la rottura dello schermo all'inizio e alla fine, solo Boris riesce a vedere il pubblico in sala ed è a loro che si rivolge quando introduce la sua tesi e tira le conclusioni, perché solo il Genio (Allen) ha quella visione del tutto che permette di cogliere la realtà oltre la finzione fenomenica del mondo.
Una riflessione particolare che ci lascia questa pellicola è quella sul Fato, il vero protagonista con cui Boris/Allen deve confrontarsi: il Fato non è Dio, non porta verso l'integralismo e non condiziona il modo in cui scegliamo di vivere ma incide in modo imparziale sulle nostre vite; in tale ottica noi siamo come delle formiche che affrontano il Vento e non come formiche che subismono "un bambino dispettoso seduto sul formicaio". Un modo di vedere l'esistenza umana completamente diversa, che cambia la nostra mappa mentale e induce il nostro caro Woody a dare consigli su come affrontare questa nuova entità, da sempre esistita ma con la quale non abbiamo mai fatto bene i conti: già in Match Point viene tirato in ballo in modo molto più duro e cupo, come una forza che non ha morale, che non esiste per dispensare premi e punizioni ma semplicemente agisce con forza sulla nostra vita.
Di fronte a questa asettica ma tangibile realtà il consiglio è di prendere a pieno la vita, viverla e non pensarla secondo parametri morali in modo molto epicureo: "qualunque felicità riusciate a rubacchiare o a procurare...basta che funzioni! E non vi illudete, non dipende per niente dal vostro ingegno umano più di quanto non vogliate accettare; è la Fortuna a governarvi".
Meglio impotenti di fronte alla Fortuna che schiavi di noi stessi.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a trimegisto85 »
[ - ] lascia un commento a trimegisto85 »
|
|
d'accordo? |
|
fedeleto
|
domenica 10 febbraio 2013
|
basta che allen funzioni...
|
|
|
|
Boris e' un uomo chiuso in se stesso e deditoal suo intelletto,poiche' oltre ad essere uno studioso di fisica quantistica ha sfiorato il nobel.Con un ego sfociante in superiorita',egli un giorno incontra una ragazza di nome Melody, bisognosa di aiuto poiche' vive in mezzo ad una strada.La sposera',nonostante la diversita' di eta',ma poco dopo verra' lasciato poiche' nella vita tutto e' destinato a finire proprio come l'universo.Ma non e' detto che in futuro possa incontrare la sua dolce meta' magari buttandosi da una finestra e colpendo la sua anima gemella.Woody Allen si concentra su un soggetto che aveva nel cassetto da parecchi anni,ne esce una pellicola discreta che si incentra sulla fatalita' del caso,e lascia che il carpe diem domini la scena ,seguito dall'assecondare le cose,ovvero basta che funzionino.
[+]
Boris e' un uomo chiuso in se stesso e deditoal suo intelletto,poiche' oltre ad essere uno studioso di fisica quantistica ha sfiorato il nobel.Con un ego sfociante in superiorita',egli un giorno incontra una ragazza di nome Melody, bisognosa di aiuto poiche' vive in mezzo ad una strada.La sposera',nonostante la diversita' di eta',ma poco dopo verra' lasciato poiche' nella vita tutto e' destinato a finire proprio come l'universo.Ma non e' detto che in futuro possa incontrare la sua dolce meta' magari buttandosi da una finestra e colpendo la sua anima gemella.Woody Allen si concentra su un soggetto che aveva nel cassetto da parecchi anni,ne esce una pellicola discreta che si incentra sulla fatalita' del caso,e lascia che il carpe diem domini la scena ,seguito dall'assecondare le cose,ovvero basta che funzionino.Scritto e diretto da Allen,e' interpretato da Larry David nella parte del bizzarro Boris,che indubbiamente diventa l'ater ego di Allen,con le sue ipocondrie,e le sue convinzioni,invece nella parte femminile c'e' Evan Rachel Wood(thirteen),dolce e ingenua quanto basta a combinare una coppia stramba.Da non trascurare anche i personaggi secondari come la madre di Melody,da donna altolocata ad artista che vive il suo menage a trois,e si da' alla fotografia,invece il padre di Melody,si scopre omosessuale,poiche' da una vita sentiva pulsioni che voleva reprimere.Allen si muove sul terreno del cambiamento,tutto muta,la vita degli uomini si affida ad un fato che muove il filo e che modella le nostre vite,ma il personaggio di Boris diventa il coro che ci immerge in questa avventura.Il cambiamento diventa una necessita' per metter ordine,le situazioni come le persone diventano sempre piu' stabili attraverso gli eventi,cosi pertanto le cose devono funzionare e non importa come debbano fare ,ma che facciano senza troppe domande,come dice lo stesso Boris l'amore non e' razionalita',e li' le spiegazioni non servono,ma l'unica cosa da poter fare e' essere e diventare. Ottima fotografia di Harris Savides,che colora New York in un'atmosfera raramente vista.Sicuramente non e' il massimo di Allen,ma per alcune scene vale la pena di priovare a vederlo,in primis per il discorso iniziale di Boris(provocatorio e sarcastico quanto basta),e per sorridere nella relazione con Melody(appunto una melodia,musica che agisce al livello emotivo e non razionale) navigante in un mare di situazioni bizzarre.Trovare l'equilibrio nella vita non e' facile,Allen forse c'e' riuscito,ma l'importante e' Basta che funzioni.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a fedeleto »
[ - ] lascia un commento a fedeleto »
|
|
d'accordo? |
|
hathi
|
martedì 23 ottobre 2012
|
gag e poco più
|
|
|
|
Tante gag, in questo film ambizioso, ma poca sostanza. Yelnikoff , alter ego di Allen, ritiene di essere un genio , un 'homo syntethicus' rinascimentale, un Leonardo da ViInci, ma in realtà egli ha una visione limitata della realtà e per contro un'abbondante dose di altezzosità intellettuale, tipica dei liberal americani (e nostrani). Sono sufficienti a provare l'asserto la scarsa comprensione che il protagonista (Yelnikoff /Allen) mostra, e dei valori che sottintendono il modo di vita della gente comune e della fede religiosa dell'americano medio, così come il modo caricaturale con il quale ne dipinge le manifestazioni esteriori.
[+]
Tante gag, in questo film ambizioso, ma poca sostanza. Yelnikoff , alter ego di Allen, ritiene di essere un genio , un 'homo syntethicus' rinascimentale, un Leonardo da ViInci, ma in realtà egli ha una visione limitata della realtà e per contro un'abbondante dose di altezzosità intellettuale, tipica dei liberal americani (e nostrani). Sono sufficienti a provare l'asserto la scarsa comprensione che il protagonista (Yelnikoff /Allen) mostra, e dei valori che sottintendono il modo di vita della gente comune e della fede religiosa dell'americano medio, così come il modo caricaturale con il quale ne dipinge le manifestazioni esteriori. Sono queste le uniche armi che Yelnikoff possiede. Poca roba. Yelnikoff si chiede come mai Dio non renda conto a lui del perchè le azioni buone non sconfiggano il male, a lui, che è il genio che perbacco sa leggere le equazioni della meccanica quantistica! L'orgoglio intellettuale, ingiustificato in uno come lui che le ha sbagliate tutte nella vita, e vegeta nell'inutilità, non gli fa perdere la convinzione che la trasgressione liberi le caratteristiche migliori dell'uomo, ma il risultato finale di tutta questa liberazione è a dir poco penoso, perchè in realtà ciò che viene liberato sono le solite banali pulsioni sessuali mal controllate e distruttive della felicità personale e della società (vedi la madre che finisce col dormire con due uomini e dipinge per quattro gatti che attendono reciproci osanna, il padre che si libera in forma di omosessuale, la ragazza sciocchina e plagiata convinta all'ateismo). Il nostro Woody è rimasto a Woodstock, a Timothy Leary, il profeta dell'LSD, aberrazioni che anche in USA considerano preistoria. Woody, mi spiace per te, ma nelle equazioni della meccanica quantistica trovi solo derivate parziali, forme d'onda e che diavolo ne so, e nulla di ciò che seve veramente sapere. Con queste riserve il film si può vedere, ma in fondo non credo valga la pena. Alberto.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a hathi »
[ - ] lascia un commento a hathi »
|
|
d'accordo? |
|
albplet
|
lunedì 15 ottobre 2012
|
secondo me funziona…
|
|
|
|
Mi pare proprio che funzioni… ‘sta commedia. Secondo me ci siamo: Woody Allen è calato nel mondo, ci vive dentro, ci sguazza con gusto, è immerso nelle questioni d’identità delle persone, nelle loro crisi sentimentali, nel mettere in discussione i precedenti modelli, e coglie nel segno con garbo, ironia, gusto, intelligenza. Godibile.
|
|
[+] lascia un commento a albplet »
[ - ] lascia un commento a albplet »
|
|
d'accordo? |
|
|